Ovvero delle Famiglie Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia. 

Famiglia della Monica

Arma:
di Cava: d’azzurro, alla banda di rosso caricata di due gigli tra una rosa d'argento, accompagnata da due leoni al naturale.
di Lecce: d'azzurro, alla banda di verde, caricata di due gigli d'argento tra una rosa di rosso e accompagnata da due leoni al naturale.
Titoli nobiliari: patrizi di Cava e patrizi di Lecce.


Cava dé Tirreni, stemma della famiglia della Monica
Foto inviata dal collaboratore Matteo Fimiani da Montoro (Av)

L’antichissima famiglia cavese della Monica in alcuni testi antichi è detta anche di Salerno, perché anticamente i casali di Salerno e di Cava facevano un corpo con la città di Salerno, a poco a poco si divisero, sicchè quando ebbe Cava nome di Città furono del tutto separati, non di meno nel tempo dei Re Angioini vi era tal dipendenza che i giudici della Cava erano fatti dal Governo di Salerno, come P. M. Prignano osservò negli Archivi Reali (P.M.Prignano in Arch.Real.fol.20.1519), dove tra l’altro si leggeva che Matteo della Monica di Salerno pretendeva sopra il jus delle foglie che si vendevano nelle botteghe di essa città insieme con le famiglie Comite e Guarna (1334 fol.122); così come altre famiglie indifferentemente furono dette talvolta di Salerno ed altre volte di Cava.
Nel 1348 Berardo della Monica di Cava e Filippo Scannapieco, entrambi dottori in legge, furono tutori di Guglielmo Gagliardi.
Letizia della Monica sposò Piano Quaranta, appartenne al Seggio di Forcella in Napoli, 12° Signore di Fossalopara, figlio di Angelo II. Per figlio ebbero Stefano Quaranta-della Monica, 13° Signore di Fossalopara, ascritto al Sedile di Porto di Napoli, che sposò Caterina Longo di Vinchiaturo.
Il titolo di Patrizio Cavense, di cui si fregia il casato della Monica, fu concesso probabilmente dal giovane re Ferrante d’Aragona ad un suo antenato che  aveva partecipato alla celebre battaglia di Sarno essendo rimasto fedele, come tutti i cittadini di Cava de’ Tirreni, al sovrano aragonese. Il monarca fu tanto grato ai cavesi, che con il loro valido aiuto salvarono la sua vita e il trono, che il 4 Settembre 1460 concesse la famosa Pergamena Bianca con la quale l’Università della città di Cava avrebbe potuto ottenere quanto si potesse concedere. I cavesi non ritennero di avanzare alcuna richiesta e per tale motivo Re Ferrante il 22 Settembre 1460 consegnò un diploma di privilegi e franchigie agli inviati dell’Università di Cava.
Tommasina della Monica sposò Gio: Bernardino Tajani (1490 † 1540).
Giovanni Vincenzo della Monica (
1560 circa), nacque a Cava ma dimorò principalmente a Napoli, dove fu uno dei maggiori ingegneri del Regno di Napoli; tra i tanti edifici realizzati figura il Palazzo Pignatelli di Monteleone.
Padre Andrea della Monica, Carmelitano, scrisse “Memoria historica dell'antichissima, e fedelissima città di Brindisi”, dato alle stampe in Lecce nel 1674.

Per la genealogia si consiglia di consultare le Tavole genealogiche redatte da Serra di Gerace.


Continua sul sesto volume in preparazione di "LA STORIA DIETRO GLI SCUDI"

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