Ovvero delle Famiglie Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia. 

Famiglia Lupoli

a cura del Notaio Raffaele Lupoli

Arma: d’azzurro, alla palma al naturale, nodrita su di un monte di tre cime dello stesso, movente dalla punta, ed addestrata da un leone d’oro affrontato al tronco.

SA
© Arma Famiglia Lupoli

Secondo una tesi suggestiva le origini della famiglia Lupoli andrebbero ricercate nella città di Conza nel II sec. d.C.; su una parete rocciosa in località "Pietrascritta", situata tra Conza e Pescopagano, all'inizio del 1900 è stata rinvenuta la seguente incisione:

C. Baebius Lu

pulus et C. Ba

ebius Lupul f.

Silvano deo vot. s.l.m.

Iscrizione citata dal Vescovo Michele Arcangelo Lupoli nella sua opera "In mutilam veterem Corfiniensem Inscriptionem commentarius" (Napoli, 1786).


© Iscrizione rinvenuta agli inizi del 1900

Antiche notizie, seppur frammentarie, relative alla famiglia Lupoli (negli atti più antichi conosciuta anche come Lupolo) si rinvengono a Grumo Nevano (NA), dove risulta attestata sin dal XIII secolo.

Giovanni Lupolo (Lupoli) fu infatti cappellano (parroco) della Basilica di San Tammaro in Grumo Nevano tra il 1308 ed il 1310.

Gli esponenti di maggior rilievo devono però le loro origini al Comune di Frattamaggiore (NA).


Frattamaggiore (NA) - Palazzo Lupoli, sul portale lo stemma della famiglia con le insegne ecclesiastiche

Vincenzo Lupoli, nato nel 1737, valente teologo e giurista, fu Vescovo di Telese e Cerreto Sannita. A lui e' stata intitolata una strada della Città' di Caserta.


© Vescovo Vincenzo Lupoli

Michele Arcangelo Lupoli (n. a Frattamaggiore, 22.9.1765 † Napoli, 28.7.1834), figlio di Lorenzo e di Anna De Rosa, fu Vescovo di Montepeloso, poi di Conza e Campagna e infine Arcivescovo di Salerno; nel 1808 fu nominato cavaliere dell'Ordine delle Due Sicilie da Giuseppe Napoleone, re di Napoli. E' sepolto nel Duomo di Salerno, in una sontuosa tomba. A lui e' stata intitolata una strada del Comune di Frattamaggiore.


© Vescovo Michele Arcangelo Lupoli


 

SA
© Monumento dell'Arcivescovo Michele Arcangelo Lupoli

SA
© Stemma dell'Arcivescovo Michele Arcangelo Lupoli


© Sant'Andrea di Conza (AV), portone della Casa Comunale. - Stemma dei Lupoli con iscrizione in latino
dedicata al Vescovo Michele Arcangelo Lupoli.

Raffaele Lupoli († 12.12.1827), fratello di Michele Arcangelo, nato nel 1767, fu Vescovo di Larino. Fu tumulato in Cattedrale ma nel 1854, per la sistemazione del pavimento, la sua sepoltura venne aperta e le sue ossa andarono a ruba, quali preziose reliquie, anche se subito restituite in seguito alla minaccia di scomunica per i detentori delle stesse.


© Vescovo Raffaele Lupoli

Tra il 1600 e il 1800 ben sette esponenti della famiglia Lupoli ricoprirono a Frattamaggiore la carica di ELETTO (1):

1602/1603 Antonio Lupulo (Lupoli)

1604/1605 Gio Ferdinando Lupulo (Lupoli)

1666/1667 Silvestro Lupulo (Lupoli)

1751/1752 Silvestro Lupoli

1771/1772 Lorenzo Lupoli

1792/1793 e 1793/1794 Arcangelo Lupoli

1797/1798 e 1798/1799 Angelo Lupoli


Stemma famiglia Lupoli, affresco.

Nel XIX secolo Giuseppe Lupoli ricoprì la carica di Sindaco di Frattamaggiore dal 1833 al 1838 e dal 1849 al 1852.

