Ovvero delle Famiglie Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia. 

Famiglia de Caro

A cura del Dott. Francesco Paolo Dodaro, Socio Corrispondente dell’Accademia Cosentina

Alla memoria di mia nonna paterna N. D. Gemma de Caro

Arma: di (?), alle tre fasce di (?) accompagnate in capo da una stella di sei punte di (?).
Titolo: Nobili di Cetraro.


Stemma de Caro

Variante dello stemma de Caro sul monumento funebre di Giovanni nel camposanto di Cetraro

La nobile famiglia de Caro spicca per antichità e prestigio fra le casate storiche di Cetraro (Cosenza), cittadina nella quale è presente sin dal secolo XVI con tale Battista(1). I de Caro, nel tempo, si distinsero in più rami e si imparentarono con diverse famiglie magnatizie fra le quali citiamo le seguenti: de Mattia, del Trono, de Seta, Cricelli, Dodaro, Fabiani, Vaccaro, Falcone, Benincasa. In particolare, nel 1777, si celebrarono le nozze di donna Mariarosa de Caro con don Giuseppe Maria Benincasa e in virtù di tale legame, nel 1899, don Giacinto de Caro scrisse a don Francesco (discendente del citato Giuseppe Maria) quanto segue: “pregiatissimo (…) Se Iddio benedirà il desiderio di tutto questo nostro estesissimo Casato, che abbraccia mezzo Cetraro, si vorrebbe rinnovare la nostra parentela, imperocchè mio nipote a nome Livio de Caro, unico in Famiglia (…) vorrebbe l’onore d’impalmare per isposa vostra figlia (il riferimento era alla primogenita) legiadra e virtuosa giovinetta(2). Tra le testimonianze più antiche della storia dei de Caro vi è quella individuata dallo studioso cetrarese Leonardo Iozzi, che afferma: “Nell’archivio di Montecassino – Iurium Abbatis etc., t. III, ff. 770-71, 21 luglio 1615- è riportata una lettera diretta all’abate cassinese e firmata dal Sindico Muzio di Caro e dagli Eletti di Cetraro(3). Nel 1644 si ha notizia di Filippo Antonio de Caro, che ricoprì la carica di Regio Credenziere della gabella della seta nella terra di Cetraro(4). Tra i personaggi illustri di questa casa si annoverano: Attilio che viene ricordato come Cofondatore di Cetraro Nova, lo stesso fu Consigliere Provinciale nonché,  negli anni ’30 del secolo scorso, Presidente della Cassa di Risparmio di Calabria e Lucania(5). Si ricordano altresì Diego de Caro junior (Psichiatra e autore del volume “La psichiatria attraverso i secoli”) e Rosalbino de Caro, Pittore, Scultore e Consulente Storico della diocesi di San Marco Argentano(6).  La famiglia diede alla comunità cetrarese diversi Sindaci e fra essi ricordiamo: Cristofaro che fu Sindaco dopo la Restaurazione(7), Pasquale eletto nel 1888, Girolamo che sarà Sindaco dal 1896 al 1899 e ancora dal 1908 al 1909, Ferdinando (Sindaco dal 1910 al 1914) e Giuseppe che rimase in carica dal 1920 al 1923 per poi essere rieletto negli anni ’40 del secolo scorso(8).

Una menzione a parte meritano gli ecclesiastici appartenuti a questa illustre famiglia come Lorenzo (che fu Arciprete di S. Benedetto negli anni 1718-1747)(9) e don Mauro (1902-1956), noto come “ l’Abate Santo” di Cava dei Tirreni(10).  Quest’ultimo, proclamato dalla chiesa “Servo di Dio”(11), fu uomo di vasta cultura e di autentica fede cristiana. Ordinato Sacerdote il 27 luglio 1927, conseguì la laurea in Teologia nel Collegio Internazionale di Sant’Anselmo di Roma quindi si diplomò in Paleografia e Diplomatica presso l’Archivio Vaticano e si laureò in Lettere all’Università la Sapienza di Roma. Eletto Abate di Cava dei Tirreni, resse tale carica per un decennio, sino alla sua prematura scomparsa nel 1956.  La vita e l’operato di questo importante personaggio risultano profondamente segnati da una perfetta aderenza ai valori cristiani (primo fra tutti quello dell’umiltà) e da Santità “non clamorosa” ma “giornaliera, fatta di silenziosa fedeltà alla grazia di Dio”, al punto che nel 1979, la Badia di Cava, avviò la sua causa di Beatificazione(12).

Diversi sono gli edifici storici che testimoniano l’importanza di questa famiglia attraverso i secoli e significativo è, in tal senso, il grande palazzo cetrarese che affaccia su piazza “Giovanni Losardo”. L’edificio, dotato di un elegante giardino terrazzato, è connotato da un elaborato portale d’accesso fiancheggiato da 4 colonne (2 per lato) delle quali, quelle più esterne, poggiano su antiche sculture leonine realizzate in materiale lapideo. La facciata principale dell’edificio è interessata da un raffinato loggiato sorretto da alcune colonne. Nel comune di Acquappesa (Cosenza) si situa, invece, il villino de Caro. Lo stabile in questione mostra un bel portale con stemma e anticamente presentava anche un grande giardino che si sviluppava sino alla vicina spiaggia (tale giardino sarà successivamente “tagliato” dalla costruzione della Strada Statale 18 Tirrena Inferiore).

