Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Famiglia Cariati |
a cura del Nobile Don
Francesco Giungata |
Arma:
d'azzurro, alla spada d’argento manicata d'oro posta in banda,
con la punta abbassata ricurva, caricata da uno scudo squarciato
di rosso bordato d’oro in sbarra, caricato di due crescenti
d'argento.
Dimora:
Crotone. |
Stemma Cariati, Crotone |
Non sono note le origini della famiglia Cariati di
Crotone; dai racconti orali tramandati di padre in
figlio, lo scudo è in ricordo dei cavalieri che hanno
partecipato alla
battaglia di Otranto contro i turchi nel 1480.
In tempi più recenti, il personaggio più importante fu:
il Priore Gerolamo Cariati che nacque a Crotone
ed era figliastro del nobile Leonardo Di Cola; essi
fondarono nel 1736 la Chiesa intitolata a San Vincenzo
Ferreri costruendovi sotto di essa un sepolcro per loro
ed i propri discendenti. Fecero scolpire all’ingresso
del sepolcro una grande lapide in marmo di Carrara
recante lo stemma dei De Cola con la seguente
iscrizione: |
HIC IN SINU ECCLESIAE
QUAM PROPRIO AERE FUNDAVIT
ULTIMAM TUBAM EXPECTAT
LEONARDUS DE COLA
ET
HIERONYMUS CARIATI
1738 |
Sepolcri De Cola e Cariati, Cripta Chiesa
Immacolata Crotone |
Leonardo di Cola sposò la vedova
Vittoria Lombardo e fu patrigno di Gerolamo Cariati.
Nel 1747 Gerolamo Cariati, essendo a capo dei nobili
della città, prese parte alla compilazione del Catasto
Onciario(1) della città in rappresentanza dei
nobili di Crotone. Alla morte del patrigno nel 1749, ereditò l’immenso patrimonio del nobile
De Cola che comprendeva, tra le altre cose, anche il
palazzo nell’attuale Discesa Fosso nel territorio
dell’allora Parrocchia dei Santi Pietro e Paolo e
confinante la strada con il palazzo degli
Ayerbis d'Aragona, che
era appartenuto in origine ai
Suriano, poi ai dei Riccio e, con atto notarile del
15 novembre 1733, passò infine in proprietà a Leonardo
Di Cola. |
Crotone, palazzo De Cola
- Cariati |
Dal 1750 al 1769 Gerolamo Cariati fu Prefetto della
Congrega dell’Immacolata Concezione e Anime del
Purgatorio ed, essendo ben introdotto nel tessuto
economico e politico, ottenne un discreto potere
riuscendo a proseguire nell’attività del prestito di
danaro già esercitata dal patrigno, conquistando così
un’ottima posizione sociale e, grazie alla complicità di
prelati ed economi corrotti, riuscì a prendere in fitto
ed in anonimato immensi territori ecclesiastici,
subaffittandoli con guadagni non indifferenti. Con
l’appoggio dei suoi Confratelli, grazie ad innovative
iniziative politiche ed economiche, aumentò il prestigio
della Congrega dell’Immacolata con l’acquisizione di
beni immobili, tanto che l’oratorio dove aveva sede la
Congrega, piccolo e vecchio ormai di 80 anni verrà
completamente ricostruito con grandi lavori che ebbero
inizio nel 1750; la Congrega risultava però debitrice
nei suoi confronti. |
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Crotone, Chiesa Immacolata Concezione:
mantella del 1700 del fondatore Cariati, antico oratorio
della Congrega,
cripta col cimitero dei Confrati ed epitaffio recente
restauro oratorio |
L’attuale chiesa della Congrega
dell’Immacolata, situata vicino all’ospedale dei Fate
Bene Fratelli, di grandissime dimensioni, ad una sola
navata, con un cimitero sottostante riservato ai
Confrati, con stucchi preziosissimi e grandissime tele
ad olio ad opera dei più noti artisti del tempo, faceva
apparire la cattedrale di Crotone come una chiesa
succursale. Il Cariati, oltre ad usare il danaro della
congrega per la sua realizzazione, diede un apporto
finanziario notevole per completare l’opera secondo le
regole, le misure e le disposizioni degli architetti,
nel più breve tempo possibile, tanto che già nel 1758
l’edificio risultò quasi completato; il vescovo più
volte dal vicino episcopio si recò a visitarne la
fabbrica. |
Crotone, Chiesa Immacolata Concezione |
L’impegno di Gerolamo Cariati nella
ricostruzione ed abbellimento della chiesa
dell’Immacolata è provato anche da un atto del 30 luglio
1769, dal quale risulta che i confrati, verificati i
conti dell’amministrazione tenuta per molti anni dal
Cariati, attestarono che lo stesso era creditore nei
confronti della chiesa, per il pagamento delle opere
fatte per edificarla in ducati 4.982 circa, mentre
invece egli risultò debitore verso la stessa Congrega in
ducati 658.
