Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
|
A
cura di Fabrizio Zurlo (testo ed immagini) |
Arma:
d'azzurro, banda dentata
d'argento, accompagnata da tre stelle d'oro, due in capo ed una
in punta.
Titoli:
patrizi di Crotone,
baroni sul cognome. |
Crotone, stemma su
caminetto di
Palazzo Zurlo |
La trattazione di questo breve scritto scaturisce dalla
curiosità di voler ricostruire, in maniera analitica e
documentata quella che è la storia della famiglia Zurlo
di Crotone, del suo percorso nei vari luoghi d’Italia al
solo scopo di poter arrivare a capire le origini del
casato ed i legami con la famiglia omonima cui
documentazione storica riporta con sede in Napoli,
Otranto, Giovinazzo, Baranello ma mai in Calabria se non
in epoca moderna.
Partendo quindi da alcuni dati certi ho voluto
inoltrarmi, da chiaro profano della materia ma al
contempo personalmente interessato, nell’
approfondimento storico con lo scopo di poter ampliare
quelle che sono le conoscenze sulla storia della mia
famiglia e che cercherò di riportare nel migliore dei
modi nel presente volume.
Un ringraziamento di cuore va al Dott. Andrea Pesavento,
al Dott. Pino Rende, al Prof. Mario Perfetti
|
La
famiglia Zurlo in Calabria tra XXIII e gli inizi XV
secolo |
Possiamo certamente datare il rapporto della famiglia
Zurlo con la Regione Calabria intorno al 1400. Autori e
storici del passato citano tale famiglia come un ramo
dalla nobile famiglia
Piscicelli
che nelle sue derivazioni abbandona il proprio cognome
originario per gemmare altri casati come
Aprano e
Zurlo, famiglie che hanno giocato ruoli da protagonisti
nel regno di Napoli
(1). |
Seguendo le tavole genealogiche Serra di Gerace possiamo
quindi certamente affermare che tutti i rami di questa
Nobile famiglia, compreso quello che successivamente si
fece chiamare “Capece-
Zurlo” e che ebbero il privilegio di
fregiarsi del titolo di Principe, derivano tutte dallo
stesso ramo originario. Il Serra di Gerace fa pervenire
a noi una documentazione infinita sulle genealogie delle
famiglie nobili del regno di Napoli e grazie a lui
possiamo sicuramente attribuire la nascita del casato,
quindi del cognome Zurlo, a Giovanni Zurlo
(†
1381 sepolto nella cappella Zurlo a Napoli) figlio di
Berardo Piscicelli (†
1329) e Giovanna Caracciolo (†
1330). |
Giovanni Zurlo,
Patrizio Napoletano iscritto al
Seggio Capuano
ed al
Seggio di Nido,
fu nell’anno 1344 investito come Cavaliere e Signore di
Aprano
(2); grazie alle nozze con Beatrice di
Ponziaco (†
1421) acquisì numerosi privilegi e signorie. |
Le
Tavole genealogiche
del Serra di Gerace illustrano che:
Dal matrimonio (seconde nozze) tra
Giovanni Zurlo (†
1381), e Beatrice di Ponziaco (†
1421) nascono:
---1 - Nicola Antonio
(†
31/9/1381),
Patrizio Napoletano; sp. Gaspara Spinelli dei
Conti di Gioia e genera Fiorella e Maria
---2 - Martuccio Patrizio Napoletano e nel
1332 Castellano e Capitano di Reggio Calabria;
---3 - Enrico (†
1407) Patrizio Napoletano e Signore di Varie terre;
---4 - Pietro (†
1391) Patrizio Napoletano;
---5 - Covella (†
1402)
sposa Francesco Capece Bozzuto;
---6 - Maria (†
1433),
sposa Marco
Filomarino;
---7 - Caterina (†
1468)
Badessa del Monastero di Santa Patrizia a Napoli;
---8 - Margherita;
---9 - Maddalena;
---10 -Salvatore (†
1404) sposa Margherita
d’Evoli
la loro prole andrà a generare il ramo dei Conti di
Sant’Angelo e successivamente il ramo di Giovinazzo e
quello dei
Capece Zurlo.
---11 - Berardo (†
1415), sposa Luigia
Caracciolo
e la loro prole andrà a generare il ramo dei Conti di
Montoro, di Nocera e dei Pagani e successivamente il
ramo Crotonese |
Non è affatto escluso che i creati di Salvatore (†
1404) e Margherita d’Evoli siano anche transitati per la
regione Calabria ed in particolare per la città di
Cosenza, abbiamo però certezza che non vi stanziarono
pur avendo interessi importanti avendo ereditato la
riscossione della Gabella della seta di Cosenza dalla
loro ava Beatrice di Ponziaco. |
Il 17 Ottobre 1423 il Re Luigi III d’Angiò, Duca di
Calabria, concesse tramite un suo decreto la Gabella
della Seta di Calabria a Giovannello Zurlo, erede di
Beatrice di Ponciaco
(3); Le cronache antiche prestano
grande attenzione a questo caso, considerato
estremamente singolare in quanto su tale gabella era già
maturata una rendita di 300 Once d’oro dalla famiglia
Sanseverino, Conti di Tricarico
(4).
La concessione della gabella della seta di Calabria
testimonia il grande prestigio della famiglia Zurlo e
quanto essa venisse tenuta in considerazione nel
panorama politico dell’epoca. |
Il giorno 8 Giugno 1424, alla morte di Giovannello il Re
concede la riscossione della Gabella della seta di
Cosenza al figlio Salvatore, conte di Sant’Angelo e di
Potenza
(5)
cagionando profondo malcontento all’altro
figlio, Nicola Antonio Zurlo che pur appellandosi
anch’esso Conte di Sant’Angelo, ebbe effettivamente il
titolo alla morte di Salvatore nel 1464 quando ormai la
famiglia era stata spogliata di gran parte dei suoi
feudi
(6). Una delle prove del effettiva presenza del
casato Zurlo in Calabria e particolarmente nella città
di Cosenza è rappresentata dall’arme della famiglia
presente nel chiostro del
Complesso monumentale di San Domenico. |
Cosenza, Complesso
monumentale di San Domenico, Chiostro, stemma Zurlo |
Sempre nella città di Cosenza, la famiglia Zurlo risulta
aggregata al sedile dei nobili già nel 1561, anno nel
quale “il Collaterale Consiglio, visti gli
incartamenti delle diverse famiglie escluse dalla lista
delle ottantotto, ascritte al sedile di Cosenza, decreta
l’iscrizione della famiglia Zurlo”
(7).
