Ovvero delle Famiglie Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia. 

Stemma Famiglia Como

Famiglia Como

Arma: d'azzurro, al crescente montante d'argento accompagnato da tre stelle d'oro, due in capo e una in punta.

Stemma Famiglia Como
© Napoli - piazza Museo Filangieri

Stemma dei Como, duchi di Casalnuovo, posto in alto su un angolo di Palazzo Como, oggi Museo Filangieri - sec. XV

parcicolare balbone con al centro l'arme della Famiglia Como
© Napoli - piazza Museo Filangiei, stemma Como

La famiglia Como, come riporta Filiberto Campanile, originaria dell'omonima città lombarda, ebbe come capostipite Riccano, cavaliere, signore di Albignano (oggi frazione del comune di Truccazzano sulle rive del fiume Adda in provincia di Milano), passò a Napoli al seguito degli angioini in occasione della conquista del Regno nel 1266 da re Carlo I d'Angiò, registrato col titolo di huomo nobile nell'Archivio Regio della Zecca di Napoli nel Registro di re Carlo II d'Angiò 1292-1293, lettera A foglio 146 t., per lo stesso re fu vicario per la città di Marsiglia.
Il suo massimo splendore lo raggiunse con gli aragonesi, il 1° luglio 1484 re Ferdinanado I d'Aragona concesse ad Angelo Como († Napoli, 1499), familiare della Casa Reale, mercante (tra le altre di stoffe preziose) e banchiere, il villaggio di Arcora, spopolato ed abbandonato, sotto la giurisdizione di Capece Bozzuto feudatario di Afragola, al fine di ripopolarlo, a patto che i nuovi abitanti non fossero già vassalli di altri baroni del Regno, il feudo fu acquisito ufficialmente il 1° ottobre 1491 ottenendone la giurisdizione civile, criminale e mista, con Regio Assenso di re Ferdinando I d'Aragona in data 5 marzo 1492, dal disabitato territorio nacque Casale Nuovo.
Nel 1495 ricevette il titolo di Messere; sposato ad Antonia Baraballo ebbero per figli: Coletta, Lucrezia, Giovanni, Pier Luigi, Francesco, ed il primogenito Leonardo (1455 † 1530), 2° barone di Casalnuovo, come erede di suo padre il quale gli lasciò anche il mulino di Corsano e quattro moggi di terre a Sant'Anastasia, ancora Filberto Campanile scrisse che “fu allevato nella Casa Regale di Ferdinando I d'Aragona”, fu Consigliere della Scrivania di Ratione sotto re Alfonso II d'Aragona, già duca di Calabria, e re Ferdinando II d'Aragona, Regio Consigliere e Conservatore del Real Patrimonio sotto re Federico d'Aragona. Nel 1495 re Alfonso II d'Aragona concesse a Leonardo il feudo fiscale di Passo di Canne, con il titolo di marchese, nei dintorni di Barletta, questa tassa risaliva a Carlo II d'Angiò, il quale con diploma dato a Melfi il 4 luglio 1294 unì il territorio di Canne a quello di Barletta, ma si riserbò Bajulatione, solitis terragis, aliisque iuribus proprietatis et dominij ut debentur, queste regalie, nel 1304, si riscuotevano al ponte di Canne sul fiume Ofanto dalla dogana di Barletta. Questo Passo, regnando gli ultimi Angioini, era sempre in potere della Regia Corte e tutti i diritti si riscuotevano al ponte di Canne. Nel 1512 con suo fratello Francesco acquistarono il feudo di Pietravairano dal Gran Capitano Consalvo Fernando di Cordova, duca di Sessa, non avendo avuto discendenza adottò suo nipote Giovanni Angelo, figlio di Francesco e di Antonia Brancaccio, 3° barone di Casalnuovo, al quale lasciò tutti i suoi beni. Oltre a Giovanni Angelo ebbero per figlio Giovanni Vincenzo, sposato a Margherita Ricca generarono: Girolamo, Ottavio, Francesco ed il primogenito Ascanio.
Tra le terre che possedettero vi fu il feudo di Carife (oggi comune omonimo in provincia di Avellino), già concesso da re Ferdinando III detto il Cattolico al suo Gran Capitano Consalvo Fernando di Cordova, duca di Sessa, in ricompensa dei suoi grandi servigi, nel 1515, alla sua morte, successe nei feudi Elvira, sua figlia primogenita, duchessa di Sessa, la quale cedette ai fratelli Francesco († 24 luglio 1529) e Leonardo Como della città di Napoli il feudo di Carife col mero e misto impero e con la potestà del gladio, e ricevette in cambio del feudo di Pietravairano posto in provincia di Terra del Lavoro (oggi comune omonimo in provincia di Caserta), con Regio Assenso dell'imperatore Carlo V dato in Valle oleti il 15 settembre 1524, con privilegio del 1539, venne riconosciuta alla Famiglia la sua antica nobiltà ed il legale possesso del suo stemma.
Giovanni Angelo († 3 novembre 1871), figlio di Francesco, successe nel feudo di Carife in qualità di primogenito, dopo aver pagato alla Regia Corte il relevio il 21 gennaio 1531 ottenne l'investitura il 31 maggio dello stesso anno dal vicerè del Regno, cardinale Pompeo Colonna; sposato a Giulia Rocco ebbero per figli: Lucrezia, Laudonia, Girolama, Fabio, Decio, e Giovanni Francesco († 16 settembre 1580), barone di Casalnuovo, successe nel feudo di Carife e di quello fiscale di Passo di Canne, morto improle gli successe nel feudo di Carife sua sorella Lucrezia, la quale il 28 febbraio del 1581 pagò alla Regia Corte il relevio in ducati 1.438 e 24 grana; sorta una lite sul diritto di successione con sua sorella Laudonia († 27 marzo 1583), quest'ultima vinse la causa e si intestò le terre di famiglia, sposata a Fabio Capece Galeota, barone di Serpico e Sorbo, il loro figlio primogenito Giovanni Francesco Capece Galeota († 2 luglio 1588), il 20 aprile 1584 ebbe l'investitura sul feudo di Carife e del Passo di Canne, Fabio Capece Galeota, celebre giureconsulto, successe nei feudi come erede per la morte di suo padre Giovanni Francesco, con il fratello Govan Battista vendettero il feudo ad Ottavio d'Aquino, con Regio assenso del 3 settembre 1596, ad istanza ded citato Ascanio Como figlio di Giovanni Vincenzo, barone di Casalnuovo, succeduto a suo cugino Giovanni Francesco, in qualità di creditore di Fabio Capece Galeota per ducati 24.895, la vendita venne dichiarata nulla dal Sacro Regio Consiglio. Ascanio vendette il feudo ad Alfonso Brayda per ducati 20.550 con atto rogato il 3 aprile 1602, sul quale per concessione di re Filippo III d'Asburgo-Spagna, nel maggio 1605 ottenne il titolo di conte.

