Ovvero delle Famiglie Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia. 

Famiglia Arcuri

A cura del dr. Giuseppe Pizzuti

Arma: d'azzurro, all'arco e faretra posti in decusse, accompagnati da una stella (6) nel cantone destro del capo, il tutto d'oro.
Titolo: Nobile di Scigliano.
Patroni: Beata Vergine del Carmelo, Santi Apostoli Filippo e Giacomo.


Stemma famiglia Arcuri

La Famiglia Arcuri godette la nobiltà nella Città Regia di Scigliano in Calabria Citra, dall'Archivio di Famiglia si hanno notizie certe di Sir Tedesco, il quale venne insignito di diploma nobiliare da Re Ferdinando I d'Aragona detto Ferrante (regnò dal 1458 al 1493) e confermato da Re Alfonso II d'Aragona (regnò nell'anno 1494).
In un atto notarile del 26 agosto 1509 nel quale si stipulò una convenzione tra le Città di Cosenza e di Scigliano, dal mandato per atto pubblico stipulato nella chiesa della SS. Annunziata di Scigliano il 20 agosto 1509 dal notaio Vincenzo Donato, in esso mandato intervennero come costituenti, tra gli altri cittadini: Alfonso, Berardino e Giovanni Arcuri in qualità di Mastrogiurati.
Berardino fu Sindaco di Scigliano nel 1531.
A Scigliano vi fu la presenza degli Agostiniani, il Convento fu costruito a spese dell'Università, l'atto notarile di fondazione fu stipulato il 17 settembre 1531, rogato dal notaio apostolico Ambrosio Torquasi, tra i fondatori vi furono Gialusio e Consalvo Arcuri, nella chiesa avevano la Cappella Gentilizia. Si rileva inoltre, da un atto  del 24 gennaio 1584, stipulato dal notaio Paolo d'Elia, che Giantommaso Valentino abbia avuto nella stessa chiesa una Cappella della sua famiglia, perciò Cornelia Arcuri, vedova dello stesso Valentino, in virtù dell'indicato strumento, assegnò ai Padri del Convento alcuni beni per servizio di messe, da celebrarsi nella Cappella del suo defunto marito.
Il Convento fu soppresso da Papa Innocenzo X verso la metà del Seicento, la struttura venne abbandonata ed oggi non rimane traccia, era ubicato tra i Quartieri di Calvisi e Diano.

L'Imperatore Carlo V d'Asburgo-Spagna (1516-1553)  ritornando vittorioso dall'Africa, nel mese di novembre del 1535 passò per le montagne di Scigliano, il suo esercito alloggiò a Scigliano dove fu accolto con segni di particolare stima, l'anno successivo l'imperatore confermò i privilegi della Città di Scigliano, con altro privilegio dato nel Castello nuovo di Napoli il 26 novembre del 1536, molti cittadini furono decorati col titolo di Nobiles et egregii viri, in Casa Arcuri lo furono: Sirus Ambrosius, Pellegrino, Gianfrancesco, Venceslao, Antonio, Sigismondo, Bernardino, Nicolangelo, Pietro, Giacomo, Paolo, Francesco, Pacifico, frate Tedesco.