La famiglia viene quindi ascritta al sedile di Cosenza
con la seguente Blasonatura: “Cuspides venetae
plures in crocio balteo a dextero a levatum discendente
latus in muricata parmula, erant Familiae Zurlo”
(8)
(Alcune cuspidi azzurre in una cintola di croco sul lato
destro discendente dal lato rialzato in una piccola area
murata, erano della famiglia Zurlo). |
Il 29 Novembre 1444, in Crotone,
Alfonso I d'Aragona,
a conclusione del processo intentato da Nicola Antonio
Zurlo di Napoli contro Antonio
Sanseverino
duca di S.Marco circa l’assegnazione della provvigione
annua di 100 once sulla Gabella della seta della Città
di Cosenza e di altre terre del Ducato di Calabria,
presa visone degli atti e delle lettere date
nell’accampamento regio presso Castel di Sangro del 22
Luglio del 1443 e a Napoli, in Castelnuovo, il 12
gennaio 1444, e della relazione del Sacro Regio
Consiglio, emana la sentenza, ingiungendo a Nicola
Antonio Zurlo di non disturbare il Duca di San marco
nella percezione dei suoi diritti, assicurando inoltre
le residue entrate della medesima gabella
(9).
|
Nel Marzo 1447, Tropea, Nicola Antonio Zurlo
venne immesso nel Possesso della Gabella della Seta del
Ducato di Calabria concessagli da Re Alfonso II
d'Aragona il 18 Ottobre 1446
(10). |
Dal Matrimonio tra Salvatore Zurlo (†
1404), e
Margherita d’Evoli nascono:
I. - Pietro detto Pietrillo
Patrizio Napoletano;
II.-
Giacomo
(†
1453)
Patrizio Napoletano ;
III.- Marino
Patrizio Napoletano e signore di Cancellara, sposa
Caterina
Caracciolo
e genera:
..........A
-Salvatore (circa
† 1486 in prigionia),
Governatore di Gallipoli partecipa alla
congiura dei
Baroni;
..........B
- Antonio, Patrizio Napoletano sposa nel 1476 Caterina
Dentice;
..........C
-
Elena
IV.-Giovanni detto Giovannello
(assassinato ad Ortona nel 1424) fu
1° conte di Potenza
e
1° conte di Sant’Angelo dei Lombardi
sposa Adelasia di
Taurisano e genera:
..........A
- Salvatore (c.ca † 1430),
2° conte di
Sant’Angelo e Potenza, i suoi feudi furono confiscati
per ribellione e donati a
Sergianni Caracciolo;
..........B
- Nicola Antonio († dopo il 24/5/1464) Signore di Toritto e Patrizio Napoletano sposa Caterina
Caracciolo
del Sole e genera:
...............
a
- Giovanni Antonio (†
1497) fu investito della
Contea di Potenza
e di Sant’Angelo dai Francesi il 15
Maggio 1496.
................b
- Margherita, sposa Antonio
Capece Piscicelli
..........C
- Luigi,
Patrizio Napoletano, sposa Antonia Capuana e genera:
Salvatore
..........D
- Enrico, Patrizio Napoletano ebbe alcuni beni in
Giovinazzo dalla madre ed ivi si trasferì, sposa Brigida
Miroballo e la loro prole genera il ramo Zurlo
di Giovinazzo:
...............a
- Francesco († Giovinazzo, 6 Luglio 1505) Patrizio
Napoletano fu uno degli arbitri nella
Disfida di
Barletta, sposa nel 1495 Girolama
Riccio e genera:
....................
i -
Giacomo (†
ante 26/06/1539) sposa Francesca e genera:
...........................ii
-
Nicola Antonio Capece Zurlo viene
reintegrato nel
Seggio Capuano con tutti i cugini e si
può affermare fu il primo ad adottare il cognome
Capece
Zurlo. |
Le
tracce della famiglia Zurlo nel territorio di Crotone
tra il XV ed il XVII secolo |
La Famiglia Zurlo venne in provincia di Crotone
sicuramente verso la fine del 1400 ed in particolare si
stabilì nel Contado di Santa Severina tra la fine del
1400 e gli inizi del 1500. Da lì si spostò per tutto il
contado ed arrivò in Crotone dove ancora un ramo risiede
ai giorni d’oggi. Possiamo quindi, sempre tramite le
tavole genealogiche del fondo Serra di Gerace
(11),
analizzare il ramo della famiglia da cui i discendenti
vennero a Crotone ed in particolare quello dei creati di
Bernardo Zurlo
(†
1415), figlio di Giovanni Zurlo (†
1381) e Beatrice di Ponziaco
(†
1421), il quale sposa Luigia
Caracciolo
figlia di Lonetto e Caterina
Filangieri
dei conti di Avellino.
Bernardo Zurlo (†
8/1/1415) fu una figura importante del Regno;
Patrizio Napoletano iscritto al
seggio di Nido
(o Nilo),
è dapprima attestato siniscalco dell’ospizio regio
(1400), poi ciambellano e maresciallo (1405), e infine
protonotario e
logoteta,
dapprima acquista il feudo di Montoro nel 1405 dai
della Marra e fu
1° Conte di Nocera
e dei Pagani
(12). |
Possiamo ricostruire tramite i documenti del suddetto
fondo Serra di Gerace che dal matrimonio tra Bernardo
Zurlo (†
1415) e Caterina Filangieri
nascono: |
I.
- Giovanni,
Patrizio Napoletano e
barone di Guardia
Lombarda sposa Delfina
Caracciolo Pasquizi;
II. - Salvatore detto Russillo,
barone di Nusco
e signore di Solofra sposa Mariella
Caracciolo del Sole
e genera:
.....
.....A
-
Scipione, barone di Nusco e signore di Solofra sposa una
Filomarino
e genera: Ettore (†
27/4/1519), Alfonso; Ferrante; Giovanni; Cesare; ed
Ercole, barone di Nusco e signore di Solofra, perse i
suoi beni perché confiscati per tradimento, sposa nel
1519 Filomena Caracciolo e genera: Cesare; Fabrizio;
Tiberio; Mario e Livia che sposa Alessandro
Antinori
III. -
Francesco (†
1449),
Patrizio Napoletano,
2° conte di Montoro
e di
Nocera dei Pagani,
Logoteta e protonotaro del Regno dal 1442, partecipò al
parlamento del 1443 tenutosi a Napoli il quale sposa
Isabella
Carafa della Stadera
e genera:
Carlo, Patrizio Napoletano;
Adosso, Patrizio Napoletano; Biancamano, Signora di
Castelfranco sposa Giacomo Antonio II
della Marra, VII barone di Serino; Berardo
(1492), 3° conte di Montoro e di Nocera dei Pagani, e
dal 1449 Patrizio Napoletano sposa Antonella Caracciolo.
