Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Case Regnanti:
gli Spagnoli |
FERDINANDO
il Cattolico, V re di Spagna, II come re di Sicilia, III come re
di Napoli (1503-1516). |
Napoli - Busto di Ferdinando il
Cattolico. A destra: l'arma di Ferdinando |
Arma di Ferdinando il Cattolico: inquartata, nella 1^ e 4^ parte dello scudo, un castello con tre torri
di oro in campo rosso (Castiglia) e un leone rosso coronato in campo
argento (Leon); nella 2^ e 3^ parte, quattro pali di rosso su sfondo di
oro (Aragona) e l’insegne di Aragona con l’aquila Sveva (Regno delle due Sicilie).
Nella punta un melograna di rosso in campo d’argento (Granata).
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I Vicerè di Napoli nominati dal re Ferdinando il Cattolico: |
dal 1503 al 1507
Consalvo di Cordova
(1453†1515)
"Il gran Capitano", duca di Sessa
e di Terranova. Luogotenente
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dal 1507 al 1509
Giovanni d'Aragona
(1457†1528)
Conte di Ripacorsa
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1509
ad interim
Antonio di Guevara
Conte di Potenza,
Luogotenente
|
dal 1509 al 1522
Raimondo di Cardona
(1467†1522)
Conte di Albento,
1° duca di Somma |
dal 1512 al 1513 ad interim
Francesco de Remolines
(1462†1518)
Cardinale
Luogotenente |
dal 1513 al 1515
ad interim
Bernardo de Vilamari
1° conte di Capaccio
Luogotente |
Ferdinando
V di Spagna (II come re di Sicilia, III come re di
Napoli) sposa nell'ottobre del 1496 Isabella I di Castiglia
(22 aprile 1451 †
26 novembre 1504), sorella di Enrico IV re di Castiglia,
regina di Castiglia e León dal 1474 al 1504, regina consorte di
Aragona, Sicilia, Valencia, Sardegna, Maiorca e titolare
di Corsica, contessa consorte di Barcellona e delle contee catalane
dal 1479 al 1504. Ferdinando
ne eredita il regno e conquista Granata, cacciando definitivamente i
mussulmani dalla penisola iberica, da qui l’appellativo di Cattolico.
Detti coniugi passeranno alla storia come i primi Re di Spagna. Sotto il
loro regno, Cristoforo Colombo scopre il Nuovo Mondo. |
Ferdinando il Cattolico già re di
Sicilia e di Sardegna, per cingere la corona del Regno di Napoli, invia
l’armata spagnola comandata da don Consalvo Ferdinando de Cordoba duca
di Terranova e Sant’Angelo, detto il Gran Capitano, il quale, dopo
circa due mesi la
Disfida di
Barletta, sbaraglia
i francesi a Cerignola e, dopo aver firmato un capitolato in cui
concede 64 privilegi alla nobiltà napoletana, il 16 maggio 1503 entra
nella città partenopea.
La dominazione ispanica dura circa due secoli, il Regno
di Napoli viene
governato dai viceré che, tranne alcune eccezioni, non si preoccupano
minimamente delle condizioni del popolo, imponendo una pressione fiscale
insopportabile per soddisfare le crescenti pretese della Spagna, protesa
a conquistare nuovi territori e imporre il proprio dominio in Europa, in
Africa e nelle Americhe con innumerevoli guerre. |
Ferdinando il Cattolico |
Alcuni aristocratici ottengono grandi profitti appoggiando i viceré
mentre la nobiltà illuminata, stimolata dal principe Ferrante
Sanseverino, con i ceti medi e popolari, cerca di contrastare i
provvedimenti più deleteri, come il tentativo di istituire il famigerato
tribunale dell’Inquisizione. Con vigore e ribellioni difendono le
autonomie amministrative locali, ottenendo il mantenimento delle
istituzioni e i diritti concessi dalle precedenti dinastie:
i Sedili, il
Consiglio Collaterale, la
Camera della Sommaria.
Nel 1506 il sovrano sposa, in seconde nozze, Germana de
Foix, figlia di Maria d'Orléans e nipote di Luigi XII re di Francia.
