Famiglia Notabile abruzzese di Pescostanzo (AQ), il cui
albero genealogico risale al capostipite Nicola
detto anche Colecchia (da Nicolecchia, vezzeggiativo di
Nicola), vivente in Pescostanzo nella metà del 1400, dal
quale la Famiglia prese il nome in quanto suo figlio
Angelo, vissuto nella seconda metà del 1400 e morto
agli inizi del 1500 si cognominò di Colecchia, cioè
figlio di Nicola detto Colecchia.
Il figlio di quest’ultimo, Nicola di Colecchia,
nel 1508 ricoprì la carica di
Camerlengo di Pescostanzo.
Questa Famiglia già nel 1500 possedeva tre Palazzi in
Pescocostanzo tra i quali il più imponente Palazzo del
paese sito ancora oggi alla Vico delle Pigne n°16/18
(anche se non più della Famiglia dal 1858) e contrasse
matrimoni con le più cospicue famiglie civili locali e
non solo in quanto il ramo primogenito della famiglia
imparentò con i Colucci, Patrizi dell’Aquila, ed accollò
lo stemma di cittadinanza di famiglia con quello di
questa nobile famiglia.
Il ramo notabile dei Colecchia, nella seconda metà del
sec. XVIII, mutò il cognome in Colecchi per distinguersi
da molte altre famiglie Colecchia presenti in
Pescocostanzo e rimaste nel ceto popolare (si pensi che
nell’Elenco dei Capofamiglia di Pescocostanzo del 1715
figuravano ben 10 famiglie Colecchia).
A questa Famiglia appartenne il famoso filosofo e
matematico Ottavio Colecchi nato in Pescocostanzo
nel terzo Palazzo Colecchi sito alla Via Belvedere n°6,
il 18/09/1773 e morto in Napoli nella casa sita al Vico
Giardinetto a Toledo n°11 il 25/08/1847, città ove è
sepolto nel Cimitero di Poggioreale nel recinto degli
uomini illustri.
Benedetto Felice Alfonso Colecchi con atto per
notar Antonio Cocco del 30/11/1733 ebbe in donazione da
Angelo Di Buccio il titolo di intestatario del Feudo di
Roccapizzi presso Pescocostanzo (su parte del quale
nell’anno 1810 sorse il nuovo Comune di Ateleta) ed
ottenuto il Regio Assenso di tale donazione in Napoli in
data 12/11/1734 con rogito del notar Antonio Cocco Croce
ne prese possesso effettivo con successivo atto per
notar Benedetto Gregorio Zappa del 1735.
In seguito a tale donazione i successori del predetto
Benedetto Colecchi portarono negli atti pubblici
successivi il titolo di Barone di
Roccapizzi (ad esempio nella Sentenza del Sacro
Regio Consiglio di Napoli del 26/04/1788 tra il Barone
Vincenzo Maria Colecchi ed i fratelli Mansi) ma occorre
precisare che, in questo caso, giuridicamente non si può
parlare di un vero titolo nobiliare baronale, mai
concesso, bensì esclusivamente di intestazione di un
feudo rustico alla quale non succedette alcuna
concessione del titolo di Barone.
Un Giovan Tommaso Colecchia fu Notaio in
Pescocostanzo dal 1665 al 1680.
Un Ambrogio Colecchia costruì la Torre
dell’Orologio di Pescocostanzo nel 1739.
Un Crescenzio Colecchia negli anni 1821-1822
costruì il Palazzetto Colecchia di Don Ottavio Colecchi.
Il predetto principale Palazzo Colecchia si trova in
vico Delle Pigne 16/18 ed ora appartiene alla Famiglia
Trozzi ma conserva ancora sulla facciata in alto a
destra, l’antico stemma del ramo principale dei
Colecchia cosi blasonato: |