
Ovvero delle Famiglie Nobili e titolate del Napolitano,
ascritte ai Sedili di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano,
appartenenti alle Piazze delle città del Napolitano
dichiarate chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Famiglia
Cito |
Arma:
di verde col capo rosso,
al leone accostato ad una colonna dorica cimata da un giglio, il
tutto d'oro(1). Per la linea di Luigi Cito, principe di Bitetto, con la
spezzatura di due stelle d'oro in capo.
Motto: Tutus ab uno
Dimora: Napoli |

© Napoli - Stemma Famiglia Cito |
La famiglia Cito, le cui prime tracce risalgono a XIII secolo con
Antonio, regio portulano di Salerno, e a Pietro che insieme
con altri nobili di Bitonto, prestò denari al re
Carlo I d'Angiò, godette
di nobiltà a Bitonto, Capua, Benevento, Lucera e Napoli ove fu ascritta
al Patriziato Napoletano del
Seggio di Portanova nel
1788 e, dopo l'abolizione dei sedili (1800), fu iscritta nel Libro d'Oro
Napoletano.
Nel 1303 Giovanni, feudatario di Matina, fu gran giustiziere in
Calabria.
Vestì l'abito di Malta dal 1595.
Maria Cito Moles, figlia di Filippo Antonio Cito,
barone di Presicce, portò in dote a
Gianfilippo
Bartirotti i Casali di Salve (LE) e di Presicce (LE) con
il titolo di Barone. |
Monsignor
Giovanni Cito, vescovo di Lettere dal 1698 al 1708, nel 1707 fece costruire il campanile dell'ex
Cattedrale di Lettere (NA) oggi Santuario di Sant'Anna. |

© Lettere (NA) - Santuario di
Sant'Anna |
Baldassarre Cito fu decorato del titolo di
marchese da re
Carlo III di Borbone; il
titolo passò al nipote Carlo che con regio assenso fu poggiato sui feudi
di Torrecuso e
Torrepalazzo.
Nicola Cito risulta iscritto
nell’Albo
degli Avvocati del 1780, istituito per la prima volta
al Mondo, elaborato dal legislatore del Regno di Napoli. |

Napoli, busto di Carlo Cito (†
1712), marchese di Torrecuso |
Carlo Cito († 1857) sposò donna Anna Maria
Filomarino († 1876),
ultima erede dei Filomarino di Rocca d'Aspro, ed i loro discendenti con
D.M. del 1882 furono autorizzati a chiamarsi Cito Filomarino; nel
1887 si fregiarono dei titoli estinti in casa Filomarino di Rocca
d'Aspro: principe di Rocca d'Aspro,
principe di Mesagne,
principe di Bitetto, duca di Perdifumo,
marchese di Capurso,
marchese di Ceglie, marchese di S. Chirico,
conte di Castello. |
La linea
primogenita è iscritta nell'Elenco Uff. Nob. del 1922 nella
persona di Michele Cito Filomarino (nato nel 1891),
principe di Rocca d'Aspro, principe di Mesagne, duca di
Perdifumo, marchese di Torrecuso e Torrepalazzo, marchese di
Capurso, marchese di Ceglie, marchese di S. Chirico, conte di
Castello, patrizio napoletano, figlio del principe Carlo
(1856 † 1905) e della principessa Ida della Torre Lombardini. |

Napoli - Lastra tombale con
l'arma dei Cito,
marchesi di Torrecuso |
Il ramo di Bitetto è iscritto nella persona di Luigi
Cito Filomarino, principe di Bitetto per refuta in suo
favore del fratello Carlo (1856 † 1905) e del figlio Carlo (nato
a Napoli nel 1891), autorizzato ad usare il titolo di principe
di Bitetto insieme al padre.
La linea secondogenita acquisì, per maritali nomine, il
titolo di duca sul cognome a
seguito di matrimonio tra il conte
Luigi Cito († 1890) e donna Luisa dei duchi di Robiers du
Barry de Merval († 1867); per figlio ebbero Ferdinando Cito,
duca, marchese e conte palatino, patrizio napoletano, cavaliere
del S.M.O. di Malta. |
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Napoli - Cappella Filomarino, ristrutturata alla fine
del XIX secolo da Michele Cito Filomarino,
principe di Roccadaspide, ove riposano vari
rappresentanti del Casato.
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Napoli - Stemmi delle
Famiglie imparentate Cito e Marigliano |
L'Aquila - Stemma famiglia Citoò. A destra: stemma tripartito Cito, Filomarino e Pappacoda |
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1)
- Libro d'Oro Napoletano - Archivio di Stato di Napoli -
Sezione Diplomatica. |
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Casato inserito nel 4° Volume
di "LA STORIA DIETRO
GLI SCUDI"
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