Ovvero delle Famiglie Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia. 

Zurlo di Crotone

A cura di Fabrizio Zurlo (testo ed immagini)

Arma: d'azzurro, banda dentata d'argento, accompagnata da tre stelle d'oro, due in capo ed una in punta.
Titoli: patrizi di Crotone, baroni sul cognome.


Crotone, stemma su caminetto di Palazzo Zurlo

La trattazione di questo breve scritto scaturisce dalla curiosità di voler ricostruire, in maniera analitica e documentata quella che è la storia della famiglia Zurlo di Crotone, del suo percorso nei vari luoghi d’Italia al solo scopo di poter arrivare a capire le origini del casato ed i legami con la famiglia omonima cui documentazione storica riporta con sede in Napoli, Otranto, Giovinazzo, Baranello ma mai in Calabria se non in epoca moderna.
Partendo quindi da alcuni dati certi ho voluto inoltrarmi, da chiaro profano della materia ma al contempo personalmente interessato, nell’ approfondimento storico con lo scopo di poter ampliare quelle che sono le conoscenze sulla storia della mia famiglia e che cercherò di riportare nel migliore dei modi nel presente volume.
Un ringraziamento di cuore va al Dott. Andrea Pesavento, al Dott. Pino Rende, al Prof. Mario Perfetti
 

La famiglia Zurlo in Calabria tra XXIII e gli inizi XV secolo

Possiamo certamente datare il rapporto della famiglia Zurlo con la Regione Calabria intorno al 1400. Autori e storici del passato citano tale famiglia come un ramo dalla nobile famiglia Piscicelli che nelle sue derivazioni abbandona il proprio cognome originario per gemmare altri casati come Aprano e Zurlo, famiglie che hanno giocato ruoli da protagonisti nel regno di Napoli (1).

Seguendo le tavole genealogiche Serra di Gerace possiamo quindi certamente affermare che tutti i rami di questa Nobile famiglia, compreso quello che successivamente si fece chiamare “Capece- Zurlo” e che ebbero il privilegio di fregiarsi del titolo di Principe, derivano tutte dallo stesso ramo originario. Il Serra di Gerace fa pervenire a noi una documentazione infinita sulle genealogie delle famiglie nobili del regno di Napoli e grazie a lui possiamo sicuramente attribuire la nascita del casato, quindi del cognome Zurlo, a Giovanni Zurlo ( 1381 sepolto nella cappella Zurlo a Napoli) figlio di Berardo Piscicelli ( 1329) e Giovanna Caracciolo ( 1330).

Giovanni Zurlo, Patrizio Napoletano iscritto al Seggio Capuano ed al Seggio di Nido, fu nell’anno 1344 investito come Cavaliere e Signore di Aprano (2); grazie alle nozze con Beatrice di Ponziaco ( 1421) acquisì numerosi privilegi e signorie.

Le Tavole genealogiche del Serra di Gerace illustrano che:
Dal matrimonio (seconde nozze) tra Giovanni Zurlo (
1381), e Beatrice di Ponziaco ( 1421)  nascono:
---1 - Nicola Antonio (
31/9/1381), Patrizio Napoletano; sp. Gaspara Spinelli dei Conti di Gioia e genera Fiorella e Maria
---2 - Martuccio Patrizio Napoletano e nel 1332 Castellano e Capitano di Reggio Calabria;
---3 - Enrico (
1407) Patrizio Napoletano e Signore di Varie terre;

---4 - Pietro (†  1391) Patrizio Napoletano;

---5 - Covella ( 1402) sposa Francesco Capece Bozzuto;

---6 - Maria ( 1433), sposa Marco Filomarino;

---7 - Caterina ( 1468) Badessa del Monastero di Santa Patrizia a Napoli;

---8 - Margherita;

---9 - Maddalena;

---10 -Salvatore ( 1404) sposa Margherita d’Evoli la loro prole andrà a generare il ramo dei Conti di Sant’Angelo e successivamente il ramo di Giovinazzo e quello dei Capece Zurlo.

---11 - Berardo ( 1415), sposa Luigia Caracciolo e la loro prole andrà a generare il ramo dei Conti di Montoro, di Nocera e dei Pagani e successivamente il ramo Crotonese

Non è affatto escluso che i creati di Salvatore ( 1404) e Margherita d’Evoli siano anche transitati per la regione Calabria ed in particolare per la città di Cosenza, abbiamo però certezza che non vi stanziarono pur avendo interessi importanti avendo ereditato la riscossione della Gabella della seta di Cosenza dalla  loro ava Beatrice di Ponziaco.

Il 17 Ottobre 1423 il Re Luigi III d’Angiò, Duca di Calabria, concesse tramite un suo decreto la Gabella della Seta di Calabria a Giovannello Zurlo, erede di Beatrice di Ponciaco (3); Le cronache antiche prestano grande attenzione a questo caso, considerato estremamente singolare in quanto su tale gabella era già maturata una rendita di 300 Once d’oro dalla famiglia Sanseverino, Conti di Tricarico (4).
La concessione della gabella della seta di Calabria testimonia il grande prestigio della famiglia Zurlo e quanto essa venisse tenuta in considerazione nel panorama politico dell’epoca.

Il giorno 8 Giugno 1424, alla morte di Giovannello il Re concede la riscossione della Gabella della seta di Cosenza al figlio Salvatore, conte di Sant’Angelo e di Potenza (5) cagionando profondo malcontento all’altro figlio, Nicola Antonio Zurlo che pur appellandosi anch’esso Conte di Sant’Angelo, ebbe effettivamente il titolo alla morte di Salvatore nel 1464 quando ormai la famiglia era stata spogliata di gran parte dei suoi feudi (6). Una delle prove del effettiva presenza del casato Zurlo in Calabria e particolarmente nella città di Cosenza è rappresentata dall’arme della famiglia presente nel chiostro del  Complesso monumentale di San Domenico.


Cosenza, Complesso monumentale di San Domenico, Chiostro, stemma Zurlo

Sempre nella città di Cosenza, la famiglia Zurlo risulta aggregata al sedile dei nobili già nel 1561, anno nel quale “il Collaterale Consiglio, visti gli incartamenti delle diverse famiglie escluse dalla lista delle ottantotto, ascritte al sedile di Cosenza, decreta l’iscrizione della famiglia Zurlo (7). La famiglia viene quindi ascritta al sedile di Cosenza con la seguente Blasonatura: “Cuspides venetae plures in crocio balteo a dextero a levatum discendente latus in muricata parmula, erant Familiae Zurlo (8) (Alcune cuspidi azzurre in una cintola di croco sul lato destro discendente dal lato rialzato in una piccola area murata, erano della famiglia Zurlo).

