L’antichissima famiglia cavese della
Monica in alcuni testi antichi è detta anche di Salerno,
perché anticamente i casali di Salerno e di Cava
facevano un corpo con la città di Salerno, a poco a poco
si divisero, sicchè quando ebbe Cava nome di Città
furono del tutto separati, non di meno nel tempo dei
Re Angioini
vi era tal dipendenza che i giudici della Cava erano
fatti dal Governo di Salerno, come P. M.
Prignano
osservò negli Archivi Reali (P.M.Prignano in
Arch.Real.fol.20.1519), dove tra l’altro si leggeva che
Matteo della Monica di Salerno pretendeva sopra
il jus delle foglie che si vendevano nelle botteghe di
essa città insieme con le famiglie Comite e Guarna (1334
fol.122); così come altre famiglie indifferentemente
furono dette talvolta di Salerno ed altre volte di Cava.
Letizia della Monica sposò Piano
Quaranta,
appartenne al
Seggio di Forcella
in Napoli, 12° Signore di Fossalopara, figlio di Angelo
II. Per figlio ebbero Stefano Quaranta-della Monica,
13° Signore di Fossalopara, ascritto al
Sedile di Porto
di Napoli, che sposò Caterina
Longo di
Vinchiaturo.
Il titolo di Patrizio Cavense, di cui si fregia il
casato della Monica, fu concesso probabilmente dal
giovane re Ferrante
d’Aragona ad un suo antenato che aveva partecipato
alla celebre battaglia
di Sarno essendo rimasto fedele, come tutti i
cittadini di Cava de’ Tirreni, al sovrano aragonese. Il
monarca fu tanto grato ai cavesi, che con il loro valido
aiuto salvarono la sua vita e il trono, che il 4
Settembre 1460 concesse la famosa Pergamena Bianca con
la quale l’Università della città di Cava avrebbe potuto
ottenere quanto si potesse concedere. I cavesi non
ritennero di avanzare alcuna richiesta e per tale motivo
Re Ferrante il 22 Settembre 1460 consegnò un diploma di
privilegi e franchigie agli inviati dell’Università di
Cava.
Tommasina della Monica sposò Gio: Bernardino
Tajani
(1490 † 1540).
Giovanni Vincenzo della Monica († 1560 circa), nacque a Cava ma dimorò
principalmente a Napoli, dove fu uno dei maggiori
ingegneri del Regno di Napoli; tra i tanti edifici
realizzati figura il Palazzo
Pignatelli di
Monteleone.
Padre Andrea della Monica, Carmelitano, scrisse
“Memoria historica dell'antichissima, e fedelissima
città di Brindisi”, dato alle stampe in Lecce nel 1674. |