Ovvero delle Famiglie Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia. 

Viscido di Nocera
Parte prima

Arma: partito: nel primo di nero, a tre corone all’antica d’oro, nel secondo di rosso;
alias:
di nero, alla fascia di rosso attraversata da una torre d’oro merlata di tre pezzi, aperta e finestrata del campo, sormontata da due corone all’antica d’oro;
alias: inquartato: nel primo e nel quarto di nero, alla fascia di rosso attraversata da una torre d’oro, merlata di tre pezzi, aperta e finestrata (Viscido), nel secondo e nel terzo di verde alla banda d’oro contradoppiomerlata tre volte, accompagnata da due stelle da ambo i lati (Donati di Cosenza).                                
Motto: MEMORIA AVITAE GLORIAE.
Titoli: S.A.R., Principe con discendenza dai Principi Sovrani Longobardi di Salerno della prima dinastia, Conti di Nocera e di Giffoni, Patrizi di Salerno e di Nocera.

La casata longobarda dei Viscido discende dal nobile beneventano Dauferio Balbo che viene considerato il primo Conte di Nocera ( 826 – 840 d.C.), centro che fu una munita piazzaforte sin dall’epoca romana, dove era riparato con i suoi familiari ed i fedeli in fuga da Benevento per sottrarsi alle persecuzioni del Principe Sicardo.


Abbazia di Cava, Codex legum, fol. 182 r, Miniatura del Principe di Salerno Arechi I

Il Conte Dauferio Balbo insediò il figlio Guaiferio sul trono del Principato di Salerno, originato dalla scissione dello stato beneventano, con l’aiuto dei napoletani e dell’Abate Alfano, nobile di  altissimo lignaggio, fuggito a Nocera da Benevento con i suoi sodales per i medesimi motivi.


Chiesa palatina di S. Massimo in Salerno, trabeazione con l’incisione del fondatore Principe Guaiferio.

I discendenti governarono sul territorio del Principato per circa un secolo (prima dinastia) poiché al Principe Sovrano Guaiferio (861-880 d.C.) successe Guaimario I (880-900 d.C.); quindi seguirono Guaimario II (901-946 d.C.) e Gisolfo I reso, nell’anno  933 d.C., partecipe imperii dal padre. Gisolfo I fu l’ultimo Sovrano della stirpe di Dauferio Balbo poichè, in mancanza di figli, designò nel 974 come erede Pandolfo, figlio di Pandolfo Capodiferro, Principe di Capua e di Benevento, onde l’estinzione della prima dinastia.
Nella qualità di Principi della linea secondogenita dei Sovrani Longobardi di Salerno, tutti investiti del comando dei castelli che circondavano Salerno a difesa della capitale contro le forze ostili, anche i Viscido furono preposti alla difesa del castello del Parco di Nocera con il titolo onorifico di Comes, che era all’epoca il più alto nella gerarchia sociale. Del castello i Viscido erano ancora proprietari  nel secolo XI poiché in un atto di vendita del maggio 1097 dell’archivio dell’Abbazia di Mercogliano si costituì come proprietario un esponente della famiglia comitale Giaquinto “filius quondam  Johanni Viscidu “ e la moglie Nucerina.


Castello del Parco in Nocera

I Conti Viscido avevano assunto il  cognome dopo il 1000, quando si era reso necessaria una maggiore identificazione della famiglia per la confusione generata dall’uso del patronimico. Negli atti notarili i discendenti del Conte Balbo erano costituiti in questo modo: il Conte Alfano, figlio del Conte Ademaro, figlio del Conte Landolfo, e così via. In particolare, assunsero il cognome dal territorio nocerino Lo Biscito o Biscido dove avevano edificato una chiesa e un villaggio i cui resti erano ancora visibili alla metà del secolo XVI, come emerge dalla relazione di  una visita pastorale. Poichè il terreno, contiguo alla contrada Palude, era acquitrinoso e popolato da bisce, si spiega l’origine del cognome.
I Viscido furono anche preposti, con il titolo onorifico di Comes, al comando della torre edificata nel secolo XI in Giffoni, località Prepezzano, a difesa di un importante snodo viario, che è riportata con il cognome dei proprietari nelle carte geografiche del Magini e di altri noti cartografi. Con  l’avvento dei Conquistatori la torre venne riedificata e divenne mastio del castello costruito in adiacenza, mentre vennero concessi due feudi nel salernitano ai Viscido che ricordarono i due fatti nel nuovo stemma della famiglia.


