![](images/pagina_iniziale/nobili%20napoletani%201.gif)
Ovvero delle Famiglie Nobili e titolate del Napolitano,
ascritte ai Sedili di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano,
appartenenti alle Piazze delle città del Napolitano
dichiarate chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Famiglia Paternò |
Arma: d’oro a quattro pali di rosso, con la banda
d’azzurro attraversante sul tutto.
Ramo dei Paternò Castello: partito, nel primo d’oro a
quattro pali di rosso, con la banda d’azzurro attraversante sul
tutto; nel secondo d’azzurro alla torre di due palchi,
torricellata di tre pezzi d’oro, poggiata sulla pianura di
verde. Altra: partito, nel primo d’oro a quattro pali di
rosso, con la banda d’azzurro attraversante sul tutto; nel
secondo d’azzurro alla torre di due palchi, torricellata di tre
pezzi d’argento.
Ramo dei Paternò Asmundo: semitroncato partito, nel primo
d’oro al leone di rosso coronato all’antica; nel secondo
fasciato di rosso e d’oro; nel terzo a quattro pali di rosso,
con la banda d’azzurro attraversante sul tutto. |
![Ch. S.T.d.Scalzi](images/foto/P/Paterno/stemma%20paternò%20e%20Sersale.gif)
© Napoli - Stemma partito con le
armi delle famiglie Paternò e Sersale, imparentate |
Le origini della famiglia Paternò sono incerte essendoci
varie versioni, di certo il capostipite fu Michele
de
Ayerbe (o Ajerbe, Ayerbo, Ajerbo), Signore di
Paternò, figlio di Giacomo o Jacopo de Ayerbe; figlio a
sua volta di Pietro de Ayerbe, Infante d’Aragona,
Signore di Ayerbe, e di sua moglie Filippa Accrocciamuro,
figlia del Conte di Celano; il citato Pietro era figlio
a sua volta di Giacomo I d’Aragona e della sua terza
moglie, la duchessa Teresa de Vidaure.
I discendenti del citato Michele de Ayerbe adottarono il
cognome Paternò e innalzarono l’arma degli Aragonesi
regnanti sulle Baleari, ovvero lo stemma di Aragona con
la banda d’azzurro, indicante il ramo cadetto.
Nel corso dei secoli i Paternò godettero di nobiltà
nelle città di Amalfi, Benevento, Catania, Crotone,
Palermo, Sorrento e Napoli,
fuori Seggio, dove possedevano molti beni
immobili e la cappella gentilizia di famiglia accanto a
quella della famiglia Ayerbo. |
![Ch. S.T.d. Scalzi](images/foto/P/Paterno/cappella%20famiglia%20paternò.gif) |
![Ch. S.T.d. Scalzi](images/foto/P/Paterno/lastra%20tombale%20di%20Ludovico%20Paternò.gif) |
Napoli - Cappella famiglia Paternò e lastra tombale
del marchese Ludovico Paternò |
Ebbero numerosissimi feudi e furono decorati con
molteplici titoli nobiliari, tra i quali:
Principi di: Biscari, Sperlinga (1627),
Manganelli, Val di Savoja e Castelforte (1633);
Duchi di: Carcaci ( 1723), Furnari (1643),
Giampaolo, Palazzo (1687), Paternò, Pozzomauro e San
Nicola;
Marchesi di: Capizzi (1633), Desera (1806),
Manchi, Regiovanni, Roccaromana, San Giuliano (1662),
Sessa, del Toscano; Conti di Montecupo ( 1772), sul
cognome;
Conti di: Montecupo o Casanova;
Baroni di: Aliminusa, Aragona, Spedolotto
Alzacuda, Baglia e Dogana di Milazzo, Baldi, Belmonte,
Bicocca, Bidani, Biscari, Burgio, Capizzi, Castania e
Saline di Nicosia, Cuba, Cuchara, Cugno, Donnafugata,
Ficarazzi, Gallitano, Gatta, Graneri, Imbaccari e
Mirabella, lntorrella, Manchi di Bilici, Mandrile,
Manganelli di Catania, Marianopoli, Mercato di
Toscanello, Metà dei Terraggi di Licata, Mirabella,
Motta Camastra, Murgo, Nicchiara, Officio di Mastro
Notaro della Corte Capitaniale di Catania, Oxina,
Placabaiana, Poiura, Porta di Randazzo, Pollicarini,
Pozzo di Gotto, Raddusa e Destri, Ramione, Ricalcaccia,
Salamone, Salsetta, San Giuliano, San Giuseppe,
Sant’Alessio, Scala, Schiso, Sciortavilla, Solazzi,
Sparacogna, Spedalotto, Terza Parte della Dogana di
Catania, Toscano, ecc. |
![Catania](images/foto/P/Paterno/stemma%20famiglia%20paternò.gif) |
![Catania](images/foto/P/Paterno/Giovanni%20Battista%20Paternò.gif) |
Catania - Stemma famiglia Paternò e sepolcro del
patrizio Giovanni Battista Paternò |
I suoi rappresentanti furono insigniti del Cingolo
Militare, e furono cavalieri dello Speron d'Oro, dell’Ordine
di S. Giacomo della Spada,
Real Ordine di San Gennaro; vestirono l’abito
di Malta già dalla metà del 1400 con Gualtiero
Paternò, barone di Imbaccari, nel 1597 con Francesco
Paternò di Catania, nel 1657 con Lorenzo Paternò
di Catania, nel 1668 con Pietro (fu luogotenente
del battaglione della Religione nel 1687), nel 1695 con
Consalvo Paternò di Catania , nel 1707 con
Michele Maria Paternò di Raddusa (nel 1733 fu eletto
Gran Priore di Messina), nel 1712 con Francesco
Paternò Castello (nel fu eletto Gran Priore di
Lombardia), nel 1994 con Frà Renato Paternò di
San Nicola e Montecupo, eletto Gran Priore di Napoli e
Sicilia. |
Napoli, portale Palazzo Paternò
e nterno Palazzo Paternò |
Catania - Stemma Paternò Castello e stemma Paterno
Castello e Asmundo |
Un ramo dei Paternò si stabilì a Napoli,
dove nel 1737 fu dichiarata nobile fuori Piazza (priv
1.2.1737).
