Il capostipite dell’antica famiglia Roscio è Giovanni
Battista Roscio, dottore in legge, che il 13
novembre 1626 fu ascritto al patriziato di Benevento.
Monsignor Mario
della Vipera
narra che nel 1134 Gregorio Roscio, arcivescovo
di Benevento (1130 - 1145), si schierò con l’antipapa
Anacleto II (1130 - 1138); fu dapprima privato della
dignità e poi reintegrato dal Pontefice Innocenzo II
(1130 - 1143).
Il citato Giovanni Battista, sposò Camilla Cardone, di
onorata famiglia, e fu inviato quale ambasciatore, in
nome pubblico, presso tre Pontefici: Paolo V, Urbano
VIII e Innocenzo X. Il 5 luglio 1656 rese l’anima a Dio
all’età di 72 anni e fu sepolto nella Chiesa di S. Sofia
dove la famiglia possedeva le cappella gentilizia.
Lasciò cinque figli, tre maschi e due femmine, il
secondogenito Tommaso ebbe per figlio
Francesco Antonio, canonico e bibliotecario della
Cattedrale di Benevento.
Giuseppe
Roscio (1802 †
1874), patrizio di Benevento, sposò Marianna
Pedicini (†
1891), figlia di Beatrice, a sua volta, figlia ed erede
Giovanni Battista Pedicini, marchese di Luogosano (o
Cossano) dal 3-8-1805. Per figlia ebbero
Carlotta
(n. 1835) che sposò nel 1857 Pietro
Capasso,
conte delle Pastene.
La famiglia risulta iscritta nell'Elenco
Ufficiale Nobiliare Italiano col titolo di patrizio di
Benevento (maschi e femmine), in persona di Carlo
(n. 4-12-1854), figlio di Giovanni Battista (n.
13-3-1804) e di Virginia
Dentice
dei duchi di Accadia (1803 †
1863), che sposò il 7 settembre 1865 Giuseppina
Nuzzo-Mauro, che generò Giovanni (n. 16-11-1866),
Virginia (n. 10-6-1872), e Maria (n.
16-10-1873). |