Il 29 Novembre 1444, in Crotone, Alfonso I d'Aragona, a conclusione del processo intentato da Nicola Antonio Zurlo di Napoli contro Antonio Sanseverino duca di S.Marco circa l’assegnazione della provvigione annua di 100 once sulla Gabella della seta della Città di Cosenza e di altre terre del Ducato di Calabria, presa visone degli atti e delle lettere date nell’accampamento regio presso Castel di Sangro del 22 Luglio del 1443 e a Napoli, in Castelnuovo, il 12 gennaio 1444, e della relazione del Sacro Regio Consiglio, emana la sentenza, ingiungendo a Nicola Antonio Zurlo di non disturbare il Duca di San marco nella percezione dei suoi diritti, assicurando inoltre le residue entrate della medesima gabella (9).

Nel Marzo 1447, Tropea, Nicola Antonio Zurlo venne immesso nel Possesso della Gabella della Seta del Ducato di Calabria concessagli da Re Alfonso II d'Aragona il 18 Ottobre 1446 (10).

Sempre le tavole genealogiche del Serra di Gerace forniscono a noi un preciso schema dei discendenti di Salvatore Patrizio Napoletano e Siniscalco del Regno sotto Ladislao I di Durazzo, e Margherita d’Evoli che di seguito riporto vino alla nascita del Ramo dei Principi Capece Zurlo:

Dal Matrimonio tra Salvatore Zurlo ( 1404), e Margherita d’Evoli nascono:
I. - Pietro detto Pietrillo Patrizio Napoletano;
II.- Giacomo ( 1453) Patrizio Napoletano ;
III.- Marino Patrizio Napoletano e signore di Cancellara, sposa Caterina Caracciolo e genera:
..........A -Salvatore (circa 1486 in prigionia), Governatore di Gallipoli partecipa alla congiura dei Baroni;
..........B - Antonio, Patrizio Napoletano sposa nel 1476 Caterina Dentice;
..........C - Elena
IV.-
Giovanni detto Giovannello (assassinato ad Ortona nel 1424) fu 1° conte di Potenza e 1° conte di Sant’Angelo dei Lombardi sposa Adelasia di Taurisano e genera:
..........A - Salvatore (c.ca 1430), 2° conte di Sant’Angelo e Potenza, i suoi feudi furono confiscati per ribellione e donati a Sergianni Caracciolo;
..........B - Nicola Antonio ( dopo il 24/5/1464) Signore di Toritto e Patrizio Napoletano sposa Caterina Caracciolo del Sole e genera:
............... a - Giovanni Antonio ( 1497) fu investito della Contea di Potenza e di Sant’Angelo dai Francesi il 15 Maggio 1496.
................b - Margherita, sposa Antonio Capece Piscicelli
..........C - Luigi, Patrizio Napoletano, sposa Antonia Capuana e genera: Salvatore
..........D - Enrico, Patrizio Napoletano ebbe alcuni beni in Giovinazzo dalla madre ed ivi si trasferì, sposa Brigida Miroballo e la loro prole genera il ramo Zurlo di Giovinazzo:
...............a - Francesco ( Giovinazzo, 6 Luglio 1505) Patrizio Napoletano fu uno degli arbitri nella Disfida di Barletta, sposa nel 1495 Girolama Riccio e genera:
.................... i - Giacomo ( ante 26/06/1539) sposa Francesca e genera:
.
..........................ii - Nicola Antonio Capece Zurlo viene reintegrato nel Seggio Capuano con tutti i cugini e si può affermare fu il primo ad adottare il cognome Capece Zurlo.

 

Le tracce della famiglia Zurlo nel territorio di Crotone tra il XV ed il XVII secolo

La Famiglia Zurlo venne in provincia di Crotone sicuramente verso la fine del 1400 ed in particolare si stabilì nel Contado di Santa Severina tra la fine del 1400 e gli inizi del 1500. Da lì si spostò per tutto il contado ed arrivò in Crotone dove ancora un ramo risiede ai giorni d’oggi. Possiamo quindi, sempre tramite le tavole genealogiche del fondo Serra di Gerace (11), analizzare il ramo della famiglia da cui i discendenti vennero a Crotone ed in particolare quello dei creati di Bernardo Zurlo ( 1415), figlio di Giovanni Zurlo ( 1381) e Beatrice di Ponziaco ( 1421), il quale sposa Luigia Caracciolo figlia di Lonetto e Caterina Filangieri dei conti di Avellino.
Bernardo Zurlo (
8/1/1415)  fu una figura importante del Regno; Patrizio Napoletano iscritto al seggio di Nido (o Nilo), è dapprima attestato siniscalco dell’ospizio regio (1400), poi ciambellano e maresciallo (1405), e infine protonotario e logoteta, dapprima acquista il feudo di Montoro nel 1405 dai della Marra e fu 1° Conte di Nocera e dei Pagani (12).

Possiamo ricostruire tramite i documenti del suddetto fondo Serra di Gerace che dal matrimonio tra Bernardo Zurlo ( 1415)  e Caterina Filangieri nascono:

I. - Giovanni, Patrizio Napoletano e barone di Guardia Lombarda sposa Delfina Caracciolo Pasquizi;
II. -  Salvatore detto Russillo, barone di Nusco e signore di Solofra sposa Mariella Caracciolo del Sole e genera:
..... .....A - Scipione, barone di Nusco e signore di Solofra sposa una Filomarino e genera: Ettore ( 27/4/1519), Alfonso; Ferrante; Giovanni; Cesare; ed Ercole, barone di Nusco e signore di Solofra, perse i suoi beni perché confiscati per tradimento, sposa nel 1519 Filomena Caracciolo e genera: Cesare; Fabrizio; Tiberio; Mario e Livia che sposa Alessandro Antinori
III. - Francesco ( 1449), Patrizio Napoletano, 2° conte di Montoro e di Nocera dei Pagani, Logoteta e protonotaro del Regno dal 1442, partecipò al parlamento del 1443 tenutosi a Napoli il quale sposa Isabella Carafa della Stadera e genera: Carlo, Patrizio Napoletano; Adosso, Patrizio Napoletano; Biancamano, Signora di Castelfranco sposa Giacomo Antonio II della Marra, VII barone di Serino; Berardo (1492), 3° conte di Montoro e di Nocera dei Pagani, e dal 1449 Patrizio Napoletano sposa Antonella Caracciolo.
I predetti coniugi Berardo e Antonella Caracciolo generarono: Giovanni Bernardino ( post 13/8/1528), 5° conte di Montoro e di Nocera dei Pagani, sposa Isabella Carafa; Giacomo, Patrizio Napoletano, sposa Margherita Caracciolo; Camillo; Ludovico; Margherita; Chiaracosa; Beatrice; e Marco Antonio che genera Giovanni.

