Ovvero delle Famiglie Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia. 

Famiglia Carolei

A cura del dr. Giuseppe Pizzuti

Arma di Luzzi: d’azzurro, all'albero nodrito sopra un monte di tre cime movente dalla punta e sinistrato da un leone affrontato al tronco, il tutto al naturale.
Arma di Cosenza: d'azzurro alla banda d'oro.
Altra: d'azzurro, alla campana d'oro battagliata del medesimo.
Altra: d'azzurro, alla fascia arcuata d'oro sormontata da un ventaglio spiegato del medesimo.
Altra: trinciato d'azzurro e d'argento (1).
Titoli: nobili di Luzzi, patrizi di Cosenza, baroni.
Motto: CAROLINA NOS


Cosenza, lapidario, stemma Carolei con le insegne ecclesiastiche del Vescovo Antonio

La famiglia Carolei o Caroleo fiorì da tempi antichissimi in Calabria Citra radicandosi in Luzzi (2) e successivamente a Cosenza, dove godette l'onore della prima piazza dal 1567, e Carolei (3), si diramarono anche a Catanzaro, Napoli, e Roma. Capostipite del ramo di Cosenza fu Antonio, vivente nel 1376, come riporta Frà Girolamo Sambiasi.


Carolei (Cosenza), processione della Madonna del Carmine, luglio 1929

Altro Antonio, fu Vescovo di Oppido, in Calabria Ultra, come successore di Simone Corvo, dal 23 luglio 1423 al 25 febbraio 1429 quando fu nominato Vescovo di Bisignano dove rimase in carica fino alla sua morte nel 1445, a succedergli fu Nicola Piscicelli; fu sepolto nella Chiesa degli Osservanti di San Francesco di Cosenza.


Cosenza, lapidario, lastra in memoria del Vescovo Antonio


Cosenza, complesso monumentale di San Francesco d'Assisi, al centro si noti il tetto a capanna della chiesa primitiva,
ora è il transetto, a destra la chiesa successiva, a sinistra il convento

Federico, con Antonio Telesio, furono inviati come ambasciatori della Città di Cosenza presso la regina di Napoli Giovanna II d'Angiò-Durazzo.
Lo stesso Federico con Leuzzo, Nicolò, e Giovanni furono Signori di Feudi.
Isolda Carolei, sposò Nicolò Telesio, giureconsulto, consigliere della regina Giovanna II.
Tirello Casole, figlio di Filippo Jacovo e di Onorata, di probabile casa Carolei, sposò donna del medesimo casato, usò il nome Tirello come cognome.
Nicolò Antonio, fu barone di un villaggio vicino Castrovillari; da re Renato d'Angiò fu nominato Capitano Generale dell'Esercito, condusse settemila fanti contro i due Roberto, Sanseverino ed Orsini, sui quali ottenne la vittoria.
Carlo, notaio, ebbe per figlia Laurella che andò in sposa, con una dote di 400 ducati, a Vincenzo Longo di Cosenza.
Nel 1490, sotto il regno di re Ferdinando I d'Aragona vennero nominati nobili dal consiglio supremo, tra gli altri: Berardino Beccuti di Perugia, Berardino Caracciolo di Cosenza, Tristano Caracciolo di Napoli, Antonio Carolei di Cosenza, Carlo Castiglione detto Morello di Cosenza, Iacovo Rumbo di Napoli, AntonioTilesio di Cosenza, Ruggiero Quattromani di Cosenza, Giò Zurbo di Napoli.


Cosenza, Convento di San Francesco d'Assisi, portale sovrastato dallo stemma dell'ordine francescano

Da un atto del notaio Donato di Cosenza risulta che: Giovanni Spiriti, figlio di Pietro, nel 1498 vendette venti canne di panno di lana nobile di vario colore a Nicola Carolei a credito di diciotto ducati, a Francesco Migliarese diede a credito altre dodici canne di panno rosso, di palmi tre, al prezzo di dodici carlini ciascuna.
Il Martirano, come riporta Frà Girolamo Sambiasi, scrisse sulla Famiglia Carolei: Carolei fatis sunt & nobilitate, & antiquitate cospicui aliqui pertinaciter contendunt oppido, quod nunc Carolei dicitur dominatos esse, illiq; nomen imposuisse.
Da un atto del 1552 per mano del notaio Angelo Desideri di Cosenza, Nicola Maria di Cosenza, risulta essere nipote ed erede di Nicola Antonio de Carolei.
Camilla, sposata a Bernardino Civitate, da un atto del 29 febbraio 1580 stipulato a Cosenza, la magnifica Camilla Carolei, vedova del fu Bernardino Civitate e madre del magnifico Pietro Antonio Civitate, si riceve dal magnifico Francesco Telesio da Cosenza la somma di ducati 70, delegatele da detto Pietro Antonio Civitate sul prezzo di una proprietà in territorio di Cosenza, contrada S. Francesco Vecchio, venduta dal delegante al Telesio per il prezzo di ducati 160 (ASCS, Not. 20, 7, 30).


