
Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Alvarez de Toledo |
Arma: scaccato partito di due e
spaccato di quattro linee a sette scacchi d'argento e otto
d'azzurro. |

© Napoli - Stemma di
Pedro Alvarez de Toledo, vicerè di Napoli dal 4 settembre 1532 al 22 febbraio 1553 |
La
famiglia Alvarez de Toledo, originaria della Spagna, si trasferì
agli inizi del XVI secolo a Napoli, ove fu aggregata al
Patriziato napoletano del
Seggio di Montagna
e, dopo, l'abolizione dei Sedili (1800), fu iscritta nel Libro
d'Oro napoletano.
Vari sono stati i titoli concessi a questa
famiglia, fra questi:
conte di: Niebla (anzianità 1368 -
per successione Casa
Guzman - titolo
spagnolo), Adernò (anzianità 1303 -
titolo sicialino), Caltabellotta (titolo siciliano), Collesano
(anzianità 1444 - titolo siciliano), Sclafani (titolo concesso nel 1333 e rinnovato
nel 1890)
marchese di: Villafranca del Bierzo (1486 - titolo
spagnolo), Los Velez (con anzianità 1507 - titolo spagnolo)
duca di:
Alba (titolo spagnolo),
Medina Sidonia (1454 - titolo spagnolo), Montalto
(oggi Montalto Uffugo in provincia di Cosenza - anzianità 1507 -
titolo napoletano), Ferrandina (1558 - titolo napoletano),
Bovino (per successione Casa
Guzman)
principe di: Montalbano (anzianità
1573 - titolo napoletano).
Fu insignita dell'ordine del
Toson
d'oro e del Grandato di Spagna e, il ramo siciliano, fu decorato
di numerosi altri titoli ereditati dalla famiglia Moncada.
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© Napoli - le insegne di Pedro
Alvarez de Toledo, marchese di Villafranca, ai lati dello stemma
dell'imperatore Carlo V (con insegne abrase per ordine dei
Savoia)- anno 1540. |
PEDRO Alvarez de Toledo y Zuniga (Alba de Tormes, 1484 †
1553),
secondogenito del duca d’Alba, fu consigliere dell’imperatore
Carlo V
d’Asburgo-Spagna; sposò Maria de Pimentel y Osorio ed
acquisì maritali nomine il titolo di
marchese di Villafranca del Bierzo.
Nominato vicerè del Regno, si trasferì a Napoli nel 1532 per
sostituire il cardinale Pompeo
Colonna, morto avvelenato, carica
che ricoprì sino al febbraio del 1553.
Attuò una politica antifeudale cercando di ridurre i poteri dei
baroni sui vassalli e sul popolo; per limitare le idee
riformatrici che provenivano dagli altri Stati contrastò ogni
forma di cultura, vietando la creazione di nuove accademie; chiuse
l’Accademia Pontaniana e
ordinò l’allontanamento del suo presidente, Scipione
Capece. |

Pedro Alvarez de Toledo
© Proprietà Fondazione Biblioteca Pubblica Arcivescovile "A.
De Leo" di Brindisi. |
Nel novembre del 1535 il vicerè fu il primo, seguito dal clero
guidato da monsignor
Caracciolo;
ad accogliere l'imperatore Carlo V al ritorno della vittoriosa
spedizione a Tunisi, all'ingresso di Porta Capuana.
Don Ettore
Minutolo, in
rappresentanza del Corpo degli eletti dei Sedili, offrì al
sovrano le chiavi della città e, inginocchiandosi, pronunciò la
formula rituale di saluto.
.............. . ..
L'imperatore. compiaciuto della calorosa accoglienza,
restituì le chiavi al nobile affinchè tornassero ad essere
custodite da un così retto e fedele governo; quindi, varcò
l'ingresso, percorse le vie della città tra due ali di folla e
si diresse a Castel Nuovo.
Durante il soggiorno del sovrano vi furono grandi feste e
svariati divertimenti; memorabile fu la caccia negli Astroni,
nella zona Flegrea, "riserva dei sovrani". |
Nel
1538 un violento terremoto, seguito da un’eruzione che darà
origine al Monte Nuovo, sconvolse Pozzuoli e tutta l’area
flegrea; don Pedro
emanò
un bando col quale esonerava dai tributi i puteolani, fece
restaurare la Grotta che da Napoli conduceva a Pozzuoli, le
terme e le mura del "castrum" oggi Rione Terra. Fu rifatta la
strada che da Baia conduceva a Pozzuoli, l’acquedotto per potare
l’ineguagliabile acqua del Serino in città, ordinò l’apertura
delle “stufe di Nerone”. Il duomo fu interamente ristrutturato,
fece costruire il suo sontuoso palazzo, oggi chiamato palazzo
Toledo, ove amava trascorrervi il Natale. Fu, in poche parole,
l’artefice principale della rinascita di Pozzuoli.
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© Pozzuoli (NA) - Rione Terra -con
le mura del "castrum". |
Don Pedro nel 1547 tentò di istituire il
famigerato Tribunale dell’Inquisizione spagnola, dopo il fallito
tentativo del 1510; tale decisione sollevò le ire del popolo e
dei nobili, iniziarono i primi tumulti, i soldati spagnoli
furono costretti a restare nei castelli. |