Nello stesso giorno il Cariati si impegnò a donare alla
chiesa ed alla congregazione la somma di cui era
creditore ed a pagare a rate il debito, entro sei anni a
ducati cento all’anno a partire dal 1776, ponendo però
alcune condizioni, tra le quali:
1) - “Che mai si dovrà amovere il proprio mio ritratto,
che sta dipinto nel medaglione di mezzo l’Oratorio
sudetto, e proprio sotto a piedi della Beata Vergine,
che sta ivi ritrattata; perciò disfacendosi detto
medaglione, e dovendosi fare il nuovo, deve anche la
sudetta Congregazione, e suoi Officiali, Fratelli
presenti e futuri far anche ritrattare il detto mio
ritratto, come al presente s’attrova, e non altrimenti”. |
Gerolamo Cariati, olio su tela nella
Chiesa dell’Immacolata a Crotone |
2)- “Che l’iscrizione, si vede scolpita sopra uno marmo,
situato nel muro della porta di detto Oratorio, sempre
stasse fissa in detto luogo, di quella maniera che
presentemente si vede.” |
Il Cariati fu molto benvoluto sia dalla popolazione che
dal Vescovo di Crotone, il crotonese Mons. Giuseppe
Capocchiani, che si recò dal palazzo vescovile a
consacrare solennemente la bellissima Chiesa, quasi a
volerne eleggere il Cariati come nuovo “Zaccheo”
(2)
di quel
tempo.
A ricordo rimane l’epigrafe di Consacrazione del 22
giugno 1777. |
Gerolamo Cariati, appartenente al ceto
dei nobili viventi della seconda piazza, fu più volte
sindaco del popolo, deputato della pubblica salute; si
sposò due volte, in seconde nozze con Feliciana
Astorelli ma non ebbe nè figli nè discendenti. Fondò un
monte di maritaggi sotto il titolo di S. Vincenzo
Ferreri, favorendo le zitelle della famiglie Lombardo,
Astorelli, Nicoletta e Amelio. A ricordo del Cariati,
accanto alla porta della chiesa, è stata recentemente
collocata la targa con l’epigrafe: “Nel secondo
centenario/ della sua fondazione/ la confraternita/
riconoscente ricorda/ Girolamo Cariati/ che questo
tempio/ edificò ed abbellì/ A. D. 1958”. |
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Morì il 28 settembre 1781, in tarda
età, lasciando erede universale e particolare il suocero
Antonio Astorelli al quale passò il palazzo in località
Fosso.
Per disposizioni testamentarie la seconda moglie,
Feliciana Astorelli, ebbe il diritto di abitare da
vedova, vita natural durante, nel quarto superiore e di
poter utilizzare uno dei bassi per conservarvi legna od
altro.
La Confraternita dell’Immacolata Concezione è giunta
fino a noi con un carico ricco di storia che abbiamo
finora potuto leggere grazie alle documentazioni anche
verbali trasmesseci fino ad oggi, con i tanti Priori e
Commissari succedutisi fino a quello attuale, il
Reverendissimo Mons. Don Giuseppe Covelli, che regge
Chiesa e Congrega dal 1981.