Ludovico Paternò (1667
† 1748) nel 1728 fu decorato del titolo
di marchese sul cognome e,
per successione casa Mendoza, del titolo di
conte con anzianità dal
1730, infisso poi sul feudo di
Montecupo o Casanova; fu Regio Consigliere del
Sacro Consiglio di Santa Chiara (1717), Luogotenente del
Gran Camerlengo del Regno di Napoli, Reggente della
Regia Cancelleria, Reggente del Supremo
Consiglio Collaterale, sposò nel 1712 Francesca
Sersale, baronessa di Casanova.
Il marchese Lorenzo Maria (1714
† 1793), figlio dei predetti Ludovico e
Francesca Sersale, fu il 2° conte di Casanova,
patrizio di Benevento,
Presidente della Regia Camera e Ministro della Suprema
Giunta di Guerra, Cavaliere di Onore e Devozione dello
S.M.O di Malta, sposò nel 1742 donna Emanuela Ibanes de
Mendoza dei marchesi di Mondeyar.
Per successione casa
de
Liguoro, il casato ottenne, con provvedimento
governativo del 1892, i titoli di
duca di S. Nicola con anzianità dal 1711 e di
duca di Pozzomauro con
anzianità dal 1716. |
![Ch. S.T.d.Scalzi](images/foto/P/Paterno/Francesco%20maria%20Saverio%20Paternò.gif) |
![Ch. S.T.d.Scalzi](images/foto/P/Paterno/Lorenzo%20paternò.gif) |
Napoli - busti di Frà Francesco Maria Saverio Paternò e
del marchese Lorenzo Paternò |
Napoli - Cappella Paternò e stemma con le insegne
Paternò e Sersale |
Nel
1775 il marchese Lorenzo Paternò fece costruire
in Caserta un magnifico palazzo per il figlio
Vincenzo che era stato nominato Ministro della
Guerra.
Il palazzo fu poco abitato dai Paternò perché essi
avevano anche una magnifica villa a Capodimonte (Napoli). |
![](images/foto/P/Paterno/caserta%20palazzo%20paternò.gif) |
![](images/foto/P/Paterno/palazzo%20paternò%20stemma.gif) |
Il complesso della Congregazione in Napoli dei nobili sotto il
titolo di S. Maria della Misericordia, fondata da San Gaetano
Thiene (Vicenza, 1480 † Napoli, 1547), istituzione benefica che
si occupava, fra le altre opere di misericordia, di curare i
sacerdoti poveri e i pellegrini nell’ospedale costruito accanto
alla chiesa, di dare degna sepoltura, di offrire alloggio ai
pellegrini, fu gravemente danneggiato dal terremoto del 1806 e
dai bombardamenti durante la seconda guerra mondiale. Il S.M.O.
di Malta e le famiglie Paternò, Longo, Tufarelli, Capuano, Sanfelice, Maresca,
Lancellotti, Cattaneo, de Liguoro, de Brayda, Fasulo, Gagliani,
Rossi, de Werra, Dentice, de Lutio, Pasca, Gomez Paloma,
de Clario, Guarini, Spasiano, Piromallo, Campagna, Giusso,
Battiloro, Belli, de Lieto, Mazzarotta, Ammone finanziarono la
ristrutturazione della Chiesa. In ricordo di tale atto di
generosità, nell’Oratorio è stato affrescato la platea degli
stemmi dei predetti casati. |
![](images/foto/T/Platea%20stemmi.gif) |
![](images/foto/G/Giudice/governatori%20ospedale%20aosta.gif)
Napoli, elenco dei Governatori e
Commissari dell'Ospedale Elena d'Aosta di Napoli.
Dal 1964 al 1965 Ludovido Paterno, duca di Pozzomauro,
fu Governatore dei detto ospedale. |
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