
Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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A cura del dr. Giuseppe Pizzuti |
Arma:
d'azzurro, al castello d'argento merlato alla guelfa
torricellato di due pezzi dalle quali escono due leoni d'oro
sostenenti un montante d'argento
(1).
Altra:
di rosso, al castello d'argento merlato alla guelfa torricellato
di tre pezzi di cui quella centrale più alta, terrazzato di
verde, sinistrato da un leone sostenente un anello incastonato
(2).
Titolo:
Nobile. |

Stemma Civitella |
La Famiglia Civitella o Civitelli dagli atti notarili
riportati da Luigi
Palmieri, di nobile famiglia di Spezzano della Sila,
nel suo ottimo lavoro citato in bibliografia, risulta
essere presente a Cosenza dalla seconda metà del
Cinquecento:
Giovanni,
Francesco, e
Faustina
Civitella sono citati in un atto del 1573 per mano del
notaio G.L. Greco;
Fabritio,
in un atto del 1599 del notaio G.D. Scarpello, e, per
mano dello stesso
Dominica in un atto del 1605;
Santa,
in un atto del 1604, notaio Patritio Tavernese;
Vittoria, in un atto del 1617, notaio
Vito
Arnone.
Giovanni Pietro Civitella († ante 1617),
fu aggregato nel
sedile degli Onorati Cittadini
di Cosenza detto della seconda piazza o
del popolo. Da un atto notarile del 3 novembre 1614
conosciamo alcune sue proprietà: Giovanni Pietro
Civitelli e Giovanni Alfonso Arturi da Cosenza vendono
al Rev. D. Antonino
Donati da
Cosenza un annuo censo redimibile di ducati cinquanta,
per il prezzo di ducati cinquecento, affiggendolo sui
seguenti beni: due botteghe con due case palazzate in
Cosenza alla
Piazza S.
Tommaso o li Merciari, nove case con
giardino in Cosenza ai
Rivocati, un podere con casa colonica in
Cosenza contrada
Mussano, una casa di più membri in Cosenza a
Santa
Lucia, di esso Civitelli; una casa di più
membri in Cosenza alla
Garrubba,
di esso Arturi.
Notaio Giuseppe De Zazzo da Cosenza. Giudice Fabrizio
Manfredi da Cosenza
(2bis).
Giovanni Pietro sposò Delia
Gervasi,
di Famiglia godente nel sedile degli Onorati Cittadini
di Cosenza, ebbero per figli:
Giovanni
Angelo,
ed
Andrea, riportiamo altri due atti
notarili redatti il 20 febbraio 1617:
(A)
Il Rev. D. Antonino Donati da Cosenza retrovende ed
affranca a favore di Giovanni Angelo Civitelli da
Cosenza, figlio ed erede del fu Giovanni Pietro
Civitelli e tutore del proprio fratello Andrea Civitelli,
un annuo censo di ducati cinquanta, anni prima
vendutogli da detto Giovanni Pietro Civitelli, per il
prezzo di ducati cinquecento, sopra delle case con
botteghe site in Cosenza alla
Piazza pubblica dei Merciai o S. Tommaso.
Per tale affrancazione esso D. Antonino Donati si
trattiene la somma di ducati cinquecentosettantuno,
importo del capitale e delle rate di censo maturate, sul
prezzo delle casa e botteghe predette, da lui comperate
ai pubblici incanti.
(B)
Il Rev. D. Antonino Donati da Cosenza, alla presenza di
Giovanni Angelo Civitelli da Cosenza figlio ed erede del
fu Giovanni Pietro Civitelli, paga al Dott. di Medicina
Maurizio de Franchis da
Cosenza, sul prezzo delle case e botteghe di detto
Giovanni Pietro Civitelli da lui comperate ai pubblici
incanti, la somma di ducati quattrocentocinquantasei e
mezzo, in parziale affrancazione ed a tacitazione per il
capitale e le annualità maturate di un annuo censo di
ducati sessanta, anni prima venduto su dette case a
detto de Franchis da Delia Gervasi, vedova del ripetuto
fu Giovanni Pietro Civitelli, per il prezzo di ducati
seicento.
Notaio Giuseppe De Zazzo da Cosenza. Giudice Giuseppe
Giovanni Andrea Cristofaro da Tessano
(2ter).
Giovanni Angelo non avendo avuto prole il suo ramo si
estinse; suo fratello Andrea fu il personaggio più
importante della casata, amministratore dei beni del
marchese di Rende (ovvero della gran parte dei Casali
posti sulla catena paolana)
(3),
posseduto dalla Famiglia spagnola Alarcon de Mendoza
(4).
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Vadue di
Carolei, Villa Civitella, affreschi, si noti lo Stemma Civitella
ai due lati ed al centro |
Nel 1647,
per l'imposizione della gabella della frutta scoppiò a
Napoli una rivolta antispagnola capeggiata da Tomaso
Aniello (Masaniello),
che si diffuse in tutto il Regno. A Cosenza il pretesto
fu la mancata divulgazione di un dispaccio, che
concedeva alcune franchige alla popolazione, che il
Preside
Monforte
aveva inviato ai Sindaci delle due Piazze, Maurizio
Sersale
dei Nobili e Cola Pollastro degli Onorati, poiché
alcuni, tra cui Pompeo Sersale, avrebbero ottenuto degli
svantaggi, convinsero i Sindaci a non divulgarlo, ma le
motivazioni profonde furono: politiche, ovvero dopo la
serrata del 1565 con la quale i nobili avevano impedito
l'accesso alla prima piazza, economiche e sociali; la
rivolta fu capeggiata da Giuseppe Gervasi, detto
capitan Peppe, con l'aiuto di Isidoro
Guzzolini
e di suo cugino Andrea Civitella, i quali, non
condividendo le posizioni radicali di capitan Peppe,
dopo pochi mesi se ne distaccarono. |