Cetraro, Palazzo de Caro, portale e facciata lato piazza Giovanni Losardo


Cetraro, Palazzo de Caro, altra facciata

Il citato villino fungeva da residenza estiva per il Comm. Alfonso de Caro, sua moglie N. D. Marianna Cricelli e i loro sette figli (Pasquale, Concetta, Maria, Gemma, Giuseppe, Adolfo, ed Ercole). Alfonso de Caro e i suoi familiari trascorrevano, infatti, ad Acquappesa i mesi estivi mentre, per il resto dell’anno, vivevano a Catanzaro, dove si trovavano alcuni appartamenti di proprietà del menzionato Alfonso(13) (facenti parte di palazzo de Nobili, sede del comune di Catanzaro sin dal 1863). Il villino di famiglia ad Acquappesa fu scelto per celebrare i festeggiamenti in occasione del fidanzamento di donna Gemma de Caro(14) con don Giovanbattista Dodaro di Acri, come si legge in un articolo pubblicato sabato 13 luglio 1946 sul “Corriere del Sud”, che recita: “Lunedì 24 Giugno u.s. la virtuosa signorina Gemma de Caro(15) figlia del Comm. Alfonso ed il N.H. Battista Dodaro nel villino addobbato a festa, tra la completa cordialità dei numerosi intervenuti, si sono fidanzati. Alla giovane coppia il «Corriere del Sud» augura imperitura felicità (16). Successivamente, in data 26 ottobre 1946, Giovanbattista Dodaro e Gemma de Caro si sposeranno presso la Chiesa del Carmine in Catanzaro e furono loro testimoni di nozze il Marchese de Riso e l’Ing. Riccardo Raffaeli(17).

Il Commendatore Alfonso de Caro e la N.D. Marianna Cricelli

Matrimonio del N.H. Giovanbattista Dodaro con la N.D. Gemma de Caro


N.H. Giuseppe de Caro

Nella frazione Intavolata del comune di Acquappesa si colloca un ulteriore palazzo appartenuto ai de Caro, connotato da un portale in pietra realizzato da scalpellini di Fuscaldo (CS) e decorato da cassettoni alternati a palmette di acanto(18). Si segnala, infine, l’edificio noto come “Torre de Caro”, interessante residenza rurale fortificata attualmente adibita a museo, posta in contrada “Bosco” di Cetraro e strategicamente realizzata “alla confluenza di due antiche mulattiere che attraversavano la regione da nord a sud e da nord ovest a sud est, collegando la costa tirrenica con il versante ionico(19).


Villino de Caro in Acquappesa, foto di Giuliano Giudo


Portale con stemma del Villino de Caro ad Acquappesa

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Note:
(1) - L. Iozzi,  Le grandi famiglie di Cetraro- La famiglia de Caro in  https://rossocetraro.blogspot.com. Il nome di Battista de Caro si rinviene in un atto del 1576, riportato nel Regestum Quartum dell’Archivio Cassinese e pertinente un contratto per una tonnara a Cetraro.
(2) - F. Martucci, Le nozze di donna Michelina. “Affari matrimoniali” nella Calabria dell’800, Rubbettino, 2002, p. 72.
(3) - L. Iozzi, op. cit. in
  https://rossocetraro.blogspot.com

(4) - Ibidem
(5) - R. Randazzo, “Palazzi e gente di Cetraro”. Carlo Andreoli al Caffè Letterario in
www.cetraroinrete.it

(6) - Ibidem
(7) - L. Iozzi, op. cit. in
  https://rossocetraro.blogspot.com

(8) - D. Guido (a cura), Enciclopedia dei Comuni della Calabria, Rubbettino, Soveria Mannelli (CZ) 2002, vol. II, p. 83.
(9) - L. Iozzi, op. cit. in
  https://rossocetraro.blogspot.com

(10) - Ibidem
(11) - D. Guido (a cura), op.cit., vol. II, p. 76.
(12) - N. Russomando, La santità nascosta dell’abate de Caro in
https://www.eolopress.it. Per approfondimenti si rimanda al saggio di Mons. Ermanno Raimondo “L’Abate Santo Don Mauro de Caro”, pubblicato da Calabria Edizioni nel 2014.
(13) - I predecessori di Alfonso (fra i quali i suoi genitori, Pasquale de Caro e Concetta dei Marchesi de Seta) avevano invece la loro antica dimora a Cetraro paese, presso il palazzo de Caro-Militerni.
(14) - Gemma de Caro nacque il 21-1-1921 e si spense in data 17-8-2014.
(15) - Nel testo originale, per un errore di battitura, fu scritto “Gemma de Carlo” anziché Gemma de Caro.
(16)
- Corriere del Sud, Anno IV, n. 158, sabato 13 luglio 1946.
(17) - Notizie tratte dalla Platea della famiglia Dodaro, conservata presso l’archivio privato dei Dodaro di Acri.
(18) - E. Bruno, Scalpellini di Calabria. I cantieri e le scuole, La petite Academie, Cosenza 1996, p. 127.
(19) - www.latorredecaro.com


Continua sul sesto volume in preparazione di "LA STORIA DIETRO GLI SCUDI"

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