Torre dei Conti Viscido in località Prepezzano di Giffoni Sei Casali.

Fonti archivistiche pubbliche hanno tramandato il nome di numerosi esponenti della casata principesca longobarda: uomini d’arme, Abati ed altri prelati, avvocati.
Verso la seconda metà del secolo XVI, il discendente  Conte Sebatiano Viscido si trasferì con i familiari e suoi fedeli da Giffoni in Calabritto nell’alta valle del fiume Sele, da sempre propaggine salernitana, prima di essere accorpato alla provincia di Avellino nel secolo XIX. Egli era stato chiamato dal Barone Tuttavilla, che aveva acquistato il feudo da un Colonna, a ricoprire le cariche di Agente e di  Governatore e di formare la corte baronale. Nei secoli successivi si trasformarono in attenti amministratori e conservarono il rango stringendo alleanze matrimoniali con casate dell’aristocrazia salernitana e  napoletana e ricoprendo nella capitale alti uffici, come attestato dalla carica nel ‘ 700 di componente del Collegio dei Dottori del calabrittano Francesco Viscido.
In seguito alle nozze celebrate in Napoli nella  seconda metà del secolo XIX  dal Conte Antonio Viscido con la Baronessa donna Marianna del Plato, entrò a fare parte del patrimonio familiare il castello altomedievale di Quaglietta di cui i discendenti ne curarono la manutenzione per oltre un  secolo e ne favorirono il passaggio al Comune di Calabritto per il crollo di parte delle strutture murarie per effetto del sisma del 23 novembre 1980. E’ stato recuperato il borgo medievale ed è in corso di completamento il restauro del forte di Quaglietta, oggi frazione dell’indicato Comune.


Castello di Quaglietta - foto della metà del XX secolo


Castello, parzialmente restaurato dopo il sisma del 1980

La storia feudale con il nome dei proprietari della Torre  in località Prepezzano di Giffoni e quella del castello di Quaglietta sono riassunte nelle relazioni ai decreti di vincolo delle competenti Autorità che  hanno dichiarato di interesse particolarmente importante i due monumenti, sottoponendoli alle disposizioni di tutela prevista dalle leggi vigenti.

La seconda relazione ha descritto i due stemmi usati dai Viscido di Nocera, figuranti sul  portone d’ingresso del castello di Quaglietta, il secondo dei quali inquartava l’arme dei Conti Donati Patrizi di Cosenza e di Paola.
I Principi Conti Viscido dei Principi Sovrani Longobardi di Salerno della prima dinastia si sono estinti nella linea maschile nel 1933, con il decesso del neurochirurgo Pasquale Maria Viscido che non ebbe figli maschi.
I titoli nobiliari sono passati alla figlia donna Bianca Viscido di Nocera per successione al femminile de iure sanguinis, in applicazione della normativa del Re Liutprando. In seguito al suo decesso nel 1989, delle prerogative nobiliari dei Principi Viscido e dei diritti pubblici dei Conti Donati, Patrizi di Cosenza e di Paola, sono oggi titolari l’avv. Mario e la dott. Adriana Putaturo, nati dal matrimonio celebrato in Napoli nel 1934 con il Presidente dott. Federico Putaturo, figlio del magistrato Andrea Putaturo e della nobile donna Virginia Scola di Trevico.
I Viscido di Nocera sono stati proprietari e patroni di chiese e di cappelle in Nocera, in Salerno, in Giffoni, in Calabritto e in Quaglietta; costituirono ingenti fondi patrimoniali in favore degli edifici sacri, secondo la tradizione longobarda; ricoprirono alti uffici in Salerno e in Napoli; hanno vissuto more longobardorum, avendo cura dei sarcofagi e delle tombe degli avi.


