Ovvero delle Famiglie Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia. 

Famiglia Schinosi

A cura del dr. Giuseppe Pizzuti

Arma di Cosenza: d'azzurro alla banda d'oro accompagnata in capo da una stella di sei punte ed in punta da una colonna il tutto d'argento.

Arma di Trani e Benevento: d'azzurro alla banda d'oro accompagnata in capo da una stella di sei punte dello stesso ed in punta da una colonna d'argento.

Titoli: patrizi di Cosenza, patrizi di Trani, patrizi di Benevento.

Dimore: Cosenza, Bisceglie, Trani e Benevento.

Casertavecchia
Casertavecchia (Caserta), stemma del Vescovo Giuseppe Schinosi

Le origini della famiglia Schinosi non si conoscono con certezza, si è sostenuto che giunsero nel Regno di Napoli dalla Normandia (1) al tempo di Carlo d'Angiò.
Guglielmo fu familiare di Carlo I, mentre Nicola ne fu il suo tesoriere, suo nipote Odoardo fu feudatario. La famiglia era detta anticamente de Mitio.
Ludovico, fu maniscalco del re Ladislao; lo stesso re nell'anno 1397 investì il casato della Regia Familiarità e del grado di Regio Ciambellano nella persona nobili viri Antonii de Mitio dicti Schinosi de Cusentia militis, il quale fu Sindaco del Collegio dei Nobili di Cosenza. Antonio passò a Molfetta dove si stabilì, e nel 1401 ottenne da re Ladislao, per i servizi resi allo Stato, per sè, suoi eredi e successori una provvisione di cinquanta once annue sui redditi fiscali della provincia di Bari (1bis).
Pietro, Enrico e Bartolomeo nella prima metà del Quattrocento furono feudatari in Calabria Citra.
Nel mentre governava Alfonso I d'Aragona la famiglia risultava divisa in due rami: quello di Pietro, Signore di Civita, feudo in Calabria Citra (poi parte integrante dello stato di Bisignano sotto i  principi Sanseverino i quali lo concessero in suffeudo a Giorgio Paleologo Assan, oggi comune omonimo alle falde del Pollino in provincia di Cosenza) il quale giunse a Cosenza per aver sposato Caterina Sanseverino
(2); l'altro ramo, quello di Giovanni, figlio del citato Antonio e di  Bisanzia di Tarsia, il quale ottenne nuovi favori dalla regina Giovanna II nell'anno 1427.


Civita (Cosenza)

I discendenti di Giovanni si trapiantarono nella vicina Bisceglie dove la famiglia possedette diversi feudi, prese parte alla vita pubblica della stessa città nel così detto braccio feudale, nell'anno 1640 fu aggregata al Patriziato di Trani nel Seggio di San Marco (2bis).
Antonio juniore sposò Giulia Capecelatro figlia di Scipione con la quale ebbero per figlio Saverio (3).
Giuseppe Schinosi (n. Bisceglie, 1653), nipote di Antonio juniore e Giulia, fu Vescovo di Caserta dal 21 gennaio 1696 al 17 settembre 1734, fece costruire all'interno della cattedrale la cappella del Rosario in stile barocco, al centro si trova la sua tomba che si fece costruire ed è ancora oggi visibile con la scritta: “A Dio Ottimo massimo Giuseppe Schinosi il più umile dei vescovi, il più grande dei peccatori, cosciente che gli sarebbe rimasto soltanto il sepolcro, mentre era ancora in vita ha preparato questo ai suoi resti mortali nel 1716 dal parto della vergine.”


Altare con lo stemma Schinosi

Filippo, fu arcidiacono di Bisceglie, amministrò le Vicarìe generali di Bitonto, fu amico del cardinale Pier Luigi Carafa (4).


Bisceglie (Barletta), Palazzo Schinosi, portale.
Si ringrazia la Pro Loco per aver inviato la foto.


Bisceglie (Barletta), Palazzo Schinosi, stemma.
Si ringrazia la Pro Loco per aver inviato la foto.