I predetti
coniugi Berardo e Antonella Caracciolo generarono:
Giovanni Bernardino (†
post 13/8/1528), 5° conte di Montoro e di Nocera dei
Pagani, sposa Isabella Carafa; Giacomo, Patrizio
Napoletano, sposa Margherita Caracciolo; Camillo;
Ludovico; Margherita; Chiaracosa; Beatrice; e Marco
Antonio che genera Giovanni. |
In questo periodo la famiglia Zurlo arrivò in Provincia
di Crotone e più precisamente nel Contado di Santa
Severina dove siamo certi che si stabilì grazie
all’acquisizione di detto Contado da parte della
famiglia Carafa. Citando il manoscritto di Mannarino
“cronache della città di Policastro”, nel 1969 Domenico
Sisca nel suo libro ci fa sapere che “ Il Ramo Zurlo
di Santa Severina, discendente dagli Zurlo di Napoli, si
trasferì da noi (Petilia Policastro) quando Marco
Antonio sposò Anastasia Mannarino”
(13).
|
Il Mannarino inoltre nel suo manoscritto del 1721 da a noi informazioni ancora più
importanti e testualmente cita: “venne i (…) la
famiglia Zurlo di Santa Severina, originari di Napoli e
de Zurli Napolitani del seggio di Nido, come evidente si
conosce dalli loro Privilegi d’antiche Scritture. Il
Primo che in noi (Petilia Policastro) fermassi fu (Giannotto
cancellato) Marco Antonio che…..(14)”. |
F.A
Mannarino- cronaca di Petilia Policastro 1721 |
L’informazione più importante però questo manoscritto la
conserva nella nota a margine, che pur essendo di
difficile lettura dice: “ Francesco Zurlo (….) col
Conte Carafa si restò come risulta in una concessione di
feudo (….) fattali da detto Carafa”. |
La nota del Mannarino parla sicuramente di Francesco
Zurlo, figlio di Berardo e di Antonella Caracciolo,
mentre lo scritto fa riferimento all’anno 1660
quando Marco Antonio prese in sposa Anastasia Mannarino.
Da non sottovalutare però sono le parti del manoscritto
cancellate a penna dall’autore; sotto il nome di Marco
Antonio risulta la scritta Giannotto, probabilmente il
padre del suddetto e certamente il figlio dell’omonimo
avo Marco Antonio di Francesco e Marella
Caracciolo. |
Il giorno 8
gennaio 1451, il Viceré Francesco de Siscar ordina ad
“Antonio Zurlo de Neapuli dicte civitatis Sancta
Severinae abitatore dudum terre Ypcigro Regio Capitano”
ad osservare gli accordi presi tra lui e Kali di
Catanzaro riguardo ad una cintura d’oro che la donna
aveva dato in pegno
(15). |
In un apprezzo della città di Santa Severina e dei suoi
casali del 1653 risulta infatti che nell’anno 1593 “fuochi
307 si bene al p.nte dicono sia fuochi 80 di questo mi
rimetto Nella quale vi è Separat.ne fra nobili e
Popolino. Nobili sono li modii, infosini, del Sindico,
Martini, Severini, Lepari, Gallucci, Barracchi,
Zuroli, Teutonichi, Mannarini, Faraldi, Ferreri,
Sacco, Lungo, Sosanna et oliverio parte detti sono
famiglie antiche et parte sono agregati li quali ne sono
da 25 persone esistente in detta Città oltre delli
nobili sono altri quali non ricevono officii nobili ne
del Popolo che questi saranno da 30 persone che sono dui
dottori di legge uno fisico uno Chirurgico uno tentore e
uno mastro di Scola. L’altri del Popolo sono arsilli”
(16). |
Apprezzo della città di Santa Severina e dei suoi Casali |
Nell’anno 1556, tra gli incartamenti del Notaio Marcello
Santoro custoditi presso l’Archivio di Stato di
Catanzaro possiamo notare la presenza del “Magnificus
Vannidello Zurlus”; nello stesso documento leggiamo
facilmente che il Notaio Santoro stesso dichiara
“Cesaris Zurli suis Legittimi es naturalis fiis
(17)” |
Atto rogato dal Notaio
Marcello Santoro |
Agli inizi del 1500 il predecessore dell’Arcivescovo Jo:
Matteo Sertorio concesse al
nobile Cesare Zurlo
di poter costruire una cappella nella cattedrale di
Santa Severina a devozione di Sant’Antonio di Padova;
nel 1525 lo stesso Cesare Zurlo, pregò l’Arcivescovo
Sertorio di poter ampliare tale cappella per consentire
la sepoltura dei membri della nobile famiglia
(18). |
L’archivio notarile del Santoro fornisce a noi
numerosissime prove concrete del ruolo di rilevanza che
la famiglia Zurlo deteneva sotto il dominio del Conte
Carafa, e ci illustra in maniera chiara e dettagliata
della caratura di alcuni membri del casato impegnati in
politica come nella vita religiosa.
A conferma inconfutabile che la famiglia Zurlo godette
di nobiltà nella contea di Santa Severina, oltre
all’Apprezzo sopra citato, vi si può individuare,
tramite il Santoro, quali membri di questo casato ebbero
un ruolo nella gestione dell’Università come nel 1574 “Nob.
Ovannis Zurlo”(19),
nel 1581 “Nob. Hieronimo Zurlo”(20)
ed all’interno della Chiesa come il “M.Co Lutio Zurlo”
più noto canonico nelle cronache di tutta la Provincia.
In questa epoca Grazie al grande patrimonio lasciatoci
dai numerosi atti notarili del Santoro è possibile
ricostruire le unioni matrimoniali di alcuni membri
della famiglia Zurlo e si può affermare che avvennero
tutti con famiglie nobili e notabili del territorio. |
Nell’ Anno 1528 Magnifico Vannidellus Zurlus
sposò Antonietta figlia del “Magnifico Hieronimo
Piccolo”
e generano Cesare Zurlo. |
La figlia del Nobile Antonio Zurlo, Flora
sposò nel 1571 Vincenzo Infosino di famiglia nobile
citata nell’Apprezzo del 1653
(21). |
La figlia del Magnifico Lutio Zurlo clerico
sposato, Gesimina, sposò nel 1589 don Marco
Antonio Zurlo
(22). |
L'arrivo
della famiglia Zurlo nella città di Crotone |
All’inizio del 1600 è possibile già trovare tracce della
famiglia Zurlo nella città di Crotone.
I primi documenti che riguardano appartenenti a questo
casato in Crotone parlano di Jo Cesare Zurlo di
Santa Severina che nell’anno 1621 fu Sindaco del popolo
(23);
sposò la nobildonna Vittoria Rigitani, figlia del nobile
notaio Gio. Francesco Rigitani
(24).
Tra i capitoli matrimoniali precedentemente trattati,
firmati e conclusi, vi era una dote di ducati 900 così
ripartiti: ducati 600 al tempo della raccolta prossima
futura, ducati 50 in contanti nella raccolta seconda
ventura del 1628.