Rende, Castello, stemma
Alarcon de Mendoza |
Nel maggio
del 1648, Andrea fu eletto Sindaco degli Onorati, fu
padrone del Regal Sugello
della Regia Udienza
di Cosenza
(5), concesso
da
re Filippo IV
d'Asburgo-Spagna
(in carica dal 1621 al 1665); essendo morto
violentemente, questo ufficio fu sequestrato dalla Regia
Corte con l'ammenda di 30.000 ducati. Precedentemente
aveva cantrattato l'acquisto della terra di San Marco
(oggi comune di San Marco Argentano) dal duca di
Sermoneta
Gaetani,
che non possedette perchè morì prima dell'acquisto
(6). La
Famiglia nel Settecento era già estinta. |

Vadue di Carolei, Villa
Civitella |

La Cappella |

Ninfeo |
. |
 |
Ninfeo.
A desra: l'acqua di alimentazione |
Ninfeo, stemma Civitella.
A destra: particolare affresco |
Note:
(1) -
Blasonatura come dagli stemmi manoscritti custoditi
nella Biblioteca Universitaria di Napoli che trova
conferma negli affreschi di Villa Civitella a Vadue di
Carolei.
(2) - Blasonatura come da
stemma manoscritto custodito nella Biblioteca
Universitaria di Napoli; ipotizziamo trattasi dello
stemma personale di Andrea Civitella, Ricevitore del
diritto del sigillo.
(2bis) - Vincenzo
Maria Egidi in “Regesto delle pergamene dell'Archivio
Capitolare di Cosenza” a cura di Raffaele Borretti.
Editoriale progetto 2000, pag. 75.
(2ter) - Vincenzo
Maria Egidi, op.cit., pag. 79.
(3) - Luca Addante, “Cosenza
e i cosentini. Un volo lungo tre millenni” Rubbettino
Editore 2001, pag.70.
(4) - I marchesi che si
susseguirono nella prima metà del Seicento furono:
Ferdinando d'Alarcon de Mendoza († 13 aprile 1638, già
Francesco, in quanto, in onore del capostipite
Ferdinando ne prendevano il nome), 5° marchese di Rende,
il 3 marzo 1592 ebbe significatoria di relevio per Rende
con San Fili, Carolei (il Palazzo Civitella è ubicato a
Vadue di Carolei quindi ricadente nel marchesato),
Mendicino, Domanico, Fiumefreddo col suo Casale di
Longobardi, per successione a suo padre Ferdinanado (già
Pietro Antonio), deceduto il 5 febbraio 1591, sposò
Lucrezia
Coscia,
figlia del duca di Sant'Agata. A succedergli fu suo
figlio Ferdinando († 11 gennaio 1680, già Paolo), 6°
marchese di Rende, sposato ad Isabella de Mendoza,
figlia del suo prozio Antonio e di Francesca
Lombardo,
contessa di Gambatesa. Mario Pellicano Castagna “La
Storia dei Feudi e dei Titoli Nobiliari della Calabria”
Vol.IV, Editrice C.B.C. 2002, pagg. 209-210.
(5)
-
Re Carlo I d'Angiò
(in carica dal 1266 al gennaio del 1285) sottopose a
dazio l'apposizione del real sugello negli atti di
giustizia che direttamente venivano dal sovrano o dai
suoi ufficiali per nomine ad uffici, concessioni,
grazie, privilegi, assicurazioni di possesso, ed altre
cose simili, come novella fonte di proventi per le
finanze. Per riscuotere questo tributo aveva presso ogni
giustiziero un ufficiale che leggesi nelle scritture di
quell'epoca essersi appellato Ricevitore del
danaro proveniente dal sigillo reale, oppure
Ricevitore del diritto del sigillo. Cav. Ludovico
Bianchini “Della Storia delle Finanze del Regno di
Napoli”, Volume I, dalla Stamperia di Francesco Lao,
Palermo 1839, pag.137.
(6) - Il ducato di San
Marco, già parte integrante del principato di Bisignano
posseduto dalla Famiglia
Sanseverino,
fu acquistato nel mese di luglio del 1641 da Francesco
Gaetani
(Napoli, 1594 † Roma, 1683), 8° duca di Sermoneta, 4°
marchese di Cisterna, signore di Bassiano, Ninfa etc.,
patrizio napoletano, ebbe la conferma del titolo di duca
il 1° agosto 1641. Filippo II Gaetani (Caserta, 1620 †
Sermoneta, 1687) figlio del duca Francesco, dal 1659
principe di Caserta per successione a sua madre Anna
Acquaviva d'Aragona,
3^ principessa di Caserta, vendette il ducato di San
Marco a Giovan Battista
Spinelli,
6° marchese di Fuscaldo, per ducati 75.000, con Regio
Assenso del 1686.
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Bibliografia:
- Luigi
Palmieri, “Cosenza e le sue famiglie
attraverso testi atti e manoscritti” Tomi I-II,
Pellegrini Editore 1999.
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