Bisceglie (Barletta)

Francesco, gesuita, coautore della “Istoria della Compagnia di Gesù di Napoli”, II, Muzio, Napoli, 1711, 16-18.
Filippo (Secondigliano, 1775 Bisceglie, 1829) figlio del nobile Saverio e di Cecilia dei duchi Villani, appartenne alla massoneria di Trani, sposò Isabella Curtopassi († 19 bicembre 1849) (5), ebbero per figli: Maria Vittoria (n. 19 novembre 1813), sposata il 17 luglio 1851 a Giuseppe Tortora Brayda († 5 marzo 1885), nobile dei baroni di Belvedere; Almerinda (n. 24 marzo 1815), sposata il 6 ottobre 1835 con il marchese Ottavio Tupputi di Bisceglie († 7 gennaio 1865), Luogotenente Generale e Comandante in capo della Guardia Nazionale di Napoli, ebbero per figlio Giuseppe Tupputi il quale fu adottato da suo zio Giuseppe Schinosi, creando la casata Tupputi Schinosi (5bis).
Giuseppe Tupputi Schinosi sposò Giulia dei marchesi Colangelo ed ebbero per figli: Isabella, sposata con Pietro de Luca marchese di Roseto; Teresa, sposata con il conte Giudo
Tosti di Valminuta; Ottavio e Tommaso.
La famiglia si diramò a Benevento; iscritta nell'Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano del 1922 col titolo di patrizio di Benevento (6).
Paolo Schinosi, fu Arcivescovo titolare di Marcianopoli dall'8 aprile 1901 al 18 luglio 1921 (antica città della provincia della Mesia Seconda fondata dall'imperatore Traiano in onore di sua sorella Ulpia Marciana le cui rovine si trovano nell'attuale Bulgaria) e Vescovo ausiliare di Benevento, il 10 agosto del 1910 nella cappella dei Canonici della Cattedrale ordinò sacerdote San Pio da Pietralcina.


Stemma Schinosi tratto dall'opera di
Fabrizio Castiglione Morelli


Stemma Schinosi tratto dall'opera del Padre Lettore
Gaetano Maria Genovese

Per eventuali approfondimenti si consiglia di consultare le tavole genealogiche redatte da Serra di Gerace.

_________________
Note:
(1) - Fabrizio Castiglione Morelli "De Patricia Consentina Nobilitate Monimentorum Epitome”, Venezia 1713.
(1bis) - L'Araldo “Almanacco Nobiliare del Napoletano 1896”, Enrico Detken, libraio editore, Napoli 1895, pag. 225.
(2) - Luigi Palmieri, pag.496 “Cosenza e le sue famiglie attraverso testi atti e manoscritti”, Pellegrini Editore, 1999.
(2bis) - L'Araldo “Almanacco Nobiliare del Napoletano 1896”, Enrico Detken, libraio editore, Napoli 1895, pag. 226.
(3) - Don Giuseppe Reccho Duca d'Aquadia, Cavaliere dell'Ordine di Calatrava, Milite Napolitano, pag.162 “ Notizie di famiglie nobili, ed illustri, della città, e Regno di Napoli”, Napoli MDCCXVII.

(4) - Il Postiglione ovvero lettere di Antonio Lupis dedicate al Signor Andrea Vendramino, Venezia MDCLXXIV.

(5) - Ruggero di Castiglione “La Massoneria nelle Due Sicilie e i fratelli meridionali del '700”, Gangemi Editore.
(5bis) - L'Araldo “Almanacco Nobiliare del Napoletano 1896”, Enrico Detken, libraio editore, Napoli 1895, pag. 226.

(6) - Vittorio Spreti, “Enciclopedia Storico-Nobiliare”.


Continua sul sesto volume in preparazione di "LA STORIA DIETRO GLI SCUDI"

Copyright © 2007 www.nobili-napoletani.it - All rights reserved  
 

*******************
STORIA DELLE FAMIGLIE NOBILI:
Elenco A - B  /   Elenco C   /   Elenco D - H 
Elenco I - N /  Elenco O -R  /  Elenco S -
Z
*******************

SEDILI DI NAPOLI   CASE REGNANTI   ELENCO TITOLI
MEDIA   PUBBLICAZIONI   EVENTI  
ELENCO ANALITICO NOMI   MERCATINO ARALDICO   MAPPA DEL SITO
STEMMARIO   ORDINI CAVALLERESCHI

SCOPO   FONTI   CONTATTI   LINKS
HOME PAGE