Tali ducati 650 si dovranno investire in compra di
uno stabile in questa città. Una catena d’oro e
un’altra “catinetta” d’oro, e ducati 150 al dì
dell’affidare, assieme a tante robbe, panni di seta,
lino, oro e perle.
Gio Cesare morì all’inizio del 1630 lasciando suoi eredi
la moglie Vittoria Rigitani ed i figli Horatio,
Gio. Domenico, Francesca e Lucrezia.
|
Il Giorno 11 gennaio 1630, il Reverendo Horatio
Zurlo, figlio ed erede del M.co Gio. Cesare Zurlo, si
reca nelle case dove abitava il padre in parrocchia di
Santa Margherita. Horazio, anche a nome del fratello
Gio. Domenico Zurlo, che si trova a Napoli, entra nelle
case e dichiara che per testamento, lui ed il fratello
sono eredi e fanno l’inventario dei beni paterni. Egli
dichiara che il padre prima di morire, fece dono alle
figlie Francesca e Lucrezia di quello che a loro
spettava delle doti della madre Vittoria Rigitani
(25).
In questo atto notarile si può notare l’appellativo
Magnifico con cui viene appellato Gio Cesare Zurlo,
ulteriore prova che anche nella città di Crotone
risultavano già all’epoca ben note le origini Nobili di
questa famiglia. A ricordo di Gio. Cesare Zurlo rimase
alla fine del Seicento un beneficio senza altare e
cappella in cattedrale
(26). |
Il Reverendo don Horatio Zurlo, figlio di Gio Cesare e
Vittoria Rigitani, fu parroco in diverse parrocchie
della città come in Santa Margherita negli anni 40 del
1600
(27).
|
Firme
autografe don Horatio Zurlo |
Francesca Zurlo, figlia di Gio Cesare e Vittoria
Rigitani, sposò il 17 Maggio 1630 Leonardo
Telesio;
la dote venne trattata dal fratello della sposa don Horatio
Zurlo
(28);
|
Lucrezia Zurlo, figlia di Gio Cesare e Vittoria
Rigitani, sposò il 19 Settembre 1630 Mutio Manfredi, le
doti furono pagate dal fratello Gio. Domenico Zurlo
(29). |
Gio Domenico Zurlo, figlio di Gio Cesare e
Vittoria Rigitani, fu dottore fisico e sposò nel 1651 la
nobile Laura Gullì figlia di donna Lucretia
Ventura
(30);
il legame parentale Zurlo e Venturi si rinnoverà nella
generazione successiva.
Da questo matrimonio nacquero 7 figli: Orazio, Giovanni
Cesare Antonio, Diego, Fiorenza, Ippolita, Luccia e
Caterina. |
Battesimo Giovanni Cesare Zurlo |
Battesimo Fiorentia Zurlo |
Gli stessi risultano come eredi legittimi di Gio
Domenico Zurlo all’interno del suo testamento del 30
Ottobre 1672 congiuntamente alla sorella Francesca
(31). |
È estremamente importante, al fine di comprendere la
posizione sociale che la famiglia Zurlo ebbe nella
comunità Crotonese pur non essendo annoverata ancora
trai la nobiltà cittadina, sottolineare quali fossero
già in origine i legami che tale casato ebbe in Crotone
e questo si può notare dalle personalità che ebbero il
ruolo di Padrino nei vari battesimi. Nei due esempi
sottostanti su può notare infatti come membri delle
nobilissime famiglie
Berlingeri
e
Lucifero
furono in rapporti stretti sin da subito. |
Un dato interessante atto a rafforzare il legame tra il
ramo Zurlo di Crotone con quello di Santa Severina e di
Napoli è rappresentato dalla tradizionale ripetizione e
dai vari richiami ai nomi di famiglia. |
Ciò si può trovare ad esempio con la presenza del
prefisso “Gio” o dal nome Giovanni, che vuole richiamare
il suddetto Vannidello di Santa Severina ed addirittura
il più noto Giovanni Zurlo conte di S. Angelo e marito
di Beatrice di Pociaco; e ancora con la suddetta
Fiorentia, figlia di Gio Domenico, che richiama
vivamente l’ava Floris, figlia del M.Co Antonio di Santa
Severina; o ancor di più il suddetto Giovanni Cesare
Antonio, figlio di Gio Domenico, che riporta in sè tutti
i nomi dei personaggi precedentemente più volte citati
in questo breve scritto e che si ripeteranno, non senza
alcune estinzioni, nel corso dei secoli fino ai giorni
d’oggi. |
L'ingresso nel Sedile dei Nobili di Crotone detto di S.
Dionigi |
Nel corso del XVII secolo la famiglia di Gio Domenico
Zurlo, dottore fisico, dovette affrontare grandi perdite
a causa delle pestilenze che colpirono la città di
Crotone:
“Adi 8 marzo 1655 morse la figlia minore di Gio.
Domenico Zurlo e si sepellì in catedrale e pagò.”
“Adi 10 giugno 1656 morse lo figlio minore di Gio.
Domenico Zurlo e si sepellì nella cattedrale e pagò.”
“Adì 26 gennaio 1663 morse la figlia minore del d.no
Gio. Domenico Zurlo n. Luccia e si sepelì in catedrale e
pagò.”
“Adi 26 Agosto 1663 morse Ippolita Zurlo figlia minore
di Gio. Domenico e si sepellì in cattedrale e pagò.”
(32) |
Fiorenza,
figlia di Gio Domenico e Laura Gullì, sposò il nobile
Pelio Petrolillo
(33)
e le doti matrimoniali furono in totale 750 ducati trta
beni immobili e denaro. |
Orazio Zurlo,
figlio di Gio Domenico e Laura Gullì, sposò invece la
nobildonna Alvinia Venturi (Ventura), nipote del
canonico Isidoro Venturi (Ventura).
Orazio, proprietario terriero, era già considerato
nobile anche nella città di Crotone sebbene
ufficialmente la famiglia Zurlo non fosse entrata a far
parte del sedile dei Nobili nato a Crotone sotto l’egida
di San Dionigi l’Areopagita. Fu Clerico sposato ed
amministrò intorno all’anno 1720, insieme ad uno dei suoi
figli, Gio. Domenico, il Monte di Pietà della
città di Crotone “…mediante
publico instrumento rogato manu Notarii Pelii Tiriolo
Crotonen., eligendo ad mutrus Rectoris obeundum ad.
