Ovvero delle Famiglie Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia. 

Famiglia Martirano

A cura del Dott. Francesco Paolo Dodaro, Socio Corrispondente dell’Accademia Cosentina e
Presidente dell’Associazione Culturale Coriolano Martirano

Arma di Cosenza: d'azzurro, alla banda scaccata d'oro e di rosso di tre file, accompagnata in capo dal lambello di tre pendenti di rosso.
Altra di Cosenza: d'azzurro, a tre burelle scaccate d'oro e di nero, accompagnate in capo da due stelle d'oro ed in punta da una testa di leone strappata d'argento.
Arma di Tropea: interzato in fascia: nel 1° d'azzurro a tre stelle (8) d'oro ordinate in fascia; nel 2° di rosso a tre burelle scaccate d'oro e di nero,  la superiore e l'inferiore sulla partizione; nel 3° di rosso alla testa di leone strappata d'oro e sanguinosa del campo(1).
Motto: VIRTUTE DOMINIIS ET ARMIS
Titoli: Patrizi di Cosenza, Napoli, Tropea, Teramo, Lecce, Messina, Baroni di Aieta.


© Stemma Famiglia Martirano

L’illustre famiglia Martirano costituisce, secondo alcuni autori, una diramazione della potente casata dei Sanseverino che avrebbe preso il nome dalla contea di “Martorano che quella possedeva verso l’anno 1200 (2). Nel tempo i Martirano si suddivisero in molteplici rami che godettero nobiltà nelle città di Napoli (ove fu scritta al Seggio di Capuana), Cosenza (dove il ramo primogenito del casato si estinse nel 1562 con Lucrezia che sposò il giureconsulto Ludovico della Quadra)(3), Tropea, Teramo, Lecce e Messina(4). Tale famiglia esercitò la propria signoria su diversi territori e come attesta una “Istoria genealogica in sunto”, redatta nel 1761 dal notaio Gaetano Pietro Paolo di Tropea,  furono suoi feudi Tortora, Aieta, Acelva, S. Mauro in Pianella, Monteroni, Taurisano e Trappete (successivamente noto come Plutino)(5). Particolarmente forte è il legame tra i Martirano e Cosenza, città cui la famiglia diede numerosi personaggi illustri. Fra Girolamo Sambiase, nella sua opera sulle famiglie nobili cosentine, si sofferma sul “ legnaggio de’ Martirani” riportando come lo stesso sia stato uno  “de’primi, e de’più antichi, e più onorevoli della nostra Città(6).  Il Sambiase fa menzione di Corrado, Pietro e Tommaso che “rispondevano assai largamete alla prebenda di San Iacomo in Cosenza(7). Nel 1313, Senatore Martirano unitamente a Ruggero Sambiase, al Cavaliere Ruperto de Archis, nonché a Giovanni Ruffo Conte di Catanzaro “armaron nella Calabria un grosso numero di cavalli e baroni (8)”. Il menzionato Senatore Martirano, che fu influente feudatario, ebbe per figlie Isolda, Iacoma e Chiara che andarono rispettivamente in sposa ad Adorisio de Archis, Gilberto Marano e Filippo Sambiase(9). Accolta nell’Ordine di Malta sin dal 1535(10),  la famiglia Martirano, annovera diversi personaggi degni di nota come Mons. Senatore Martirano che fu Vescovo di Martirano dal 1335 al 1349; di lui scrive Davide Andreotti: “morto in Catanzaro in concetto di santità, e sepolto nella Chiesa dei  de’ Domenicani(11). Celebre fu anche Giovan Battista poeta, dotto giureconsulto e Reggente della Vicaria(12). Da Giovan Battista nacquero Bernardino e Coriolano, personaggi particolarmente noti nel panorama politico e culturale del tempo che porteranno grande fama alla loro famiglia. Quanto a Bernardino (Cosenza, 1490   Napoli, 3 novembre 1568) questi fu “in freschissima età creato consigliere e segretario del Regno di Napoli(13) ed ebbe il privilegio di ospitare per tre giorni l’Imperatore Carlo V nella sua villa di Leucopetra a Portici come attesta ancora oggi una lapide apposta a destra del portale dell’edificio (oggi noto come villa Nava). In occasione di tale soggiorno l’Imperatore fece dono al Martirano di un pregevole Crocifisso ligneo attribuito a Giovanni Merliano da Nola. La scultura, attualmente visibile nella chiesa del “Santissimo Redentore” in Portici, presenta una curiosa caratteristica data dalla posizione ritratta di un suo alluce. Siffatto particolare viene ricondotto a un fatto miracoloso poiché, secondo la leggenda, la statua avrebbe piegato il dito del piede per sottrarlo al bacio di Bernardino Martirano. Quest’ultimo venne, in tal modo, salvato da un tentativo di assassinio ordito da alcuni suoi nemici che avevano cosparso di veleno quella porzione della scultura sacra(14).


