La nobile famiglia Burali d’Arezzo tenne in antichi
tempi il possesso del Castello di Ostina in Val d’Arno,
trapiantatasi in Napoli godette di nobiltà
fuori Piazza; passata poi in Gaeta, con Real
Dispaccio del 12 giugno 1745 fu aggregata alla nobiltà
di detta città. Nel 1847, per prove di nobiltà fatte
davanti alla Commissione dei titoli, venne dichiarata
ammissibile nelle RR. Guardie del Corpo.
Il personaggio che diede più lustro alla famiglia fu
Paolo Burali d'Arezzo (Itri, 1511
† Torre
del Greco, 1578), avvocato, nel 1557 abbracciò la
vita religiosa nell'Ordine dei Chierici regolari
Teatini; il 23 luglio 1568 fu eletto vescovo di
Piacenza. Il 17 maggio 1570 Papa Pio V lo elevò al rango
di cardinale.

Napoli, cappella Burali d'Arezzo |

Paolo Burali d'Arezzo |
Dal 19 settembre 1576 e sino alla sua morte
fu arcivescovo di Napoli; inviato presso il
sovrano Filippo II di Spagna dal popolo napoletano,
riuscì ad impedire che il viceré Pedro
Afán de Ribera instaurasse nel Regno di
Napoli la temuta
Inquisizione spagnola. Nel 1772 fu
beatificato dal Pontefice Clemente XIV .

Beato Paolo
Burali d'Arezzo |

Stemma del
cardinale Paolo Burali d'Arezzo |
La famiglia risulta iscritta all’Elenco Regionale
Napolitano con il titolo di nobile di Gaeta (m.)
spettante ai fratelli Paolo e Francesco;
spetta altresì il titolo di nobile (pers.) alle femmine
della stessa discendenza,
le sorelle furono:
Maria Anna, sposata in casa Petrucci;
Maria Emilia, sposata in casa
Perrone,
e
Concetta. |