
Ovvero delle Famiglie Nobili e titolate del Napolitano,
ascritte ai Sedili di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano,
appartenenti alle Piazze delle città del Napolitano
dichiarate chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Armi:
-
d'oro
alla scala rossa con quattro pioli, posta in palo;
- d'azzurro alla scala d'oro con sei pioli, posta in palo;
-
inquartato
d'argento e d'azzurro, alla scala d'oro sopra il tutto. |

© Napoli - stemma Famiglia Manso -
sec. XVII |
L'antica e gloriosa
famiglia Manso, originaria di Scala, splendida
cittadina situata sulle colline della costa di Amalfi,
godette di grande nobiltà a Napoli, ove fu
aggregata al Patriziato del
Seggio di Porto,
a Ischia,
e a Barletta in
Terra di Bari.
Antonio Manso fu famigliare
dell'imperatore Federico II.
Giovambattista nel 1533 ottenne la
baronia di Bisaccia e Cucoli,
nominato grassiere della
città di Napoli, fu
consigliere di Fernando
Alvarez de
Toledo, 1° duca d'Alba, vicerè di Napoli sotto re
Filippo II
d’Asburgo-Spagna, durante la campagna di Roma per la
lotta contro Paolo IV (1555-1559), al secolo Giovanni Pietro
Carafa.
Nel 1567 il figlio Giulio ereditò i feudi di Bisaccia e
Cuculo.
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© Napoli - Ospedale Incurabili
Chiostro S. Maria delle Grazie |
Il personaggio più illustre del casato fu Giovan Battista
(Napoli, 1569
†
ivi, 1645), considerato il
terzo mecenate della Letteratura Italiana,
signore di Bisaccia e Panca,
marchese di Villa
Lago nel 1621,
nipote di detto Giovambattista.
Poeta e uomo di grande cultura, timorato di Dio, sempre
pronto ad aiutare il prossimo, nel 1601 dedicava ogni
venerdì, insieme ai suoi amici Cesare
Sersale, Giovanni Andrea
Gambacorta, Girolamo di Lagni e Astorgio Agnese, ai pazienti dell’Ospedale
degli Incurabili, portando loro conforto, cibo e
vestiario.
I detti notabili, decisero che ciascuno di loro, a turno per
un intero mese (da qui il nome Mensario),
andasse a chiedere fondi.
Furono raccolte molte offerte del popolo e dei nobili
destinate alla cura degli infermi e al
mantenimento dell’Ospedale degli Incurabili |
All'Ospedale fu destinata una rendita annua, grazie alla deliberazione della
deputazione dei gentiluomini avvenuta nel 1602. Poteva così
continuare a vivere l'opera
iniziata nel 1522 da
Donna Maria
Lorenza Longo. |
Le offerte raggiunsero una somma imponente, che permisero la
creazione del
Pio Monte della Misericordia. Procuratore
generale del Pio Monte fu nominato Cesare
Piscicelli, che insieme a Carlo
Caracciolo di Vico, Ascanio Carafa, Girolamo Marchese,
Giovan Simeone
Moccia e Giovan
Battista Severino, scrisse dello statuto del monte di
carità, nel 1603.
Don Giovan Battista Manso, nel 1608 fondò il Real Monte di
Manso(1) con lo
scopo di assicurare gratuitamente un’istruzione elevata ai figli
delle famiglie patrizie napoletane e a quelle nobili aggregate
come Montiste.
Alla fondazione donò ben 50.000 ducati, il palazzo in via
Gerolamini e, alla sua morte, l’intero suo patrimonio.
Vincenzo
di Sangro, conte di
Rodiano, nel 1895 compilò l’elenco delle famiglie Montiste su incarico dei governatori
del Monte. |

© Napoli - Pio Monte della
Misericordia |

© Napoli - l'ingresso del
Seminario per i figli delle famiglie aristocratiche del
viceregno che nel 1679 trovò degna
sede nel seicentesco
palazzo di Don Girolamo
d'Afflitto,
principe di Scanno |

Il poeta Giambattista Marino |
Don
Francesco Eduardo
Maria Acton (1910 † 1997)
divenne governatore del ricostituito Real Monte di
Manso.
Il marchese di Villa, nel 1611, fondò l’Accademia degli
Oziosi per lo studio delle Lettere, della Storia e della
Filosofia; chiamata così poichè l’ozio (ovvero la
tranquillità, la quiete e il tempo libero) era la
condizione
necessaria per ottenere i migliori risultati.
Il cavaliere Giambattista
Marino (1569 † 1625), poeta napoletano famoso per aver scritto
il poema mitologico l’Adone, dedicato a Lodovico XIII re di
Francia, grande amico del Manso, tenne il discorso inaugurale,
memorabile, di tale grande effetto da ottenne l’onorificenza di
principe dell’Accademia degli Oziosi. Alla sua morte,
Giambattista Manso, grande mecenate dell’arte barocca
napoletana, a proprie spese, fece erigere il monumento
sepolcrale di Giambattista Marino con busto in bronzo,
collocato prima in Palazzo Manso, poi nel
chiostro di Sant’Antoniello a Caponapoli e, infine,
nella
Basilica di San Domenico Maggiore a Napoli.
L’accademia aveva per insegna un’aquila sopra un monte
guardante il sole, e per motto “Non pigra quies”. |
La sede dell’Accademia
degli Oziosi, era ubicata sulla collina di Sant’Aniello a
Caponapoli.
Nel chiostro discorrevano di filosofia uomini illustri come
Giovanni Battista Marino, Ascanio
Filomarino, Giuseppe
Campanile,
Giovan Battista
della Porta,
il cardinale Francesco
Brancaccio,
Giovan Battista
Basile.
Successivamente, l’Accademia si trasferì in S. Domenico, nella
stessa sala in cui S. Tommaso
d’Aquino
tenne la cattedra.
Il marchese di Villa Lago fu amico di Torquato Tasso che
ospitò più volte e del quale scrisse una tra le più belle
biografie. Torquato, a sua volta, con un sonetto, esaltò lo
sfarzoso matrimonio dell'amico con Donna Costanza Belprato,
sorella di Don Scipione conte di Anversa,
avvenuto nel 1585. |

