Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Famiglia
Garzilli |
Arma: di rosso al leone rampante , tenente con le branche
anteriori una lancia, messa in palo, affrontante un sole
radiante ed un giglio, il tutto d'oro.
La stessa arma, ma con campo azzurro, apparteneva alla famiglia
Giliberti di Celenza,
baroni di Celenza e Garlatino.
Titoli nobiliari: conte
Dimora: Napoli e Solofra
(AV) |
© Stemma Famiglia Garzilli |
La famiglia
Garzilli, originaria di Solofra, di cui si hanno notizie
dai tempi degli
angioini, ha dato eminenti uomini
di Chiesa, di lettere e di alti ideali. Imparentata con
rispettabili famiglie Solofrane e
Napoletane, come i
Quaranta, i
Giliberti, i Murena, divenne una delle più ricche
famiglie del Regno di Napoli, grazie all'attività
di conceria.
In Solofra possedeva un palazzo
alla Cupa ed uno alla Forna (quest'ultimo già della famiglia
Giliberti di Celenza e dei Murena), una Cappella di Jus
Patronato nella Collegiata di S. Michele, una in Santa Maria del
Soccorso ed una un Santa Maria della Pietà. Testimonianze di
questa famiglia le si ritrovano in Napoli, nel Duomo di Sessa
Aurunca ed in quello di Acerra. Usò ben tre stemmi tuttavia
molto simili fra di loro.
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Taddeo
Garzilli (Solofra,1774 † Napoli,1848), figlio di Vito e Anna
Giannattasio, laureato in u.j.d., intraprese la carriera
ecclesiastica, fu sacerdote nel 1785, Provicario generale dal
1806 al 1808 nella diocesi di Marsiconovo retta dal fratello
Paolo, Vicario generale del vescovo di Capaccio. Nel 1824
ricoprì la stessa carica nell'Archidiocesi di Benevento. Qui
risolse una vertenza tra la Corte reale di Napoli e la Santa
Sede. Fu nominato nel 1828 vescovo di Boiano, e dal 1834 al 1848
vescovo della diocesi di Acerra e Sant'Agata dei Goti. Morì a
Napoli, ma fu sepolto nel Duomo di Acerra, sul cui sepolcro vi è
il seguente epitaffio: |
© Stemma Garzilli |
© Sepolcro di Taddeo
Garzilli |
Hic beatam resurrectionem expectat Taddhaeus Garzilli
religione innocentia comitate prope singulari
qui ad Bovianensem deinde Acerram et Acerranam et
Sanctagathensem Ecclesiam erectus
mira integritate et fide gregi sibi commisso advigilavit
Ortus pr. non. Dan. A. MDCLXXIV
Obiit III
non. Martii A. MDCCCXLVIII |
Paolo Garzilli fu Vescovo di Sessa Aurunca dal 2 luglio 1832
al 24 luglio 1845. |
Targa in ricordo di Paolo
Garzilli, vescovo di Sessa Aurunca
Foto inviate dal collaboratore Matteo Fimiani da
Montoro (Av) |
Serafino
Garzilli (Solofra, 1772
† ? ),
figlio di Massenzio e di Orsola Pandolfelli, e cugino del
vescovo Paolo (Solofra
1756- Napoli 1848),
studiò a Napoli dove, divenne segretario della Curia
Arcivescovile. Simpatizzante delle idee rivoluzionarie della
Repubblica Napoletana del
1799, fu condannato all’esilio a Marsiglia, ma nel
1801 ebbe il condono della pena.
Giuseppe
Garzilli (Napoli, 1799 † ivi, 1832), figlio di
Francesco e Maddalena Santamaria, fu nominato Segretario
della Commissione di Beneficenza, dal re Francesco I di Borbone.
Ottenne il titolo di Conte per
assegnazione pontificia (1829).
Paolo
Garzilli (1807 † 1887), figlio del conte Francesco e
di Maddalena Santamaria, divenuto sacerdote fu ammesso nel Clero
Palatino di Napoli e nominato prefetto della Biblioteca
Brancacciana di Sant’Angelo a Nido, centro di studi e di
ricerche. Uomo di grande cultura, pubblicò diverse opere ed
attirò attenzione dei migliori circoli culturali del Regno di
Napoli. |
© Napoli - Biblioteca
Brancacciana |
Insignito di numerose onorificenze, fu socio dell’Accademia di
Belle Arti di Napoli, del Reale Istituto di Incoraggiamento e
della Reale Accademia delle Scienze.