Angelo Lupoli, figlio del citato Giuseppe, ricoprì la carica di Sindaco di Frignano dal 1882 al 1884 e fu il fondatore della Società Operaia di Frignano.

A lui e' stata intitolata una Piazza del Comune di Frignano con Delibera della Giunta Comunale n. 35 del 20 marzo 2009.

Sempre a Frignano altri 4 esponenti della famiglia Lupoli hanno ricoperto la carica di Sindaco:

Gioacchino Lupoli, figlio del citato Angelo, Sindaco f.f. nel 1902, nel 1906, nel 1913, dal 1914 al 1919; Vice Podestà nel 1927.

Giovanni Lupoli, anche lui figlio di Angelo, Notaio, Sindaco nel 1907, dal 1908 al 1909, nel 1910; sposò la N.D. Maria Anna Gaudioso, figlia del Co. Pal. Nobile Nicola Gaudioso.


© Targa in ricordo del Cav. Notaio Giovanni Lupoli

Giuseppe Lupoli, figlio del citato Giovanni, Medico, Sindaco dal 1945 al 1946;

Angelo Lupoli, altro figlio di Giovanni, Sindaco dal 1947 al 1951.

La Chiesa del Ritiro di Frattamaggiore

I Lupoli vengono altresì accostati alla realizzazione della Chiesa dedicata al culto della Madonna del Buon Consiglio e di Sant'Alfonso Maria dei Liguori, sita nel Comune di Frattamaggiore alla via Michelarcangelo Lupoli, destinata a Cappella Gentilizia della famiglia.
La Chiesa, più nota nella tradizione popolare come Chiesa del Ritiro (in quanto annessa all'antico complesso denominato "Ritiro delle Donzelle povere ed orfane di Frattamaggiore"), fu infatti costruita e fornita di tutti gli arredi e gli utensili sacri corrispondenti per volontà del Parroco Sosio Lupoli e dei suoi fratelli Michele Arcangelo Lupoli (Arcivescovo di Salerno) e Raffaele Lupoli (Vescovo di Larino).

Frattamaggiore
© Ritiro delle Donzelle povere ed orfane di Frattamaggiore

La Chiesa fu poi donata, con atto per Notaio Padricelli del 31 ottobre 1831, dal Vescovo Michele Arcangelo Lupoli e dal fratello Parroco Sosio Lupoli (essendo nel frattempo deceduto l’altro fratello Raffaele che pure aveva contribuito alla costruzione) al complesso innanzi citato, essendone lo stesso privo, affinché “gli esercizi di pietà avessero potuto farsi in modo conveniente e da servire di esempio ai fedeli, pel maggior culto e gloria del Signore” (2).
Nel citato atto veniva precisato che doveva essere apposto sul portale della Chiesa lo Stemma della famiglia Lupoli (“e vi è sù la porta di ingresso lo Stemma della di loro famiglia”), e che la Chiesa doveva contenere il sepolcro di famiglia (“Una sepoltura di famiglia si è formata al di dentro della detta Chiesa”).

Frattamaggiore
© Ingresso Chiesa della
Madonna del Buon Consiglio

Frattamaggiore
© Interno Chiesa della
Madonna del Buon Consiglio

Purtroppo non è più leggibile l’iscrizione posta sulla pietra tombale, attraverso la quale si accedeva al Sepolcro della Famiglia Lupoli:

SEPULCRUM FAMILIARE GENTIS LUPULAE EX LAURENTI LINEA A.D. MDCCCXXVI
(Sepolcro della famiglia Lupoli discendente da Lorenzo A.D. MDCCCXXVI).

