
Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Iodice D'Enza (Capece Piscicelli) |
Arma: inquartato di rosso e
nero alla croce d'argento attraversante sul tutto (Iodice).
Alias: (del ramo Iodice d'Enza): inquartato, nel primo e
nel quarto di rosso e di nero alla croce spinata d'argento
attraversante sul tutto (Iodice); nel secondo e nel terzo d'oro,
a due spade al naturale poste in croce di Sant'Andrea, con le
punte all'ingiù, quella in banda sovrapposta a quella in sbarra,
accantonate da quattro conchiglie di San Michele d'argento,
appuntate (d'Enza).
Alias: (del ramo Iodice d'Enza): semitroncato partito,
nel primo di rosso e di nero alla croce spinata d'argento,
attraversante il tutto (Iodice); nel secondo d'oro, a due spade
al naturale poste in croce di Sant'Andrea, con le punte
all'ingiù, quella in banda sovrapposta a quella in sbarra,
accantonate da quattro conchiglie di San Michele d'argento,
appuntate (d'Enza); nel terzo di rosso alla banda di oro
caricata da un girello di azzurro, ed il capo caricato da un
lambello d'oro a tre pendenti (Capece Piscicelli).
Motto: Iuste Fortiter et Pie.
Titolo: Nobile. |

Stemma Iodice d'Enza (Capece Piscicelli) |
L'antica
famiglia Iodice, di origine amalfitana, ha goduto nobiltà in
Napoli e in numerose città del Regno delle Due Sicilie.
Proprietaria di palazzi e di beni, fu titolare di giuspatronati
comprendenti una cappella dedicata a S. Giuseppe, nella Chiesa di Santa Maria dei Sette Dolori in
Napoli, con epitaffio ed arme in tarsia marmorea. Il ramo
secondogenito ha aggiunto il cognome della nobile famiglia
d'Enza ed è anche titolare di una cappella nel Duomo, pervenuta
per discendenza dai d'Enza Capece Piscicelli dei Duchi di
Capracotta.
Una lettera autenticata rilasciata ai primi del '900 dal
senatore Giacomo del Giudice conferma la consanguineità con la
famiglia
Iodice onde l'uso dello stesso stemma che è anche
attestato da un atto notorio di quattro gentiluomini napoletani,
oltre che da pubblici ufficiali. Di antica nobiltà era ascritta
al
Sedile di Nido come leggesi nelle opere di Scipione Mazzella, Giuseppe di Pietri, Camillo de Lellis, Biagio
Aldimari e di altri storici napoletani.
Vincoli matrimoniali furono contratti nel secolo XIX con le
nobili famiglie
Viscido di Nocera, Menale, Giovannetti, d'Enza,
Capece Piscicelli. La famiglia è passata nell'Ordine di Malta
come quarto dell'Avv. Paolo
Carrano, nominato cavaliere di
grazia e devozione del S.M.O. di Malta nel 2002, giusta alberano
nobiliare rilasciato dallo stesso per copia conforme l'11 giugno
2016.
L'archivio gentilizio Iodice d'Enza, certificati vistati
dalla Curia delle Cappelle nella Chiesa di S. Maria dei
Sette Dolori e nel Duomo di Napoli; nella prima
cappella, l'epitaffio in marmo con busto del
pluridecorato tenente Marino Iodice, figlio di Vincenzo
e della Baronessa Silvia Menale, nata il 1° giugno 1894
a Napoli, morto eroicamente il 20 luglio 1915 a Monte Piana. |

Tenente Marino Iodice |

Epitaffio in ricordo del Tenente Marino Iodice |
Nella Basilica di Santa Restituta (Duomo), fondata nella
prima metà del IV secolo d.C., si ammirano sul fondo
della navata destra le cappelle dei Capece Piscicelli di
cui la più antica è dedicata all'Annunziata. Sono
conservate epigrafi sepolcrali e tre sarcofagi di epoca
classica, riutilizzati in epoca cristiana. Su un
sarcofago giace la figura del Cavaliere Riccardo,
morto nel 1331 mentre l'altro con scene di baccanali
conserva le spoglie del giovane Alfonso morto nel
1546. Si ammira anche inciso lo stemma dei Piscicelli. |