Ascanio sposò Vittoria Caracciolo ed ebbero nove figli, a succedergli nel feudo di Casalnuovo furono: il primogenito Giovanni Francesco II, morto improle gli successe suo fratello Giovanni Vincenzo, sposato a Vittoria de Morra non ebbero prole, gli successe il terzogenito Girolamo, fondatore della Congregazione del Santissimo Rosario di Casalnuovo, sposato a Diana Milano ebbero per figli: Elisabetta, Vittoria,  ed Ascanio II, barone di Casalnuovo, il quale ottenne nel 1710 l'elevazione del feudo in ducato,  nel 1678 aveva sposato Caterina del Tufo, ed ebbero per figli Diana e Girolamo, duca di Casalnuovo, sposato a Violante Saluzzo, il 26 giugno 1747 per sopravvenute necessità economiche vendette il feudo a Benedetto Farina per ducati 121.700, atto del notaio Domenico Guglielmo Selano di Napoli.

Successivamente, Ascanio III Como († 1800), nipote di Girolamo, cercò di far dichiarare nulla la vendita del feudo di Casalnuovo alla famiglia Farina, per risolvere la controversia si pensò di far sposare Anna Maria Farina con Ascanio, in questo modo la famiglia tornò a governare Casalnuovo, a succedergli nel feudo fu suo figlio Francesco (28 novembre 1767 † 9 novembre 1834), Ufficiale dell'esercito durante la Rivoluzione Napoletana del 1799, fu l'ultimo intestatario del feudo fino all'eversione (abolizione) della feudalità nel 1806.
Nel Settecento la famiglia si era divisa in due rami: il primogenito continuò a possedere l'avito feudo di Casalnuovo, il secondogenito si trasferì a Trani dove nel 1782 ottenne l'aggregazione al patriziato e l'ascrizione al Registro delle Piazze Chiuse del Regno.

Ramo Primogenito

Francesco (28 novembre 1767 † 9 novembre 1834), duca di Casalnuovo, sposato a Giovanna Patrizi († 28 aprile 1831), ebbero per figli: Antonio (1801 † 1838), sposato a Maria Giuseppa dei conti Marulli († 27 dicembre 1879), generarono Maria Teresa (n. 23 settembre 1829); Luigi (n. 3 gennaio 1831), sposato il 24 maggio 1864 a Giulia Lopez ebbero per figli Alfredo (n. 4 maggio 1866), Maria Antonia (n. 22 ottobre 1867), e Laura (n. 5 dicembre 1871); e Francesco (n. 2 marzo 1835). Camillo (1892 † 30 gennaio 1859), sposato a Teresa Milazzi dei duchi di Casalaspro († 20 settembre 1866), ebbero per figli Adele (n. 29 dicembre 1820) sposata a Scipione Franchini, ed Augusto (3 maggio 1828 † 1890), sposato il 30 ottobre 1853 a Costanza de Vito Piscicelli, figlia di Carlo e della contessa Rachele Taeggi. Ed il primogenito Giovan Vincenzo (10 aprile 1790 † 3 settembre 1841), duca di Casalnuovo come erede per la morte di suo padre duca Francesco, sposato il 12 luglio 1825 a Giovanna Mormile dei duchi di Carinari, ebbero per figlia Laura (1840 † Casalnuovo, 1875), duchessa di Casalnuovo come erede per la morte di suo padre, sposata il 27 luglio 1864 a Federico Berlingieri, nobile dei marchesi di Valle Perrotta e nobile di Crotone; il figlio Roberto Berlingieri ereditò il titolo di duca di Casalnuovo.