Portici (Napoli), villa di Leucopetra oggi villa Nava


Lapide che ricorda il soggiorno dell'Imperatore Carlo V

Bernardino è noto anche come letterato dalla vasta cultura e a lui si deve la realizzazione di alcuni scritti, tra i quali si segnala il poemetto intitolato “Gli Amori di Polifemo e Galatea”, testo “per sostanza e forma bellissimo, in ottava rima, di 169 stanze(15). Fratello di Bernardino fu, come anticipato, Coriolano, noto anche col nome di Antonio Girolamo (Cosenza, 1503 Napoli, 27 agosto 1557), che dal Pontefice Clemente VII venne nominato Vescovo della diocesi di San Marco Argentano. Lo stesso “con detta qualità intervenne nel Concilio di Trento, ove fecesi molto onore, come Segretario, leggendo un’assai sensata Orazione, e dove legossi in amicizia, che poi fu duratura, con gli uomini, per sapere e virtù, chiarissimi in Italia e fuori. Di lui parlarono con lode il Cardinal Pallavicini e il celebre Fra Paolo Sarpi nella storia di quell’onorevole ed illustre Consesso di uomini venerabili e dotti(16). Coriolano Martirano ricoprì inoltre, al pari del fratello, la carica di Segretario del Regno di Napoli che poi trasmise a suo nipote Marzio (nato a Cosenza, prematuramente scomparso in Napoli, 5 agosto 1557). Coriolano fu dotto letterato nonché autore di apprezzate tragedie. Le sue opere intitolate Medea, Elettra, Ippolito, Baccanti, Fenice, Penelope, Prometeo e Cristo già nel XIX secolo erano di difficile reperibilità come ricordato da Eugenio Arnoni  che, riferendosi ad esse, afferma “oggidì addivenute rarissime: di esse una copia è nella biblioteca nazionale di Napoli(17).


Ritratto di Coriolano Martirano eseguito dal pittore Rocco Ferrari. Quest'opera, poi andata distrutta, faceva parte del ciclo pittorico dei cosentini illustri. Ciò che rimane di tali affreschi è visibile nella sala “Gullo” della “Casa delle culture di Cosenza”. Questo storico
edificio fu antica sede del Municipio di Cosenza.

Giovan Tommaso (nato e vissuto a Cosenza), nipote di Bernardino e Coriolano, fu filosofo e matematico (17bis).
Quest'ultimo possiamo identificarlo nel precedente, Cavaliere di Malta, ascritto il 27 agosto 1574.
Giovan Battista, fu il terzo Commendatore della Commenda di Cosenza, risulta tale in data 1535.
Giovan Battista, possiamo identificarlo nel precedente, è citato in un atto notarile stipulato a Cosenza il 17 ottobre 1524 unitamente ai nobili Roberto Santangelo, Antonio Ferrao, Carlo Ferrao, Adriano Telesio, Gregorio Ferrao e Giovanni Telesio, anche in nome dei nobili Gerolamo Morano, Bartolo Quattromani, Giacomello de Filleno, Giovan Battista Britti, Pietro de Tarsia, Vincenzo Longo e Nicola Antonio Carolei da Cosenza. I citati personaggi si protestano contro l'egregio Tommaso de Arena, per essersi questo rifiutato di sottoscrivere ed autenticare un istrumento stipulato al tempo di Re Federico d'Aragona per mano del fu notaio Biagio Scavelli, ed ora riassunto per mano di notaio Giovanni Arnoni da Rovito, alla cui stipulazione detto Arena era intervenuto quale giudice ai contratti, istrumento che i richiedenti hanno necessità di presentare al Regio Collaterale Consiglio. (ASC, Not. 70, 10, 67).
Giovan Matteo, acquistò dall'Università di Sant'Agata, annue entrate sulla gabella della farina. Istrumento del 17 settembre 1607, Notaio Giovan Bernardino Servidio di Sant'Agata.
Don Luigi, dalla Platea del 1695 risulta sostenere la Commenda dei Cavalieri di Malta di Cosenza con altri notabili: Don Luigi e Don Domenico Aloe, Don Serafino Arnedo, Don Nicola e Don Domenico Cipparrone, Don Domenico de Majo, Don Giuseppe Donato, Don Basilio Filosa, Donna Serafina Gervasi, Don Cesare Guarasci, DD. Michelina, Caterina, Rosa e Teresa Le Piane, Don Saverio Manfredi, Don Ippolito Mazzei, Don Francesco Maria Scarpello, Don Marcantonio Toscano; si potrebbe definire una partecipazione collaterale, pur non militando personalmente nell'Ordine vollero essere presenti e partecipi, indotti dall'influenza sopra loro esercitata da legami di parentela direttamente con Cavalieri, o famiglie a questi danti quarto, esistenti nella stessa località della presenza di chi assumeva obblighi. (17ter)
Nella città di Cosenza si trova, nel rione dello “Spirito Santo”, un’antica dimora della famiglia originariamente usata come convento. Si ritiene che il palazzo in questione sia stato acquistato dai Martirano e trasformato in abitazione privata a seguito della distruzione, causata da un incendio, di un più antico palazzo di pertinenza della famiglia sito nel rione di “Santa Lucia”
(18)