Napoli - Targa in memoria del
popolo Napoletano che impedì l'istituzione del famigerato
Tribunale dell'Inquisizione |
Ferrante
Sanseverino (1507 † 1568),
principe di Salerno, si recò con altri nobili napoletani in
Spagna ed ottenne dall’imperatore Carlo V, preoccupato dalle
notizie che pervenivano da Napoli, la soppressione
dell’Inquisizione nel Regno di Napoli. |
A
don Pedro si deve la ristrutturazione di tutti gli uffici
giudiziari che accentrò in Castel Capuano, la bonifica delle
paludi nei pressi della capitale, la sistemazione di alcune
strade tra le quali quella che porta il suo nome, l’ampliamento
delle mura aragonesi che consentirono l’edificabilità di nuovi
terreni, ammodernò l’impianto idrico della città. |

© Napoli - Castel Capuano fu costruito nel 1165 dal sovrano normanno
Guglielmo I detto il Malo.
Fu dimora di Federico II di Svevia, dei re
angioini e degli aragonesi.
Divenne nel XVI secolo Palazzo di Giustizia e carcere, per volere del
viceré Pedro Alvarez de Toledo. |
Rimasto vedovo, fu ammaliato dalla bellezza di donna Vincenza
Spinelli, moglie di Antonio Caracciolo d’Aragona, Signore di Pisciotta, che, rimasta vedova, sposò nel 1552. |

Cosenza, Palazzo Arnone, poi
della Regia Udienza, oggi Galleria Nazionale, Portale,
ai lati sulle parastre le insegne del Vicerè Pedro Alvarez de
Toledo (2) |
Nello stesso anno fu inviato da Carlo V a Siena
per sopprimere i repubblicani; colto da malore si rifugiò a
Firenze dalla figlia Eleonora che aveva sposato Cosimo I dè
Medici, ove rese l’anima a Dio nel 1553, forse avvelenato.
Per figli ebbe:
ELEONORA che sposò Cosimo I dè Medici,
ISABELLA che divenne la moglie di Giovan Battista
Spinelli, duca di Castrovillari,
LUIS che amministrò tutti i beni di famiglia in Napoli e fu
nominato Luogotenente generale del Regno di Napoli dal febbraio
al giugno del 1553.
GARCIA
(Villafranca del Bierzo, 1514 † Napoli, 1577),
quarto marchese di Villafranca,
nel 1536 sposò a Napoli Vittoria Colonna, figlia di Ascanio duca
di Paliano.
Dal matrimonio nacquero sei figli: Pedro, Maria,
Giovanna, Leonora, Anna e Ines.
Nel 1558 fu decorato col titolo di
duca di Ferrandina (feudo in Terra di Basilicata,
appartenuto in precedenza a Fabrizio
Pignatelli).
Fu valente ammiraglio della flotta spagnola: nel 1564 in Marocco
riconquistò Rocca di Velez de la Gomera e non esitò a prestare
soccorso all’isola di Malta; per ricompensa fu insignito da
re Filippo II
d’Asburgo-Spgna nel 1569 del titolo di
principe di Montalbano (oggi Montalbano Jonico in provincia di
Matera).
Fu nominato vicerè di Sicilia e viceré di Catalogna.
Rese l’anima a Dio in Napoli nel 1577 e fu sepolto nel monumento
sepolcrale della chiesa di San Giacomo degli Spagnoli. |