Ramo Secondogenito

Il nobile Giuseppe (4 marzo 1777  † 7 aprile 1857), fratello del duca Francesco (28 novembre 1767 † 9 novembre 1834), sposato a Marianna Lucci († 9 luglio 1873), ebbero per figli: Vincenzo (n. 1° gennaio 1836), sposato il 15 luglio 1865 a Giovanna Candia generarono Teresa (n. 20 marzo 1869), Filippo (n. 30 maggio 1872), Algemiro (n. 7 maggio 1875); Francesca (n. 28 giugno 1829), sposata il 28 giugno 1863 a Giuseppe Santoro; Francesco (1° settembre 1826 † 18 gennaio 1882), ascritto al Registro delle Piazze Chiuse del Regno, sposato a Giovanna Scandone († 30 marzo 1875), generarono Maria Anna (n. 20 maggio 1859), Giacoma (n. 11 settembre 1861), sposata il 28 agosto 1878 a Vincenzo Vitale, Giuseppe (n. 8 febbraio 1864), sposato ad Anna Ferace, Maria Consiglia (n. 1° novembre 1865), sposata il 26 dicembre 1884 a Biagio Santoro; ed il primogenito nobile Gennaro (23 giugno 1812 † 13 agosto 1866), sposato a Marianna de Alteriis († 5 dicembre 1864), ebbero per figli: Matilde (n. 17 aprile 1837), sposata il 24 settembre 1855 a Francesco Ferace, e Marco Augusto (n. 13 agosto 1843), patrizio di Trani, ascritto al Registro delle Piazze Chiuse del Regno, sposato il 26 luglio 1866 a Rosalia Monaco generarono: Arturo (n. 8 agosto 1867), Gennaro (n. 20 settembre 1868), Augusto (n. 19 agosto 1878), ed Anna.


© Napoli - Arma della Famiglia Como dipinta su piastrella maiolicata

La Famiglia Risulta aggregata come montista al Real Monte di Manso dal 14 agosto 1748; possedeva la cappella gentilizia in Napoli nella chiesa della Disciplina della Santa Croce; vari componenti del Casato infatti erano confratelli dell’ Augustissima Compagnia, prima arciconfraternita laicale sorta a Napoli nel 1290 con il silenzioso auspicio del Pontefice Nicolò III, al secolo Giovanni Gaetano Orsini (1216 1280), ricordato anche da Dante (Inferno, XIX, 70-72).
L’istituzione che fin dalle origini ha operato per il bene della collettività, assistendo i più bisognosi, vanta tra i suoi membri i Papi Clemente XIV, Pio IX, Leone XIII, Pio X e il fior fiore della nobiltà, con innumerevoli  togati, uomini d'arme, pubblici reggitori, esponenti delle lettere e delle arti, tra i quali spiccano Jacopo Sannazaro (1455
1530),  i Cardinali Rinaldo Brancaccio (nel 1384 fece erigere la prima navata della chiesa), Astorgio Agnese, e il duca di Maddaloni  Domenico Marzio Carafa, Priore dell’arciconfraternita nel 1724.

Per eventuali approfondimenti si consiglia di consultare gli Affari della “Real Commissione dei Titoli di Nobiltà”.

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Bibliografia
:
- L'Araldo “Almanacco Nobiliare del Napoletano 1891, 1894”, Enrico Detken, libraio editore, Napoli 1890, 1893.

- Erasmo Ricca  “Istoria de' feudi del Regno delle Due Sicilie di qua dal faro...”, Volume I, stamperia Agostino De Pascale, 1859.
- Giuseppe Doronzo “I borghi antichi di Barletta, Volume I, Il territorio fuori le mura”, a cura della Regione Puglia, Assessorato Formazione Professionale.
- Pietro Ponticelli, Nadia De Luzio  Breve storia feudale di Casalnuovo di Napoli in “Raccolta rassegna storica dei comuni”, Volume 27 - Anno 2013.
- Francesco Bonazzi di Sannicandro, “Famiglie nobili e titolate del Napolitano”, Arnaldo Forni Editore, 2005.


Continua nel sesto volume in preparazione di "LA STORIA DIETRO GLI SCUDI"
 

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