Cosenza, Palazzo Martirano


Cosenza, Palazzo Martirano, cortile interno

Altro palazzo appartenuto ai Martirano si trova ad Aieta, feudo situato in Calabria Citra, acquistato da Giovan Battista e da questi trasmesso ai suoi discendenti sino a Lucrezia che lo vendette a Scipione Cosentino per la somma di 13.000 ducati(19).

 
Aieta (Cosenza), Palazzo appartenuto alla Famiglia


Particolare degli affreschi


La cucina

Tra le personalità di casa Martirano, vissute ai nostri giorni, spicca Coriolano (Cosenza, 11 luglio 1932 † ivi, 2 marzo 2019) scrittore e accademico cosentino. Figlio di Bernardino e di Ada Campagna, svolse gli studi superiori presso Il Liceo Classico “B. Telesio” di Cosenza per poi trasferirsi a Roma dove si laureò in giurisprudenza presso l’università “La Sapienza”. Nella sua vita collaborò a numerose testate giornalistiche e una volta tornato a Cosenza, resse l’ufficio stampa della Confindustria. A dimostrazione del suo impegno culturale e sociale fu insignito di prestigiose cariche (è stato infatti Segretario Perpetuo dell’Accademia Cosentina e Governatore del 210° distretto del Rotary) nonché ambiti riconoscimenti, tra i quali i premi: “Sila”, “”Villa San Giovanni”, “Scogliera d’Argento” e quello alla Cultura della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Coriolano Martirano è autore di decine di pubblicazioni a carattere storico e in particolare, di avvincenti romanzi aventi come personaggi uomini e donne che hanno contribuito con le loro vicende umane, a edificare la storia di Cosenza e del Meridione d’Italia. Per onorare e perpetuare la memoria di questo apprezzato studioso, la famiglia Martirano e in particolare la moglie Maria Cristina Parise e i figli Luigi ed Ada, ha inteso istituire in data 27 aprile 2021, “L’Associazione Culturale Coriolano Martirano”. La nuova realtà associativa, avente come suo Presidente Francesco Paolo Dodaro, stimato amico di Coriolano Martirano, ha come obiettivi: l’organizzazione di manifestazioni legate alla figura di Coriolano e alla promozione delle sue opere, la valorizzazione della Cultura e della storia italiana (con particolare attenzione a quella del Sud Italia), l’organizzazione di corsi, premiazioni e conferenze di carattere letterario, poetico e artistico.


Coriolano Martirano, il Presidente Mario Misasi, ed il Segretario perpetuo Mario Valentini durante una sessione dell'Accademia Cosentina


Coriolano Martirano


Alcune pubblicazioni di Coriolano

Per la genealogia si consiglia di consultare le Tavole genealogiche redatte da Serra di Gerace.