Nel 1509 le milizie napoletane, insieme ad un gruppo
di soldati spagnoli, guidate da Bernardo Villamarina, sono comandate
a conquistare, in nome e per conto di Madrid, i possedimenti di
cinque porti veneziani in
terra di Bari e di
Otranto. |
Re Ferdinando II d'Aragona
in visita a Jacopo
Sannazaro |
Imperatore
Carlo
V d'Asburgo-Spagna, re di Napoli e di Sicilia dal 1516 al 1553) |
Napoli - Statua dell'Imperatore
Carlo V
d'Asburgo-Spagna ed il suo stemma |
Arma: nello stemma sono presenti gli scudi di Castiglia, Leon,
Regni di Napoli e Sicilia, Granada, Aragona, Gerusalemme, Ungheria,
Austria, Borgogna, seconda linea borgognona, Brabante, Limburgo
e Tirolo.
Lo scudo è sorretto dall'aquila bicipite sormontata dalla corona
imperiale.
Le due colonne poste ai lati dell'arma sono allusive a quelle di
Ercole che avrebbe posto ai lati dello stretto di Gibilterra per
ammonire i naviganti a non spingersi oltre.
Esse sono sormontate da una corona imperiale su quella di destra
e da corona reale su quella di sinistra; entrambe portano su un
nastro la scritta del motto: "Plus ultra", cioè "Più in là". Lo
scudo è cinto alla base dal collare del Toson d'oro. |
Napoli, ritratto di Carlo V
|
I Vicerè di Napoli nominati dall'Imperatore
Carlo V d'Asburgo-Spagna: |
dal 1522 al 1527
Carlo di Lannoy
(1487†1527)
Principe di Sulmona
Sepolto nella chiesa di Monteoliveto |
dal 1523 al 1526
ad interim
Andrea Carafa della Spina
(†1526)
1° conte di Santa Severina
Luogotenente |
dal 1526 al 1527
ad interim
Ferrante Montalto
(†1530)
Reggente della Cancelleria del
Regno di Napoli,
Luogotenente
|
dal 1527 al 1528
Ugo di Moncada
(1476†1528)
Cavaliere del S.M.O. di Malta |
dal 1528 al 1530
Philibert de Chalon
(1502†1530)
Principe di Orange
|
dal 1530 al 1532
Pompeo Colonna
(1479†1532)
Cardinale |
dal 1532 al 1553
Pedro Alvarez de Toledo
(1484†1553)
Marchese diVillafranca
|
1553 ad interim
Luigi Alvarez de Toledo
Luogotente
Commendatore dell'Ordine
di Santiago |
dal 1553 al 1555
Pedro Pacecco
(1488†1560
Cardinale
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1555 ad interim
Bernardino de Mendoza
(1501†1577)
Luogotenente
Capitano generale delle Galee
Commendatore di Medina
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Nell’anno 1519 sale al trono Carlo V d’Asburgo, figlio di Filippo il
Bello arciduca d’Austria e Giovanna III (figlia di Ferdinando il
Cattolico) detta la Pazza, ereditando un immenso patrimonio; dal
padre: le Fiandre, la Castiglia e le colonie americane; dal nonno: i
regni di Napoli, Sicilia e Sardegna; alla morte dell’imperatore
Massimiliano: i domini della Casa d’Asburgo, tra cui l’Austria.
La corona imperiale è contestata dal re di Francia, Francesco I,
contro il quale dove combattere quattro guerre per il possesso
dell’Italia: si ricorda la vittoriosa
battaglia di Pavia nel 1525 e
quella infausta di Ceresole nel 1544, entrambe guidate dal valoroso
condottiero Alfonso (chiamato Ferrante)
d’Avalos, signore di Ischia e di Procida.
Papa Clemente VII si schiera a favore di Francesco I
e Carlo V si vendica ordinando nel 1527 il sacco di Roma.
Il
13 gennaio 1527, anniversario della traslazione delle ossa di
San Gennaro da Montevergine a Napoli,
i rappresentanti dei Seggi Nobili e il
rappresentante del Popolo fecero voto di erigergli una nuova e
più bella Cappella.
Si
gettarono le basi per la costituzione della
Deputazione della
Cappella del Tesoro di San Gennaro.
