
Ovvero delle Famiglie Nobili e titolate del Napolitano,
ascritte ai Sedili di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano,
appartenenti alle Piazze delle città del Napolitano
dichiarate chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Napoli,
Chiesa di San Ferdinando a Palazzo: |
Messa in suffragio
dell'anima di S.M. Francesco II di Borbone Re delle Due Sicilie |
Nel 120°
anniversario della morte (1894 - 2014), su iniziativa del S.M.O.
Costantiniano di San Giorgio, dell'Associazione culturale
Neoborbonica, del Movimento Neoborbonico e della Fondazione il
Giglio, è stata celebrata da S. E. Rev. il Cardinale Renato
Raffaele Martino, alla presenza di S.A.S. il Principe Carlo
di Borbone delle Due Sicilie - Duca di Castro e Capo della
Real Casa di Borbone delle Due Sicilie, la Santa Messa in
suffragio dell'anima di Re Francesco II di Borbone. |

Napoli - Ritratto di Francesco II
di Borbone Re delle Due Sicilie |
Francesco II
nacque a Napoli il 16 gennaio del 1836. Come la madre
Maria Cristina di Savoia, beatificata il 25 gennaio
del 2014, che morì poco dopo la sua nascita (31 gennaio 1836),
tutta la sua vita fu improntata da una profonda religiosità. Fu
Re solo per circa quindici mesi ma riuscì, con pochi
provvedimenti, a favorire il commercio, la produzione e la
realizzazione di numerose opere pubbliche; lo stato delle
finanze era florido, le imposte e le tasse erano le più basse
d'Europa, la spesa pubblica era oculata e produttiva. Stabilì
che le opere pubbliche potevano essere eseguite senza
autorizzazioni ministeriali; varò il decentramento
amministrativo per evitare intralci burocratici e snellire
l'esecuzione delle leggi, istituì nuove cattedre e dispose che
le provincie provvedessero direttamente all'istituzione di scuole
elementari per aiutare i piccoli comuni. Favorì traffici e
scambi con l'estero, come dimostra l'accordo chiuso con la
Turchia sulle "concessioni telegrafiche"; concesse
autorizzazioni per le "bollazioni" (bollo a ruggine e a piombo
con cavallo sfrenato), paragonabile ad un odierno marchio d.o.c.
per l'identificazione della provenienza e qualità dei prodotti.
Oltre alla valorizzazione delle cosiddette "linee del mare" con
lo sviluppo notevole della flotta mercantile e militare (fu
varata, tra le altre, la fregata "Borbone" ad elica), avviò la
realizzazione di altri rami ferroviari, dopo le linee in
esercizio della Napoli - Portici e di Portici - Castellammare, i
cui lavori furono interrotti con l'unificazione, infatti ancora
oggi Matera, capoluogo di provincia, non ha ancora una linea
ferroviaria. Fece bonificare vaste aree del Regno, come il
bacino inferiore del Volturno, del Sarno, del Sele, del Fusaro e
del Basento; ampliò e fece costruire nuovi ospedali.
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Napoli - S.A.S. il Principe Carlo
di Borbone delle Due Sicilie - Duca di Castro e Capo della Real Casa di Borbone delle Due Sicilie,
dietro alla sua destra il Marchese Pierluigi Sanfelice di
Bagnoli, delegato della Campania del S.M.O. Costantiniano di San
Giorgio. |
Dispose
che venissero accettate tutte le richieste di
naturalizzazioni di "cittadini esteri" provenienti dal
nord Italia e da altri paesi europei che, in numero
impressionante, erano entrati nel Regno delle Due
Sicilie in cerca di lavoro.
Fu un sovrano che governò con intelligenza, con l'amore
dei suoi popoli e per i suoi popoli, con la carità
cristiana perso il prossimo e con onore, lo stesso onore
che lui stesso citerà spesso nei suoi discorsi.
Francesco II dovette abbandonare, esattamente nel 1861,
un Regno prospero e felice che di lì a poco sarebbe
stato investito da una lava più distruttiva di quella
del Vesuvio o dell'Etna.
Primo dei successivi milioni di emigranti meridionali,
Francesco II di Borbone, morì ad Arco di Trento il 27
dicembre del 1894. Si trovava lì per curare il suo
diabete; si faceva chiamare "signor Fabiani" per
timidezza e riservatezza. Solo quando i rappresentanti
mezza Europa arrivarono lì per il funerale, gli
albergatori e gli abitanti si resero conto che quel
signore cortese e discreto era l'ultimo sovrano dei
regni di Napoli e
Sicilia.
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Pastorano - Capua,
località Torre Lupara - Fondo Lanza |
Il
Trattato di Casalanza 1815 - 2015
La Restaurazione dei Borbone sul trono di Napoli |
In
occasione del bicentenario del Trattato di Casalanza
con il quale, a
seguito del Congresso di Vienna, gli Austriaci
restituirono, ai danni del Re
Gioacchino Murat, il Regno
di Napoli a
Ferdinando IV
di Borbone, che da allora si chiamò Ferdinando I delle Due Sicilie,
il 19 giugno 2015 alle ore 17:30 si è svolta la cerimonia di
inaugurazione di "via Trattato di Casalanza 20 maggio
1815" con la posa della targa commemorativa sul
luogo del trattato. |
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© Casa di campagna a Pastorano della
famiglia Lanza (anno 1794) – alle porte di Capua- in cui fu firmato nel 1815 il Trattato di Casalanza |
L'evento
organizzato dalla
Famiglia Lanza, rappresentata dal Dr.
Carlo Lanza, e dal Sacro Militare Ordine Costantiniano
di San Giorgio, nella persona del Marchese Pirluigi
Sanfelice di Bagnoli, è proseguito a Capua, Palazzo Lanza
- Caffè Letterario-Ristorante "Ex Libris" con conferenze
sui temi:
"Verso una modernità possibile", "Il Trattato di
Casalanza: tra continuità e discontinuità", "Le Stagioni
di Capua - A cena con la storia", "L'Ottocento: dal
Trattato di Casalanza a Ferfinando Palasciano".
L'evento si è concluso con una cena con menù tematico
ispirato all'Ottocento,
e con un reading teatrale del professor Santoro, membro
dell’Accademia tiberina. |

Don
Biase Lanza, nell’uniforme da cavaliere di Malta, che il
20 maggio 1815 ospitò nella sua villa agreste alle porte
di Capua
i Generali napoletani Carascosa e Colletta e quelli
austriaci Bianchi e de Neipperg, che firmarono il
Trattato di Casalanza |
Tra gli altri, erano presenti:
il barone dr Francesco Colletta, discendente del
generale Pietro Colletta, uno dei firmatari del Trattato
di Casalanza, il sindaco di Capua Dr. Antropoli; quello
di Pastorano, Dr. Diana; il Dr. Salemi, Comm. del
S.M.O. Costantiniano, l’avv. Zaza d’Aulisio, presidente
della Società di Storia Patria di Terra di Lavoro. |
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