Rev.m Can.m Joannem Dom.um Zurlo, qui una cum eius patre
magnifico Horatio Zurlo Cl.co coniugato praefatam summam
simul recipiendo coram ad.m R.R. Archidiacono Petro
Paulo Venturi…”
(34) |
Dal matrimonio tra Orazio Zurlo, nato in Crotone nel
1669 (†
1722), e Alvinia Venturi nacquero:
XII - Gio. Domenico (1691 †
1763), canonico e tesoriere della cattedrale di Crotone
XIII - Caterina Anna (1695)
XIV - Franco Bernardino (1696)
XV - Franco Dionigi (1698)
XVI - Pietro Franco (1700)
XVII - Lucia Francesca (1703), sposò il nobile
Antonio
Suriano
di Crotone
XVIII - Leonardo (1705)
XIX - Pietro (1698 †
1762), sposò la nobildonna Michela Giovannuzzi da cui:
------A - Raffaele (1743)
------B - Baldassarre (1745) sposò Alvinia Emerenziana Zurlo
da cui:
----------a - Pietro (1785)
sposò Concetta Lettieri da cui:
---------------i - Maria Francesca (1806)
---------------ii - Anna Maria (1815)
----------b- Michela (1784)
------C - Maria Gabriela (1741) sposò il nobile Anselmo
Berlingeri;
------D - Anna (1739)
XX - Diego Paolo (1709), canonico e primicerio
della Cattedrale di Crotone;
XXI - Nicola Stefano (1713
†
1777) sposò la
nobildonna Maria del Castillo da cui:
--------A - Fabrizio Francesco (1731) sposò la
nobildonna Teresa Soda da cui:
----------a - Maria Raffaela (1791)
----------b - Maria Chiara (1792)
----------c -Maria Francesca (1794);
----------d - Luigi (1799);
----------e - Nicola (1801);
----------f - Domenico Antonio (1803)
----------g - Orazio (1804);
--------B - Orazio (1742)
--------C - Maria Teresa (1743)
--------D - Giuseppe (1744) sposò la nobildonna Luigia
Galluccio
da cui:
----------a - Gaetano Natale (1787) sposò la
nobildonna Rosa Galluccio;
----------b - Maria Raffaela (1785)
----------c - Nicola Franco (1788)
----------d - Domenico Franco (1790)
----------e - Francesco Maria (1793)
----------f - Raffaele (1795)
----------g - Teresa (1797);
----------h - Luigi (1800);
----------i - Giuseppe (1800);
--------E - Francesco (1745)
--------F - Alvinia Emerenziana (1747) sposò Baldassarre
Zurlo
--------G - Anna Cate (1748)
--------H - Mariangela (1754)
--------I - Salvatore (1758)
XXII - Francesco Antonio (1716 †
1782)
XXIII -
Fabrizio (†
1738) |
Archivio Vescovile Crotone - indice
alfabetico dei libri battesimali della parrocchia del
SS. AA. Pietro e Paolo redatto dal Canonico Pasquale
Cannoniere |
Archivio Storico
S.M.O.M. – Processo Gaetano ed Antonio Zurlo |
Nel 1735 don Pietro Zurlo ed i suoi fratelli sono
ammessi nel Sedile dei nobili di San Dionigi
(35)
come Nobili Patrizi. Di seguito si
riporta il verbale del Sedile di San Dionigi. |
Un elemento fondamentale che ci da certezza della
discendenza tra il ramo Zurlo di Crotone ed il ramo di
Napoli, sta nel fatto che Pietro e tutti i suoi fratelli
furono ammessi come
Nobili Patrizi
della città quindi considerati di nobiltà antica ancor
più se si considera che in Crotone, pur non esistendo
“piazze chiuse” di nobiltà, i nobili si serrarono il
seggio non permettendo l’ingresso a nessuna famiglia. |
L'influenza della famiglia Zurlo in Crotone tra il XVII
ed il XIX secolo |
Entrata ufficialmente nella Nobiltà di Crotone la
famiglia Zurlo divenne ancor più nota e prestigiosa
grazie anche ai legami matrimoniali che strinse con le
più nobili famiglie della città.
Il catasto onciario di Crotone ci porta a conoscenza di
importanti notizie riguardo al patrimonio del casato.
Nella prima metà del 1700 Pietro ed i fratelli Zurlo
sono tra i maggiori produttori di grano del territorio
Crotonese e posseggono 1200 capi ovini. |
In politica furono sindaci dei nobili di Crotone
Pietro Zurlo nel 1753/1754, Raffaele Zurlo
nel 1768/1769 e Baldassarre nel 1773/1774;
i possedimenti terrieri dei fratelli Zurlo sono enormi
avendo ereditato gran parte dei beni derivanti dalla
nobile famiglia Venturi.
Giuseppe Zurlo (1744), figlio di Nicola
Stefano e Maria del Castillo, ereditò dalla madre un
palazzo in parrocchia di S. Maria Prothospataris che
prenderà poi volgarmente il nome di Casa Zurlo
(36);
lo stesso sposò Lucrezia detta Luigia della nobile
famiglia
Gallucci. |
Crotone,
Palazzo Castiglia - Casa Zurlo |
Il figlio primogenito, Gaetano Natale (1783)
sposa Rosina Gallucci.
In questi anni la famiglia Zurlo di Crotone contrae
parentele con altre importanti famiglie come i
Suriano,
i Soda, i
Grimaldi
ed i
Berlingeri
ampliando così’ il proprio patrimonio ed acquisendo
lustro nel panorama Cittadino. |
Dal Catasto Onciario del 1743 don Pietro e i fratelli
Zurlo possedevano:
- “In comunione con
D. Giovan Battista Venturi nobile di
questa Città d’anni 38 un territorio detto Casizzona di
capacità tomolate 92 confine le terre dette Margarita;
Un comprensorio di terre dette Tuvolo, consistente nelle
seguenti gabelle, e situate d’annua rendita effettiva
come siegue, cioè Lampamarello per ducati 22:80, la Fico
per ducati 12:90, il Furno per ducati 14:20, il
Liternetto per ducati 38, Tuvolo, e Cerriello per ducati
192:10”
(28)
- “Un
territorio detto le Cudi, confine Vezza, ed il vignale
d’Albano di capacità tomolate 40 de’ quali ne appartiene
il 4° al sacerdote D. Isidoro Venturi”
- Un altro territorio detto la Manca di Scigliano,
confine la Valle della Donna di capacità tomolate 55
- Un territorio detto le Piane di Nola confine la
Brichicella di capacità tomolate 130
- Porzione di terre, nella gabella nominata Lenza,
confine il Passo Vecchio
- Territorio nominato Valle di Nigro, confine il
Giriatello, di capacità tomolate 65
- Casa propria in Parocchia di S. Pietro, e Paolo |
Crotone, Palazzo Zurlo, parrocchia di S. Pietro
|
- Quattro magazzeni fuori le porti di questa Città,
luogo detto il Fosso, vicino la Chiesa [f. 180] della
SS.ma Annunciata,
- Due botteghe nella piazza di questa Città
- Un capitale di ducati 2000 sopra li beni di D. Pietro
Barricellis
- Capitale di ducati 1200, sopra li beni di D. Nicolò
Marzano
- Un capitale di ducati 300 sopra li beni di D.
