
Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Famiglia de Pau' |
Arma:
d'azzurro, al pavone al naturale sopra la campagna di verde.
Altra:
di rosso, al pavone al naturale sostenuto da un monte di verde.
Titoli:
Patrizi di Bitondo
Dimora:
Terlizzi
Patrono:
San Felice da Cantalice |
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Terlizzi (Bari), Palazzo de Paù,
stemma |
Capostipite
della casata de Pau' fu Giannotto († 1512),
feudatario catalano signore del castello de Paù,
nel contado di Barcellona, ed imparentato con il gran
Capitano
Consalvo de Cordova,
al cui seguito venuto in Italia nella spedizione
spagnola per la conquista del Regno di Napoli, finito il
conflitto lo nominò Governatore di Bitondo.
Annibale,
discendente di Giannotto, verso la fine del Cinquecento
si trasferì a Terlizzi e sposò la nobile Rebecca
dell'Aquila. |

Terlizzi, Palazzo de Paù; nella
sala che conteneva la prestigiosa quadreria oggi è collocata la
biblioteca comunale
Immagine tratta da: Fabio De Chirico "Un caso di collezionismo
meridionale poco noto: la dispersa quadreria de Paù" in
" Collezionismo e politica culturale nella Calabria vicereale
borbonica e postunitaria" a cura di Alessandra Anselmi -
Gangemi Editore.
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Gennaro I
(1668
†
1750), sindaco di Terlizzi per vent'anni, dedito agli
studi giuridici e filosofici con la passione per l'arte
fece istituire una scuola di musica a Terlizzi; sposato
in prime nozze ad Angela Uva, non avendo avuto un figlio
maschio, rivolse le sue preghiere al protettore della
famiglia, San Felice da Cantalice, esaudito, ebbe
Felice (1703
†
1782), fu battezzato dallo zio il canonico don
Domenico (†
1717) che aveva beneficiato, come scrisse Gaetano
Valente, del patronato laicale eretto da Annibale
seniore nel 1612 per eventuali eredi che avessero scelto
la carriera ecclesiastica, del quale patronato, per
sentenza, sarà investito del beneficio Felice, che fu
letterato, musicista, collezionista d'arte, avviato dal
padre agli studi giuridici a Roma sotto la protezione
del cardinale Francesco
del Giudice
di Cellamare, nel periodo romano acquistò diversi
dipinti creando una galleria nel palazzo di famiglia in
Terlizzi, inoltre fu affiliato all'Accademia
dell'Arcadia di Roma sotto il nome di Anemo
Micalesio. |

Roma, Accademia
dell'Arcadia, Villa del Bosco
Parrasio |
Nel 1732, tornato a Terlizzi, decise di intraprendere la
carriera ecclesiastica, nel 1751 fu nominato vescovo di
Tropea, ministero che ricoprì fino alla morte. |

Tropea, Cattedrale,
ritratto del vescovo Felice
Immagine tratta da: Fabio De Chirico "Un
caso di collezionismo meridionale poco noto: la dispersa
quadreria de Paù" in
" Collezionismo e politica culturale nella Calabria
vicereale borbonica e postunitaria" a cura di
Alessandra Anselmi - Gangemi Editore.
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Suo padre
Gennaro, in seconde nozze, sposò Porzia Gentili di
Corato ed ebbero tre figlie femmine e per maschi:
Pietro, Carlo e Domenico (1710) che
ebbe per figli: Carlo, Agnello, rimasti
celibi ed istruiti dallo zio Felice nel seminario di
Tropea, ed il primogenito Gennaro II che ebbe per
figli: Teresa Maria, Giustina e Felice,
Capitano della Guardia Civica di Terlizzi, impegnato
contro il brigantaggio nelle Murge baresi, fu ucciso dal
brigante calabrese Scarola.
Per evitare l'estinzione della famiglia, Carlo decise di
adottare Gennarino, figlio di sua nipote
Giustina, la quale ebbe otto figli; Giustina, per
necessità economiche, decise, dal 1836, di vendere la
quadreria dello zio Felice. |
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Bibliografia:
- Gaetano Valente "Feudalesimo e
feudatari. Terlizzi nel Settecento". Molfetta, Mezzina,
2004.
- Fabio De Chirico “Un caso di collezionismo meridionale
poco noto: la dispersa quadreria de Paù” in
"Collezionismo e politica culturale nella Calabria
vicereale borbonica e postunitaria" a cura di
Alessandra Anselmi - Gangemi Editore, 2012.
- Franz von Lobstein, “Settecento Calabrese”, Napoli
1978.
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