Manilio o Manlio, sposato ad Aurelia Gentile, di nobile famiglia di Scigliano, hanno avuto come figlio Francesco, giureconsulto, Agente Generale e Consultore del Principe di Castiglione [il titolo di Principe di Castiglione fu concesso il 13 febbraio 1606 a Carlo d'Aquino, 13° Barone di Castiglione (oggi frazione del comune di Falerna, in provincia di Catanzaro) gli successe, il 16 dicembre 1631 suo figlio Cesare III d'Aquino, 2° Principe di Castiglione al quale successe sua figlia Cornelia, 3^ Principessa di Castiglione, ebbe significatoria di relevio il 25 maggio 1639].
Il 2 agosto 1633, in virtù delle lettere regali che permettevano di vendere i corpi demaniali dell'Università di Scigliano, per reperire ducati 40.000 da versare per evitare di essere infeudata, tra gli altri, si adoperò il Dottor Francesco Arcuri acquistando il fondo le Rote per ducati 905; la vendita fu fatta all'incanto ad estinto candela avanti il Convento di San Francesco d'Assisi, e con l'intervento del Conte di Picerno, Preside della Provincia, e di Francesco Passalacqua Segretario. Amministrò il denaro raccolto per l'ultimo riscatto di Scigliano, recandosi a Napoli per versarlo nel Banco dell'Annunziata. Sposato in casa de Chiara, famiglia nobile di San Giovanni in Fiore, ebbero come figlio Paolo seniore, sposato a Francesca Parisio, patrizia di Cosenza, discendente dal ramo detto del Cardinale, il cui capostipite fu il Cardinale Pietro Paolo Parisio (Figline, 1473 † Roma, 1545), hanno avuto come figli, tra gli altri: Vittoria, Vitaliano, sacerdote, Giuseppe seniore, sacerdote, uomo dottissimo privilegiato (laureato) nel Collegio della Sapienza di Roma, e Girolamo seniore (Scigliano 1714 ivi, 25 febbraio 1782), fu Sindaco di Scigliano. Sposato a Rosa Talarico, figlia di Don Sertorio e della Signora Jole, dama crotonese, la cui sorella fu moglie di Don Giacinto de Lauro, Cavaliere della Città di Amantea. Il citato Vitaliano fece testamento l'11 febbraio 1708, nel quale istituì suoi eredi universali e particolari suo fratello Girolamo e sua madre Francesca Parise, e dei denari a sua sorella Vittoria, testimoni furono il Magnifico Antonio Pallone, U.J.D, Reverendo Mutio Gualtieri, Don Didaco Mesoraca, Don Alessio Pallone, Clerico Carmine Pallone e Domenico Pallone, notaio Nicola Caligiuri di Scigliano. (ASCS, fogli 96-97-98).
Il citato Sertorio Talarico, il 28 ottobre 1701 venne nominato erede della Cappella di juspatronato della famiglia De Onofrio sotto il titolo di Santa Maria ad Nives, o la Madonna Greca, nella cattedrale d'Isola (oggi Isola Capo Rizzuto), dal Canonico Francesco d'Onofrio suo zio, donandogli la Cappella con tutti i suoi privilegi e prerogative. Andrea Pesavento La Cappella di S. Maria ad Nives nella cattedrale di Santa Maria ad Nives o Madonna Greca a Capo Rizzuto, in Archivio Storico di Crotone, sito web.


Scigliano, Quartiere Calvisi, portale del Palazzo Arcuri


In questo stemma, che ipotizziamo possa essere stato una variante personale, troncato da una trangla, nel 1° presenta i carichi araldici
della Famiglia, nel 2° un mare ondoso dal quale esce un delfino natante mirante una stella (5).
Il delfino in araldica è il pesce più nobile, rappresenta, tra gli altri, la fedeltà, in questo caso la fedeltà verso la propria fede religiosa,
dove la fede è rappresentata dalla stella. Si noti che lo stemma non è timbrato da una corona, al suo posto sono presenti le insegne ecclesiastiche per ricordare la parentela contratta con Francesca Parisio del ramo del Cardinale, il cui capostipite fu il
Cardinale Pietro Paolo Parisio