Margarita Modio
- Bovi aratorij n.ro 60,
- Giovenchi infra l’anni tre n.ro 40
- Vacche d’armento n.ro 40,
- Giovenche femine n.ro 20,
- Pecore grosse n.ro 700
- Anniglie, seù sciamorte n.ro 500
- Somarre per uso di vatica n.ro 15
- Possiede un capitale di ducati 50, colla sua annualità
di ducati 4 sopra la casa d’Antonino Mondrillo
- Possiede altro capitale di ducati 2600, colla sua
annualità di ducati 143 sopra li beni di D. Nicola
Passarelli…
- Sopra li beni del medesimo D. Nicola, e fratelli di
Passarelli un altro capitale di ducati 1500
(37)
- Territorio detto la Lenza, cioè la metà dello
medesimo, confine il Passo Vecchio, e Palazzotto, di
tomolate 40, in communi con Tommaso Feraldi di S.
Severina
(38) |
Giovanni Domenico Zurlo Tesoriere della
Cattedrale:
- Una casa nella Parocchia di S. Veneranda
- Due pensioni sopra li due vignali, confine il
Mortilletto, e la Garrubba
- Un casaleno diruto nella Parocchia di S. Veneranda
- Sopra le case del sacerdote D. Giovan Battista
Schipano, per annui ducati 4
- Sopra li casaleni avanti il palazzo di D. Francesco
Cesare Berlingieri annui carlini diece, ed annui ducati
1:50 sopra la vigna del medesimo
- Sopra il territorio detto la Mendolicchia, annui
carlini diece
- Sopra il podere della Campitella, annui carlini diece
- Sopra la casa del quondam Giovanni Tomaso Susanna,
oggi de’ padri del Convento di S. Francesco d’Assisi,
annui carlini diece
- Sopra il giardino di D. Dionisio
Lucifero, annui grana
60
- Sopra il feudo di Apriglianello, annui ducati 3:50
- Sopra il vignale confine Maccoditi, oggi posseduto
d’Anastasia Palazzo ed Antonio Varano coniuggi tomoli 4
grani annui
(39) |
Nel 1744 i fratelli Diego, Nicola e
Francescantonio possedevano gran parte dei terreni
sul piano di Nao (Capocolonna- Scifo) ed in particolare:
Formosella, Zappaturo ed un Terzo di Berlingieri,
oltre a 19 tomolate di timpe e strada sotto la punta
della tonnara, con tutto il travaglio, Mangione, la
Gabelluccia, il Terzo di Sacramento, vignali di Zituleo,
Chianche, Vignale di Scifo tra le Chianche e Casazza,
Casazza e suo vignale, il vignale delle Chianche, il
vignale della gabelluccia tra Rocchetta e l’Irto Grande,
Rocchetta, Erto grande, Scifo del Duca colle timpe in
mare e Scifo di Silva. Tra le fabbriche oltre al casino,
vi erano una casella rimpetto a Capocolonne, un
magazzino attaccato al casino in faccia al mare e il
giardino, una vigna e la casetta nel giardino
(40). |
Casino Zurlo Scifo |
Nel 1793 Giuseppe Zurlo (di Nicola e Maria
del Castillo) possedeva un territorio detto “li
Bucchi” di ha 179 con casino magazzini e chiesetta
(41). |
Casino Zurlo Bucchi |
Agli inizi del 1800 Gaetano Natale Zurlo (di
Giuseppe e Luiggia Gallucci) entrò in possesso, per
eredità, di un palazzo sito sul timpone della Capperina
appartenuto alla famiglia Soda, nobili patrizi di
Crotone, e già probabilmente dimora dello zio Fabrizio
Francesco.
Tutt’oggi questo palazzo che si alza su via
Risorgimento, già chiamato “la via dei Baroni”,
è residenza della famiglia. |
Palazzo Zurlo - Soda |
Non possiamo dimenticare inoltre i numerosi possedimenti
che la famiglia Zurlo deteneva fuori dalla città di
Crotone e che delineano fermamente il legame tra il ramo
Zurlo di Crotone e la città di Santa Severina.
Già 1492 Antonio Zurlo di Napoli, era
proprietario del feudo detto Paganò
(42)
in territorio di Santa Severina;
Nel 1504 in un documento di reintegra del duca Andra
Carafa,
vengono descritti i confini del feudo e si può leggere
che il feudo di S. Stefano e Paganò :
Haec sunt bona dicto feudo
S.ti Stefani reintegrata
In p.s clausura una vinearum posita intus feudum p.tum
in loco dicto lo Corvo consistens in petiis tribus
vinearum in numero mille… pedum vitum vel circa cum
terris dictis vineis contiguis aratoriis capacitatis
salmatae unius vel circa iux.a vallonem currentem terras
dicti feudi et iux.a terras Nob. Caesaris Zurli dicto
feudo reddititias et alios fines
(43). |
Pergamena di reintegra di Andrea Carafa, 4 Aprile 1445 |
Il corso di Paganò
era situato verso la parte di levante e confinava con il
fiume Neto e con la difesa di Budetto. |
I
luoghi del detto Corso di Paganò in territorio
dell’attuale Scandale |
La consistenza del piccolo feudo ricade oggi nel comune
di Scandale ed è identificabile con una porzione di
territorio che comprende anche le località Bosco
Ferrato, Serra di Faraone e Casa di Faraone, tutt’oggi
proprietà della famiglia Zurlo di Crotone. |
Masseria Zurlo – Faraone – Scandale |
Nei primi anni del 1800 i fratelli Zurlo acquistarono i
territori di Fota, Timperosse, Santa Marina e Serra di
Gallopà con Masseria edificata sulle rovine dell’antica
città vescovile di San Leone dal barone Nicola Drammis
di Scandale. |
Masseria Zurlo – Gallopà – Scandale |
Come è evidente, non
cessò mai il legame tra gli Zurlo ed i territori di
Santa Severina, in cui vi è ancora in essere la grande
proprietà dei casali di Faraone, Barco di Fota, e Serra
di Gallopà (circa 800 ha), e con il territorio di
Cosenza dove la toponomastica ci fa individuare una zona
che prende proprio il nome di Torre di ponte Zurlo,
nella zona di Monte Nero sul lago Ampollino, tutt’oggi
proprietà di famiglia . |
Casino Torre di Ponte Zurlo - San Giovanni in Fiore |
Per quel che concerne la genealogia della famiglia, in
questo periodo storico il ramo principale, discendente
da Giuseppe e Luigia Galluccio vide il matrimonio di:
Gaetano Natale (1783) (primogenito) sposa Rosina
Gallucci i quali generarono:
1 - Giuseppe (1813), Sindaco di Crotone,
condannato per non aver fermato i Fratelli Bandiera
(36),
sposò la nobildonna Francesca Tavezzi Cavalieri e
generò:
---A - Gaetano Antonio Giovanni (1839 †
1904) che fu
Agente Consolare di Francia a Crotone
(37),
sposò Adele
Lucifero
dei marchesi di Aprigliano; per figli ebbero: |
-------i - Elvira (1853 †
1957) che sposò il barone Scipione
de Rosis di
Corigliano
-------ii - Giuseppe (1875 †
1939), Commendatore della Corona d’Italia, sposò la
baronessa Maria Antonia de Rosis
-------iii - Gustavo (1880 †
1948)
-------iv - Rodolfo (1890 †
1946) sposò la marchesa Maria
Mottola
d’Amato |
-------v - Stanislao (1885) sposò la cantante lirica Albina Anzellotti
-------vi - Maria (1889) sposò
il conte Leopodo
del Balzo
Squillacioti
-------vii - Antonietta (1888)
sposò il nobile Francesco Stillitani
---B -
Stanislao (1842) |
Gaetano Antonio Giovanni (1839
†
1904)
e la consorte Adele Lucifero di Aprigliano |
Barone Commendatore Giuseppe Zurlo (1875
†
1939). A destra: Decreto Ordine della Corona d’Italia
n°21317 del 1925 |
Chevalier tramandato al Comm. Giuseppe
Zurlo (1875†1939) dal padre Gaetano Antonio Giovanni
(1839†1904),
custodito da Anna Grazia Zurlo |
Rodolfo Zurlo (1890 †
1946) e la moglie Maria Mottola d’Amato
|
Chevalier di Rodolfo Zurlo (1890†1946),
custodito da Gaetano Zurlo |
Il ramo
principale sino ai giorni d'oggi |
L’ultima generazione di tale casato risiede ancora in
Crotone, salvo due sole eccezioni e, a grandi linee,
detiene ancora custodite le proprietà terriere ereditate
da diverse generazioni.