"All'ipogeo, che accoglieva le salme dei genitori dei tre prelati ... e che in seguito accolse la salma dello stesso parroco ... vi si accedeva da dietro l'altare di Sant'Alfonso, alzando una pesante lastra marmorea sulla quale era inciso un bassorilievo di pregevole fattura raffigurante una monaca. Oggi, scomparso il bassorilievo, a ricordare dov'era il Sepolcro dei Lupoli resta la sola lastra di marmo bianca peraltro priva dell'iscrizione" (3).
Sono invece tutt’oggi leggibili, sebbene consumate dal tempo, due lapidi commemorative in Latino, sormontate dallo stemma della famiglia Lupoli, poste dal Parroco Sosio Lupoli a ricordo dei due Fratelli Vescovi, Michele Arcangelo e Raffaele.

Come si evince dalla lettura dell’atto di donazione, i donanti intesero assoggettare la donazione, tra l’altro, alla seguente condizione:
"Secondo. In qualunque caso di soppressione dello stabilimento additato, o che lo stesso per qualsiasi motivo andrà a chiudersi, la Chiesa colla Sagrestia e Coro, apparterranno ad essi donanti, ai loro eredi e successori, una con tutti gli arredi ed oggetti sacri ... Si riguarderà la Chiesa come gentilizia della famiglia di essi donanti, che dovrà mantenerla aperta per dar Gloria al Signore ... Quindi la chiave della Chiesa suddetta sarà in tal caso conservata dai donanti o dai loro eredi, e sarà a di loro cura la conservazione degli detti argenti e sacri arredi, come a loro peso il mantenimento della Chiesa indicata"(4).
Ebbene detta condizione dovrebbe ritenersi verificata, dal momento che il Ritiro delle Donzelle è stato recentemente trasformato in un importante centro sociale per anziani (Centro Sociale Anziani Carmine Pezzullo), il cui regolamento è stato approvato con delibera del Consiglio Comunale di Frattamaggiore n. 40 del 26 novembre 2013.
Se ciò è vero, conseguenza diretta dovrebbe essere il ritorno della Chiesa nella disponibilità degli eredi dei donanti, così come espressamente previsto nel più volte citato atto di donazione.


© Prima pagina dell'atto di donazione del 1831

Le reliquie di S. Sossio

Frattamaggiore
Frattamaggiore - Busto reliquario di San Sossio

San Sossio è il Patrono di Frattamaggiore; durante la persecuzione di Diocleziano, che si estese nel 305 anche nell’area flegrea, il Santo fu tra i primi ecclesiastici ad essere imprigionato. Superò indenne la condanna “ad bestiam” nell’anfiteatro Flavio di Pozzuoli per poi morire martire alla Solfatara di Pozzuoli insieme a San Gennaro. Il corpo fu traslato tre volte: venne inizialmente e provvisoriamente seppellito fino all’anno 313 accanto a quello del Vescovo Gennaro nel campo Marciano della periferia puteolana; fu poi portato a Miseno e fu sepolto nella cripta della Basilica a lui intitolata. Dopo la distruzione di Miseno ad opera dei Saraceni, il sepolcro del Santo rimase abbandonato tra le rovine della Basilica, fino a quando la Sua tomba venne ritrovata grazie all’iniziativa dell’Abate Giovanni del Monastero Benedettino di Napoli nel X secolo ed il corpo fu trasferito nel citato Monastero che fu allora dedicato ai Santi Sossio e Severino e dove rimase fino al 1807, anno della soppressione del Monastero di Napoli.

Frattamaggiore

Frattamaggiore

Infine nel 1807 le reliquie del Santo furono portate a Frattamaggiore e ricoverate dapprima nella Chiesa Maria SS. Annunziata

Frattamaggiore
Cappella Famiglia Lupoli

Frattamaggiore
Stemma Lupoli

e successivamente traslate nella Basilicata di S. Sossio dove ancora oggi sono conservate.


