Ovvero delle Famiglie Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.   

Famiglia Invitti

Arma: d’azzurro alla fascia d’argento accompagnata in capo da un pino al naturale  sostenuto da due leoni d’oro  e in punta da tre bande d’argento.
Dimora: Napoli
Titoli:
barone di: Pratella, Mastrate
marchese di: Prata (1694).
duca di: Roccavecchia (1707)
principi: di Conca (1727)


© Napoli - Arma della famiglia Invitti

La famiglia Invitti, originaria di Milano, passò nel Napoletano nel XIV secolo. Nel 1508 ottenne S. Martino, casale di Marigliano in Terra di Lavoro, sempre nella stessa Provincia del Regno di Napoli, nel 1595 acquistò il feudo di Prata; il feudo di Conca (oggi Conca della Campania) nel 1419 appartenne a Giaovannantonio  Marzano, duca di Sessa, nel 1467 a Matteo di Capua, nel 1481 a Bartolomeo di Capua col titolo di Contado, ed infine nel 1706 alla famiglia Invitti, oltre le terre di Pratella e di Mastrate, che il Casato già possedeva da tempo.
Carlo Invitti nel 1694 fu investito del titolo di marchese di Prata.
Cesare Invitti, figlio di Carlo, fu giudice della Gran Corte della Vicaria e nel 1707 ottenne il titolo di duca di Roccavecchia, feudo rustico in tenimento di Pratella che la famiglia già possedeva.
Nicola Invitti, fratello di Cesare, nel 1727 fu decorato col titolo di principe di Conca.

Nicola, principe di Conca, discendente del precedente, sposò Maria Grazia Mascaro (1796 † 1884), figlia di Luigi (di Girolamo, marchese di Acerno, e di Ippolita Mirabelli) e di Elisabetta Carafa di Montecalvo (1773 † 1821) ed ebbero per figlio Filippo (1832 † 1898) principe di Conca, sposato ad Antonia Garofalo di Rotino generarono: Maria Grazia, Carlo, e  Cesare (1881 † 1952), principe di Conca, duca di Roccavecchia, marchese di Prata, barone di Pratella e Mastrate, successe de jure al pro-cugino Giuseppe Caracciolo, morto celibe,  al titolo di marchese di Acerno, iscritto nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano del 1921, impalmò a Portici nel 1902 Rosa dei baroni Rapolla, figlia di Diego (1845 1922), ed hanno avuto per figli: Diego (1912 † 1983), sposato ad Eleonora Rossi dei marchesi di Vinchiaturo, ebbero prole; ed il primogenito Filippo (1903 † 1978), sposato ad Antonia dei baroni Reytano di Reggio Calabria, hanno avuto per figlie fenmmine: Rosa, Eleonora, Maria, Stefania, Giovanna, e Giuseppina, per figli maschi Pier Luigi (1943); Raimondo (1936); ed il primogenito Francesco Saverio (1932 † 1993), principe di Conca etc., sposato a Maddalena Pasetti hanno avuto per figli: Eleonora; Giulia; Aldo (1969), sposato ad Isabella Borromeo d'Adda dei marchesi di Pandino hanno per figli Francesco Saverio (2001) e Gian Filippo (2004); e Cesare (1965), principe di Conca etc., sposato a Valentina Manzionna hanno per figlia Matilde.
Il feudo di Castelmenardo (oggi frazione del comune di Borgorese in provincia di Rieti) nel Catalogus Baronum risulta appartenere a Gentile Vetulo, che per esso doveva fornire un milite. Il feudo divenne proprietà della famiglia Cesarini Sforza sino a quando il duca Gaetano lo vendette alla nobile famiglia degli Invitti. Agli inizi del XVIII secolo,
Chiara Invitti dei marchesi di Prata, sposò nel 1692 Flavio Gurgo († 1720), portando in dote la terra di Castelmenardo.


© Napoli - Stemma con le armi delle famiglie Gurgo e Invitti, imparentate

Chiara Angiola Invitti dei Principi di Conca sposò il 18 luglio 1791 il marchese Giuseppe Ruggi d’Aragona.

Per eventuali approfondimenti si consiglia di consultare le tavole genealogiche redatte da Serra di Gerace e gli Affari della “Real Commissione dei Titoli di Nobiltà”.


Continua nel sesto volume in preparazione di "LA STORIA DIETRO GLI SCUDI"

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