Mons. Giuseppe Covelli, attuale
Rettore Chiesa Immacolata
e Priore e Padre Spirituale della Congrega dal
1981 |
Al termine, di questa figura quasi dimenticata mi piace
esimermi da ogni giudizio su Girolamo Cariati, che non
tocca a nessuno di noi; lo affidiamo, invece, al
giudizio dell’Eterno Padre, Buono e Misericordioso…. Una
immagine inequivocabile, di costui, certamente ci
arriva dalla storia: il Cariati, fu uomo di fede
sincera e di carità paterna, benvoluto, dal popolo, dai
nobili, dal clero, e dal vescovo che gli diede persino
il permesso di costruire e consacrare una Chiesa
istituendovi una Congregazione; opere giunte fino a noi
che non hanno prezzo, senza dimenticare che il Vescovo
summenzionato lavorò per ben 30 anni nella Curia Romana
apprezzato e benvoluto da almeno tre Papi ed un
Imperatore del Regno di Napoli, quindi, per nulla uno
sprovveduto: Monsignor Giuseppe Capocchiani. |
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Note:
(1) - CATASTO ONCIARIO 1741: I lavori
del primo catasto onciario della comunità di Crotone,
seguendo le disposizioni impartite dalle autorità
governative, iniziarono il 20 settembre 1741 e si
conclusero il 12 agosto 1743. L’esame dei suoi dati,
seppure non esaustivi, lo rende certamente una fonte
preziosa per lo studio di tale collettività nelle sue
articolazioni interne che diventano le spie di un
profondo dinamismo economico a tutto campo. Diventa
interessante leggere attraverso le pagine del catasto il
tessuto sociale, urbano ed economico della Crotone del
XVIII secolo, riconoscere i rioni contraddistinti con i
nomi delle parrocchie, entrare nelle abitazioni del
popolo minuto e delle maestranze, che a stento
riuscivano a sopravvivere tra le angustie quotidiane,
osservare il popolino intento a coltivare, alla maniera
tradizionale, viti, fichi, ulivi, gelsi e cereali in
piccoli poderi per l’autoconsumo o nei grandi
possedimenti ecclesiastici o nobiliari, esaminare,
infine, la struttura amministrativa dell’Università,
della classe feudale, del ceto nobiliare e della Chiesa
locale.
(2) - Zaccheo: è stato un pubblicano,
un personaggio di cui si parla nel Nuovo Testamento per
il suo incontro con Gesù. È un pubblicano, anzi, capo
dei pubblicani, un uomo detestato e disprezzato, cupido,
ladro, collaboratore dei Romani. Un pio giudeo non
l'avrebbe toccato neanche con la punta di un dito,
perché troppo contaminato dalle sue relazioni e dal suo
denaro. Gesù, invece, lo sceglie preferendolo a tutti
gli altri.
Il Vangelo secondo Luca ci presenta la figura di Zaccheo
(19,1-10). Entrato Gesù a Gerico, Zaccheo desidera
vederlo. Essendo piccolo di statura pensa bene di salire
su un sicomoro(Un albero). Quando Gesù giunge sotto
l'albero, si ferma e dice:
« Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a
casa tua » (Luca 19,5)
Zaccheo lo accoglie in casa e si converte, promettendo a
Gesù:
« Ecco, Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri;
e se ho frodato qualcuno, restituisco quattro volte
tanto. » (Luca 19,8)
L'attenzione di Gesù lo sconvolge fino in fondo
all'anima. Non si riconosce più. Tutti i suoi valori
sono cambiati. Si mette a donare senza misura, e oltre
le sue possibilità. Gesù ha aperto a Zaccheo il cuore e
le mani.
Nuovo Zaccheo: finora Zaccheo era avaro, ora è prodigo;
aveva il gusto di ammassare, ora gode nel distribuire.
Gesù gli rivela risorse che pensava proprio di non
avere. Incontrando l'Amore, scoprendo d'essere amato,
diventa capace di amare gli altri. Li guarda con occhi
diversi. Allora anche il denaro cambia direzione: E così
il denaro da oggetto di preda, diventa segno di
comunione.
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Fonti bibliografiche:
- L’Immacolata, Chiesa e Confraternita nella Crotone del
700, Mons. Giuseppe Maria Covelli, Edizioni Città Del
Sole
- Vicende degli
Sculco e del Loro palazzo, Archivio
Storico di Crotone, Andrea Pesavento
- Dalle case Dotali di Antonio Suriano…. Archivio
Storico di Crotone, Andrea Pesavento
- Catasto Onciario della Città di Crotone, 1741
- Acta Apostolicae Sedis
- Archivo Storico Chiesa Immacolata Crotone
- Archivio Storico Arcidiocesi di Crotone-Santa severina
- Archivio Nobile Don Francesco Giungata
- Archivio Storico di Crotone.
- Meditazioni Domenicali tratte dalle omelie del Nobile
Don Francesco Giungata
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