
Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Famiglia Sersale |
Arma: bandato d’oro
e d’azzurro(1). |

© Napoli - Stemma del cardinale
Antonino Sersale (1754) |
Le
radici della famiglia Sersale sono in Sorrento, ove nel 1117
Sergio II fu duca(2);
ebbe tre figli, dei
quali
BARNADA diede origine alla famiglia
Mastrogiudice, mentre
SERRO
o SARO diede origine al Casato dei Sersale che
poi si diramò in altre città, tra cui Cosenza, Catanzaro,
Rossano, Nicastro, Sessa, Teano, Stilo, Monopoli e Napoli,
ove fu ascritta al Patriziato napoletano del
Seggio di Nido e, dopo
l’abolizione dei Sedili (1800), nel Libro d’Oro napoletano.
Nel 1382 MAFFURIO Sersale, patriziato
napoletano del Seggio di Nido
si schierò con Ugo
Sanseverino, conte di Tricarico, in favore del duca Luigì
d’Angiò contro re
Carlo III di Durazzo; il figlio
ANDREA, patrizio
napoletano, si trasferì a Cosenza avendo avuto in dono da re
Ladislao di Durazzo molti beni in Provincia di
Calabria
Citra, e diede origine, col figlio GUIDONE, al ramo
calabrese dei principi di Castelfranco, dal 1863
denominato Castrolibero comune confinante con la città
di Cosenza. |
Cosenza, Palazzo di
Gaspare Sersale |
Il palazzo di Gaspare Sersale costruito nel 1583
in stile durazzesco (stile sorto agli inizi del
quattrocento quando a Napoli governavano gli
Angiò-Durazzo, ramo cadetto degli angioini), il portone
è attualmente murato. Nel 1535 ospitò l'Imperatore
Carlo V di ritorno dalla campagna d'Africa
contro i turchi; diretto a Napoli sostò a Cosenza
accolto con grande pompa come ai tempi di Federico II. |

Cosenza, Palazzo di
Gaspare Sersale, Arma |
Cosenza - Palazzo di don Pompeo Sersale
costruito nel 1592 in stile rinascimentale ne
rappresenta uno dei massimi esempi in
città, appartenne
successivamente alle famiglie Telesio e Spiriti. Da
sinistra a destra:
portale, facciata principale: ieri
e oggi,
androne e sedili in Pietra |
Da sinistra a destra:
Cosenza, Palazzo di Pompeo Sersale,
facciata
laterale, arma di Pompeo
Sersale,
ciò che resta
dell'affresco dell'arma |
Cerisano, comune collinare limitrofo a Cosenza, vanta
diversi edifici nobiliari; il palazzo Sersale fu
costruito nel 1483 dalla famiglia
de
Gaeta, in seguito appartenne alla famiglia
Telesio per poi passare ai Sersale; la
facciata si presenta lineare e simmetrica, all'interno
rimangono inalterati il cortile con pozzo e il superbo
proscenio con l'adiacente giardino. |
Cerisano, Palazzo Sersale, Portale e Cortile |
Tuccella
Sersale è tra le
dame della sfarzosa corte di Roberto II d’Angiò, che Boccaccio, innamoratosi
di Maria
d’Aquino, che si disse
fosse stata figlia naturale di Re Roberto, fece
partecipare alla caccia allegorica, insieme, tra le altre,
a Zizzola Barrile, Principessella, Lariella e Marella
Caracciolo, Letizia
Mormile, Caterina, Serella e Vannella
Brancaccio, Sobilia
Capece, Zizzola
d’Alagna, Beritola e Biancola
Carafa, Vannella Bulcano, Giovannola
Coppola, Alessandra e Covella
d’Anna, Berita
e Costanza
Galeota, Peronella e Covella d’Arco, Marella
Piscicelli, tutte citate con i
loro nomi nel poemetto in terzine dantesche.
I
Sersale di Napoli furono ricevuti nel Sovrano Militare Ordine di
Malta nel 1626 come quarto della famiglia Castagliar; il ramo di
Cosenza nel 1603 come quarto della famiglia
Rocco; quelli di Catanzaro nel 1662 come quarto della
famiglia Ferraro.
GIORGIO, patrizio napoletano e cavaliere dell’Ordine di Malta,
fu commissario generale dello stato di Milano, partecipò alla
battaglia di Orbetello, alla riconquista di Portolongone, sotto
le insegne di
don
Giovanni d’Austria; fu ferito e fatto prigioniero durante
l’assedio di Casale.
CESARE
(Napoli, 1576 † 1654),
figlio di
Giovanni Battista e di Antonia
della Gatta,
e sposo di Camilla
Capece Piscicelli,
fu uno dei sette fondatori del
Pio Monte della Misericordia e
benefattore dell’Ospedale degli Incurabili. |
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© Napoli - la sede del Pio Monte
della Misericordia. A destra: particolare della chiesa
dell'Ospedale
degli Incurabili |
"Nel 1601 Cesare Sersale, Gio. Andrea
Gambacorta,
Girolamo di Lagni, Astorgio
Agnese , Gio. Battista
d'Alessandro,
poi duca di Castello di Lino, gio. Vincenzo
Piscicello e Gio.
Battista Manso, poi marchese di Villa, essendo assai devoti e
caritativi, e perciò, alieni da spassi e passatempi mondani e
desiderosi di impegnarsi a beneficio dei poveri bisognosi,
stabilirono tra loro d'unirsi ogni venerdì nell'Ospedale degli
Incurabili per ivi servire e rificiare quelli infermi con cibi e
confetture procacciate a loro spese, come fecero: e crescendo
tuttavia in loro il desiderio di giovare a quei poveri, perciò
determinarono che ciascuno di loro per un mese, onde era
chiamato Mensario, andasse con una cassetta chiedendo limosine(3)".
L'anno dopo, l'enorme cifra raccolta permise
la creazione del
Pio Monte della Misericordia;
Istituzione che
funziona ancora tutt’oggi e nella sua
chiesa adibita in quadreria, vi è il dipinto del Caravaggio “Le
sette opere della misericordia” che fu commissionato dallo
stesso Cesare. |