Stemma tratto da Imprese delle più cospicue Famiglie del Regno di Napoli ed altri confinentino -ristretto- dal R.P.
Lettore Gaetano Maria Genovese carmelitano consacrata
all'E.mo Cardinale Salerni nobile cosentino, 1719

Gaetano (Napoli, 15 gennaio 1896 †  Roma, 22 febbraio 1974), figlio di Carmine e di Matilde Baffi, Colonnello dell'Esercito. Tenente nel 14° Reggimento Artiglieria di Campagna, il 12 maggio 1917, nella zona di Cipryanisce, gravemente ferito durante la battaglia, nel tentativo di recuperare le salme di due suoi soldati, restava ad incitare gli altri artiglieri, ed ebbe conferita la medaglia d'oro al valor militare (4).
Gaetano sposò Aurora Cauvin ed hanno avuto per figlio Franco (n. Roma, 1928), avvocato, cavaliere dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, cavaliere del S. M. O. Costantiniano di San Giorgio, gentiluomo di Sua Santità, sposato alla nobile Anna Maria Cantuti Castelvestri dei conti di Ligonchio, Ospitaletto, Canova e Pradelli, dama d'onore e devozione del S.M.O. di Malta, hanno avuto per figlie: Barbara (n. 1967), sposata a franco Breviglieri; Giorgia (n. 1962), sposata nel 1991 a Francesco Pacelli (1939  2011), principe, marchese, nobile romano, nobile di Acquapendente, nobile di Sant’Angelo in Vado, gentiluomo di Sua Santità e cavaliere d’onore e devozione del Sovrano Militare Ordine di Malta; e la primogenita Sveva (n. 1958), sposata a Massimo Intersimone.

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Note:
(1) - Le blasonature di Cosenza sono riportate da Luigi Palmieri nell'opera citata in bibliografia, pag. 306.
(2) - Oggi comune omonimo in provincia di Cosenza, antichissimo feudo di Calabria Citra, dal Quattrocento governato dai Sanseverino, fu parte integrante del principato di Bisignano.
(3) - Oggi comune omonimo nei dintorni di Cosenza, fino al 1442 fu possesso dell'Arcivescovo di Cosenza, passò poi sotto gli Adorno, conti di Rende, ed  infine agli Alarcon de Mendoza, marchesi di Rende, che lo ebbero fino all'eversione della feudalità nel 1806, il marchesato comprendeva i territori, oltre che di Carolei: San Fili, Mendicino, Domanico, Fiumefreddo col suo casale di Longobardi, Marano Marchesato e Falcone.
(4) - Gustavo Valente in “Dizionario bibliografico biografico geografico storico della Calabria” Vol.III, Frama Sud 1989, pag. 178.

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Bibliografia:

- Frà Girolamo Sambiasi, “Ragguaglio di Cosenza e di trent'una sue famiglie nobili”, Napoli MDCXXXIX.
- Luigi Palmieri, “ Cosenza e le sue famiglie attraverso testi atti e manoscritti”, Tomo II, Pellegrini Editore 1999.
- Mario Pellicano Castagna, “La Storia dei Feudi e dei Titoli Nobiliari della Calabria”a cura di Umberto Ferrari, Vol. III, Editrice C.B.C. 1999.
- Luca Irwin Fragale, “Microstoria e araldica di Calabria Citeriore e di Cosenza. Da fonti documentarie inedite”, Milano, Banca CARIME 2016.
- Franz von Lobstein, “Settecento Calabrese”, Volume I, Fausto Fiorentino, Napoli 1973.
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Sitografia:
- CAROLEI  Gaetano - Associazione Nazionale Combattenti FF.AA. Regolari Guerra di Liberazione


Continua sul sesto volume in preparazione di "LA STORIA DIETRO GLI SCUDI"

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