Dal catasto onciario del 1753-1754, è descritta la Famiglia composta dai figli del citato Girolamo seniore: Magnifico Don Paolo juniore Arcuri, U.J.D., dottorato nel 1742, Nobile vivente di anni 39, Maria Veraldi sua moglie, di anni 29, Francesco, figlio, di anni 2, Giacinto, figlio, di anni 1; Don Biasi, fratello sacerdote di Paolo, di anni 30, Giovan Battista, fratello di Paolo, di anni 37. Paolo juniore era avvocato, con Maria ebbero un altro figlio al quale venne imposto il nome di Giuseppe juniore (Scigliano, 1754 ivi, 1814), riportiamo un passo di Luigi Accattattis della sua descrizione del sacerdote Giuseppe: “I sentimenti religiosi e morali, che erano tradizionali della famiglia Arcuri, non disgiunti dai fasti letterari meritatamente raccolti dai precedenti dottori in legge sigg: Francesco, Tommaso e Giuseppe seniore Arcuri, fecero avere al fanciullo la prima educazione conforme ai cennati principi”. Nel 1769 entrò nell'Oratorio dei Filippini in Mesoraca, fondato dal suo concittadino Padre Matteo Lamanna, nel seminario di Martirano veniva consacrato Sacerdote dal Vescovo Giacomo Maria de Tarsia. Rientrato a Scigliano aprì una gratuita scuola ginnasiale; a sue spese, nella chiesa di Santa Maria della Pietà (meglio nota come chiesa di Santa Croce) fece costruire due altari, uno dedicato a San Luigi Gonzaga, e l'altro a San Filippo Neri, del quale vestiva l'abito, e per il quale nutriva una speciale devozione; in occasione del terremoto del 1783 si mostrò generoso con tutti. Con pari generosità, il 28 febbraio 1790 dava avvio concreto alla Casa di educazione, sostenuto da suo fratello Francesco, in qualità di Sindaco di Scigliano, ed il Governatore Don Antonio Giglio dei Casali di Taverna, in quella data vi fu riunita l'Università in pubblico parlamento che deliberò la costruzione della Casa di educazione nel Quartiere Calvisi, accanto la chiesa di Santa Croce, seguì il Regio Assenso ottenuto in data 18 agosto 1790. Successivamente fu stipulato l'atto di assegnazione dei terreni demaniali in data 11 maggio 1792 per mano del notaio Francesco Gualtieri tra il Sindaco Don Agostino Lamanna ed il Reverendo Sacerdote Don Giuseppe Arcuri, la costruzione non si realizzò per il timore che essendo vicino alla parrocchia di Calvisi, nella gestione i parroci avrebbero potuto interferire. Non si perse d'animo e propose di costruire la Casa di educazione accanto la chiesa di Santa Maria di Monserrato, lontana dal clero di Calvisi, essendo un luogo isolato, per cui fu necessario richiede un secondo Regio Assenso, il quale fu seguito da una bolla del Vescovo di Martirano, Frà Francesco Antonio Grillo. Il primo piano dell'edificio fu realizzato nel 1795, il secondo l'anno successivo.
Il citato Francesco, oltre ad essere stato Sindaco di Scigliano, fu Consigliere Provinciale, nel 1799 prese parte all'impresa del Cardinale Ruffo per liberare Napoli dai giacobini e far ritornare sul trono di Napoli Re Ferdinando IV. 

