
Ovvero delle Famiglie Nobili e titolate del Napolitano,
ascritte ai Sedili di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano,
appartenenti alle Piazze delle città del Napolitano
dichiarate chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Famiglia Tinto |
A cura del dott. Giovanni Tinto |
Armi:
la più antica:
d’azzurro al semivolo destro spiegato d’oro;
poi:
troncato, nel 1° d’oro alla colomba al naturale,
accostata da due rami di palma di verde, abbassata sotto il capo
d’azzurro al sole d’oro nascente nel canton destro, su una
fascia diminuita dello stesso attraversante sulla ripartizione;
nel 2° d’azzurro alle tre cotisse d’oro.
Titolo: nobile di Sulmona.
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© Napoli - una variante dell'arma dei
Tinto |
Le prime notizie sulla famiglia Tinto o de Tinto, in
latino Tinctus che significa intinto, immerso ovvero battezzato,
risalgono al XII secolo con un
Tinctus, grande
latifondista, citato nel “Chronicon” lib.II di Gregorio di Catino
(1092 – 1132). Abbazia di Farfa (Rieti).
Nel 1229 il nobile
Marco
Antonio Tinto, al comando di una nave, partecipò alla
battaglia sotto le insegne di Giacomo d’Aragona per la conquista di
Maiorca. La sua arma era “d’azzurro al semivolo destro spiegato
d’oro”.
Nel XV secolo il casato dimorava a Sulmona; nella supplica
dell’Università di Sulmona a
Ferrante I
d’Aragona del 1467 compare il nome di
Juliano dicto Tinto
di Sulmona, il 26 aprile 1489 il notaio Giovanni di Pietro de
Abbatibus stipulò un atto di compravendita a favore dei Tinto.
Fra Orazio fu
ricevuto nella milizia di “San Lazzaro”.
Giulio vestì l’abito
dell’Ordine di Malta il 17/04/1604.
La Cappella di Famiglia si trovava in “San Francesco
della Scarpa”, mentre un palazzo si trovava in Porta Maresca
(Catasto XVI secolo, c. 8v).
Dopo gli statuti di Cosenza del 1565, il
Vicerè Don
Antonio Perinotto nel 1572 diede ordine di compilare liste ben
separate dell’Università di Sulmona.
Così nel 1574 conformemente ai Capitoli di Cosenza,
il Sacro Regio Consiglio ratificò tre distinte liste:
Casati dei Nobili ex genere;
Casati degli Onorati del Popolo;
Casati degli Artigiani.
Vincenzo era
familiare della Contessa Ciovannella
Carafa, consorte in seconda nozze di Restaino
Cantelmo (Conte di Popoli) e sorella del
Pontefice Paolo IV.
Diversi membri della Famiglia parteciparono alla vita
Pubblica e al Governo della città (Francesco,
Vincenzo, Geronimo, Fabio, Pompeo, Orazio, ecc.).
Giovanni
Girolamo è nel 1605 Sindaco, fu nominato dal Re di Spagna
Filippo III
“Cavaliere di San Giacomo della Spada”, Cavallerizzo Maggiore e
Provveditore della Real Piazza del Regno di Cordoba (1620).
Giovanni
Battista vestì l’abito dei Carmelitani, conseguì la laurea in
Scienze Filosofiche e Teologiche e nel 1662 divenne Priore del
Convento del Carmine Maggiore in Napoli.
Nel 1666 fu nominato Arcivescovo di Trani, in Puglia,
e nel 1676 divenne Vescovo di Cassano allo Ionio, in Calabria con la
giurisdizionale baronale di Mormanno e Trebisacce.
Morì nel 1685 ed è sepolto nella Chiesa del Carmine a
Napoli. |
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Napoli - Chiesa del Carmine. A
destra: uccivo (CE) - Chiesa Patronale |
Oltre al Palazzotto, già citato, a porta Manaresca, i
Tinto possedevano beni in via Paolina e a Porta Iapassari, in
Sulmona, ma anche nella piazza principale di Alvito (provincia di
Frosinone), allora possedimento dei Cantelmo.
Dopo il terribile terremoto del 1706, che distrusse
Sulmona, parte della famiglia migrò in Roma e parte a Napoli. Dal
ramo di Napoli, il Magnifico
Alessandro (Nobile di Sulmona), prese possesso di un
palazzotto nel casale di Succivo (del valore di ben 256 once
catastali).
Diedero lustro a questa Famiglia:
Carlo
(notaio), Michele
(1822 † 1893) pianista e compositore, furono Sindaci dell’Università
di Succivo:
Alessandro
(1822); Alessandro
(1845).
Dopo
l’unità d’Italia furono Sindaci:
Alessandro (1886);
Antonio (1964);
Vittorio (1975);
Alessandro, Avvocato
e Sindaco nel 1978. |

© Sulmona - Cattedrale di San Panfilo |
Altro illustre rappresentante della famiglia fu
Antonio, Segretario
Comunale e insignito dell’onorificenza di “Cavaliere Ufficiale”
della Repubblica nel 1977 per merito.
Molte e notevoli furono le Famiglie con cui strinsero
rapporti di parentela:
i
Perrotta, i Lampitelli, i Pascale, i Margharita, i
Capasso di
Benevento, i Cimmino, i Dangerio, i Senzio, i Cirillo, i
Costanzo (di), gli Odorisio, i
Carafa
della Spina, i Cantelmo; i Sardi, i Tabassi, i Quatrario; i De
Matteis, i Mazzara.
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Bibliografia:
-
F. Maiorano “Sulmona dei Nobili e degli Onorati”. Ed. Accademia
degli Agghiacciati e Regione Abruzzo.
-
Enciclopedia Moderna Illustrata. Vallardi edizione 1930.
-
Succivo: Un Paese cambiato. Comune di Succivo 2006.
-
Nobiltà rivista Araldica n°71-2006 Milano.
-
B. D’Errico-F. Pezzella:”Notizie della Chiesa Parrocchiale di
Soccivo”. Istituto di Studi Atellani.
-
Elenco dei Titolati Italiani:”Accademia Araldica Nobiliare
Italiana”. Firenze 2008.
-
Dizionario Storico Blasonico di G.B. Crollalanza. Arnaldo-Forni
Editore.
-
G. Grande “Origine de Cognomi Gentilizi nel Regno di Napoli”.
Arnaldo-Forni Editore.
-
AA.VV. “Note e Documenti per la Storia di Orta di Atella”.
Istituto di Studi Atellani.
-
Conte Piero Guelfi Camajani “Dizionario Araldico” Arnaldo-Forni
Editore.
-
Elvin’s
Handbook off Mottoes- Heraldry Today-London.
-
F.
Spaccucci-M. Aurora “Dizionario Storico Araldico di Trani”.
Bisceglie 2009.
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Continua nel sesto
volume in preparazione di "LA STORIA DIETRO
GLI SCUDI"
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