In questo periodo la famiglia Zurlo arrivò in Provincia di Crotone e più precisamente nel Contado di Santa Severina dove siamo certi che si stabilì grazie all’acquisizione di detto Contado da parte della famiglia Carafa. Citando il manoscritto di Mannarino “cronache della città di Policastro”, nel 1969 Domenico Sisca nel suo libro ci fa sapere che “ Il Ramo Zurlo di Santa Severina, discendente dagli Zurlo di Napoli, si trasferì da noi (Petilia Policastro) quando Marco Antonio sposò Anastasia Mannarino” (13).

Il Mannarino inoltre nel suo manoscritto del 1721 da a noi informazioni ancora più importanti e testualmente cita: “venne i (…) la famiglia Zurlo di Santa Severina, originari di Napoli e de Zurli Napolitani del seggio di Nido, come evidente si conosce dalli loro Privilegi d’antiche Scritture. Il Primo che in noi (Petilia Policastro) fermassi fu (Giannotto cancellato) Marco Antonio che…..(14)”.


F.A Mannarino- cronaca di Petilia Policastro 1721

L’informazione più importante però questo manoscritto la conserva nella nota a margine, che pur essendo di difficile lettura dice: “ Francesco Zurlo (….) col Conte Carafa si restò come risulta in una concessione di feudo (….) fattali da detto Carafa”.

La nota del Mannarino parla sicuramente di Francesco Zurlo, figlio di Berardo e di Antonella Caracciolo,  mentre lo scritto fa riferimento all’anno 1660 quando Marco Antonio prese in sposa Anastasia Mannarino.
Da non sottovalutare però sono le parti del manoscritto cancellate a penna dall’autore; sotto il nome di Marco Antonio risulta la scritta Giannotto, probabilmente il padre del suddetto e certamente il figlio dell’omonimo avo Marco Antonio di Francesco e Marella Caracciolo.

Il giorno 8 gennaio 1451, il Viceré Francesco de Siscar ordina ad Antonio Zurlo de Neapuli dicte civitatis Sancta Severinae abitatore dudum terre Ypcigro Regio Capitano” ad osservare gli accordi presi tra lui e Kali di Catanzaro riguardo ad una cintura d’oro che la donna aveva dato in pegno (15).

In un apprezzo della città di Santa Severina e dei suoi casali del 1653 risulta infatti che nell’anno 1593 “fuochi 307 si bene al p.nte dicono sia fuochi 80 di questo mi rimetto Nella quale vi è Separat.ne fra nobili e Popolino. Nobili sono li modii, infosini, del Sindico, Martini, Severini, Lepari, Gallucci, Barracchi, Zuroli, Teutonichi, Mannarini, Faraldi, Ferreri, Sacco, Lungo, Sosanna et oliverio parte detti sono famiglie antiche et parte sono agregati li quali ne sono da 25 persone esistente in detta Città oltre delli nobili sono altri quali non ricevono officii nobili ne del Popolo che questi saranno da 30 persone che sono dui dottori di legge uno fisico uno Chirurgico uno tentore e uno mastro di Scola. L’altri del Popolo sono arsilli” (16).


Apprezzo della città di Santa Severina e dei suoi Casali

Nell’anno 1556, tra gli incartamenti del Notaio Marcello Santoro custoditi presso l’Archivio di Stato di Catanzaro possiamo notare la presenza del “Magnificus Vannidello Zurlus”; nello stesso documento leggiamo facilmente che il Notaio Santoro stesso dichiara “Cesaris Zurli suis Legittimi es naturalis fiis (17)


Atto rogato dal Notaio Marcello Santoro

Agli inizi del 1500 il predecessore dell’Arcivescovo Jo: Matteo Sertorio concesse al nobile Cesare Zurlo di poter costruire una cappella nella cattedrale di Santa Severina a devozione di Sant’Antonio di Padova; nel 1525 lo stesso Cesare Zurlo, pregò l’Arcivescovo Sertorio di poter ampliare tale cappella per consentire la sepoltura dei membri della nobile famiglia (18).

L’archivio notarile del Santoro fornisce a noi numerosissime prove concrete del ruolo di rilevanza che la famiglia Zurlo deteneva sotto il dominio del Conte Carafa, e ci illustra in maniera chiara e dettagliata della caratura di alcuni membri del casato impegnati in politica come nella vita religiosa.
A conferma inconfutabile che la famiglia Zurlo godette di nobiltà nella contea di Santa Severina, oltre all’Apprezzo sopra citato, vi si può individuare, tramite il Santoro, quali membri di questo casato ebbero un ruolo nella gestione dell’Università come nel 1574 “Nob. Ovannis Zurlo
(19), nel 1581 “Nob. Hieronimo Zurlo(20) ed all’interno della Chiesa come il “M.Co Lutio Zurlo” più noto canonico nelle cronache di tutta la Provincia.
In questa epoca Grazie al grande patrimonio lasciatoci dai numerosi atti notarili del Santoro è possibile ricostruire le unioni matrimoniali di alcuni membri della famiglia Zurlo e si può affermare che avvennero tutti con famiglie nobili e notabili del territorio.

Nell’ Anno 1528 Magnifico Vannidellus Zurlus sposò Antonietta figlia del “Magnifico Hieronimo Piccolo” e generano Cesare Zurlo.

La figlia del Nobile Antonio Zurlo, Flora sposò nel 1571 Vincenzo Infosino di famiglia nobile citata nell’Apprezzo del 1653 (21).

La figlia del Magnifico Lutio Zurlo clerico sposato, Gesimina, sposò nel 1589 don Marco Antonio Zurlo (22).

 

L'arrivo della famiglia Zurlo nella città di Crotone

All’inizio del 1600 è possibile già trovare tracce della famiglia Zurlo nella città di Crotone.
I primi documenti che riguardano appartenenti a questo casato in Crotone parlano di Jo Cesare Zurlo di Santa Severina che nell’anno 1621 fu Sindaco del popolo
(23); sposò la nobildonna Vittoria Rigitani, figlia del nobile notaio Gio. Francesco Rigitani (24). Tra i capitoli matrimoniali precedentemente trattati, firmati e conclusi, vi era una dote di ducati 900 così ripartiti: ducati 600 al tempo della raccolta prossima futura, ducati 50 in contanti nella raccolta seconda ventura del 1628. Tali ducati 650 si dovranno investire in compra di uno stabile in questa città. Una catena d’oro e un’altra “catinetta” d’oro, e ducati 150 al dì dell’affidare, assieme a tante robbe, panni di seta, lino, oro e perle.
Gio Cesare morì all’inizio del 1630 lasciando suoi eredi la moglie Vittoria Rigitani ed i figli Horatio, Gio. Domenico, Francesca e Lucrezia.