Il
Comune di Napoli ha dedicato una strada in memoria di Niccolò
Garzilli (Napoli,1830
† Palermo,
1850), laureato in legge, sin dalla giovane età abbracciò le
idee del Risorgimento partecipando ai moti del 1848; fu
condannato a 14 mesi di prigionia nelle carceri di Napoli e
Capua. Non domo, partecipò alla rivolta detta della Fieravecchia
a Palermo; il giorno dopo, il 27 gennaio 1850 fu condannato e
fucilato.
I Garzilli
possedevano una splendida villa all'Arenella, allora casale di
Napoli, che fu demolita.
Il conte Francesco Garzilli,
insieme ai germani Paolo, Maria, Amalalia,
Laura, Agnese, Valentina, Adraiana e
alla madre la contessa Clorinda Garzilli Murena, volle
donare gli stipiti e le sculture della cappella di detta villa
alla Chiesa di S. Giacomo degli Spagnoli per adornare due porte
della cappella d'Alarcon con mostre in marmo sormontate da due
bassorilievi in marmo. |
© Napoli - targa in ricordo della
donazione fatta
dalla famiglia Garzilli |
© Napoli - Cappella d'Alarcon
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Agli inizi
del 1800 i Garzilli acquistarono in Napoli, insieme al Cavalier
Del Prato, la duchessa
Caetani di Miranda e il principe
Monaco
di Araniello, parte del palazzo Carafa di
Maddaloni;
facendo
realizzare
la gradinata d’ingresso al piano nobile con sale
abbellite da affreschi realizzati in epoca barocca e rococò.
A Solofra i
Garzilli acquistarono il monumentale palazzo
Giliberti. |
Solofra, Palazzo Giliberti Baroni di Celenza e
Carlantino, passato poi ai Garzilli.
Si ringrazia l'associazione Culturale di Solofra ASBECUSO. |
Ferdinando Garzilli (Napoli, 1816 † Lissa, 1866), intraprese
la carriera militare, si laureò in medicina presso il Collegio
medico di Napoli. Nel 1840 entrò nella marina napoletana; nel
1865, fu nominato medico di corvetta della marina italiana. Si
imbarcò come primo medico sulla cannoniera corazzata “Palestro”,
armata con due cannoni da 200 mm e uno da 120 mm, comandata da
Alfredo Cappellini. Nella battaglia navale di Lissa il 20 luglio
del 1866 non volle lasciare, insieme al suo aiutante il medico
fiorentino Carlo Gloag, i molti feriti e morì insieme
all’equipaggio nello scoppio della nave. |
Napoli - la nave Varese, gemella
della Palestro, in una foto del 1867 |
Il conte
Francesco Garzilli (Napoli, 1908
† ivi,
2000), figlio di Vito e di Clorinda Murena, cavaliere del S.M.O.
Costantiniano di S. Giorgio, insignito della medaglia d'argento
al valore militare, in qualità di governatore della Real
Arciconfraternita dei nobili spagnoli di Santiago in Napoli,
fece apporre una targa in ricordo della celebrazione del 21
novembre 1985 del decimo anniversario dell'ascesa al trono del
re di Spagna Jaun Carlos I.
Il 20
settembre del 1979 fu creato conte
dal Re Umberto in esilio (quindi la concessione per alcuni è
contestabile poichè appunto il Re non era più tale). |
Gli altri
governatori dell'Arciconfraternita erano: il barone Luigi de
Lutio di Castelguidone, il nobile Mattia de Miranda, il conte
Giuseppe dei duchi
de Vargas Machuca,
Alberto Tixon de Vidaurres duca di Orduna. |
© Napoli - targa dalla quale
risulta che il conte Francesco Garzilli fu Censore di altra
Reale Arciconfraternita di S. Giuseppe dei Nudi |
Catasto onciario provvisorio della prima metà
dell’800 dal quale risulta che i coniugi Vito Garzilli
da Solofra e Maddalena Santamaria Amato di Pellezzano,
erano proprietari di un terreno seminato in zona Grotta del
Pennino (Capriglia di Pellezzano – Salerno) che successivamente
fu venduto a Vincenzo
Farina,
nobile di Saragnano. |
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