© Napoli - chiostro Accademia
degli
Oziosi |

© Napoli - chiostro del Platano |
Nel 1594 il Tasso, quasi povero e sofferente, fu ospite del
Monastero dei santi Severino e Sossio e, nella pace del
chiostro del Platano, scrisse importanti opere tra le quali:
Mondo Creato, Vita di San Benedetto, Delle imprese, il
Minturno , il Porzio.
Il Manso andava spesso
a trovarlo, procurandogli cibo, vestiti e denari per poter
continuare una causa intentata contro i principi
Caracciolo d’Avellino
riguardante un immobile acquistato dalla famiglia de Rossi.
Aiutò il Tasso a procurarsi importanti documenti presso
Juan de
Zunica, conte di Miranda, vicerè di Napoli, dai quali
risultava che il palazzo, oggetto della controversia
apparteneva in parte alla madre.
Torquato, per ringraziarlo, eternò la loro bella amicizia
nel dialogo “Il Manso”.
Giovan Battista Manso rese
l’anima a Dio nel 1645 e le sue ossa riposano in pace nella
cappella gentilizia della Chiesa di San Lorenzo Maggiore di
Napoli.
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Famiglie imparentate con casa Manso |
La famiglia Manso si
imparentò con i Belprato, i Cacace, i Palermo di Santa
Margherita. |
© Napoli - una
delle cappelle gentilizie della famiglia Manso |
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Note:
1) - Le famiglie patrizie napoletane e quelle nobili fuori
seggio aggregate come montiste al Real Monte di Manso furono:
Acquaviva d'Aragona, Acton, Afan de Rivera, d'Afflitto,
Albertini, Alvarez de Toledo
(rami di Montalbano e di Bivona), d'Andrea, Aquino,
Barbarino Colonna di Sciarra, Blanco, Borghese, Brancaccio,
Brancia,
Buonconpagni (rami di Piombino e di Fiano), Capasso, Capece, Capece
Galeota, Capecelatro (rami di S. Lucido, di Morrone,
di Castelpagano e di Siano), Capece Minutolo (rami di
Canosa, di S. Valentino e di Bugnano), Capece Piscicelli,
Capece Zurlo, Capuano, Caracciolo Rossi (rami di Avellino,
di Torchiarolo, di Torella, di Brienza, di S. Vito, di Forino e
di Vietri), Caracciolo del Sole (rami di S. Buono, di
Pettoranello, di Villa e Cellamare, di Marano, di Castelluccio,
di Arena, di Roccaromana, di Castagneto, di Venosa, di Melissano,
di Villamaina a Capriglia, di S. Eramo), Carafa della Spina
(rami di Andria, di Montecalvo, di Castel San Lorenzo, di Noja),
Caravita, Carignani, Castiglion Morelli,
Castromediano di Limburg, Cattaneo della Volta Paleologo, Cavalcante,
Ceva Grimaldi, Cigala, Cito, Colonna
(rami di Stigliano e di Palliano), Como, Coppola,
Dentice del Pesce, Dentice delle Stella, Doria,
de Dura (rami dei duchi di Dura, di Collepietro),
Ferri de Pegnalver, Filangieri (rami di Arianello e di
Satriano), Folgori, Frezza, Gaetani (rami di Laurenzano, di Zullino, di
Sermoneta), Gallerano, Gattola, Guevara, Imperiali (rami di Francavilla e di Latiano),
Lancellotti, de Liguoro (rami di Presicce e di
Pollica), de Maio Durazzo, de Mari, Marulli
(rami d'Ascoli, di S. Cesario e di Barletta), Mastelloni,
Mastrilli (rami di Marigliano e di Gallo),
Mastrogiudice,
dè Medici (ramo di Ottaiano), Messanelli, Milano,
Mirelli, Monforte, Montalto, Monticelli
della Valle, Orsini, Patrizi, Perez
Navarrete, Pescara,
Petra (rami di Vastogirardi e di Caccuri), del Pezzo
(rami di S. Pio e di Cajanello),
Pignatelli (rami di Monteleone-Casalnuovo, di Monteroduni,
di Montecalvo, di Terranova, di Strongoli, di Fuentes, di
Cerchiara, di Belmonte), Pignone,
Regina,
Porcinari,
Ravaschieri Fieschi,
Revertera (rami di Salandra e di Austria), Riario,
de Rosa, Rossi del Barbazzale, Ruffo (di
Calabria, di Bagnara e Baranello), Saluzzo, Sambiase,
Sanfelice (rami di Bagnoli e di Acquavella) di Sangro
(rami di Sansevero, di Rodiano, di Fondi, di S. Stefano, di
Genzano, di S. Lucido, di Casacalenda), Sersale (ramo di
Cesirano), Serra (ramo di Cassano), Spinelli (rami di Cariati, di Fuscaldo, di
Marianella, di Scalea, di Acerra, di Tarsia, di S. Giorgio, di
Laurino), di Somma, di Transo, del Tufo
(rami di Matino e di Chiuppeto), Tuttavilla, Vargas
Macciucca (rami di Vatolla e di Casapesenna), Vespoli,
de Vera d'Aragona, Villani, Volpicella, Vulcano. |
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