
Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Famiglia Bartirotti |
a
cura dell'Avv. Prof. Nicola Pesacane |
Arma:
d'oro al leone di nero e di rosso
coronato d'oro salente una scala di nero. |

© Napoli - Arma della famiglia
Bartirotti Piccolomini d'Aragona (l'arma originaria dei
Bartirotti è nel 1° quarto,
mentre il 2° quarto è di Pignatelli, il 3° quarto è di
Piccolomini e nello scudetto al centro dello scudo vi è
l'Arma degli Aragona). |
La
Nobile Famiglia Bartirotti, originaria di Savona e Genova, passò in
Napoli, da Genova, per ragioni di commercio, nel secolo XVI e
stanziatasi nella zona del Porto sotto il tenimento della
Parrocchia di S. Giorgio dei Genovesi.
Il primo Ramo, originario di Savona, fu Nobile di Savona(1)
mentre il
secondo ramo, originario di La Spezia, fu Patrizio di Genova,
ascritto negli Alberghi dei
Doria e dei
Cicala
(2)
.
Questa Casata possedette il Feudo di Scanzano (MT) acquistato
dal Principe Nicola Bartirotti nel 1576 da Don Ferdinando
Orsini, i Marchesati di Deliceto (FG) e Pomarico (MT) ed, in
Terra d’Otranto, i Casali di Salve (LE) e di Presicce (LE) con
il titolo di Barone-quest’ultimo poi elevato a Principato-,
portati in dote da Maria Cito
Moles, figlia di Filippo Antonio
Cito, Barone di Presicce a
Gianfilippo Bartirotti nonché la
Città di Castellaneta (TA), che Nicola e Giampaolo Bartirotti
Piccolomini di Savona, padre e figlio, che esercitavano la
mercatura in Napoli, acquistarono, nell’anno 1580, dal Nobile
Carlo Caracciolo per 30 mila ducati e sulla quale il detto
figlio Giampaolo Bartirotti ebbe concesso il titolo di Principe(3).
Nicola Bartirotti, Marchese di Deliceto e Pomarico, Nobile di
Savona e Signore di Scanzano morì nel 1591 e gli succedette il
figlio Giampaolo, 1° Principe di Castellaneta, Nobile di Savona
e Signore di Scanzano, il quale sposò Donna Giovanna
Piccolomini (†
il 31 agosto 1594), aggiungendo al proprio
cognome quello di Piccolomini e morì nell’anno 1607; gli
succedette suo figlio Nicola 2° Principe Bartirotti di
Castellaneta, Patrizio di Genova, Nobile di Savona e Signore di
Scanzano, che sposò, in data 23 marzo 1602, Donna Isabella
Pignatelli (nata il 17 maggio 1586) e morì nel 1610 ed a costui
succedette suo figlio Giovan Battista, 3° Principe Bartirotti di
Castellaneta, che morì nel 1611; a costui successe la sorella
Giovanna Bartirotti Piccolomini d’Aragona, Marchesa d’Illicito e
4° Principessa Bartirotti di Castellaneta, la quale sposò il
Marchese Don Cesare
Miroballo ed alla sua morte, avvenuta nel
1633 (è sepolta nel sepolcro sito nella Chiesa di S. Antonio in
Deliceto, vicino all’altare), gli trasferì il titolo di Principe
di Castellaneta(4).
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© Napoli - Epitaffio della lapide
sepolcrale di Don Giovanni Bartirotti d'Aragona, IX Marchese di
Deliceto
e II Principe di Castellaneta e di sua sorella Donna Anna posto
da Don Filippo Bartirotti d'Aragona. |
Nella predetta Chiesa di S. Antonio in Deliceto, ove i Marchesi
Bartirotti possedevano un seggio d’onore, si conserva anche il
sepolcro di Donna Francesca Bartirotti deceduta nel 1632.
In Deliceto esiste tuttora il Palazzo Bartirotti in Corso
Margherita n°39 al quale è annessa la Cappella di S. Antonio
Abate, entrambi costruiti dai Bartirotti nel sec. XVI (oggi
Palazzo e Cappella Privata Maffei).
Quindi, il ramo dei Principi di Castellaneta si estinse
nell’anno 1633 con la morte della Principessa Donna Giovanna
Bartirotti d’Aragona Miroballo ed il titolo principesco di
Castellaneta passò, appunto, in Casa
Miroballo.
Il Ramo dei Principi di Presicce, invece, durò più a lungo in
quanto esso si estinse nel XVIII secolo con la morte, nell’anno
1709, dell’ultimo Principe di Presicce di questa Casata, Don
Vincenzo Bartirotti, figlio del Principe Giovanni Filippo, che
lasciò erede dei suoi diritti sul principato la madre Donna
Virginia Raitano, moglie in seconde nozze del Nobile Francesco
de Liguoro, nella cui Famiglia si trasmise il feudo ed il titolo
di Principe di Presicce che vi rimase sino alla eversione della
feudalità.
Di questo ramo ricordiamo anche il Principe Don Carlo Bartirotti
che, agli inizi del seicento, sposò Donna Agnese
Vaaz de Andrade,
figlia secondogenita di Michele Vaaz de Andrade, Conte di Mola,
Barone di S. Donato e Signore di S. Michele Salentino.
Il principe Carlo fu ucciso
con un colpo di fucile reo di aver tentato di imporre lo
"jus prime noctis".
I Bartirotti goderono anche nobiltà in Napoli
fuori dei Seggi
(fonte Rivista Araldica) e proprio in questa città, nella Chiesa
di San Severo al Pendino vi è la lapide sepolcrale con Stemma
dei Bartirotti Piccolomini d’Aragona.
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© Particolare del 1° quarto
riguardante l'arma originaria dei Bartirotti |
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Note:
1)
Foscarini A., “Armerista e notiziario delle
famiglie nobili notabili e feudatarie di Terra d’Otranto”, pag.
19.
2) Scorza A.M.G., “Le Famiglie
Nobili Genovesi”, Genova, 1924, pag. 33.
3) Foscarini A., opera citata, pag.
1.
4) Perrone M., “Storia documentata della Città di
Castellaneta e sua descrizione”, pagg. 191-200. |
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