Nel 1520 Solimano II il
Magnifico (1520-1566) sale sul trono di Costantinopoli e
continua l'espansione verso l'Oriente. Nel 1522 viene attacca
Rodi; i
cavalieri dell'Ordine Gerosolimitano oppongono una
strenua difesa ma sono costretti a lasciare l'isola rifugiandosi
a Malta. |
Solimano affida il comando della sua
grande flotta a Chair-Ed-Din, detto Barbarossa, signore di
Algeri; le navi turche ed algerine, dopo aver conquistato
Tunisi, gettano il terrore su tutte le coste dell'Italia
meridionale, con sbarchi improvvisi, saccheggiano molti villaggi
e catturano migliaia di cristiani per poi chiedere il riscatto o
schiavizzandoli.
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Chair-Ed-Din, detto Barbarossa |
Il Barbarossa attacca e saccheggia Fondi e Sperlonga, cerca invano di rapire a Napoli donna Giulia Gonzaga,
principessa di Fondi, moglie di Vespasiano
Caracciolo; nel 1535
conquista Capri mettendo a fuoco il castello, devasta l’isola
d’Ischia e occupa Procida,
minacciando nuovamente
Napoli.
L’imperatore Carlo V guida una flotta verso Tunisi, composta da
400 navi con a bordo 25.000 soldati, in gran parte napoletani,
cavalieri di Malta, siciliani e spagnoli, sotto il comando di
Alfonso d'Avalos (Ischia,1502 †
Vigevano,1546),
cugino di Ferrante, marchese del Vasto.
Il 14 ottobre 1535 la Goletta, fortezza edificata per proteggere
Tunisi, viene presa d’assalto e conquistata dalla fanteria
napoletana sotto il comando di Ferrante
Sanseverino, principe di Salerno.
Poco dopo cade anche
Tunisi, grazie alla ribellione dei ventimila schiavi cristiani
che riescono ad aprire le porte alle armate imperiali.
Il sovrano, dopo la vittoria, visita i suoi possedimenti in
Italia e il 25 novembre del 1535
viene
accolto trionfalmente in Napoli, ove si fermò per alcuni
mesi.
Nonostante la
vittoria, le incursioni di arabi e turchi non terminano,
il
viceré Pietro de Toledo fortifica le coste facendo erigere una
serie di torri e il castello di Baia.
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Particolare Castello di Baia (Bacoli) |
Nel
1544 nasce a Sorrento (NA) Torquato Tasso, famoso in tutto il Mondo
per la sua “Gerusalemme Liberata”.
Il sovrano
nello stesso anno abdica e divide l’impero lasciando al figlio
Ferdinando l’Austria e i Paesi Bassi e all’altro figlio Filippo II
la Spagna, la Lombardia e i regni di Napoli e Sicilia e, infine, si
ritira in un monastero dell'Estremadura.
|
Il vicerè Pedro
Alvarez de
Toledo nel 1547 tentò di istituire il
famigerato Tribunale dell’Inquisizione, dopo il fallito
tentativo del 1510; tale decisione sollevò le ire del popolo e
dei nobili, iniziarono i primi tumulti, i soldati spagnoli
furono costretti a restare nei castelli.
