
Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Famiglia de Franco |
Arma:
di rosso, alla banda d'oro accostata in capo da un crescente
montante dello stesso.
Cimiero: un cavallo nascente e inalberato d'oro. |

© Napoli - Stemma
Famiglia de Franco |
La radici della
famiglia de Franco, Franco o de Franchis sono nella città di Capua,
dalla quale furono esiliati nel 1066
a seguito della rivolta antinormanna,
per poi farvi ritorno
sotto la
reggenza del principe Giordano II, con Landulfus et
Landenulfus de Lufrancu.
La famiglia si ramificò in varie città tra le quali Piedimonte d'Alife
(CE), Benevento, Mugnano del Cardinale (AV), Sarno (NA) e Napoli ove
furono aggregati al
Sedile di Capuana,
sin dal 1269 nella persona di Giovanni.
Il Casato fu decorato dei titoli di:
patrizi di: Capua (nel 1066
le famiglie di Nobile Origine di Cavalieri in Capua vengono
commensurate in quattro: Raimi, Azzia, Evoli e Franchi)
e Napoli.
conte di: Avella (Avellino- 1087),
marchese di: Taviano (Lecce - 1612),
duca di: Ascoli Satriano, Longano, Torre Orsaria.
Ottenne numerosi feudi tra i quali: Calvi, Castro, Fontanarosa,
Forino, Gaudo, Gioia, Maralfio, Melissano, Monteforte, Pozzovivo, S. Severina,
Sarno.
Nel 1165 Iohannes Francus fu feudatario di Forino, Monteforte
e Sarno.
Teobaldo Franciscus fu uno dei principali promotori della
congiura di Capaccio del 1246 contro
Federico II di Svevia.
Nel 1239 i fratelli Guerriero e Landolfo di Franco del
Sedile di Capuana furono, il primo supervisore delle fortezze
di Sicilia oltre il Faro e il secondo Giustiziere della Terra di
Bari.
Nel 1292 Giovanni de Franco fu Sindaco di Napoli.
Bartolomeo de Franco (†
Capua, 1330) è ricordato
per aver scritto le norme sull'abbigliamento dei nobili napoletani;
durante la guerra di Sicilia fu catturato dagli Aragonesi e
rilasciato nel 1301 con lo scambio di quattro cavalieri nemici. |

© Napoli - Arma
de Franco - Falcone |

© Napoli - Arma
de Franco - Pignatelli |
La
Famiglia ebbe il privilegio firmato da re Carlo II d'Angiò e
confermato da re Ferrante I d'Aragona nel 1458 col quale si
decretava che quando il Re, dopo l'incoronazione, entrasse per la
prima volta in Capua, un cavaliere di Casa de Franchis insieme alla
moglie avrebbero dovuto reggere le briglie del cavallo sino a quando
il sovrano non sarebbe smontato. Al cavaliere spettava in dono il
cavallo e alla moglie l'anello che il Re portava al dito. |
Adriana
Riccio, figlia di Giovanni
e nipote di
Andrea (†
1515) Riccio Vescovo di Telese, sposò
Antonio de Franco, Patrizio Napolitano del Seggio di Capuana.
Il
Casato diede molti uomini alla Chiesa:
Andrea
fu arcivescovo di Trani,
Geronimo vescovo di Pozzuoli,
Luca
vescovo di Ugento e
Luigi de Franchis, Patrizio Napoletano, fu
Vescovo di Vico Equense dal 1607 al 1611, il suo ritratto è
nella Sacrestia della Chiesa (ex-Cattedrale) della SS.
Annnunziata. |
Vico Equense - ritratto
e lapide del
Vescovo
Luigi de Franchis |
I de Franco possedevano una villa fuori le
mura di Napoli, a S. Maria degli Angeli alle croci.
Agli inizi del 1600 Don Tommaso de Franchis acquistò la
cappella gentilizia già appartenuta agli
Spinelli marchesi di
Taviano, nella attigua cappella donata ai de Franchis da don
Ferdinando Gonzaga fu posta la tela del Caravaggio raffigurante la
flagellazione di Cristo. Nella Cappella si possono ammirare i due
monumenti funebri di Iacobuccio e Vincenzo de Franchis. |
© Napoli -
Cappella gentilizia della Famiglia de Franco o de Franchis con i
monumenti funebri di
Iacobuccio (†
1517), marchese di Taviano,
e Vincenzo de Franchis,
duca di Torre Orsaia. |
Iacobuccio (o
Iacopo) de Franchis,
marchese di Taviano,
nacque a Piedimonte di Alife verso la metà del secolo XV. A
Napoli si laureò in giurisprudenza, e sotto la disciplina del
celebre
Antonio d'Alessandro,
divenne uno dei più famosi principi del foro, tanto che il
Pontefice Leone X lo chiamò a Roma con la carica di Ambasciatore
presso il re Ferdinando il Cattolico; quest'ultimo lo creò suo
Consigliere nell'anno 1514. Fu anche
professore di diritto feudale
all'Università Reale di Napoli e
scrisse "Praeludia,
et alia in feudorum usus".
Iacopo rese l'anima a Dio a Napoli il 27 Agosto del 1517.
Vincenzo
de Franchis (Piedimonte d'Alife,
1531
† Napoli,
1601), nipote di Iacobuccio, da
giovanissimo si trasferì a Napoli dove divenne dottore in
diritto canonico e civile;
esercitò l'avvocatura con tale bravura che
Cornelia
Piccolomini, contessa di Alife, lo nominò suo
procuratore presso il Viceré di Napoli.
Nel
1566 Don Vincenzo fu nominato prima giudice della Vicaria e poi
Reggente del Supremo Senato d'Italia, nel 1590 Presidente del
Supremo Consiglio d'Italia e nel 1591 Vice Protonotaio del
Regno. Fu investito del titolo di
duca di Torre Orsaia
e divenne cavaliere di Santiago de la Espada. Scrisse
"Decisiones
sacrii regi Consili neapolitani", una vera e propria
enciclopedia di diritto che fu ammirata in tutta Europa.
Sposò Antonia Celia di Napoli
dalla quale ebbe ben tredici figli.