Il Giorno 11 gennaio 1630, il Reverendo Horatio Zurlo, figlio ed erede del M.co Gio. Cesare Zurlo, si reca nelle case dove abitava il padre in parrocchia di Santa Margherita. Horazio, anche a nome del fratello Gio. Domenico Zurlo, che si trova a Napoli, entra nelle case e dichiara che per testamento, lui ed il fratello sono eredi e fanno l’inventario dei beni paterni. Egli dichiara che il padre prima di morire, fece dono alle figlie Francesca e Lucrezia di quello che a loro spettava delle doti della madre Vittoria Rigitani (25).
In questo atto notarile si può notare l’appellativo Magnifico con cui viene appellato Gio Cesare Zurlo, ulteriore prova che anche nella città di Crotone risultavano già all’epoca ben note le origini Nobili di questa famiglia. A ricordo di Gio. Cesare Zurlo rimase alla fine del Seicento un beneficio senza altare e cappella in cattedrale
(26).

Il Reverendo don Horatio Zurlo, figlio di Gio Cesare e Vittoria Rigitani, fu parroco in diverse parrocchie della città come in Santa Margherita negli anni 40 del 1600 (27).


Firme autografe don Horatio Zurlo

Francesca Zurlo, figlia di Gio Cesare e Vittoria Rigitani, sposò il 17 Maggio 1630 Leonardo Telesio; la dote venne trattata dal fratello della sposa don Horatio Zurlo (28);

Lucrezia Zurlo, figlia di Gio Cesare e Vittoria Rigitani, sposò il 19 Settembre 1630 Mutio Manfredi, le doti furono pagate dal fratello Gio. Domenico Zurlo (29).

Gio Domenico Zurlo, figlio di Gio Cesare e Vittoria Rigitani, fu dottore fisico e sposò nel 1651 la nobile Laura Gullì figlia di donna Lucretia Ventura (30); il legame parentale Zurlo e Venturi si rinnoverà nella generazione successiva.
Da questo matrimonio nacquero 7 figli: Orazio, Giovanni Cesare Antonio, Diego, Fiorenza, Ippolita, Luccia e Caterina.


Battesimo Giovanni Cesare Zurlo


Battesimo Fiorentia Zurlo

Gli stessi risultano come eredi legittimi di Gio Domenico Zurlo all’interno del suo testamento del 30 Ottobre 1672 congiuntamente alla sorella Francesca (31).

È estremamente importante, al fine di comprendere la posizione sociale che la famiglia Zurlo ebbe nella comunità Crotonese pur non essendo annoverata ancora trai la nobiltà cittadina, sottolineare quali fossero già in origine i legami che tale casato ebbe in Crotone e questo si può notare dalle personalità che ebbero il ruolo di Padrino nei vari battesimi. Nei due esempi sottostanti su può notare infatti come membri delle nobilissime famiglie Berlingeri e Lucifero furono in rapporti stretti sin da subito.

Un dato interessante atto a rafforzare il legame tra il ramo Zurlo di Crotone con quello di Santa Severina e di Napoli è rappresentato dalla tradizionale ripetizione e dai vari richiami ai nomi di famiglia.

Ciò si può trovare ad esempio con la presenza del prefisso “Gio” o dal nome Giovanni, che vuole richiamare il suddetto Vannidello di Santa Severina ed addirittura il più noto Giovanni Zurlo conte di S. Angelo e marito di Beatrice di Pociaco; e ancora con la suddetta Fiorentia, figlia di Gio Domenico, che richiama vivamente l’ava Floris, figlia del M.Co Antonio di Santa Severina; o ancor di più il suddetto Giovanni Cesare Antonio, figlio di Gio Domenico, che riporta in sè tutti i nomi dei personaggi precedentemente più volte citati in questo breve scritto e che si ripeteranno, non senza alcune estinzioni, nel corso dei secoli fino ai giorni d’oggi.

 

L'ingresso nel Sedile dei Nobili di Crotone detto di S. Dionigi

Nel corso del XVII secolo la famiglia di Gio Domenico Zurlo, dottore fisico, dovette affrontare grandi perdite a causa delle pestilenze che colpirono la città di Crotone:
“Adi 8 marzo 1655 morse la figlia minore di Gio. Domenico Zurlo e si sepellì in catedrale e pagò.”
“Adi 10 giugno 1656 morse lo figlio minore di Gio. Domenico Zurlo e si sepellì nella cattedrale e pagò.”
“Adì 26 gennaio 1663 morse la figlia minore del d.no Gio. Domenico Zurlo n. Luccia e si sepelì in catedrale e pagò.”
“Adi 26 Agosto 1663 morse Ippolita Zurlo figlia minore di Gio. Domenico e si sepellì in cattedrale e pagò.”
(32)

Fiorenza, figlia di Gio Domenico e Laura Gullì, sposò il nobile Pelio Petrolillo (33) e le doti matrimoniali furono in totale 750 ducati trta beni immobili e denaro.

Orazio Zurlo, figlio di Gio Domenico e Laura Gullì, sposò invece la nobildonna Alvinia Venturi (Ventura), nipote del canonico Isidoro Venturi (Ventura).
Orazio, proprietario terriero, era già considerato nobile anche nella città di Crotone sebbene ufficialmente la famiglia Zurlo non fosse entrata a far parte del sedile dei Nobili nato a Crotone sotto l’egida di San Dionigi l’Areopagita. Fu Clerico sposato ed amministrò intorno all’anno 1720, insieme ad uno dei suoi figli, Gio. Domenico, il Monte di Pietà della città di Crotone “…
mediante publico instrumento rogato manu Notarii Pelii Tiriolo Crotonen., eligendo ad mutrus Rectoris obeundum ad. Rev.m Can.m Joannem Dom.um Zurlo, qui una cum eius patre magnifico Horatio Zurlo Cl.co coniugato praefatam summam simul recipiendo coram ad.m R.R. Archidiacono Petro Paulo Venturi…” (34)

