Ovvero delle Famiglie Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia. 

Famiglia Pepi

Arma: di rosso, al palo d’argento.

P.S.D. - Ch.S.D.M.
© Napoli, stemma famiglia Pepi

Le prime notizie sull’antichissima famiglia Pepi risalgono ai tempi dei Normanni con Adinolfo Pepi, Signore di Contursi, figlio Giovanni Pipir o Pepi, che sposò Bellina la quale generò Roberto, Signore di Contursi (1), Beltrando, capitano dei fiorentini, che stabilì la sua residenza in Firenze, e Goffredo, Signore di Tursi in Basilicata. La Signoria di Tursi passò in Casa Gesualdo, a seguito del matrimonio tra Aurelia Pepi e il barone Desiderio Gesualdo.


Firenze, Palazzo Pepi


Firenze, Palazzo Pepi, stemma


Firenze, Santa Croce, stemma Pepi

Pietro, figlio di Giovanni Pepi, fu Segretario di re Guglielmo il buono.
Guglielmo sposò Agrippina Rustico che portò in dote Sicignano, terra in Principato Citra.
Filippo Pepi fu Abbate cassinense.
Guglielmo, valoroso capitano, si stabilì nella città di Forlì; al comando di 3.000 soldati armati corse in aiuto di re Carlo contro il re Manfredi, per i servizi resi ebbe il dominio del castello di Gallipoli, posto in Provincia d’Otranto.
Antonio Pepi, figlio primogenito di Guglielmo, sposò con dispensa papale sua cugina Benedetta Pepi di Contursi; entrambi, col figlio Filippo si stabilirono a Napoli; quest’ultimo sposò Lancillotta Abenante.
Altro Filippo Pepi impalmò Leonora Cicinella della potente famiglia del Seggio di Montagna; i loro figli furono i capostipiti dei rami che si diramarono in varie città del Regno di Napoli e del Regno di Sicilia.
Nel 1186 Stefano Pepi era barone di Sicignano, diede per il servizio militare in Terra Santa un soldato a cavallo.
Nel 1277 Roberto Pepi, che aveva molti beni nella città di Avellino, prestò un’ingente somma per sostenere le guerre di re Carlo I d’Angiò.
Il casato fu ascritto al Patriziato Napoletano del Seggio di Porto; possedeva in Napoli un maestoso palazzo nei pressi di Portanova; nel 1360 il casato risulta tra le famiglie del Seggio di Portanova.
Nel Regio Archivio della Zecca di Napoli dell’anno 1420, Antonello e Gio: Pepi risultano, con altri nobili, dichiarati franchi e immuni per i servigi resi alla regina Giovanna II di Durazzo.
Bartolomeo Pepi, ai tempi dell’imperatore Carlo V, fu piu’ volte giudice civile e criminale della Gran Corte della Vicaria, Commissario della Grassa del Regno di Napoli e Consigliere  di Santa Chiara; sposò Albentia Antinori, di famiglia nobilissima napoletana, che generò Marcantonio e Girolamo, ambedue dottori in legge. Il primo si addottorò il 18 luglio 1536 alla presenza del vicerè Pietro di Toledo, marchese di Villafranca; fu Signore di Contursi, di Sant’Angelo a Fasanella (terra in Principato Citra, patria del famoso giureconsulto Giovanni Arnone), di Ottati, di Ottanello, dell’Abriola, della baronia di Toccanisi, e dei casali di Lusciano e di Parete, sposò donna Isabella Gomez, figlia di Michele Giovanni, Presidente della Regia Camera, la quale diede alla luce due femmine: Ortenzia che sposò don Claudio Capece del Seggio di Nido, e Porzia che sposò con Bellisario Acquaviva d’Aragona, duca di Nardò.

P.S.D. - Ch.S.D.M.
Napoli, sepolcro di Bartolomeo e Girolamo Pepi, fatto realizzare  da Marcantonio Pepi, figlio e fratello dei predetti nell’anno 1553.

P.S.D. - Ch.S.D.M.

Detto Marcantonio, Signore di Contursi e di altre terre, eresse una cappella gentilizia nella Chiesa di San Francesco delle Monache a Napoli, dove fu seppellito con il seguente epitaffio “Marcus Antonius Pepi Iuriconsulto, MDLXXVI.


Napoli, Chiesa di San Francesco delle Monache

La famiglia fu ricevuta nel S.M.O. di Malta sin dal 1565 con Frà Girolamo Pepi che morì gloriosamente durante l’assedio dell’isola di Malta da parte dei Turchi.
Ortensio Pepi, seguendo le orme paterne, fu giudice della Gran Corte della Vicaria e Presidente della Regia Camera; sua figlia Cecilia sposò Carlo Petra (?, 1627
Napoli, 15-7-1702), barone e poi 1° duca di Vastogirardi.


Castello di Vastogirardi, epitaffio in ricordo del duca Carlo Petra, sormontato dallo stemma del duca partito
con le insegne della moglie
, donna Cecilia Pepi (di rosso al palo d'argento)

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Note:
(1) - Contursi, terra in Princpitato Citra, fu posseduta dalla famiglia Pepi, i cui individui si distinsero molto nella magistratura e nella letteratura. Precedentemente apparteneva a Luigi Sanseverino, conte di Mileto, insieme alle terre di Balbano, Platano, Contursi, Postiglione, Controne, Ottati, Panduliano, Sant’Angelo a Fasanella e Bellosguardo.
Successivamente ai Pepi passò alla famiglia Gesualdo. Vi nacque Antonio Pepi, detto per soprannome Piperone, il quale fu giudice della Gran Corte della Vicaria, scrisse varie opere tra cui “De omni vero officio”; a pag. 186 di detta opera scrisse dell’antichità della sua famiglia affermando che ai suoi tempi vi erano dieci Dottori del casato, dei quali molti erano ascesi a Supremi e Regi magistrati.
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Fonti bibliografiche:
- Filadelfo Mugnoz, “Teatro genologico delle famiglie illustri, nobili, feudatarie, et antiche…”, 1670.
-  Lorenzo Giustiniani , “Dizionario geografico-ragionato del Regno di Napoli”.
- Giuseppe Lumaga, “Teatro della nobiltà dell'Europa ovvero Notizie delle famiglie nobili, che in Europa vivono di presente, e che in lei vissero prima ...”, Napoli 1725.
- Paolo Piccoli, “Dell’origine e fondazione dei Sedili di Napoli”, LucianoEditore, 2005.
- Cesare d’Eugenio Caracciolo, “Descrizione del Regno di Napoli”, 1671.


Continua sul sesto volume in preparazione di "LA STORIA DIETRO GLI SCUDI"

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