© Napoli - Monumento funebre degli
Alvarez de Toledo |
FERNANDO Alvarez de Toledo y Pimentel (1507 † 1582),
del ramo primogenito,
duca d’ Alba, fu vicerè del Regno di Napoli dal 1556 al 1588.
Il figlio FEDERICO Alvarez de Toledo (1537 † 1583),
sostituì
il padre nei periodi in cui era impegnato nell'ottava guerra
d'Italia, nella carica di vicerè dal settembre al dicembre del
1156.
Nel 1671 FEDERICO Alvarez de Toledo y Osorio (1635 † 1705),
marchese di Villafranca del Bierzo, fu vicerè di Napoli, ai
tempi di
re Carlo
II di Spagna.
ANTONIO Alvarez Osorio, marchese di Astoga, fu vicerè di Napoli
dal 1672 al 1675. |

© Napoli - Stemma del vicerè Antonio Alvarez de
Toledo, del re Filippo IV di Spagna e della
città di Napoli - secolo XVII |
GIUSEPPE FEDERICO Alvarez de Toledo, duca
di Ferrandina e marchese di Villafranca, nel 1683 si
trasferì in Sicilia e sposò Caterina Moncada, figlia di
Ferdinando principe di Paternò.
Il Casato risulta aggregato come montista
al
Real Monte di Manso e fu
iscritto nell’Elenco Regionale Napolitano
col primogenito della Casa, GIUSEPPE Alvarez de Toledo y
Silva (n. 1826), figlio del principe PIETRO d’Alcantara,
iscritto nel Libro d’Oro napoletano, e di Gioacchina
Silva dei marchesi di Santa Cruz, con i titoli
napoletani e siciliani di
principe di
Montalbano,
duca di
Medina Sidonia,
duca di
Ferrandina
e
marchese di
Villafranca,
Grande di
Spagna,
patrizio
napoletano,
sposò nel 1846 la cugina Rosalia Caro y Alvarez de
Toledo dei marchesi della Romagna.
Per figlio ebbe ALFONSO (n. 1850), iscritto nel Libro
d’Oro napoletano,
conte di
Niebla,
sposò nel 1877 Maria della Trinità Caballero e Muguiro
dei marchesi do Somosancho.
ALFONSO (nato a Napoli, 1835), fratello di Giuseppe,
marchese di
Martorell,
sposò nel 1866 Genoveffa di Samaniego e Pando dei
marchesi di Miraflores contessa della Ventosa.
Per figli ebbe Pietro d’Alcantara (n. 1867), Emmanuele
(n. 1868), Alfonso (n. 1870), Giuseppe Maria (n.1881) e
PIETRO D’ALCANTARA (n. Napoli, 1841),
marchese di
Villanueva de Valdueza,
nel 1869 sposò Maria Milagro de Lava e San Iuan. |

© Stemma degli Alvarez di
Villafranca ascritti al
Libro d'Oro Napoletano
(1) |

Fernando Alvarez de Toledo y Pimentel (1507†1582)
Vicerè di Napoli |
Il ramo secondogenito
o di Bovina, è rappresentato da GIUSEPPE Alvarez de Toledo (n.
1838),
duca di Bivona,
conte di Xiquenna,
grande di Spagna, patrizio napoletano, figlio di Giuseppe e
della duchessa Maria Carmela Acuna, nel 1864 sposò Giacinta
Gutierrez de la Choancha.
Per figlio ebbe TRISTANO (n. 1869).
FERDINANDO (n.1850), fratello di Giuseppe,
conte di Caltabellotta,
nel 1875 sposò Livia
Colonna dei principi di Palliano.
Altra linea del ramo secondogenito è rappresentato da FEDERICO
(n. 1848), conte di Sclafani
e patrizio napoletano, cugino di Giuseppe, figlio di Ignazio e
della contessa Teresa Alvarez de Toledo y Silva, sposò nel 1888
Marianna de Silva dei marchesi di Arcicollar. |
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Note:
1)
- Libro d'Oro Napoletano - Archivio di Stato di Napoli -
Sezione Diplomatica.
2) -
Luca Irwin Fragale, Microstoria e araldica di Calabria Citeriore
e di Cosenza. Da fonti documentarie inedite, Milano, Banca
CARIME, 2016. |
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