Dal matrimonio tra Orazio Zurlo, nato in Crotone nel 1669 ( 1722), e Alvinia Venturi  nacquero:
XII - Gio. Domenico (1691
1763), canonico e tesoriere della cattedrale di Crotone
XIII - Caterina Anna (1695)
XIV - Franco Bernardino (1696)
XV - Franco Dionigi (1698)
XVI - Pietro Franco (1700)
XVII - Lucia Francesca (1703), sposò il nobile Antonio Suriano di Crotone
XVIII - Leonardo (1705)
XIX - Pietro (1698
1762), sposò la nobildonna Michela Giovannuzzi da cui:

------A - Raffaele (1743)

------B - Baldassarre (1745) sposò Alvinia Emerenziana Zurlo da cui:

----------a - Pietro (1785) sposò Concetta Lettieri da cui:
---------------i - Maria Francesca (1806)

---------------ii - Anna Maria (1815)

----------b- Michela (1784)

------C - Maria Gabriela (1741) sposò il nobile Anselmo Berlingeri;

------D - Anna (1739)
XX - Diego Paolo (1709), canonico e primicerio della Cattedrale di Crotone;
XXI - Nicola Stefano (1713
1777) sposò la nobildonna Maria del Castillo da cui:
--------A - Fabrizio Francesco (1731) sposò la nobildonna Teresa Soda da cui:
----------a - Maria Raffaela (1791)
----------b - Maria Chiara (1792)
----------c -Maria Francesca (1794);
----------d - Luigi (1799);
----------e - Nicola (1801);
----------f - Domenico Antonio (1803)
----------g - Orazio (1804);
--------B - Orazio (1742)
--------C - Maria Teresa (1743)
--------D - Giuseppe (1744) sposò la nobildonna Luigia Galluccio da cui:
----------a - Gaetano Natale (1787) sposò la nobildonna Rosa Galluccio;
----------b - Maria Raffaela (1785)
----------c - Nicola Franco (1788)
----------d - Domenico Franco (1790)
----------e - Francesco Maria (1793)
----------f - Raffaele (1795)
----------g - Teresa (1797);
----------h - Luigi (1800);
----------i - Giuseppe (1800);
--------E - Francesco (1745)
--------F - Alvinia Emerenziana (1747) sposò Baldassarre Zurlo
--------G - Anna Cate (1748)
--------H - Mariangela (1754)
--------I - Salvatore (1758)
XXII - Francesco Antonio (1716 1782)
XXIII -
Fabrizio ( 1738)


Archivio Vescovile Crotone - indice alfabetico dei libri battesimali della parrocchia del
SS. AA. Pietro e Paolo redatto dal Canonico Pasquale Cannoniere


Archivio Storico S.M.O.M. – Processo Gaetano ed Antonio Zurlo

Nel 1735 don Pietro Zurlo ed i suoi fratelli sono ammessi nel Sedile dei nobili di San Dionigi (35) come Nobili Patrizi. Di seguito si riporta il verbale del Sedile di San Dionigi.

Un elemento fondamentale che ci da certezza della discendenza tra il ramo Zurlo di Crotone ed il ramo di Napoli, sta nel fatto che Pietro e tutti i suoi fratelli furono ammessi come Nobili Patrizi della città quindi considerati di nobiltà antica ancor più se si considera che in Crotone, pur non esistendo “piazze chiuse” di nobiltà, i nobili si serrarono il seggio non permettendo l’ingresso a nessuna famiglia.

 

L'influenza della famiglia Zurlo in Crotone tra il XVII ed il XIX secolo

Entrata ufficialmente nella Nobiltà di Crotone la famiglia Zurlo divenne ancor più nota e prestigiosa grazie anche ai legami matrimoniali che strinse con le più nobili famiglie della città.
Il catasto onciario di Crotone ci porta a conoscenza di importanti notizie riguardo al patrimonio del casato.
Nella prima metà del 1700 Pietro ed i fratelli Zurlo sono tra i maggiori produttori di grano del territorio Crotonese e posseggono 1200 capi ovini.

In politica furono sindaci dei nobili di Crotone Pietro Zurlo nel 1753/1754, Raffaele Zurlo nel 1768/1769 e Baldassarre nel 1773/1774; i possedimenti terrieri dei fratelli Zurlo sono enormi avendo ereditato gran parte dei beni derivanti dalla nobile famiglia Venturi.
Giuseppe Zurlo (1744), figlio di Nicola Stefano e Maria del Castillo, ereditò dalla madre un palazzo in parrocchia di S. Maria Prothospataris che prenderà poi volgarmente il nome di Casa Zurlo
(36); lo stesso sposò Lucrezia detta Luigia della nobile famiglia Gallucci.


Crotone, Palazzo Castiglia - Casa Zurlo

Il figlio primogenito, Gaetano Natale (1783) sposa Rosina Gallucci.
In questi anni la famiglia Zurlo di Crotone contrae parentele con altre importanti famiglie come i Suriano, i Soda, i Grimaldi ed i Berlingeri ampliando così’ il proprio patrimonio ed acquisendo lustro nel panorama Cittadino.

Dal Catasto Onciario del 1743 don Pietro e i fratelli Zurlo possedevano:
- “In comunione con D. Giovan Battista Venturi nobile di questa Città d’anni 38 un territorio detto Casizzona di capacità tomolate 92 confine le terre dette Margarita; Un comprensorio di terre dette Tuvolo, consistente nelle seguenti gabelle, e situate d’annua rendita effettiva come siegue, cioè Lampamarello per ducati 22:80, la Fico per ducati 12:90, il Furno per ducati 14:20, il Liternetto per ducati 38, Tuvolo, e Cerriello per ducati 192:10” (28)
- “Un territorio detto le Cudi, confine Vezza, ed il vignale d’Albano di capacità tomolate 40 de’ quali ne appartiene il 4° al sacerdote D. Isidoro Venturi”
- Un altro territorio detto la Manca di Scigliano, confine la Valle della Donna di capacità tomolate 55
- Un territorio detto le Piane di Nola confine la Brichicella di capacità tomolate 130 
- Porzione di terre, nella gabella nominata Lenza, confine il Passo Vecchio 
- Territorio nominato Valle di Nigro, confine il Giriatello, di capacità tomolate 65
- Casa propria in Parocchia di S. Pietro, e Paolo