Note:
(1) -
UMBERTO FERRARI, Armerista Calabrese, La Remondiana, Bassano del Grappa, 1971, p. 43-
(2) -
B. CANDIDA GONZAGA, Memorie delle famiglie nobili delle provincie meridionali d’Italia, vol. VI, Tipografia del Comm. De Angelis e Figlio, Napoli, 1882, p. 109. M. PELLICANO CASTAGNA in La Storia dei feudi e dei titoli nobiliari della Calabria, Vol. III, Editrice C.B.C, 1999, p.106  riporta che questa antica città della Calabria Citra, compariva nel 1269 in un elenco di castelli che, necessitando di riparazioni, venivano affidati dal Re a Guglielmo di Logotete, Secreto di Calabria; risultava altresì esservi un castellano, uno scudiero e sei servienti.
Il 7 agosto 1453 Francesco Caracciolo di Napoli risultava essere custode del castello di Martorano.
Martino Giovanni Escarrer (Scarrera), gia Castellano perpetuo di Roccabernarda e di Policastro, con privilegio del Re Ferrante I, dato in Troia il 20 dicembre 1464, in permuta della predetta Castellania ottenne quella di Martorano e di Motta Santa Lucia con le prime cause civili, criminali e miste, banco justitiae, mero e misto impero, diritti, proventi da trasmettere ai suoi eredi. Andrea de Gennaro, Patrizio Napolitano, come marito di Caterinella Escarrer, figlia del predetto Martino Giovanni, ebbe confermata per sé e per i suoi eredi la Castellania di Martorano e Motta Santa Lucia con tutti i diritti con cui era stata concessa al suocero, ciò con privilegio del Re Ferrante dato in Berletta il 16 luglio 1481. In segnito, con privilegio del Re Federico, dato in Gaeta il 6 dicembre 1496, ebbe in feudo per sé e per i suoi successori Martorano con i dipendenti casali di Motta Santa Lucia, Conflenti, Scigliano, Altilia e Grimaldi, con le giurisdizioni e le prime e seconde cause, e col titolo di Conte di Martorano.
(3) - B. CANDIDA GONZAGA, op. cit., p. 110.
(4) - B. CANDIDA GONZAGA, op. cit., p. 109.
(5) - F. VON LOBSTEIN, Settecento Calabrese, Fausto Fiorentino, Napoli, 1973, p. 298. M. PELLICANO CASTAGNA, op. cit., Vol. IV, Editrice C.B.C, p.113, riporta che il feudo di Plutino, ubicato in territorio di Parghelia presso Tropea, prese il nome dal suo possessore
Francesco Plutino, ottenendo questo feudo con privilegio del 3 settembre 1449 come figlio di Petrillo Plutino.
(6) - G. SAMBIASI, Ragguaglio di Cosenza e di trent’una sue nobili famiglie, Vedova di Lazaro, Napoli, 1639, p. 102.
(7) - G. SAMBIASI, op. cit., p. 103.
(8) - Ibidem.
(9) - Ibidem.
(10) - B. CANDIDA GONZAGA, op. cit., pp. 109-110.
(11) - D. ANDREOTTI, Storia dei Cosentini, Vol. II, Stabilimento Tipografico di Salvatore Marchese, Napoli, 1869, p. 33. Ivi l’autore riporta una diversa datazione per il presulato di Mons. Senatore Martirano.
(12) - B. CANDIDA GONZAGA, op. cit. p. 110.
(13) - E. ARNONI, La Calabria Illustrata, Vol. III, Edizioni Orizzonti Meridionali, Cosenza, 1992, p. 117.
(14) - S. Scognamiglio, Gli antichi crocifissi di Portici in
http://www.lospeakerscorner.eu/
(15) -
Ibidem.
(16) - E. ARNONI, op. cit., p. 123.
(17) - E. ARNONI, op. cit., p. 124.
(17bis) - G. VALENTE, Compendium, dizionario storico, geografico, biografico ragionato della Calabria Vol.IV, Ferrari editore 2017.
(17ter) - G. VALENTE,  Il Sovrano Ordine di Malta e la Calabria, La Ruffa Editore 1996, pp.170, 186, 307. V. MARIA EGIDI - M. BORRETTI  I Telesio Regesto dei documenti del sec. XVI, a cura di R. BORRETTI, Calabria Nobilissima 1988, p. 19. MINISTERO DELL'INTERNO, pubblicazione degli Archivi di Stato XI, Archivio di Stato di Napoli, Archivi Privati, Vol. I seconda edizione, Roma 1967, Archivio Sanseverino di Bisignano: 245.

(18) - F. P. DODARO, I Palazzi raccontano…Guida alle dimore storiche dell’antica Cosenza, Luigi Pellegrini Editore, Bari, 2015, p. 97.
(19) - M. PELLICANO CASTAGNA, op. cit. Vol. II, Editrice C.B.C., 1996, p. 34.


Continua sul sesto volume in preparazione di "LA STORIA DIETRO GLI SCUDI"

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