Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Famiglia Petrone o Petroni
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Arma:
d’oro al palo d’azzurro (variante: d’argento) caricato da tre
stelle a cinque punte del campo
(1).
Dimora: Napoli |
© Napoli - Grand'Arma di Frà Petronio
Petroni,
Commendatore di San Leonardo |
La Famiglia Petrone o Petroni è originaria di Siena dove è
attestata sin dall’anno 1252; diede molti uomini alla Chiesa,
tra i quali: Riccardo Petroni fu creato nel 1313, anno
della sua morte, cardinale di S. R. dal Papa Bonifacio VIII; il
Beato Paolo Petroni fu monaco certosini nel 1362;
Guglielmo Petroni frate dei Servi di Maria fu Arcivescovo di
Bari; il Beato Cristofaro Petroni rese l’anima a Dio nel
1513.
Ludovico Petroni, conte palatino,
eccellente soldato ed esperto giurista, fu consigliere di
Francesco Sforza duca di Milano, Senatore di Roma, Ambasciatore
nel 1451 del re di Napoli
Alfonso I d’Aragona presso la
Repubblica Senese e Papa Pio II.
La famiglia passò nel 1467 nel Priorato dell’Ordine
Gerosolimitano in persona di Frà Petronio Petroni,
Commendatore di San Leonardo, nel 1757 in persona del
Commendatore Gaetano Petrone e nel 1797 in persona di
Saverio Maria Petrone, cavaliere gerosolimitano, dei duchi
di Sessa e marchesi di Nisida. |
Napoli - Epitaffio in
ricordo di Petronio e di
Ludovico Petroni |
Napoli - ciò che resta
dello stemma partito con le armi
Petrone e Capece |
Il Casato godette di nobiltà anche a Napoli dove ebbero
il patronato di una cappella gentilizia e di un altare.
Nel 1725 ottennero il titolo di
duca sulla terra di Padula
e di marchese sulla terra
di Sessa in Principato
citra. |
Napoli - Cappella Petrone
o Petroni |
L’isola di Nisida, situata tra Napoli e Pozzuoli, nel
1554 apparteneva Giovanni
Piccolomini, duca di Amalfi,
nel 1588 Alfonso Piccolomini, conte di Celano, la
vendette a Pietro
Borgia, principe di Squillace, per
ducati 13.500; successivamente passò nel 1595 a Matteo
di Capua principe di Conca, nel 1628 a Vincenzo
Macedonio marchese di Roggiano che ebbe la giurisdizione
civile e criminale.
Nisida, casale di Napoli, fu venduta nel 1661 per ducati
6.800 al Presidente della Regia Camera, Domenico Astuti,
il quale morì senza eredi maschi e l’isola fu portata in
dote dalla figlia Violante che sposò Antonio Petrone.
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Napoli - Altare Famiglia Petrone |
Napoli - Stemma Famiglia Petrone |
Domenico Petrone, figlio di Antonio e di Violante
Astuti, nel 1698 ottenne il titolo di
marchese di Nisida; suo
successore fu il nipote Pietro Antonio Petrone (†
1792); al figlio di quest’ultimo, Nicola Maria
Petrone nel 1793 risultano intestate alcune
giurisdizioni di Nisida. |
Targa in ricordo di Eduardo, figlio di Giuseppe Petrone,
duca di Sessa - Anno 1822 |
I PETRONE IN CALABRIA CITRA |
Bellino Petrone, notaio, con
privilegio del 7 marzo 1496 ebbe concesso il feudo di
Capalbo o Li Coscini, feudo disabitato nella Sila Grande di Cosenza e ricadente nel
territorio del comune di Aprigliano, devoluto alla Regia
Corte per ribellione di Bernardino
Quattromani,
essendosi compromesso durante il breve regno, nel 1495,
di Carlo VIII di Valois, re di Francia dal 1483 al 1498,
come Carlo IV re di Napoli.
Pacello, il 7 ottobre 1509, ebbe significatoria di rilevio per il feudo di
Capalbo, per la morte di suo padre, notaio Bellino, a
lui successe suo figlio Aurelio, il quale ebbe
significatoria di rilevio il 3 dicembre 1511.
Alfonso, il 22 dicembre 1517, ebbe significatoria di rilevio per il feudo
di Capalbo per la morte di suo fratello Aurelio. Ad
Alfonso successe Princivalle.
Giulio Cesare
Petrone, l'8 giugno 1560 ebbe significatoria di rilevio per il
feudo di Capalbo come erede per la morte di Princivalle
suo avo paterno, alla sua morte gli successe suo figlio
Giovan Matteo, come da significatoria di rilevio del
29 novembre 1599.
Giulio Cesare juniore, successe nel feudo di
Capalbo per la morte di suo padre Giovan Matteo;
vendette il feudo a Giovan Bernardino de Julianis, con
regio assenso del 28 febbraio 1617, registrato nel
Quinternione 56, foglio 91, ed intestato nel Cedolario
73, foglio 53.
Flavio
Schettini, acquistò il
feudo di Capalbo per la somma di ducati 1.700 da Giovan
Bernardino de Julianis, con regio assenso del 22 ottobre
1649.
Di seguito presentiamo il
“signum” di Francesco Petrone, notaio in
Aprigliano, da un atto del 1566. Si notino, a destra, i
carichi araldici di famiglia. Vincenzo Maria Egidi
“SIGNA TABELLIONUM EX ARCHIVIO PUBBLICO COSENTINO,
TESTO-TAVOLE-INDICI, FONTI E STUDI DEL Corpus
membranarum italicarum”, vol.V, Direttore Antonino Lombardo,
Il Centro di Ricerca Editore, Roma-1970, tav. VII ,
numero 62. |
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Note:
1)
- G. B. Crollalanza, “Dizionario
Storico-Blasonico delle …”, 1886.
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Bibliografia:
- Mario Pellicano Castagna, “La Storia dei Feudi
e dei Titoli nobiliari della Calabria” Vol.I, Frama Sud 1984.
- L'araldo, Almanacco Nobiliare Napoletano 1915, Enrico Detken,
Libraio-Editore, Napoli 1914. |
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