Della storia moderna di questa famiglia, vi è poco da
scrivere anche perché le documentazioni genealogiche
sono facilmente rintracciabili presso gli archivi
comunali ed ecclesiastici oltre che presso la biblioteca
del Sovrano Militare ordine di Malta dove e custodito il
processo genealogico degli ultimi due Cavalieri:
Gaetano e Antonio Zurlo entrambi Cavalieri di
Onore e Devozione del
Sovrano Militare
Ordine di Malta
(44)
rispettivamente primo ed ultimo figlio di Rodolfo
Zurlo e Maria
Mottola
d’Amato. |
Nessuno dei figli maschi di Gaetano Antonio Giovanni ed
Adele Lucifero dei marchesi di Aprigliano ebbe progenie
ad eccezione di Rodolfo Zurlo (1890 †
1946), il quale sposò la marchesa Maria
Mottola D’Amato, figlia di Antonio
ed Elvira Lucifero dei marchesi di Aprigliano e generò
I - Gaetano (192 †
2001), Cavaliere di Onore e Devozione del
S.M.O. di Malta,
che sposò la baronessa Vittoria
de Rosis dalla quale
nacquerò:
-----A - Rodolfo (1946 †
1995) che sposò Adele Ambrosio ed ebbero per figli:
Gaetano (1978), Maria (1981)
ed Andrea Manuel (1984)
-----B - Giuseppe Francescantonio ( 951 †
2008) sposa Serenella Galdieri da cui:
-------- Vittoria ( 1980) sp. il nobile Mario Carratelli e genera Giorgia e Gregorio
-------- Fabrizio(1987) sp. Mariarita Bruno e genera
Vittoria Olga
-----C - Francesco
(1958) sposato con prole
-----D - Anna Grazia
(1960) sposato con prole
II - Adele Maria Dolores (1923 †
2013) sposò il nobile Tommaso De Luca di S. Giovanni in
Fiore da cui: Adriana (defunta alla nascita)
III - Antonio (1925 †
2006), Cavaliere di Onore e Devozione del
S.M.O. di
Malta, sposato con prole |
Il
blasone della famiglia Zurlo nella storia - brisure ed
interpetrazioni superficiali |
Parlare delle armi attribuite alla famiglia Zurlo nel
corso della storia e valutarne , nel mare magnum di
informazioni presenti in epoca moderna, le evoluzioni e
le interpretazioni meriterebbe un piccolo manuale
dedicato, ciononostante, cercherò di racchiudere
possibilmente in breve quelle che sono state le
evoluzioni del blasone di questa famiglia dedicando
naturalmente uno spazio più ampio all’arme del ramo di
Crotone che come vedremo ha sicuramente sofferto nelle
descrizioni di una piccola dose di superficialità negli
occhi di chi lo analizzava. |
Nascendo la famiglia Zurlo dalla Piscicelli, sin
dall’origine adottò un blasone del tutto simile a quello
originario con qualche piccola brisura attuata per poter
caratterizzare il nascente casato che voleva avvalersi
di tutti i privilegi che la famiglia d’origine vantava
nei sedili di Napoli. Nel corso degli anni, i vari rami
adottarono diverse brisure che esamineremo brevemente
fino ad arrivare all’attuale blasonatura che
caratterizza il ramo Crotonese ed in particolare quello
patrizio ascritto al sedile dei Nobili di S. Dionigi l’Aeropagita
in Crotone. |
Partendo dalle origini, la prime blasonature della
famiglia
Piscicelli,
che possiamo trovare in questo sito web, vengono cosi
descritte:
"di rosso alla banda cuneata d’oro
e d’azzurro (girello) e "di rosso alla banda cuneata
d’oro e d’azzurro (girello), accostata nel capo da un
lambello d’oro a tre pendenti". |
Il primo membri del casato ad adottare il cognome Zurlo
definitivamente è rappresentato da Giovanni (†
1381) coniuge di Beatrice di Ponciaco e figlio
secondogenito di Berardo Picicelli.
La blasonatura della famiglia di Giovanni Zurlo fu da
Marco Cremosano
(45),
così descritta:
"di rosso alla banda inchiavata d’oro e d’azzurro". |
Nel corso dei secoli, i diversi rami di questa famiglia
adottarono altre brisure ed un esempio lo possiamo
trovare nel duomo di Napoli dove, nella cappella di S.
