Ovvero delle Famiglie Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia. 

Famiglia d'Avenia

a cura di Luca d'Avenia

Arma: d'azzurro, alla colomba d'argento sorante portante un ramoscello nel becco, volante su tre monti di verde moventi dalla punta, ed accompagnata nel capo da un sole d’oro (1).
Altra: troncato, nel 1° d'azzurro, alla colomba rivolta d'argento portante un ramoscello nel becco, posta su un monte di verde a tre cime, ed accompagnata nel canton destro da una stella ad otto punte; nel 2° d'oro, a tre a bande di rosso.
Dimore: San Vitaliano, Marigliano, Napoli, Nola, Civitavecchia.
Titoli: nobili.


S. Vitaliano, palazzo d'Avenia, stemma

Il reverendo abate Bartolomeo d’Avenia, figlio di Vito e di Lucrezia Moscarella, sanvitalianese di nascita, fu Vicario episcopale della curia nolana e arcidiacono della cattedrale durante il periodo in cui fu Vescovo di Nola Mons. Filippo Spinola (1569-1585), futuro Cardinale.


Bartolomeo d'Avenia

Nel 1590 fece costruire, all’interno della chiesa di San Vito nell’omonimo complesso monumentale a Marigliano, la cappella d’Avenia quale voto alla Madonna delle Grazie per lo scampato pericolo in seguito al crollo della cattedrale di Nola avvenuto il 26 dicembre 1583 durante una celebrazione da lui presieduta.   Il 6 novembre 1588 durante il primo Sinodo dopo l’insediamento di Mons. Gallo, successore di Mons. Spinola quale Vescovo di Nola, l’abate Bartolomeo venne eletto quale esaminatore sinodale. Tra le tante opere a favore della popolazione bisognosa, si prodigò affinché venissero periodicamente accantonate somme di denaro destinate alla costituzione di doti matrimoniali per le fanciulle sanvitalianesi indigenti che altrimenti non avrebbero potuto sposarsi. L’istituzione di questi doti matrimoniali venne sancita dal Cardinale Spinola con bolla del 29 aprile 1575, quando era Vescovo di Nola e riconfermata dal Vescovo Gallo, suo successore, il 21 marzo 1605.

Marigliano, Santuario di S. Vito, esterno ed interno con le varie cappelle gentilizie

Santuario di S. Vito, Cappella d'Avenia; a destra: particolare della Madonna posizionata sopra l’altare


Particolare dell'altare

Marigliano, Santuario di S. Vito, cappella d’Avenia, sopra l'arco d'entrata lo stemma di famiglia (colomba d'argento)


Lo stemma di famiglia (colomba d'argento)


Santuario di S. Vito, coro superiore; a destra si intravede la pala commissionata da Bartolomeo

La pala fu commissionata dall'abate Bartolomeo al pittore Decio Tramontano, che la realizzò tra il 1585 e il 1590. Originariamente era posizionata all'interno della cappella d'Avenia, poi fu spostata nella parte superiore del coro. L' opera raffigura al centro la Madonna
delle Grazie tra i Santi: Stefano, Michele, Gregorio Magno e Francesco con le Anime Purganti; In basso a sinistra
è raffigurato lo stesso Bartolomeo 


Santuario di S. Vito

Santuario di S. Vito, Cappella d'Avenia. A destra: monumento funebre di Giovanni Antonio d'Avenia,
eretto dal fratello, l'abate Bartolomeo, nel 1590

Giovanni Antonio d'Avenia, napoletano, fratello dell'abate Bartolomeo, fu giureconsulto e uditore giudiziario nel Salento e nell' Abruzzo, dove si distinse portando a termine difficili incarichi, riscuotendone un grande successo. Per questo l'allora Viceré del Regno di Napoli, Juan de Zuniga y Requesens  (1539-1586) lo chiamò ad incarichi maggiori in Calabria. Morì a Cosenza il 6 ottobre 1581 all'età di 48 anni.
Suo fratello Bartolomeo, nel 1590 trasportò le spoglie presso la cappella di famiglia dove fece erigere un monumento funebre in sua memoria.


Epitaffio in ricordo di Giovanni Antonio d'Avenia


Variante dello stemma d'Avenia posto sul sul monumento funebre di Giovanni Antonio

Marigliano, lastra tombale di Vito d’Avenia e Lucrezia Muscarelli, eretta dal Reverendo Abate Bartolomeo d'Avenia

Vitaliano d’Avenia nacque nel 1810 a Vicaria (Napoli) da Luigi e Rosa Pugliese. Dopo gli studi universitari si avviò subito alla carriera forense, fu avvocato del foro Nolano e, in seguito, fu Supplente del Giudicato Regio e operò in tutta la regione Campania. Ricoprì vari incarichi nell’amministrazione della città di Nola, tra cui quello di Decurione fino al 1849. Grazie alla sua iniziativa, nel 1867 nella città di Nola, all’epoca sotto l’amministrazione del marchese Gaspare Cocozza di Montanara, sorse il primo monumento dedicato a Giordano Bruno.