Raccolta di Composizioni scritte da Don Giacinto Arcuri


Scigliano, il Ginnasio

Francesco aveva redatto una platea in data 1° gennaio 1815, per tramandare ai posteri i beni posseduti dalla Famiglia, vogliamo riportare alcuni fondi: “Lo Staglio delle Carigliette metà della casa e metà della Cappella de jure patronatus della mia propria famiglia; giusta li suoi fini e confini nelle circonferenze di Panettieri Comune de' Colosimi di vasta estensione ed alberato di cerri, che prima si fittava ducati ventiquattro in contante e dieci forme di cacio, poi si fittò tomoli vent'otto germano alla rasa, e finalmente si tiene in fitto da Giuseppe Talarico di Muzio in erbaggio per ducati dodici; ed alcune terre s'inviano a terraggio a ragion di tre mezzarole a tomolata, di talchè di questo corrente anno se ne sono ritratte tomolate nove di germano. Vi è nello stesso una Chiusa sott'acqua, la quale rimpiazzata di mura di pietre secche vuole dare una rendita di grano, granone e fieno, oltre il comodo delle minestre verdi, che darebbe in tempo di estate, tempo in cui colà si soggiorna. Detto Staglio è necessarissimo per il soggiorno in Panettieri perchè dà il comodo della legna cotanto necessaria in tal luogo di clima rigido”.
“La Difesa del Nigro, giusta i suoi fini e confini, sita in territorio di Taverna, ossia Fossato e Pentone, è redditizia ducati cento cinquanta di germano, che oggi si tiene in affitto da Nicola Guzzo di Carlopoli; oltre il giornale intiero e la regalia di un agnello e di dieci ricotte fresche”.
“Lo Staglio del Nigrello redditizio a poveri, redditizio ducati cinquanta in contanti, quandocchè prima si fittava sopra tomoli cinquanta di germano, contiguo alla Difesa del Nigro, che oggi anche si tiene in affitto dal f.o di Guzzo per ducati cinquanta. L'estensione dell'uno e dell'altro immobile ascendeva a circa tomoli mille di terreno, di talchè cominciano dai Covoni di Piscitello e vanno a terminare nel luogo detto Santa Barbara”.
“La Difesa del Pomo giusta i suoi fini e confini, sita nella Sila, è redditizia ducati trentatrè e mezzo, e tomoli venticinque di germano, ed il giornale, prima redditizia di tomoli sessantasette e mezzo di germano, che oggi si tiene in fitto da Felice, Gennaro, e Santo Arcuriello della Castagna.
Tal difesa è pervenuta in mia Casa porzione per dote di mia madre D.a Maria Veraldi, e porzione comprata da mio padre da D. Giacinto Poerio di Taverna. La sua estensione ascende a tomolate duecento cinquanta circa di ottimi terreni.”
“La Difesa delle Travi, ossia Camarda ossia Valle degli Uccelli è pervenuta in mia Casa per porzione ereditaria della Famiglia del Cardinal Parisio, spettata a mia Bisava D. Francesca Parise è redditizia al presente ducati cento novanta; quandocchè prima si fittava ducati trecento ottantacinque, fuori di giornale e la regalia di un agnello e dieci ricotte fresche. La estensione secondo l'ultima perizia fatta dal Sig. Giudice Zurlo è di tomolate settecento con due Comuni a latere, cioè uno chiamato Piazza e uno Comune di Camarda. Oggi si tiene in affitto da Marco e Giuseppe Trocino delli Marzi e da Arcangelo Calabrese di Molevuono. Detta Difesa si divide in tre terzi, cioè uno chiamato Milillo, l'altro chiamato Poverella, l'altro chiamato le Manche. E' benanco sita in Regia Sila. Confina con Milillo della S.ra Romano di Aprigliano con la Difesa della Sig.ra Filosa di detto Aprigliano con la Difesa del Sig. Barone Nicola Cavalcanti di Cosenza con la Difesa di Campo Rotondo e con altri fini e confini.”
A margine della platea, Francesco ricorda che il 10 marzo 1806, nel loro Palazzo signorile di Scigliano-Calvisi (poi denominato la “reggia”), in quanto durante il viaggio da Napoli a Palermo, vi alloggiarono le loro Altezze reali il Principe ereditario Francesco di Borbone (poi Re Francesco I dal 1825 al 1830), ed il Principe Leopoldo, figli di Sua Real Maestà Ferdinando (Ferdinando IV Re di Napoli, I Re delle due Sicilie dal 1759 al 1824) e di Maria Carolina d'Austria, colle stesse vi alloggiarono il Duca di Gesso, Grande di Spagna, ed ajo di detto Principe ereditario, il Duca Avos, il Marchese Zeiglè, il Cavalier Medici, ed il Direttore di Guerra e Mariana Colajanne.
Più tardi, con l'avvento del francesi, nello stesso Palazzo vi alloggiarono i Generali Regnier, Marmè, e Degonè.”
All'interno del Palazzo vi è la Cappella, il Pontefice Pio VII il 28 agosto 1801 concesse il privilegio dell'Oratorio, riconoscendo la nobiltà del casato.
Tra le pregiate razze di Cavalli di Calabria Citra, vi era quella denominata Muraca, Colosimi, Arcuri, del Passaggio: Magre, non molto numerose, forti, di giusta taglia. E di gran senzo, generalmente però mal conformate. Giuseppe Giannuzzi Savelli in Aspetti storici della Calabria Citra dal feudalesimo al Risorgimento, dall'esame dei documenti d'archivio e dalla storia della famiglia Giannuzzi Savelli, p. 330. Archivio di Stato di Napoli - Ministero Interno Inv Fascio 2202.
Francesco era sposato a Giovanna Nicotera, figlia di Giovanni (1693 1778) e di Margherita Sacco, fra le famiglie nobili più antiche della città di Nicastro, hanno avuto per figli Tommasino, Girolamo Maria juniore, e Paolo, il primo e l'ultimo deceduti prematuramente.