Restituta, possiamo osservare incise sul sarcofago di
Ascanio Piscicelli le varie diramazioni del casato
Piscicelli-Zurlo. |
Esaminando i particolari e seguendo le regole araldiche,
possiamo ricostruire tramite le varie brisure dell’arme
il collegamento tra blasone e ramo discendente del
casato. Possiamo quindi intuire che, tra i discendenti
di Giovanni Zurlo, è il ramo del casato stabilitosi a
Baranello. |
Stemma Zurlo del ramo di Baranello |
Scolpito nel tufo il sottostante blasone è certamente
risalente al 1770, anno in cui i maestri fabbricatori
Domenico e Nicola Scaramuzza, incaricati da nobili
germani Diego e Francesco Antonio Zurlo,
costruirono il casino, stalle e magazzini. |
Scalone casino Bucchi. A destra: particolare stemma |
Un secondo esempio è rappresentato dal blasone esistente
sulla porta della cappella presente nella corte del
casino Zurlo a Bucchi
che
pur se certamente risalente all’anno 1772
(39),
si presenta in un ottimo stato di conservazione. |
Facciata della cappella del casino Zurlo di Bucchi |
Agli
inizi del 1800 invece è databile il blasone scolpito sul
tufo presente all’interno di Palazzo Zurlo in Via
Risorgimento a Crotone, attuale dimora della famiglia
Zurlo,
come la raffigurazione sulla porta del sepolcro di
famiglia all’interno del cimitero di Crotone. |
Crotone,
Palazzo Zurlo; a seguire il particolare dell'arme di
famiglia |
Cimitero di Crotone, Cappella Zurlo e particolare stemma
di famiglia |
Un’ulteriore conferma del reale blasone della famiglia
Zurlo di Crotone può certamente pervenire a noi dalle
rappresentazioni effettuate su arredamenti e
sopramobili. |
Antico Vaso – custodito da Diego Zurlo
|
Di
seguito si riporta una riproduzione su pergamena dello
stemma Zurlo di Santa Severina, così blasonato:
di
rosso, alla foggia di sega d’argento in fascia d’oro,
accompagnata da tre stelle d'argento, due in capo ed una
in punta. |
Riproduzione su pergamena
del Blasone Zurlo Nobili di Santa
Severina-
Custodito da Diego Zurlo |
Blasone ligneo ingresso casino Torre di
Ponte Zurlo ( Cosenza) |
|
________________
Note:
(1) -
Conte
Berardo Candida-Gonzaga, Memorie
delle famiglie nobili delle province meridionali
d'Italia,
Stab. tip. del Cav. G. de Angelis e figlio, 1875
(2) -
Archivio di Stato Napoli- fondo Serra di Gerace
(3) -
Cancelleria Angioina, Luigi III- Libro II f. 10b
(4) -
Archivio storico per la Calabria e per la
Lucania , anno1977-1978, Pag. 267
(5) -
Cancelleria Angioina, Luigi III- Registro Ventesimo f.
90b
(6) - Treccani
- Famiglia Zurlo
(7) - Andreotti Davide,” Storia dei Cosentini”,
Marchese, Napoli, 1869-1874 – Voll.3, Vol.II, Pg.
276-277
(8) - Andreotti Davide,” Storia dei Cosentini”,
Marchese, Napoli, 1869-1874 – Voll.3, Vol.II, Pg. 291
(9) - Archivio Storico di
Napoli, Registri Privilegiorum di Alfonso il Magnanimo
FF 27r-28r
(10) - Archivio Storico di
Napoli, Privilegiorum Summariae XLIII
(11) - Archivio di Stato
Napoli- fondo Serra di Gerace
(12) - Enciclopedia
Treccani – famiglia Zurlo
(13) - Petilia
Policastro - Mons. Domenico Sisca II Edizione
1964 pag.189
(14) -
F.A. Mannarino – Cronache
di Petilia Policastro manoscritto pag 84
(15) -
Archivio Storico di Napoli A99/2i, Fonti Aragonesi:
Miscellanea II/2 Fogli 3v-4r
(16) -
Archivio Arcivescovile Santa Severina Vol.31°, f 13r
(17) - Archivio di Stato
Catanzaro – Notaio Marcello Santoro
(18) -
Le Cappelle di Patronato nella
Metropolitana, in Siberene p. 143
(19) -
Archivio di Stato
Catanzaro – Notaio Marcello Santoro Arch 4 pag.111
(20) - Archivio di Stato
Catanzaro – Notaio Marcello Santoro Arch 9 pag.2
(21) -
Archivio di Stato Catanzaro – Notaio Marcello Santoro
Arch 2 pag.42-43
(22) - Archivio di Stato
Catanzaro – Notaio Marcello Santoro Arch 11 pag.49
(23) - Archivio di Stato
Catanzaro – Notaio Dionisio Speziale F.lo 1634 fogli
66-66
(24) -
Archivio di Stato
Catanzaro – Notaio Potentino – Busta 118 - F.lo 1627
fogli 2-4
(25) - Archivio di Stato
Catanzaro – Notaio Potentino – Busta 118 - F.lo 1630
fogli 7-14
(26) - Archivio
Arcivescovile Crotone – Acta Sancta Visitationis
A.D.1699 foglio 34
(27) -
Archivio Arcivescovile Crotone –Registri Battesimo Santa
Margherita - Cart 7\4
(28) - Archivio di
Stato Catanzaro – Notaio Potentino – Busta 118 - F.lo
1630 fogli 68v-71
(29) - Archivio di Stato
Catanzaro – Notaio Potentino – Busta 229 - F.lo 1654
foglio 126r
(30) -
Archivio di Stato
Catanzaro – Notaio Potentino – Busta 229 - F.lo 1651
fogli 35v-36
(31) -
Archivio di Stato Catanzaro – Notaio Potentino – Busta
253 - F.lo 1672 fogli 110v-111
(32) -
Archivio Arcivescovile
Crotone – Libro dei Morti Cart. 112
(33) - Archivio di Stato
Catanzaro –Notaio Nicola Francesco Sacco busta 333, f.lo
1674, fg. 41
(34) -
Archivio Arcivescovile Crotone – Anselmus de la Pena
Ordinis S.Benedicti, Visita 1720, f.54
(35) - Archivio di Stato
Napoli – Real Camera di S.Chiara Vol.17 – busta 1
(36) - Andrea Pesavento –
archiviostoricocrotone.it – Il Palazzo dei Castiglia
(37) - Archivio
Arcivescovile Crotone- Catasto onciario f.175 -743
(38) - Archivio
Arcivescovile Crotone- Catasto onciario f.265 -73
(39) - Archivio
Arcivescovile Crotone- Catasto onciario f.208,209 -5
(40) - Archivio di Stato
Catanzaro –Busta 1589 - anno 1777 fogli 60-62
(41) -
Archivio Arcivescovile
Crotone- Catasto onciario f.73 v
(42) -
Fiore G., Della Calabria Illustrata, III,
pp. 530, 531
(43) -
Andrea Pesavento –
Archivio Storico Crotone – Il Casale ed il feudo di
Santo Stefano in territorio di S. Severina
(44) - Archivio Storico
SMOM - Decreto Magistrale n° 4949 del 3 Dicembre 1968
(45) -
Gallerie d'imprese, arme ed insegne de
varii Regni, Ducati, Provincie e Città..- 1673-Tomo II
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