Ferrante
Sanseverino (1507 † 1568),
principe di Salerno, si recò con altri nobili napoletani in
Spagna ed ottenne dall’imperatore Carlo V, preoccupato dalle
notizie che pervenivano da Napoli, la soppressione
dell’Inquisizione nel Regno di Napoli. |
Napoli - Targa in memoria del
popolo Napoletano che impedì l'istituzione del famigerato
Tribunale dell'Inquisizione |
Nel 1548 nasce a Napoli la Confraternita della Redenzione dei
Captivi, una Pia istituzione fondata da devoti napoletani d'ogni
livello sociale, con lo scopo di riscattare i cristiani presi
prigionieri (captivi) dai mussulmani. La Confraternita si
insedia
prima in S. Domenico Maggiore e poi nel Convento dei padri
Celestini a S. Pietro a Maiella ove fu costruita la chiesa
denominata "Santa Maria della Detenzione dei Captivi". |
Napoli - Chiesa "Santa Maria della
Redenzione dei Captivi", oggi denominata "S. Maria della Mercede
e
S. Alfonso M. dè Liquori". |
I
prigionieri vengono rilasciati su riscatto di parenti danarosi
o, se di famiglia povera, con l'aiuto della Confraternita;
particolare attenzione è rivolta ai bambini. Senza smentita, può
affermarsi che è la prima istituzione laica sorta con lo scopo
di riscattare gli schiavi. Si calcola oltre 20.000 schiavi ad
Algeri, 10.000 a Tunisi e alcune centinaia a Tripoli. Don
Annibale Moles,
Reggente di Cancelleria, nel 1561 fu inviato in Calabria per
stroncare l'eresia dei valdesi, confiscò loro numerosi beni che
in parte, per un valore di 5.000 ducati furono donati alla
Confraternita. |
FILIPPO II d'Asburgo-Spagna
(1554 - 1598)
|
Napoli - Busto di Filippo II e il
suo stemma |
Arma: nei primi due quarti sono presenti gli scudi di Castiglia, Leon,
Regni di Napoli e Sicilia, Granada, sul tutto lo scudo del
Portogallo. Nei due quarti sottostanti: Casa d'Amburgo, Borgogna
antica, Borgogna moderna, Bradante; sul tutto lo scudo partito
Fiandra e Anversa.
Non vi è più l'aquila bicipite e la corona imperiale.
L'arma non subirà più modifiche eccetto per un breve periodo
quando scomparirà l'insegna del Portogallo nel 1668 (pace di
Lisbona), ma riapparirà subito dopo.
|
I Vicerè di Napoli nominati da
Filippo II:
|
Napoli, Duomo, Confraternita di
Santa Restituta dei Neri, ritratto della duchessa e del duca
d’Alba, Sec. XVI
|
Nel 1558 il
viceré
Alvarez de Toledo, duca d’Alba,
guida una spedizione composta da ottomila soldati napoletani,
comandati da Pompeo Colonna, e quattromila hidalgos (soldati
spagnoli) e conquista Roma con lo scopo di punire il papa Paolo IV
(Gian Pietro Carafa), per aver istigato i Francesi a tentare la
conquista delle terre meridionali.
Tre anni dopo, un naviglio partenopeo partecipa alla
spedizione dei Cavalieri di Malta contro Tripoli.
Nel 1571 nasce la Lega Santa voluta dallo Stato
Pontificio, dalla Repubblica di Venezia, dagli stati asburgici di
Spagna, Napoli e Sicilia, dalla Repubblica di Genova e dai
Cavalieri di Malta, per contrastare le devastanti incursioni degli
Ottomani. |
Filippo II di Spagna, re di Napoli
(1554-1598) |
Più del 50% dei costi vengono sostenuti dalla Spagna e, quindi, di
riflesso dal Meridione d’Italia che partecipa anche con il fior
fiore dell’aristocrazia; onori e gloria andranno al Papa Pio V.
|
Il comando delle navi cristiane viene affidato a Don Giovanni
d’Austria (1547
† 1578), fratellastro del Re di Spagna
Filippo II, che riceve a Napoli, dalla
mani del Cardinale Granula, il bastone del comando e lo stendardo
(un drappo di seta pregiata con l’immagine del Redentore in
croce). |
Don Giovanni d'Austria
(1547
† 1578) |
Il
7 ottobre dello stesso anno la Lega, forte di 208 galere, incrocia,
al largo della costa greca poco lontano da Lepanto, la flotta Turca
superiore come numero di vascelli ma inferiore come bocche da fuoco.
La battaglia navale dura circa quattro ore, gli ottomani subiscono
una umiliante sconfitta; tra le loro fila si contano 40.000 morti e
quasi 200 vascelli affondati: la potenza navale turca
è finita per sempre.
Orazio
Minutolo, comandante
della galea napoletana S. Filippo, morì eroicamente. |
Andrea Frezza distintosi nella
battaglia di Lepanto, ricevette da Filippo II di Spagna nel 1575
il titolo di duca sul cognome.
Don Vincenzo
d'Afflitto,
Cavaliere dell’Ordine di Malta e valoroso combattente, era a
bordo di una galea napoletana, facente parte dell'avanguardia
della flotta.