Frattamaggiore - Basilica di S. Sossio

La figura del Vescovo Michele Arcangelo Lupoli risulta aver avuto un ruolo di grande rilievo nell’evento relativo alla traslazione dei resti mortali di San Sossio (Santo Patrono di Frattamaggiore) nonché di San Severino (Patrono dell’Austria), da Napoli a Frattamaggiore, avvenuta il 31 maggio 1807, avendone lo stesso appoggiato la richiesta del Parroco della Chiesa di San Sossio di Frattamaggiore, in seguito all’emanazione di un decreto del Re di Napoli del 13 febbraio 1807, in forza del quale si rese possibile ricevere definitivamente le reliquie e gli arredi sacri in dotazione ai monasteri soppressi, dietro una formale richiesta dei parroci appoggiata da un Vescovo (5).

Il Vescovo Michele Arcangelo Lupoli partecipò attivamente anche alla laboriosa attività di ricerca e recupero dei corpi, i quali vennero dapprima trasportati presso l’abitazione napoletana del Vescovo e poi, il giorno seguente (31 maggio 1807), dopo una veglia durata l’intera notte, condotti in processione a Frattamaggiore, nella Basilica di San Sossio, dove sono tutt’oggi conservati.
Sull’avvenuto recupero, il Vescovo Michele Arcangelo Lupoli pubblicò, nel 1807, lo scritto “Acta inventionis Sanctorum Corporum Sosii Diaconi ac Martyris Misenatis, et Severini Noricorum Apostoli”, e poco dopo pubblicò anche la versione in italiano ma priva delle dotte note contenute nel testo latino.

_________________
Note:
1) -
Gli ELETTI venivano nominati ogni anno, in numero di due, tra le persone PIÙ STIMABILI E ONESTE DELLA COMUNITÀ, erano alla guida dell'Universitas (così era chiamato il Municipio nel Regno delle Due Sicilie), avevano il compito di mettere in atto le decisioni del Consiglio e partecipavano alle riunioni del Parlamento Napoletano.
I poteri degli ELETTI erano molteplici: assicuravano la gestione dei forni pubblici, la manutenzione ed il rifacimento delle strade, la costruzione degli edifici pubblici e i loro atti venivano registrati da un segretario che poteva essere un Notaio o un Cancelliere.

2) - Così nell’atto di donazione per Notaio Padricelli del 31 ottobre 1831.
3) - Così Franco Pezzella, La Chiesa del Ritiro in Frattamaggiore, in Rassegna Storica dei Comuni, Anno XXXII, Gennaio-Aprile 20
06.
4) - Testualmente dall’atto di donazione per Notaio Padricelli del 31 ottobre 1831. Si riportano per completezza le altre condizioni apposte all’atto di donazione:
Primo. E’ vietata la permutazione ed alienazione di tutti gli argenti e Sacre suppellettili di sopra descritti.”
Terzo. Lo Stabilimento additato dovrà sempre tenere una figliola a piazza franca della discendenza in infinito ed in perpetuo del germano di essi donanti signor Don Angelo Lupoli, colla prelazione della linea del grado e dell’età. Cioè che le discendenti dalla linea maschile debbono sempre escludere quelle dalla linea femminile; nel concorso di più discendenti dalla stessa linea, quella di grado più prossimo dovrà essere preferita a quella di grado più remota. E nel concorso di più dalla stessa linea e grado, quella di maggiore età dovrà avere la prelazione su di colei, che avrà anni di meno”.
Quarto. Con ciò non s’intende fatta derogazione al peso degli Anniversari fissati di già nelle Regole Sovranamente approvate, quali Anniversari dovranno esattamente adempire”.
5) -
La formale richiesta formulata dall’allora Parroco della Chiesa di San Sossio di Frattamaggiore don Gennaro Biancardi, sostenuta dal Vescovo Michele Arcangelo Lupoli, fu giustificata da un duplice presupposto basato da un lato sulla grande dedizione che i Frattesi avevano per il Santo protettore della loro città, e dall’altro sulla convinzione che tali reliquie sarebbero state trafugate o comunque disperse, essendone venuta meno la custodia a seguito della soppressione del Monastero di Napoli, dove le stesse erano state custodite per nove secoli unitamente a quelle di San Severino, apostolo del Norico nel V secolo d.C.


Casato inserito nel 4° Volume di "LA STORIA DIETRO GLI SCUDI"

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