Quaglietta, Chiesa di San Rocco

La casata nocerina è considerata dagli studiosi come unica sopravvissuta della discendenza dalla prima dinastia sovrana longobarda salernitana ed il giudizio è condiviso dal noto erudito Guido Carrelli che in uno studio, di cui è autore, pubblicato nella Rivista Araldica del 1923 sui discendenti di ex Case Sovrane di stati italiani ha indicato espressamente i Viscido di Nocera.


Donna Maria Giuseppa Viscido di Nocera, figlia di Maria Giuditta Donati e del Conte Pasquale Maria Viscido di Nocera,
coniugata con il nobile irlandese Antonio Plunket - Olio di N. Carta (anno 1880).


Francesco Viscido di Nocera (1830 †  1895)
Dipinto opera di Giuseppe Palizzi (1860)


Donna Emanuela dello Jodice e don Pasquale Maria Viscido
di Nocera nel giorno del matrimonio (1900). Foto d'epoca


Donna Amelia Viscido di Nocera, sorella del Conte Pasquale Maria, coniugata con il Conte Giuseppe di Vecchi di S. Giminiano,
figlio di Nicolò (1892). Fotografia d'epoca.

Vincoli matrimoniali  sono stati contratti nei secoli XIII-XVI con esponenti delle famiglie  Mastalo Duchi di Amalfi e Patrizi di Costantinopoli, Melloso, Russo (o Rossi), Fasanella, Cioffi, de Mandelmo, Alfano, Petrone, Pinto, Porcastrella, Marchisana, Butromile, de Riccardo, Caputo, Cacciatore; nei secoli XVII-XIX, con le famiglie Donati di Cosenza e di Paola, del Plato, Baroni di Quaglietta, Conti Papa, Plunket del ramo irlandese fuggito in Spagna e presente in Napoli al seguito di Carlo III, Vitamore, dello Jodice, dello Jodice d’Enza Capece Piscicelli dei duchi di Capracotta.


Stemmi delle Famiglie con vincoli matrimoniali nei secoli XVIII - XIX - Miniatura di Arechi Primo

La casata longobarda è rappresentata dall’avv. S.A.R. Principe Mario Putaturo Donati Viscido di Nocera dei Principi Sovrani Longobardi di Salerno, che ha aggiunto i cognomi delle due casate estinte. Le famiglie Donati di Cosenza, con discendenza dai Donati di Firenze, e Viscido di Nocera sono inserite tra le nobili  nell’Annuario della Nobiltà Italiana.

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BIBLIOGRAFIA:
- M. DE’ SANTI, Memorie delle Famiglie Nocerine,Vol. I-II, Napoli 1887-1893, II, pp.47-4?;

- G. CARRELLI, Case già sovrane di stati italiani e famiglie  nazionali derivate da esse e dinasti esteri, in Riv. Araldica, anno 1923, p.2981;

- M. PUTATURO DONATI VISCIDO di Nocera, I Conti Viscido di Nocera, Una famiglia  longobarda consanguinea dei Principi Sovrani Longobardi di Salerno, Soveria Mannelli 2003;

- Id., I Conti Viscido, Una delle diramazioni della stirpe di Dauferio Balbo, Riv. Araldica, anno CIV 2006, pp.28-41;

- H. TAVIANI CAROZZI, La princìpautè Lombarde de Salerne, IX-XI  Siècle, Vol.I-II, Roma 1991, II, p.764:

- M. PUTATURO DONATI VISCIDO di Nocera, Case Comitali Principesche salernitane e profili di trasmissibilità del titolo di Conte-Principe, in Riv. Araldica, Roma, anno CV 2007, pp.14-20;

- A. CARNEVALE, Castelli, Chiese, Cappelle nel fondo cartaceo dei Conti Viscido di Nocera dei Principi Sovrani Longobardi di Salerno della Prima Dinastia, Napoli 2012;

- M. PUTATURO DONATI VISCIDO di Nocera, Storia e riproposta dell’antico ricettario di casa Viscido di Nocera, Napoli 2016.
 

Continua: Parte seconda


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