Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Nel 1678 Don Carlo Torelli diede alle stampe “Lo splendore della
Nobiltà Napoletana ascritta né cinque Seggi, Giuco d’Arme” con
lo scopo di insegnare ai rampolli dell’aristocrazia, in modo
gioioso a guisa del gioco dell’oca, l’iconografia araldica, del
come si blasona un’arma, le divise delle onorificenze e degli
Ordini cavallereschi.
Trattasi di una platea di armi di tutte le famiglie nobili
aggregate in quell’anno ai
Sedili di Napoli. |
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Con la restaurazione del Regno avvenuta dopo la caduta della
Repubblica Napoletana del 1799, la soppressione dei
Sedili nel 1800 e la riunione dei Regni di Napoli e Sicilia
avvenuta dopo il periodo francese, un autore ignoto nel 1822
realizzò un nuovo gioco dell’oca(1),
trasformando un gioco d'azzardo in un gioco ludico ed educativo.
La platea delle armi non più limitata alle sole famiglie di
Napoli fu allargata alle Casate del Regno delle Due Sicilie che,
essendo numerosissime, non potettero tutte trovare collocazione
nelle caselle; l’ideatore lasciò, quindi, una riquadro in bianco
per consentire al possessore della tavola di dipingere il
proprio stemma o di una famiglia imparentata. |
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Inoltre, per rendere il gioco più
istruttivo, introdusse nei quadretti:
- n° 4 “Carrozze, cavalli ed
equitazione”;
- n° 6 “Teatro”;
- n° 10 “Il mondo ecclesiastico”;
- n° 11 “Al cospetto della Regina, Cerimoniale di Corte”;
- n° 20 “La marina mercantile e militare”
- n° 25 “La carriera militare di terra”;
- n° 38 “La storia”;
- n° 47 “Musica e canto”;
- n° 59 “ Geografia, Sicilia al di qua e al di là del faro”
- n° 70 “ L’amministrazione del Regno”.
Il giocatore ovunque si fermasse, dopo aver lanciato il dado,
doveva rispondere in modo corretto alla domanda dell’avversario
o del tutore per non restare fermo un giro.
Il successo fu notevole e in ogni casa nobile non poteva mancare
detto gioco; ancora oggi è presente in molte famiglie. |
Il successo fu notevole e in ogni casa nobile non poteva mancare
detto gioco; ancora oggi è presente in molte famiglie. |
Chi desidera
ricevere, via mail, gratis, il file in .jpg della foto del Gioco dell'Oca del 1822 con lo stemma della propria famiglia,
per farla stampare dal proprio fotografo di fiducia su carta o
su altro supporto, può scrivere a
nobili-napoletani@libero.it |
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Note:
1)
- Probabilmente l’autore avrà subito l’influsso di Francesco
Celebrano (Napoli, 1729
†
ivi, 1814) riproducendo con modifiche il “Ripiano da tavola con
il gioco del Biribisso - olio su tela, 76 x 102 cm - Sorrento, Museo Correale di Terranova”.
Il biribisso era un gioco d'azzardo assai diffuso tra i nobili sin dal 1500 a
Napoli, Genova, Firenze, Venezia ed anche in Francia; fu messo
al bando nel 1735 da re Carlo di Borbone. |
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