Don Francesco Arcuri, di Paolo juniore

Platea redatta da Don Francesco Arcuri

Scigliano, Quartiere Calvisi, Cappella Arcuri dedicata alla Beata Vergine del Carmelo ed ai Santi Apostoli Filippo e Giacomo,
sono inoltre rappresentati, San Giuseppe e San Giorgio


Particolare dello stemma dipinto


Particolare dello stemma in stucco, si noti in punta l'aquila bicipite, insegna dell'Imperatore Carlo V,
in ricordo della concessione del titolo di Nobile

Girolamo Maria juniore († Scigliano, 3 maggio 1860 all'età di 80 anni), sposato in prime nozze a Maria Grimaldi di Crotone, figlia di Diego e di Lucrezia, nobile dei marchesi Berlingieri, discendente dai Principi della Città di Monaco, come si rileva dal legal documento che conserva il Marchese d'Ippolito, marito di Sigismonda Grimaldi, sorella di Maria, ha avuto come figlio Giovan Battista Filippo juniore (n. 1802), sposato il 7 maggio 1830 a Mariangela Piccolo (n. Scigliano, 20 dicembre 1812), figlia del medico Nicola e di Giuditta Berardelli, ha avuto come figli: Maria Carmela Filomena (n. Scigliano, 12 settembre 1855); Maria Rosa Antonietta (n. Scigliano, 7 febbraio 1848); Letizia Filomena (n. Scigliano, 25 luglio 1844); Teresa Filomena Maria (n. Scigliano, 17 novembre 1841), sposata il 25 gennaio 1872 a Giovanni Maria Pantaleone Arcuri (n. Scigliano, 7 gennaio 1844), figlio di Giuseppe e di Maddalena Gualtieri, del ramo di Arcuri (Casale di Scigliano), ha avuto per figlio Giuseppe (n. Arcuri, 1876); Luigi Maria Antonio (n. Scigliano, 4 luglio 1837); Michele Maria (n. Scigliano, 31 luglio 1836); Teresina Carolina Maria (n. Scigliano, 8 novembre 1832); Filippo Maria Antonio (n. Scigliano, 5 aprile 1831); e Luigi (n. Scigliano, 12 marzo 1839), sposato a Teresa Micciulli, ha avuto come  figli: FilomenaChiaraAngela, sposata al Barone Luigi Micciulli di San Tommaso, frazione di Soveria Mannelli, Michele, e Giovan Battista, sposato a Maria Carmela de Marco (detta Antonietta), ha avuto come figli: Luigi (n. 1911), professore, celibe; Deodato (n. 1920), celibe; Antonio, sposato a Battistina Antonucci, ha avuto come figli Giovan Battista, sposato, ha avuto come figli  Antonio,  Simone  e  Luigi,  Maria (n. 1948), sposata a Salvatore Arcuri di Ricadi, Filippo (n. 1951), sposato, non ebbe prole, Giuseppe (n. 1953), sposato, ha per figli GiovannaVanessa, ed AntonioFranco (n. 1955), sposato a Soveria Mannelli, ha per figli Antonio e DaniloLeonardo (n. 1957), celibe, Eleonora (n. 1961), Michele (n. 1962), sposato a Bolzano, ha per figli Diego e Giulia; e Roberto (14 ottobre 1927 † 16 marzo 2003), sposato a Maria Olivito di Motta Santa Lucia (n. 12 luglio 1931), ostetrica, ha avuto come figli: Luigi (n. 17 agosto 1953), celibe, laureato all'Accademia di Belle Arti di Firenze in pittura e scultura, nel 2019 nominato Accademico d'Onore nella famosa Accademia delle Arti del Disegno, che vide iscritti, tra gli altri, Donatello, Leonardo da Vinci, e Michelangelo Buonarroti, risiede a Firenze, Antonietta (n. 25 gennaio 1955), medico, risiede a Firenze, Giampiero (n. 23 gennaio 1959), professore, ha per figlio Roberto, e Pierpaolo (n. 23 agosto 1966), sposato il 14 giugno 1994 ad Elvira Beltrano, ha per figli Francesca (n. 31 ottobre 1995), e Federico (n. 27 maggio 1998).