Crotone, Palazzo Zurlo, parrocchia di S. Pietro

- Quattro magazzeni fuori le porti di questa Città, luogo detto il Fosso, vicino la Chiesa [f. 180] della SS.ma Annunciata,
- Due botteghe nella piazza di questa Città
- Un capitale di ducati 2000 sopra li beni di D. Pietro Barricellis
- Capitale di ducati 1200, sopra li beni di D. Nicolò Marzano
- Un capitale di ducati 300 sopra li beni di D. Margarita Modio
- Bovi aratorij n.ro 60,
- Giovenchi infra l’anni tre n.ro 40
- Vacche d’armento n.ro 40,
- Giovenche femine n.ro 20,
- Pecore grosse n.ro 700 
- Anniglie, seù sciamorte n.ro 500
- Somarre per uso di vatica n.ro 15
- Possiede un capitale di ducati 50, colla sua annualità di ducati 4 sopra la casa d’Antonino Mondrillo
- Possiede altro capitale di ducati 2600, colla sua annualità di ducati 143 sopra li beni di D. Nicola Passarelli…
- Sopra li beni del medesimo D. Nicola, e fratelli di Passarelli un altro capitale di ducati 1500
(37)
- Territorio detto la Lenza, cioè la metà dello medesimo, confine il Passo Vecchio, e Palazzotto, di tomolate 40, in communi con Tommaso Feraldi di S. Severina
(38)

Giovanni Domenico Zurlo Tesoriere della Cattedrale:
- Una casa nella Parocchia di S. Veneranda
- Due pensioni sopra li due vignali, confine il Mortilletto, e la Garrubba
- Un casaleno diruto nella Parocchia di S. Veneranda
- Sopra le case del sacerdote D. Giovan Battista Schipano, per annui ducati 4
- Sopra li casaleni avanti il palazzo di D. Francesco Cesare Berlingieri annui carlini diece, ed annui ducati 1:50 sopra la vigna del medesimo
- Sopra il territorio detto la Mendolicchia, annui carlini diece
- Sopra il podere della Campitella, annui carlini diece
- Sopra la casa del quondam Giovanni Tomaso Susanna, oggi de’ padri del Convento di S. Francesco d’Assisi, annui carlini diece
- Sopra il giardino di D. Dionisio Lucifero, annui grana 60
- Sopra il feudo di Apriglianello, annui ducati 3:50
- Sopra il vignale confine Maccoditi, oggi posseduto d’Anastasia Palazzo ed Antonio Varano coniuggi tomoli 4 grani annui
(39)

Nel 1744 i fratelli Diego, Nicola e Francescantonio possedevano  gran parte dei terreni sul piano di Nao (Capocolonna- Scifo) ed in particolare: Formosella, Zappaturo ed un Terzo di Berlingieri, oltre a 19 tomolate di timpe e strada sotto la punta della tonnara, con tutto il travaglio, Mangione, la Gabelluccia, il Terzo di Sacramento, vignali di Zituleo, Chianche, Vignale di Scifo tra le Chianche e Casazza, Casazza e suo vignale, il vignale delle Chianche, il vignale della gabelluccia tra Rocchetta e l’Irto Grande, Rocchetta, Erto grande, Scifo del Duca colle timpe in mare e Scifo di Silva. Tra le fabbriche oltre al casino, vi erano una casella rimpetto a Capocolonne, un magazzino attaccato al casino in faccia al mare e il giardino, una vigna e la casetta nel giardino (40).


Casino Zurlo Scifo

Nel 1793 Giuseppe Zurlo (di Nicola e Maria del Castillo) possedeva un territorio detto “li Bucchi” di ha 179 con casino magazzini e chiesetta (41).


Casino Zurlo Bucchi

Agli inizi del 1800 Gaetano Natale Zurlo (di Giuseppe e Luiggia Gallucci) entrò in possesso, per eredità, di un palazzo sito sul timpone della Capperina appartenuto alla famiglia Soda, nobili patrizi di Crotone,  e già probabilmente dimora dello zio Fabrizio Francesco.
Tutt’oggi questo palazzo che si alza su via Risorgimento,  già chiamato “la via dei Baroni”,  è residenza della famiglia.


Palazzo Zurlo - Soda

Non possiamo dimenticare inoltre i numerosi possedimenti che la famiglia Zurlo deteneva fuori dalla città di Crotone e che delineano fermamente il legame tra il ramo Zurlo di Crotone e la città di Santa Severina.
Già 1492  Antonio Zurlo di Napoli, era proprietario del feudo detto Paganò (42)  in territorio di Santa Severina;
Nel 1504 in un documento di reintegra del duca Andra Carafa, vengono descritti i confini del feudo e si può leggere che il feudo di S. Stefano e Paganò :
Haec sunt bona dicto feudo S.ti Stefani reintegrata
In p.s clausura una vinearum posita intus feudum p.tum in loco dicto lo Corvo consistens in petiis tribus vinearum in numero mille… pedum vitum vel circa cum terris dictis vineis contiguis aratoriis capacitatis salmatae unius vel circa iux.a vallonem currentem terras dicti feudi et iux.a terras Nob. Caesaris Zurli dicto feudo reddititias et alios fines
(43).


Pergamena di reintegra di Andrea Carafa, 4 Aprile 1445

Il corso di Paganò era situato verso la parte di levante e confinava con il fiume Neto e con la difesa di Budetto.


I luoghi del detto Corso di Paganò in territorio dell’attuale Scandale

La consistenza del piccolo feudo ricade oggi nel comune di Scandale ed è identificabile con una porzione di territorio che comprende anche le località Bosco Ferrato, Serra di Faraone e Casa di Faraone, tutt’oggi proprietà della famiglia Zurlo di Crotone.


Masseria Zurlo – Faraone – Scandale

Nei primi anni del 1800 i fratelli Zurlo acquistarono i territori di Fota, Timperosse, Santa Marina e Serra di Gallopà con Masseria edificata sulle rovine dell’antica città vescovile di San Leone dal barone Nicola Drammis di Scandale.


Masseria Zurlo – Gallopà – Scandale

Come è evidente, non cessò mai il legame tra gli Zurlo ed i territori di Santa Severina, in cui vi è ancora in essere la grande proprietà dei casali di Faraone, Barco di Fota, e Serra di Gallopà (circa 800 ha), e con il territorio di Cosenza dove la toponomastica ci fa individuare una zona che prende proprio il nome di Torre di ponte Zurlo, nella zona di Monte Nero sul lago Ampollino, tutt’oggi proprietà di famiglia .


