Ovvero delle Famiglie Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia. 

Famiglia Marano

Arma: d'argento a tre fasce di rosso.

Titoli: patrizi di Cosenza.

Dimora: Cosenza.


© Stemma famiglia Marano, tratto dall'Opera di Fabrizio Castiglione Morelli

La Famiglia Marano possedette, sin dal 1337, con Raone, la terra di Marano oggi comune omonimo denominato Marano Marchesato poco distante da Cosenza (1)  originario della vicina Cerisano.

Ruggero e Gilberto Marano figli di Raone, nel 1367 pagarono i diritti feudali al re (2).


Marano Marchesato (Cosenza)

Filippo ereditò il feudo da suo padre Ruggero.

Roberto, figlio di Filippo, oltre i feudi ereditati dal padre aggiunse quelli portati in dote da sua moglie Costanza di Paola.

Francesco, fu signore, sin dal 1447, di Lago e Savuto, nel 1457 diede in permuta a Sansonetto Sersale metà del feudo di Lago ottenendo da questi la terra di Pietramala (3); nel 1563 con lo sbarco nel regno di Giovanni d'Angiò parteggiò per quest'ultimo, unitamente al citato Sansonetto Sersale, contro Ferrante d'Aragona il quale ad entrambi confiscò le loro terre ritornando a disposizione della Regia Corte; re Ferrante concesse Pietramala a Luca Sanseverino duca di San Marco (4) e futuro 1° principe di Bisignano.


Lago (Cosenza)


Savuto di Cleto (Cosenza)

Matteo, nel 1475 possedeva il suffeudo di Donna Romana, ricadente nel territorio dello stato di Rende, concessogli da Prospero Adorno, 2° conte di Rende e fu appellato col titolo di nobile et strenuus viro; inoltre, per i servizi militari, come capitano, resi al principe di Bisignano Girolamo Sanseverino, nel 1486 ottenne il suffeudo di Vennere di pertinenza del feudo di Castelfranco.
Giovan Battista, con Giovanni Sambiase, nel 1507 presero in fitto la Gabella della Grassa di Cosenza.
Teresa , sposò Giovanni Barracco.
Domenico Antonio Marano nel 1721 era possessore della difesa Camigliati (estensioni di terreno recintate per far pascolare le mandrie o per seminarvi) in Regia Sila portata in dote da sua moglie Teresa Cugini di Celico, ed assegnate a Teresa da Fulvia e Felicia Antonia sue sorelle, come eredi del fu chierico Angelo Cugini loro comune padre; la difesa era estesa per 220 tomolate così suddivise: 110 di terre seminatorie, 10 di erba di taglio, e tomolate 100 di erbaggi, ed alberata nella parte soprana; confinava con la difesa Camigliati di don Tommaso Monaco, l'altra di Camigliati di don Antonio Gullo, altra Camigliati di Giacinto Valente, le terre di Camigliati di S. Caterina di Spezzano Piccolo, la difesa di Fallistro, e proprio dove si dice Crocevia delle Magare, che si possedeva da Stefano Mollo, Camigliati di Lorenzo Curcio, e via pubblica. Dalla nota delle difese transatte nell'anno 1738 si rileva che questa difesa posseduta da Domenico Antonio Marano, fu transatta dal chierico don Giuseppe Marano suo figlio per ducati 85, quali furono pagati ed introitati a beneficio della Regia Corte.
Antonia Marano, sorella di Giuseppe, ereditò la difesa Camigliati, sposata nel 1743 al barone Stanislao Barracco, portò la difesa in questa casata. Stato della Regia Sila, sotto la delegazione dell'Illustre giudice della Gran Corte della Vicaria Giuseppe Zurlo, compilato dal Giureconsulto Carlo Romeo direttore dello stato del sacro patrimonio nell'anno 1790, Volume I, Napoli, stamperia governativa 1866, pagg. 125-126.


Stemma Marano tratto dall'Opera di Padre Genovese

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Note:
(1) - Terra ricadente nell'antica Provincia di Calabria Citra  e oggi provincia di Cosenza, comune contiguo a Marano Principato e oggi comune omonimo che fu casale dipendente dal feudo di Castelfranco oggi Castrolibero comune limitrofo alla città di Cosenza

(2) - Mario Pellicano Castagna in “Storia dei Feudi e dei Titoli Nobiliari della Calabria” nel Vol. III a pag. 92 riporta: il 17 giugno del 1398 ne comparivano Signori delle terra di Marano Marchesato Roberto di Alagno e Lisa Fasanella che in quella data ottenevano pieno indulto da re Ladislao, successivamente (continua Pellicano Castagna) la terra di Marano Marchesato fu aggregata alla Contea di Rende.

(3) - Oggi Cleto, comune omonimo del quele Savuto ne è una frazione e confinante con Lago anch'esso comune.

(4) - Oggi comune di San Marco Argentano in provincia di Cosenza.

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Fonti bibliografiche:
- Luigi Palmieri “Cosenza e le sue famiglie attraverso testi atti e manoscritti”,Voll.II; Pellegrini, 1999.

- Mario Pellicano Castagna “Storia dei Feudi e dei Titoli Nobiliari della Calabria” Vol.IV, Editrice C.B.C., 2002.

- Fabrizio Castiglione Morelli "De Patricia Consentina Nobilitate Monimentorum Epitome”, Venezia 1713.


Continua sul sesto volume in preparazione di "LA STORIA DIETRO GLI SCUDI"

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