Napoli, Basilica di Santa
Restituta |

Napoli, Basilica di Santa
Restituta, cappelle Capece Piscicelli |
Dell'archivio Iodice d'Enza fanno parte: l'annotazione
autografa del Presidente di Cassazione Antonio
Iodice riguardante la lettera del senatore Giacomo
del Giudice; l'atto notorio custodito presso
l'Archivio di Stato di Napoli sull'antica nobiltà della
famiglia e sullo stemma usato, rilasciato dal Conte
Giovanni Battista
Cicala, da Don Errico
Colonna dei Principi di Stigliano, dal
Cavaliere Gennaro
Capece Minutolo dei Duchi di S. Valentino,
dal Marchese Pasquale Pappalardo; attestazioni dei
Sindaci di S. Pietro a Patierno e di Casoria sullo
stemma raffigurato sulle proprietà Iodice. |

Lapide apposta dal Comune
di Napoli sulla facciata del palazzo dove ha vissuto il
Presidente di Cassazione Antonio Iodice |
L'archivio Iodice d'Enza conserva copia del processo
nobiliare del Sacro Consiglio dell'8 febbraio 1593,
riguardante i d'Enza, originari della città di
Montecorvino Rovella, discendenti da Palamide e
da Paolo d'Enza i quali avevano avuto, insieme ad
altre ventidue famiglie, dal Re
Alfonso d'Aragona il 24 giugno 1494 il
privilegio della separazione dal ceto popolare; diploma
originale di investitura del ducato di Capracotta dei
Capece Piscicelli dell'8 agosto 1674. Gli originali di
questo archivio fanno oggi parte per volontà dei
proprietari, dell'archivio del cugino S.A.R. Principe
Mario
Putaturo Donati Viscido di Nocera dei Sovrani
longobardi di Salerno, che è vincolato dal 1998 e dato
in deposito fiduciario, con il consenso della
Sovrintendenza Archivistica della Campania, nel 2012,
all'Archivio della Badia Benedettina di Cava dei Tirreni
(fondo Iodice d'Enza Capece Piscicelli). |

Nobile Diego d'Enza
Capece Piscicelli |
Francesco Iodice, cavaliere, avvocato, nato a Napoli
il 19 aprile 1833, figlio di Vincenzo nato a
Casoria il 3 ottobre 1805 e di Emanuela d'Ambra, sposò
il 17 giugno 1859 Maria Concetta di Scala, dalla quale
ebbe tre figli:
A) - Vincenzo, cavaliere dell'Ordine dei SS.
Maurizio e Lazzaro, questore, nato a Napoli il 2 luglio
1860, sposò a Napoli il 29 agosto 1886 Caterina
Silvia Menale di antica famiglia baronale; dall'unione
nacque il già citato Marino, medaglia d'argento al
valore militare, nato a Napoli il 1° giugno 1894
† a Monte Piana il 20 luglio 1915.
B) - Antonio, grande ufficiale dell'Ordine di S.
Gregorio Magno, cavaliere dell'Ordine dei SS. Maurizio e
Lazzaro, gran cordone dell'Ordine della Corona d'Italia,
presidente onorario della Corte di Cassazione, filosofo
seguace di
Bartolo Longo, scrittore (il Comune di Napoli
gli dedicò una lapide commemorativa nel 1958), nato a
Napoli il 26 febbraio 1866, sposò a Napoli il 2 luglio
1902 Ida d'Enza Capece Piscicelli dei duchi di
Capracotta. |

S.E. Antonio Iodice
(1866
†
1952), Presidente di Cassazione |

Donna Ida d'Enza Capece
Piscicelli dei duchi di Capracotta |
Dal
matrimonio nacque a Napoli il 26
giugno 1917 Alfonso, questore, aggiunse il
cognome della nobile famiglia d'Enza (Capece Piscicelli
dei duchi di Capracotta), inquartandone l'arma. Sposò a
Napoli il 21 giugno 1944 Eleonora Cardarelli, nipote del
prof. Cardarelli, sommo clinico e senatore del Regno a
vita |

Il nobile Antonio Iodice
Foto d'epoca. |

Il nobile Alfonso Iodice
d'Enza con la moglie
Eleonora Cardarelli. Foto d'epoca. |
C) -
Emanuela, nata a Napoli l'8 aprile 1868 sposò a
Napoli il 17 maggio 1900 il Conte Pasquale Maria Viscido
di Nocera dei Principi Sovrani Longobardi di Salerno;
nella cappella Iodice nella Chiesa di S. Maria dei Sette
Dolori in Napoli è collocata una lapide commemorativa in
marmo pario del matrimonio celebrato nell'anno 1900 dal
parroco Jodice. |

Cappella Iodice |

Lapide commemorativa del matrimonio
Iodice - Viscido di Nocera |
Continua nel sesto
volume in preparazione di "LA STORIA DIETRO
GLI SCUDI"
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