Avvocato Vitaliano d'Avenia; a destra: Nola, monumento a Giordano Bruno

In S. Vitaliano, nella via principale e più importante, fu edificato nel 1777  Palazzo d’Avenia, originariamente formato da due costruzioni gemelle, una a destra e una a sinistra del portone d'entrata, inoltre, aveva due ampli giardini. La proprietà passò nell'ottobre del 1893 dall'avvocato Vitaliano d'Avenia alle Suore Serve di Maria Addolorata nella persona di Suor Maria Consiglio Addatis dello Spirito Santo;  le suore, nel tempo, hanno trasformato il palazzo in un convento/orfanotrofio femminile ed hanno apportato molte modifiche: accanto all'edificio originale ne hanno costruito uno completamente nuovo a forma di L. Successivamente, la proprietà passò ancora di mano ed oggi è una casa di riposo per anziani. Nella parte Settecentesca viene saltuariamente organizzata qualche mostra.
Del palazzo originale è rimasta la facciata su via della Cittadella con il bel portale in legno sormontato da un arco di pietra lavica e la scalinata interna settecentesca in peperino.


S. Vitaliano, Palazzo d'Avenia

S. Vitaliano, Palazzo d'Avenia, portale di pietra lavica (esterno ed interno)

La data di costruzione (1777) scolpita sulla pietra in cima all'arco del portale; a destra: la lastra
dove un tempo c'era l'anello per legare il cavallo

Scalinata interna di pietra lavica


S. Vitaliano, Palazzo d'Avenia, soffitto

A fianco all'edificio di sinistra, c'era una piccola cappella ad uso esclusivo della famiglia con accesso dal giardino interno. Dopo la cessione del palazzo alle suore, la cappella fu profondamente modificata fino a trasformarla in una piccola chiesa che è sempre parte integrante del palazzo e che venne benedetta da Mons. Angelo Renzullo, Vescovo di  Nola, nel giorno della sua inaugurazione. La chiesa è conosciuta come chiesa di palazzo d'Avenia, oppure chiesa della SS. Addolorata.

Chiesa di palazzo d'Avenia; a destra: statua della SS. Addolorata

Ferdinando d’Avenia nacque nel 1893 a San Vitaliano, figlio di Luigi  e Carmela Casale, rimase orfano in tenera età e dopo gli studi al seminario di Nola, si arruolò nel Regio Esercito. Partecipò alla guerra Italo-Turca in Tripolitania e Cirenaica nell’arma della cavalleria dove, tra le varie decorazioni, ricevette una Croce di Guerra al Valor Militare. Combatté nella prima guerra mondiale come ufficiale di fanteria poi entrò nei reparti d’assalto e ricevette, tra le varie decorazioni, una Medaglia d’Argento all’Ordine di Duilio I, una Medaglia d’Argento degli Arditi, una Medaglia di Bronzo al Valor Militare, una Croce al Merito di Guerra e la promozione a capitano per merito di guerra. Nel dopo guerra entrò nella specialità carrista di cui fu un pioniere. Nel 1939 partecipò alla campagna di Albania e poi di Grecia dove, tra le varie decorazioni, ricevette anche quattro Medaglie di Bronzo al Valor Militare, tre Croci di Guerra al Valor Militare. Dopo l’8 settembre ebbe parte attiva nella resistenza al comando della brigata partigiana bianca "Mameli bis", che operò ad est del Tagliamento. Dopo la guerra riprese servizio attivo nell’esercito e si congedò nel 1946 come ufficiale superiore pluridecorato. Tra le varie onorificenze che ricevette, figurano l’Ordine della Corona d’Italia e l’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro. Si spense a Civitavecchia, ultima dimora della famiglia, nel 1975.


Ferdinando d’Avenia (a dx di chi guarda), con i gradi da maggiore, la giacca di pelle da carrista e la bustina,
al centro l'erede al trono il Principe Umberto. Caserta, 1939

La famiglia possedeva a Marigliano nella Chiesa della Collegiata altra cappella sulla destra, vicino all'Altare, anticamente dedicata a S. Maria del Soccorso e poi a S. Alfonso, considerato e ritenuto il Santo di famiglia in quanto la nonna era Elena d'Avenia, figlia del V.I.D. Francesco d'Avenia, nobile napoletano di origine spagnola.

Margliano, Chiesa della Collegiata, esterno. A destra: Cappella d'Avenia

Statua di Sant'Alfonso; a destra: Madonna con Bambino, opera di Antonio La Valle realizzata nel 1753


La lapide apposta alla parete sinistra della cappella recita: "QUESTA CAPPELLA DI PIENO DIRITTO
DELLA FAMIGLIA DI FRANCESCO D'AVENIA V.I.D. 1771"

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Note:
(1) - Biblioteca Universitaria di Napoli, manoscritto 121, Gaetano Montefuscolo.


Continua sul sesto volume in preparazione di "LA STORIA DIETRO GLI SCUDI"

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