Gaspero Toraldo, barone di Badolato
e Signore di Ischia,
radunò duemila uomini in
soli quindici giorni e vi prese parte con i gradi di colonnello.
La Galea Sagittaria
di Napoli era comandata da Martino Pirola.
Il nobile Scipione
Cavallo armò a
sue spese la galea "Luna de Napoles" che si schierò alla destra
della flotta.
Francesco Antonio
Venato,
capitano di galee, morì eroicamente in combattimento.
Francesco Maria
II
Montefeltre della Rovere
(1549
†
1631), duca di Urbino e Gubbio, partecipò alla
battaglia al
comando di 2.000 soldati, |
Napoli - affresco del 1400 di
Santa Maria del Soccorso |
La Madonna
del Soccorso era molto venerata a Napoli; Don Giovanni
d'Austria, prima di salpare con la flotta, volle recarsi nella
Chiesa di S. Pietro a Maiella, edificata nei primi anni del XII
secolo, per pregare innanzi all'immagine della Madre di Dio. Qui
il Religioso Don Giovanni Battista della Guardia Grelle dei
Padri Celestini, gli predisse la vittoria se avesse portato con
sè un quadro con l'immagine di S. Maria del Soccorso. Ottenuta
la vittoria il Duca qui ritornò con 400 alabardieri e donò alla
Chiesa la nave ammiraglia della flotta; i suoi soldati
lasciarono davanti all'affresco della Madonna gli elmi, scudi e
archibugi in segno di ringraziamento. |
FILIPPO III d'Asburgo-Spagna
(1598 - 1621)
|
Napoli - Busto di Filippo III e
la sua arma |
Arma:
come quella di Filippo II
|
I Vicerè di Napoli nominati da
Filippo III:
|
dal 1599 al 1601
Ferrante Ruiz de Castro
(1548†1601)
6° conte di Lemos e d'Andrada
marito di Caterina Zunica |
1601 - 1603 ad
interim
Francesco Ruiz de Castro
(1579†1637)
8° conte di Lemos
figlio di Ferrante e Caterina Zunica |
dal 1603 al 1610
Gio: Alfonzo Pimentel d'Herrera
(1552†1621)
8° conte di Benavente
marito di Mencia de Mendoza Zuniga |
dal 1610 al 1616
Pietro Fernandez de Castro
(1576†1622)
7° conte di Lemons
figlio di Ferrante e Caterina
Zunica,
marito di Catalina de La Cerda Sandoval |
dal 1616 al 1620
Pietro Giron
(1574†1624)
3° duca di Ossuna
marito di Catalina Enriquez de
Ribera |
1620
Gasparo de Borja
(1580†1645)
Cardinale Borgia
Arcivescovo di Siviglia
|
dal 1620 al 1622
Antonio Zapata
(1550†1635)
Cardinale
Consigliere di Stato di S.M. |
|
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FILIPPO IV d'Asburgo-Spagna
(1621 - 1665)
|
Napoli - Busto di Filippo IV e la
sua arma |
Arma:
come quella di Filippo II
|
I Vicerè di Napoli nominati da
Filippo IV d'Asburgo-Spagna:
|
dal 1622 al 1629
Antonio Alvarez de Toledo
(1568†1639)
5° duca d'Alba
|
dal 1629 al 1631
Fernando Afan de Ribera
(1583†1637)
3° duca d'Alcalà |
dal 1631 al 1637
Manuel de Acevedo y Zuniga
(1586†1653)
6° conte di Monterrey |
dal 1637 al 1644
Ramiro Filippo de Guzman
(1600†1668)
2° duca di Medina de Las Torre
marito di Anna Carafa |
dal 1644 al 1646
Juan Alfonso Enriques de Cabrera
(1600†1647)
Ammiraglio di Castiglia
marito di Luisa Sandoval Padilla |
dal 1646 al 1648
Rodrigo Ponce de Leon y
Alvarez de Toledo
(1602†1658)
4° duca d'Arcos
marito di Francisca de Cardoba
|
1648
Giovanni d'Austria
(1629†1679)
Priore dell'Ordine di
San Giovanni di Gerusalemme
|
dal 1648 al 1653
Inigo Velez de Guevara
(1597†1658)
8° conte di Onate
|
dal 1653 al 1658
Garcia de Haro y Guzman
(1558†1670)
Conte di Castrillo
marito di Maria de Avellaneda
|
dal 1659 al 1664
Gaspar Bracamonte y Guzman
(1595†1676)