Donna Angela, consorte del Barone Luigi Micciulli, sullo sfondo il Palazzo Micciulli di Soveria Mannelli.
A destra: Donna Maria Carmela de Marco, consorte di Don Giovan Battista


Don Roberto e consorte Maria Olivito, con suo fratello Don Luigi Arcuri

Palazzo Arcuri, ala sud dimora del ramo di Giovan Battista juniore, lato nord-ovest. A destra: Palazzo Arcuri, ala sud, lato nord-ovest

Girolamo Maria juniore ( Scigliano, 3 maggio 1860 all'età di 80 anni), in seconde nozze sposò Carlotta Accattatis, figlia di Cesare, i capitoli matrimoniali furono stipulati il 18 dicembre 1809; l'atto fu stipulato “nel quarto superiore  del palazzo del costituito Signor Don Cesare Accattatis sito in Diano, luogo detto li Grilli, e proprio nella terza camera verso ponente, ove sono tre aperture ed in presenza del Signor Giuseppe Gabriele figlio di Bartolomeo e gentiluomo, e Signor Carmine Cerminara figlio del fu Bartolomeo, civile, domiciliati in questa suddetta città”. Si sposarono il 27 febbraio 1810.
Girolamo Maria juniore con Carlotta ha avuto come figli: Maria Aloise Rachele (n. Scigliano, 7 gennaio 1811); Giacinto Maria Luigi Alberto (n. Scigliano, 11 novembre 1812); Maria Francesca Clementina (n. Scigliano, 14 settembre 1814); Maria Giuseppa Domenica Elisabetta (n. Scigliano, 17 marzo 1816); Paolo Mario Giuseppe Felice (n. Scigliano, 28 gennaio 1818); Maria Rosa Gesualda (n. Scigliano, 28 maggio 1819); Giuseppe Maria Stanislao (n. Scigliano, 2 febbraio 1821); Tommasina Maria Michelina Angela (n. Scigliano, 28 settembre 1822); Marianna Gesualda (n. Scigliano, 25 dicembre 1823); Giovanna Maria Teresa (n. Scigliano, 26 aprile 1825); Maria Clementina Vittoria Aurelia (n. Scigliano, 5 ottobre 1826); Francesco Valentino Bernardo (n. Scigliano, 14 febbraio 1828); Luigi Maria Tommasino (n. Scigliano, 15 ottobre 1829); Giacinto, celibe; Gregorio Maria Tommasino (n. Scigliano, 4 maggio 1833); e Tommasino Nicola Maria (n. Scigliano, 6 dicembre 1834), sposato a Franceschina de Marco, ha avuto come figli: Luisa, sposata a Giuseppe ArcuriAdelaide, sposata a Deodato Arcuri (il suo ramo si descriverà di seguito); Elvira, sposata a Filippo Micciulli; Carlotta, sposata a Nicola Micciulli; Ernestina; e Girolamo, sposato ad Emma Montemurro di Mangone, ha avuto come figli: Franceschina, sposata ad Antonio Gentile; UgoDoraGiuseppeTommaso, sposato ad Ida de Marco, ha avuto per figlie Fiorella, sposata ad Augusto De Bove, ed Anna MariaMario, sposato a Giuseppina de Marco, ha avuto per figli, MirellaMaria LuisaDaniela, e Gianluca (n. 1968), sposato a Simona Pongetti (n. 1972) ha per figli Alessandro (n. 2003) e Diego (n. 2010), emigrati a Senigallia a metà degli anni cinquanta del Novecento; e Guido (n. 1927), sposato a Lucia Pallone (n. 1925), ha avuto come figli, Paolo (n. 1968), sposato a Patrizia Beraldi di San Pietro in Guarano, ha avuto come figli Lucia (n. 2005), Guido (n. 2007) e Rosa (n. 2012), ed il primogenito Girolamo (n. 10 aprile 1966), sposato ad Adriana Mariagrazia Cortese di Crotone, ha per figlie Beatrice Rita Carol (n. 2006), e Giorgia Maria Lucia (n. 2012).