Vincenzo
de Franchis (1531
†
1601) |
Nel 1638
il Consigliere
Tommaso de Franchis ed Andrea de Franchis
marchese di Taviano,
furono
tra i fondatori,
insieme ad altri 36 cavalieri Napoletani, tra cui Tommaso
Filangieri, Scipione
Filomarino,
Carlo
Dentice delle Stelle,
Placido
Dentice del Pesce
e altri, del MONTE GRANDE DE’ MARITAGGI di Napoli,
istituzione benefica con lo scopo di assicurare una
cospicua dote alle fanciulle aristocratiche che si sposavano
(1).
Nel 1611 Laurentius de Franchis fu Prefetto del
soldalizio del Banco del Monte dei Poveri, uno degli otto Monti
di Pegno istituito a Napoli
(2). |

Napoli - stemmi
della famiglia de Franchis su portale della Cappella del Monte
dei Poveri
 |
Cecilia
de Franco
sposò Ottaviano di Gennaro
ed ebbero Giuseppe Aurelio
di Gennaro (n. a
Napoli nel 1701), celebre giureconsulto e dittatore
dell'Accademia del Portico della Stadera, fondata in Napoli
nella casa di don Girolamo Morano.
I feudi di Taviano e Melissano passarono nel 1719 ai
Caracciolo che li
tennero sino al 1806. |
Napoli, palazzo
de Franco |
I cinque disegni con le armi
delle famiglie de Franco, de Franco - Pignatelli, de Franco Falcone
e gli altri rami dei Franco sono stati
gentilmente concessi dai Nobili Gentiluomini Prof. Domenico Fulvio
Falcone Franco e Dott. Gennaro De Franco. |
____________________
Note:
1)
-
Istituirono il Monte Grande de’ Maritaggi 38 nobili, essi
furono: Tommaso (detto anche Giovan Tommaso) Filangieri figlio
di Luigi barone di San Lorenzo e Filetto dei duchi di Laurino,
Scipione Filomarino Mastro di Campo, Carlo Dentice delle Stelle,
Pacido Dentice del Pesce, Carlo Cavaniglia marchese di San
Marco, Landolfo d'Aquino, Giovanni d'Aquino, Alfonso del Doce
duca di Cufriano, Giulio Caracciolo, Carlo Andrea Caracciolo
marchese di Torrecuso, Ettore Caracciolo marchese di Barasciano,
Giovan Francesco Caracciolo, Giuseppe Caracciolo principe di
Torella, Marcantonio Carafa, Carlo della Leonessa principe di
Sepino, Donato Coppola duca di Cassano, Fabrizio de Silva,
Federico Pappacoda marchese di Pisciotta, Orazio di Gennaro,
Francesco Galluccio, Ottavio Guindazzo, Giovan Battista
Brancaccio di Cesare, Ferrante Brancaccio di Rinaldo principe di
Ruffano, Paolo Marchese marchese di Camarota, Giovan Francesco
di Sangro principe di Sansevero, Scipione di Sangro duca di
Casacalenda, Giovan Battista di Sangro principe di Viggiano,
Goffredo Morra marchese di Monterocchetta e Principe di Morra,
Vincenzo Mora, Ottavio Monaco, il Consigliere Tommaso de
Franchis, Andrea de Franchis marchese di Taviano, Francesco
Maria di Somma, Carlo Spinello principe di Tarsia, Giovan
Battista Pisanello, Antonio Castigliar marchese di Grumo, Orazio
Suardo e Vincenzo del Tufo.
2)-
Nel 1539 sorse il Monte di Pietà che prestava denaro su pegno
senza interessi. Il secondo banco fu istituito nel 1584 dai
governatori della casa della Santissima Annunziata con il nome
di Banco di Ave Gratia Plena o Banco della SS. Annunziata. Nel
1586 fu fondato il Banco di S. Maria del Popolo per volere dei
governatori dell’ospedale degli Incurabili. Nel 1590, per il
mantenimento del conservatorio destinato alle figlie delle
prostitute, fu costituito il Banco dello Spirito Santo. Nel 1590
fu istituito il Banco di S. Eligio. Nel 1597 fu fondato Il Banco
di S. Giacomo e Vittoria. Nel 1640 fu istituito, ad opera degli
appaltatori dell’imposta sulla farina, il Banco del SS.
Salvatore, l’unico a non avere scopo filantropico. |
Continua nel sesto
volume in preparazione di "LA STORIA DIETRO
GLI SCUDI"
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