Conte di Pegnaranda
marito di Maria de Bracamonte
|
dal 1664 al 1666
Pasquale d'Aragona
(1626†1677)
Cardinale
Arcivescovo di Toledo
|
|
Nel
1647 il popolo si ribella ad un governo corrotto il cui unico
scopo è quello di istituire nuove gabelle. Un pescatore, Tommaso
Aniello, detto
Masaniello, guida la rivolta sino alla sua
tragica conclusione. |
D. Gargiulo: La
rivolta di Masaniello -
Napoli, Museo di San Martino - stampa. A destra:
Masaniello alla presenza del
Vicerè di Napoli,
Rodrigo Ponce de Leon y
Alvarez de Toledo |
CARLO II
d'Asburgo-Spagna
(1665 -1700)
|
Napoli - Busto di Carlo II
e la sua arma |
Arma:
come quella di Filippo II, nel 1668 scompare l'insegna del
Portogallo che viene rimossa a seguito della Pace di Lisbona che
mette fine alla lunga guerra d'indipendenza dei portoghesi.
|
I Vicerè di Napoli nominati dall'Imperatore
Carlo II d'Asburgo-Spagna |
dal 1666 al 1671
Pietro d'Aragona
(1611†1690)
8° duca di Serorbe
marito di Anna Fernandez de Cordoba |
1671 - 1672 ad
interim
Fadrique Alvarez de Toledo
(1635†1705)
7° marchese di Villafranca
Luogotenente |
dal 1672 al 1675
Antonio Alvarez Osorio
(†1689)
10° marchese di Astorga
marito di Anna Maria de Guzman |
dal 1675 al 1683
Fernando Faiardo de Requesens
(1634†1693)
6° marchese di Los Velez
marito di Maria Juana Aragon Folch de Cardona |
dal 1683 al 1687
Gaspar de Haro y Guzman
(1629†1687)
Napoli - lastra tombale del
7° marchese del Carpio |
dal 1687 al 1688
Lorenzo Onofrio Colonna
(1637†1689)
8° principe di Paliano
Contestabile |
dal 1688 al 1696
Francesco de Benavides
(1640†1716)
Conte di Santo Stefano
marito di Francisca Josefa de Aragon
|
dal 1696 al 1702
Luis de la Cerda y Aragon
(1660†1711)
9° duca di Medinaceli
marito di Maria de las Nieves Tellez Giron
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FILIPPO V di Borbone, re di Spagna
(1700-1707):
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Nel 1700 muore re Carlo II che, non
avendo figli, nel testamento designa erede
universale Filippo d’Angiò nipote del re di Francia Luigi XIV a
condizione che le due monarchie di Francia e Spagna non si sarebbero in
futuro riunite.
Nel 1701 scoppiano i tumulti per la rivolta contro re Filippo da parte di alcuni
baroni del Regno (congiura di Macchia) che vengono sedati dal
vicerè Luis de la Cerda.
Nel 1703 Filippo d'Angiò, che prende il nome di Filippo V di
Spagna, appartiene alla dinastia dei Borbone, giunge a
Napoli il 16 aprile con un gran seguito; viene accolto trionfalmente
dagli Eletti dei Seggi. I festeggiamenti furono grandiosi, con serate
di musica, balli e partite di caccia, sino alla imponente cavalcata del
20 maggio e al donativo di più di un milione di ducati d'oro.
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Re Filippo V di Spagna
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Napoli - Busto di
Filippo V e la sua arma |
La famiglia di Filippo V di
Borbone, re di Spagna, dipinto di Louis Michel van Loò |
Arma: scompare del tutto l'insegna
del Portogallo che viene sostituita da uno scudo recante tre
gigli d'oro disposti 2 - 1 in campo azzurro. |
I Vicerè di Napoli nominati da
Filippo V:
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dal 1702 al 1707
Juan Manuel Fernandez Pacheco
(1650 † 1725)
8° marchese di Vigliena |
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