© Napoli - targa in memoria dei fondatori del
Pio Monte della Misericordia |
Vari sono stati i titoli
concessi a questa famiglia, fra questi:
Baroni di:
Belcastro, Cropalati,
Sellia,
Zagarise
Conti di: Casamarciano (1678
– ramo napoletano)
Marchesi di: sul cognome (1762
-ramo napoletano, passato poi al ramo di Sorrento)
Duchi di: Cerisano (1613 –
ramo di Cosenza), Belcastro (1644 – ramo di Cosenza, estintosi
in Casa Caracciolo di Forino)
Principi di: Castelfranco
(1628 – ramo di Cosenza)
Nel 1648 scoppiò una sommossa contro gli Spagnoli, capeggiata
dal genovese Giovanni Grillo, generale di Enrico II duca di
Guisa (1614 † 1664); quest’ultimo, aspirava al trono di Napoli
e, con l'appoggio del popolo di Piano e di Massa Lubrense, mise
sotto assedio la città di Sorrento per 14 mesi. La città non
fu conquistata grazie alla strenua difesa dei cavalieri
Sorrentini: don Michele
Brancia (Sorrento,1613 †
Napoli, 1649) e don Onofrio Brancia (1608 † 1679) comandarono
due delle cinque compagnie miliari, la terza compagnia era ai
comandi di don Giuseppe Sersale, la quarta era guidata
da don Cesare
Anfora.
Ottavio
Pignone († 1693), patrizio del
seggio di Montagna, sposò nel 1642
Isabella Sersale, figlia di
Francesco,
9° barone di Sellia,
barone di Belcastro, Zagarise e
Cropalati il quale concesse, su
richiesta di alcuni contadini e boscaioli di Serrastretta di
poter fruire di un fondo incolto ricadente nel feudo di Sellia,
il barone incoraggiò anche la costruzione degli alloggi per
poter meglio sfruttare le potenzialità del fondo tanto da
concedere un contratto di enfiteusi con atto di notaio avvenuto
nel 1620 che sancisce la nascita di Sersale (Catanzaro) nome
dato in omaggio alla lungimiranza del barone Francesco. |
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Sersale (Catanzaro) |
Gerolamo
Maria Sersale (n. Cerisano 1690
†
Napoli 1770), 6° principe di Castelfranco e duca di
Cerisano, figlio di Orazio e di donna Maria
Sanfelice, sposato con la nobildonna Cornelia
Caracciolo (1689
†
1753), dalla loro unione nacquero: Laura,
Maria,Vincenza, Ippolita, Maria Maddalena,
Maria Teresa,
Domenico Maria e Orazio. Gerolamo (o Geronimo) fu uomo
politico di primo piano durante il regno di re
Carlo
di Borbone,
nel 1747 venne nominato Sopraintendente al Tribunale
delle Fortificazioni, Acqua e Mattonata, l'anno
successivo ricevette la nomina di Primario del Sacro
Regio Consiglio Napoletano e nel 1750 nominato Ministro
Pleniponteziario presso la Santa Sede, ufficio che si
protrarrà fino al 1759 durante il quale il duca di
Cerisano (così amava farsi chiamare) curò gli interessi
del Regno delle Due Sicilie nei rapporti con la Chiesa.
Stimato da Benedetto XIV, da una lettera inviata a re Carlo
di Borbone se ne trova conferma "......Ringraziamo la M.V.
non meno per la sostanza del negozio che pel modo,
avendo eletto il detto duca a trattare con noi, essendo
esso una persona piena d'intelligenza e di saviezza.
Benedetto XIV ". Durante la sua presenza a Roma
raccomandò presso il Pontefice l'elezione alla porpora
cardinalizia di Monsignor Antonino Sersale.
Nel 1759 venne richiamato a Napoli da re Carlo, in
quanto dovette lasciare il trono in favore di suo figlio
Ferdinando IV, di solo otto anni, per questo motivo lo
nominò Reggente della Gran Corte; dal re Ferdinando ebbe
il grande onore di essergli affidato l'incarico di
ricevere il giuramento dei vassalli alla Corona.
Come suo erede nei titoli designò suo figlio
Domenico
Maria che fece sposare con la duchessa di Bernalda, Ippolita
Perez Navarrete
(4). |
Scipione Sersale (†
1751), patrizio napoletano, fu nominato vescovo di Sora
il 27 giugno 1735 e nel 1744 vescovo di Lecce. |
Lecce, monumento lapideo con busto ed
epigrafe di Scipione Sersale |
Antonino
(n. Sorrento 1702
†
Napoli 1775) cardinale, figlio di Cesare Sersale dei
duchi di Sorrento e di Anna
Antinori dei duchi di Brindisi; fu
Arcivescovo di Brindisi e di Taranto, nel 1754 fu
nominato Arcivescovo di Napoli, nello stesso anno fu
creato cardinale da papa Benedetto XIV e ricevette il
titolo di Santa Pudenziana; fu confratello dell'Augustissima
Arciconfraternita della SS. Trinità dei Pellegrini. |