Casino Torre di Ponte Zurlo -  San Giovanni in Fiore

Per quel che concerne la genealogia della famiglia, in questo periodo storico il ramo principale, discendente da Giuseppe e Luigia Galluccio vide il matrimonio di:
Gaetano Natale (1783) (primogenito) sposa  Rosina Gallucci i quali generarono:
1 - Giuseppe (1813), Sindaco di Crotone, condannato per non aver fermato i Fratelli Bandiera
(36), sposò la nobildonna Francesca Tavezzi Cavalieri e generò:
---
A - Gaetano Antonio Giovanni (1839 1904) che fu Agente Consolare di Francia a Crotone (37), sposò Adele Lucifero dei marchesi di Aprigliano; per figli ebbero:

-------i - Elvira (1853 1957) che sposò il barone  Scipione de Rosis di Corigliano
-------ii - Giuseppe (1875
1939), Commendatore della Corona d’Italia, sposò la baronessa Maria Antonia de Rosis
-------
iii - Gustavo (1880 1948)
-------iv - Rodolfo (1890
1946) sposò la marchesa Maria Mottola d’Amato

-------v - Stanislao (1885) sposò la cantante lirica Albina Anzellotti
-------vi - Maria (1889) sposò il conte Leopodo del Balzo Squillacioti
-------vii - Antonietta (1888) sposò il nobile Francesco Stillitani
---B -
Stanislao (1842)

Gaetano Antonio Giovanni (1839 1904) e la consorte Adele Lucifero di Aprigliano

Barone Commendatore Giuseppe Zurlo (1875 1939). A destra: Decreto Ordine della Corona d’Italia n°21317 del 1925


Chevalier tramandato al Comm. Giuseppe Zurlo (18751939) dal padre Gaetano Antonio Giovanni (18391904),
custodito da Anna Grazia Zurlo

Rodolfo Zurlo  (1890 1946)  e la moglie Maria Mottola d’Amato


Chevalier di Rodolfo Zurlo (18901946), custodito da Gaetano Zurlo

 

Il ramo principale sino ai giorni d'oggi

L’ultima generazione di tale casato risiede ancora in Crotone, salvo due sole eccezioni e, a grandi linee, detiene ancora custodite le proprietà terriere ereditate da diverse generazioni.
Della storia moderna di questa famiglia, vi è poco da scrivere anche perché le documentazioni genealogiche sono facilmente rintracciabili presso gli archivi comunali ed ecclesiastici oltre che presso la biblioteca del Sovrano Militare ordine di Malta dove e custodito il processo genealogico degli ultimi due Cavalieri: Gaetano e Antonio Zurlo entrambi Cavalieri di Onore e Devozione del Sovrano Militare Ordine di Malta
(44)  rispettivamente primo ed ultimo figlio di Rodolfo Zurlo e Maria Mottola d’Amato.

Nessuno dei figli maschi di Gaetano Antonio Giovanni ed Adele Lucifero dei marchesi di Aprigliano ebbe progenie ad eccezione di Rodolfo Zurlo (1890 1946), il quale sposò la marchesa  Maria Mottola D’Amato, figlia di Antonio ed Elvira Lucifero dei marchesi di Aprigliano e generò
I - Gaetano
(192
2001), Cavaliere di Onore e Devozione del S.M.O. di Malta, che sposò la baronessa Vittoria de Rosis dalla quale nacquerò:
-----A - Rodolfo (1946
1995) che sposò Adele Ambrosio ed ebbero per figli: Gaetano (1978), Maria (1981) ed Andrea Manuel (1984)
-----B - Giuseppe Francescantonio ( 951
2008) sposa Serenella Galdieri da cui:
-------- Vittoria ( 1980) sp. il nobile Mario Carratelli e genera Giorgia e Gregorio
-------- Fabrizio(1987) sp. Mariarita Bruno e genera Vittoria Olga
-----C - Francesco (1958) sposato con prole
-----D -  Anna Grazia (1960) sposato con prole
II - Adele Maria Dolores (1923
2013) sposò il nobile Tommaso De Luca di S. Giovanni in Fiore da cui: Adriana (defunta alla nascita)
III - Antonio (1925
2006), Cavaliere di Onore e Devozione del S.M.O. di Malta, sposato con prole

 

Il blasone della famiglia Zurlo nella storia - brisure ed interpetrazioni superficiali

Parlare delle armi attribuite alla famiglia Zurlo nel corso della storia e valutarne , nel mare magnum di informazioni presenti in epoca moderna, le evoluzioni e le interpretazioni meriterebbe un piccolo manuale dedicato, ciononostante, cercherò di racchiudere possibilmente in breve quelle che sono state le evoluzioni del blasone di questa famiglia dedicando naturalmente uno spazio più ampio all’arme del ramo di Crotone che come vedremo ha sicuramente sofferto nelle descrizioni di una piccola dose di superficialità negli occhi di chi lo analizzava.

Nascendo la famiglia Zurlo dalla Piscicelli, sin dall’origine adottò un blasone del tutto simile a quello originario con qualche piccola brisura attuata per poter caratterizzare il nascente casato che voleva avvalersi di tutti i privilegi che la famiglia d’origine vantava nei sedili di Napoli. Nel corso degli anni, i vari rami adottarono diverse brisure che esamineremo brevemente fino ad arrivare all’attuale blasonatura che caratterizza il ramo Crotonese ed in particolare quello patrizio ascritto al sedile dei Nobili di S. Dionigi l’Aeropagita in Crotone.

Partendo dalle origini, la prime blasonature della famiglia Piscicelli, che possiamo trovare in questo sito web, vengono cosi descritte: "di rosso alla banda cuneata d’oro e d’azzurro (girello) e "di rosso alla banda cuneata d’oro e d’azzurro (girello), accostata nel capo da un lambello d’oro a tre pendenti".

Il primo membri del casato ad adottare il cognome Zurlo definitivamente è rappresentato da Giovanni ( 1381) coniuge di Beatrice di Ponciaco e figlio secondogenito di Berardo Picicelli.
La blasonatura della famiglia di Giovanni Zurlo fu da Marco Cremosano
(45), così descritta: "di rosso alla banda inchiavata d’oro e d’azzurro".

Nel corso dei secoli, i diversi rami di questa famiglia adottarono altre brisure ed un esempio lo possiamo trovare nel duomo di Napoli dove, nella cappella di S. Restituta, possiamo osservare incise sul sarcofago di Ascanio Piscicelli le varie diramazioni del casato Piscicelli-Zurlo.

Esaminando i particolari e seguendo le regole araldiche, possiamo ricostruire tramite le varie brisure dell’arme il collegamento tra blasone e ramo discendente del casato. Possiamo quindi intuire che, tra i discendenti di Giovanni Zurlo, è il ramo del casato stabilitosi a Baranello.


Stemma Zurlo del ramo di Baranello

Scolpito nel tufo il sottostante blasone è certamente risalente al 1770, anno in cui i maestri fabbricatori Domenico e Nicola Scaramuzza, incaricati da nobili germani Diego e Francesco Antonio Zurlo, costruirono il casino, stalle e magazzini.