Palazzo Arcuri, ala nord-ovest, dimora del ramo di Tommaso

Il citato Deodato Arcuri, appartenente ad altro ramo della famiglia, sposato ad Adelaide Arcuri, ha avuto come figli: EmiliaBiancaFrancesco (n. Scigliano, 9 febbraio 1914), insegnante nell'Istituto Magistrale Lucrezia della Valle di Cosenza, dove risiedette, sposato con Teresa Notti di Carpanzano, non ha avuto prole; ed Oscar (n. Scigliano, 2 ottobre 1918), laureato in scienze naturali, ha insegnato all'Istituto Magistrale Lucrezia della Valle di Cosenza, dove risiedette, sposato a Teresa Ceraudo, ha avuto come figli: Deodato (n. 29 giugno 1959), medico, sposato a Francesca Paola Capocasale (n. 26 marzo 1965), avvocato, ha avuto per figli Alessia (n. 8 ottobre 1996), Oscar (n. 4 ottobre 1998); Adelaide (n. 8 luglio 1961), avvocato; e Gabriella (n. 24 luglio 1963), avvocato, sposata a Roberto Stella, farmacista.


Palazzo Arcuri appartenuto al ramo di Deodato


Palazzo Arcuri, portale


Scigliano, Quartiere Calvisi, chiesa di San Nicola, Cappella dedicata alla Madonna del Rosario, juspatronato
di un altro ramo della Famiglia Arcuri


Chiesa di San Nicola, Cappella dedicata alla Madonna del Rosario, variante dello stemma Arcuri, timbrato da una corona
assimilabile a quella di patrizio, con una stella a sette punte nel cantone sinistro del capo

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Bibliografia:
- Archivio privato del N.H. Girolamo Arcuri.
- Archivio privato del N.H. Pierpaolo Arcuri.
- Gaetano Montefuscoli, “Imprese ovvero stemme delle famiglie italiane”, Vol. III.
- Francesco Antonio Accattatis, “Storia di Scigliano” 1749 Voll. I-II, manoscritto stampato a cura di Isidoro Pallone, Editrice Casa del Libro, Cosenza 1965.
- Luigi Accattatis, “Le biografie  degli uomini illustri delle Calabrie”,Vol. III.
- Gustavo Valente “Dizionario bibliografico biografico geografico storico della Calabria” Vol. I, Frama Sud 1989.
- Mario Gallo, “Pedivigliano Fonti Storiche e Stato delle anime del 1790
, con il Patrocinio del Comune di Pedivigliano e dell’Associazione Culturale Pedivigliano 200. Amministrazione Comunale Pedivigliano 2020.
- Ivan Pucci, “Gli stemmi araldici nel contesto urbano di Cosenza e dei suoi casali”, Edizioni Orizzonti Meridionali, 2011.
- Ezio Arcuri, “Notizie della Città di Scigliano e dei suoi Casali del Parroco D. Giuseppe Talarico”, prefazione di Leonardo Falbo, Falco Editore.
- Mario Pellicano Castagna “La Storia dei Feudi e dei Titoli Nobiliari della Calabria” Vol.II, Editrice C.B.C. 1996.
https://www.storiadigitale.it/portale-della-storia-degli-italiani.


Continua sul sesto volume in preparazione di "LA STORIA DIETRO GLI SCUDI"

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