© Napoli - Stemma del cardinale
Antonino Sersale |
Napoli, altare con lo
stemma del cardinale Antonino Sersale |

Napoli, stemma partito
Sersale e
Villani |
Il ramo dei principi di Castelfranco è iscritto nel Libro d’Oro
della Nobiltà Italiana nella persona di GIROLAMO (n. Gaeta,
1877), principe di Castelfranco, duca di Cesarino e patrizio
napoletano.
DOMENICO (n. Napoli, 1866), discendente di GIROLAMO (1771 † 1836)
duca di Cerisano, fu monsignore, canonico della cattedrale di
Napoli e cappellano del
Regio Tesoro di S. Gennaro.
PIETRO, del ramo napoletano, ottenne nel 1762 da re Ferdinando IV di Borbone il titolo di marchese sul cognome; il titolo passò
al ramo di Sorrento a seguito di matrimonio celebrato a Napoli
nel 1750 tra MARIA ANTONIA, erede del titolo, e il patrizio di
Sorrento GAETANO Sersale (n. 1726).
Il marchese GAETANO Sersale (n. 1801) fu iscritto nel Libro d’Oro
Napoletano.
CARLO (n. Napoli,1883), fratello del marchese GAETANO (n.
Napoli, 1881), patrizio napoletano e di Sorrento, sposò nel 1920
donna Maria Teresa
Vargas Machuca dei principi di Migliano. |

© Sorrento - Stemma Famiglia Sersale |

Napoli, cardinale
Antonino Sersale |
© Napoli - Chiostro di S. Gregorio
Armenio e Monastero |
Roma, lapide di Daniele Sersale,
1° Abate Generale della nuova Congregazione di
Vallombrosa e Silvestrina dell'Ordine
di San Benedetto (quest'ultima era stata fondata da
San Silvestro
Guzzolino),
unite con con il breve Omnipotentis Dei
del 29 marzo 1662 dal pontefice Alessandro VII |
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Note:
1)
- Libro d'Oro Napoletano - Archivio di Stato di Napoli -
Sezione Diplomatica.
2) - Sorrento era una città
amministrativamente autonoma anche se dipendeva dall’Impero di
Costantinopoli (Bisanzio).
3) - Carlo De Lellis, Aggiunta alla
Napoli sacra del d'Eugenio, pag. 459.
4) -
Antonio Savaglio, Gerolamo Maria Sersale: Una
vita al servizio della corona Borbonica (1690 - 1770) - Estratto
da "Araldica
Calabrese", Studio Zeta, Rossano 1993.
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Bibliografia:
- Ivan Pucci "Gli stemmi araldici nel contesto urbano di Cosenza
e dei suoi casali", pag.47. Edizioni Orizzonti meridionali 2011. |
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