Scalone casino Bucchi. A destra: particolare stemma

Un secondo esempio è rappresentato dal blasone esistente sulla porta della cappella presente nella corte del casino Zurlo a Bucchi  che pur se certamente risalente all’anno 1772 (39), si presenta in un ottimo stato di conservazione.


Facciata della cappella del casino Zurlo di Bucchi

Agli inizi del 1800 invece è databile il blasone scolpito sul tufo presente all’interno di Palazzo Zurlo in Via Risorgimento a Crotone, attuale dimora della famiglia Zurlo, come la raffigurazione sulla porta del sepolcro di famiglia all’interno del cimitero di Crotone.


Crotone, Palazzo Zurlo; a seguire il particolare dell'arme di famiglia

Cimitero di Crotone, Cappella Zurlo e particolare stemma di famiglia

Un’ulteriore conferma del reale blasone della famiglia Zurlo di Crotone può certamente pervenire a noi dalle rappresentazioni effettuate su arredamenti e sopramobili.


Antico Vaso – custodito da Diego Zurlo

Di seguito si riporta una riproduzione su pergamena dello stemma Zurlo di Santa Severina, così blasonato: di rosso, alla foggia di sega d’argento in fascia d’oro, accompagnata da tre stelle d'argento, due in capo ed una in punta.


Riproduzione su pergamena del Blasone Zurlo Nobili di Santa Severina- Custodito da Diego Zurlo


Blasone ligneo ingresso casino Torre di Ponte Zurlo ( Cosenza)

________________
Note:
(1) - Conte Berardo Candida-Gonzaga, 
Memorie delle famiglie nobili delle province meridionali d'Italia, Stab. tip. del Cav. G. de Angelis e figlio, 1875
(2) -
Archivio di Stato Napoli- fondo Serra di Gerace
(3) -
Cancelleria Angioina, Luigi III- Libro II f. 10b
(4) -
Archivio storico per la Calabria e per la Lucania , anno1977-1978, Pag. 267
(5) -
Cancelleria Angioina, Luigi III- Registro Ventesimo  f. 90b
(6) -
 Treccani - Famiglia Zurlo
(7) - Andreotti Davide,” Storia dei Cosentini”, Marchese, Napoli, 1869-1874 – Voll.3,  Vol.II,  Pg. 276-277
(8) - Andreotti Davide,” Storia dei Cosentini”, Marchese, Napoli, 1869-1874 – Voll.3,  Vol.II,  Pg. 291
(9) - Archivio Storico di Napoli, Registri Privilegiorum di Alfonso il Magnanimo FF 27r-28r
(10) - Archivio Storico di Napoli, Privilegiorum Summariae XLIII
(11) - Archivio di Stato Napoli- fondo Serra di Gerace
(12) - Enciclopedia Treccani – famiglia Zurlo
(13) - Petilia Policastro - Mons. Domenico Sisca II Edizione 1964 pag.189
(14) -
F.A. Mannarino – Cronache di Petilia Policastro manoscritto pag 84
(15)
Archivio Storico di Napoli  A99/2i, Fonti Aragonesi: Miscellanea II/2 Fogli 3v-4r
(16) -
Archivio Arcivescovile Santa Severina Vol.31°, f 13r
(17) - Archivio di Stato Catanzaro – Notaio Marcello Santoro
(18) -
Le Cappelle di Patronato nella Metropolitana, in Siberene p. 143
(19) -
Archivio di Stato Catanzaro – Notaio Marcello Santoro Arch 4 pag.111
(20) - Archivio di Stato Catanzaro – Notaio Marcello Santoro Arch 9  pag.2
(21) -
Archivio di Stato Catanzaro – Notaio Marcello Santoro Arch 2  pag.42-43
(22) - Archivio di Stato Catanzaro – Notaio Marcello Santoro Arch 11   pag.49
(23) - Archivio di Stato Catanzaro – Notaio Dionisio Speziale F.lo 1634 fogli 66-66
(24) -
Archivio di Stato Catanzaro – Notaio Potentino – Busta 118 -  F.lo 1627  fogli 2-4
(25) - Archivio di Stato Catanzaro – Notaio Potentino – Busta 118 -  F.lo 1630  fogli 7-14
(26) - Archivio Arcivescovile Crotone – Acta Sancta Visitationis A.D.1699 foglio 34 
(27) -
Archivio Arcivescovile Crotone –Registri Battesimo Santa Margherita  - Cart 7\4
(28) - Archivio di Stato Catanzaro – Notaio Potentino – Busta 118 -  F.lo 1630  fogli 68v-71
(29) - Archivio di Stato Catanzaro – Notaio Potentino – Busta 229 -  F.lo 1654  foglio 126r
(30) -
Archivio di Stato Catanzaro – Notaio Potentino – Busta 229 -  F.lo 1651  fogli 35v-36
(31) -
Archivio di Stato Catanzaro – Notaio Potentino – Busta 253 -  F.lo 1672  fogli 110v-111
(32) -
Archivio Arcivescovile Crotone – Libro dei Morti Cart. 112
(33) - Archivio di Stato Catanzaro –Notaio Nicola Francesco Sacco busta 333, f.lo 1674, fg. 41
(34) -
Archivio Arcivescovile Crotone – Anselmus de la Pena Ordinis S.Benedicti, Visita 1720, f.54
(35) - Archivio di Stato Napoli – Real Camera di S.Chiara Vol.17 – busta 1
(36) - Andrea Pesavento – archiviostoricocrotone.it – Il Palazzo dei Castiglia
(37) - Archivio Arcivescovile Crotone- Catasto onciario f.175 -743
(38) - Archivio Arcivescovile Crotone- Catasto onciario f.265 -73
(39) - Archivio Arcivescovile Crotone- Catasto onciario f.208,209 -5
(40) - Archivio di Stato Catanzaro –Busta 1589 -  anno 1777  fogli 60-62
(41) -
Archivio Arcivescovile Crotone- Catasto onciario f.73 v
(42) -
Fiore G., Della Calabria Illustrata, III, pp. 530, 531
(43) -
Andrea Pesavento – Archivio Storico Crotone – Il Casale ed il feudo di Santo Stefano in territorio di S. Severina
(44) - Archivio Storico SMOM - Decreto Magistrale n° 4949  del 3 Dicembre 1968
(45) -
Gallerie d'imprese, arme ed insegne de varii Regni, Ducati, Provincie e Città..- 1673-Tomo II


Continua sul sesto volume in preparazione di "LA STORIA DIETRO GLI SCUDI"

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