
Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Famiglia
Capasso |
Arma: d’azzurro alla croce di S. Andrea d'oro accantonata
da quattro teste di leone affrontate, anch'esse d’oro,
lampassate di rosso(1).
Alias:
d’azzurro alla croce di S. Andrea d'oro accantonata da quattro
teste di leone, anch'esse d’oro, lampassate di rosso.
Dimora: Napoli, Benevento e Roma. |

© Napoli - Stemma Famiglia Capasso |
Titoli:
patrizio di: Napoli e di Benevento
Conte: delle Pastene (1668)
Marchese di: Ariano (1497)
Duca di: Ariano (1501).
La nobile famiglia Capasso era presente nel
Napoletano sin dal secolo IX e negli scritti la si trova
feudataria ai tempi degli
Svevi.
Tommaso Capasso, patrizio napoletano, insieme a
Riccardo I
Filangieri, cavalieri di re Manfredi di Svevia, dopo la
sconfitta della
battaglia di
Benevento, ebbe tutti i beni confiscati da
Carlo I d’Angiò.
Nel 1275 Pietro fu tesoriere di re Carlo I d’Angio.
Giosuè (†
1313) si distinse nella guerra in Lombardia, militando sotto le
insegne di re Roberto II d'Angiò; le sue ossa riposano in pace
nella chiesa di S. Chiara dal 1323, davanti all'altare maggiore
insieme a quelle del nipote Giosuè († 1373), marito di Clementella Capasso. Sulla lastra
tombale si leggeva il seguente epitaffio: |
Hoc opus fieri nobiles Viri
Iosue Capassus,
et D. Clemetella Capassa de Neap. Sub
anno Domini 1373. die 16. mensis Aprilis,
quod in futurum possint sepeliri omnia corpora
corum, ac haredum, et successorum corum,
quarum anima requiescant in pace. Amen |

La Basilica di Santa Chiara in
Napoli, così come appariva prima dell'incendio durato 3 giorni a
causa dei bombardamenti durante la seconda guerra mondiale. |
I Capasso avevano la propria
cappella gentilizia anche nella chiesa di S. Agostino in Napoli
dedicata a S. Antonio da Padova e a San Leonardo dove sono
seppelliti, tra gli altri, nel 1044
Coreiro e di Christinella, figli di Giuseppe
Capasso. |

Napoli - Chiesa di S. Agostino
Maggiore alla Zecca |
Luigi (†
Tours 1503),
figlio di
Giosuè († 1431), patrizio napoletano, Governatore della Real
Casa Santa dell’Annunziata di Napoli,
sposò
Diana d’Alessandro del Seggio di Portanova;
nel 1497 fu decorato col titolo di
marchese di Ariano e nel 1501 col titolo di
duca di Ariano, feudo in
Principato
Ultra.
Nello
stesso anno seguì re
Federico I d'Aragona, ultimo re aragonese, in esilio in
Francia e i suoi titoli furono cancellati.
Nel 1525 il figlio Annibale fu valoroso milite sotto il
comando di
Ferdinando Francesco
d'Avalos detto Ferrante,
marchese di Pescara, generale dell'armata imperiale in Italia di
Carlo V d'Asburgo,
nella
battaglia di Pavia e nel 1535 alla
presa di Tunisi;
fu uno dei primi ad espugnare la fortezza chiamata “La Goletta”
e, per tale motivo, l'imperatore gli concesse, con privilegio
del 20 marzo 1536, di accollare il proprio stemma all’aquila
imperiale bicipite e lo fece suo familiare. |

© Napoli - Villa famiglia Capasso |
Fabio (†
1593),
figlio di Annibale, sposò
Camilla
Bilotta, figlia di Marino, patrizio di Benevento, feudatario di Mancusi e
Lentace
e nel 1578 si trasferì a Benevento ove fu ascritto al patriziato
della città.
Ad altro Fabio (Benevento, 1619 † ivi, 1674),
1° conte delle Pastene per maritali
nomine, si deve la restaurazione dell’arco
Traiano di Benevento; sposò nel 1644 donna Lucrezia Memmoli, figlia di
Federico conte delle Pastene (terra
in Diocesi di Benevento,
Principato Ultra). |
Giuseppe (Benevento, 1646 †
ivi, 1714), patrizio napoletano e beneventano, figlio dei citati
Fabio e Lucrezia Memmoli, restaurò i ponti e le mura della città
di Benevento; sposò a Napoli nel 1676 Anna Maria
Villani, figlia di Francesco, duca di Roscigno e
Sacco. |

Benevento - Stemma partito con le
armi delle famiglie Capasso e Memmoli |
Vari rappresentanti della famiglia Capasso furono
confratelli dell’ Augustissima Compagnia della Disciplina della
Santa Croce, prima arciconfraternita laicale sorta a Napoli nel
1290 con il silenzioso auspicio del Pontefice Nicolò III, al
secolo
Giovanni Gaetano
Orsini (1216
†
1280),
ricordato anche da Dante (Inferno, XIX, 70-72). L’
istituzione che fin dalle origini ha operato per il bene della
collettività, assistendo i più bisognosi, vanta tra i suoi
membri i Papi Clemente XIV, Pio IX, Leone XIII, Pio X e il fior
fiore della nobiltà, con innumerevoli togati, uomini d'arme,
pubblici reggitori, esponenti delle lettere e delle arti, tra i
quali spiccano Jacopo
Sannazaro (1455
†
1530), i Cardinali Rinaldo Brancaccio (nel
1384 fece erigere la prima navata della chiesa) e Astorgio
Agnese,
e il duca di Maddaloni Domenico Marzio
Carafa, Priore
dell’arciconfraternita nel 1724.
Nell’oratorio
vi sono le insegne delle famiglie aggregate alla Compagnia della
S. Croce decorate nel pavimento in piastrelle di ceramica e
sugli scudi ovali in legno inseriti nel fregio del cassettone
ligneo del soffitto. |

© Napoli - Arma Famiglia Capasso |
La famiglia fu ascritta al Patriziato napoletano del
Seggio di Portanova,
vestì l’abito di Malta e fu insignita del titolo di
conte di Pastena, in
Principato
Citra, per successione casa Memmoli.
Gaetano (Benevento, 1777 † Napoli, 1862),
conte
delle Pàstene dal 1803,
fu ascritto al Libro d’Oro Napoletano, dopo
la soppressione dei sedili (1800).
Nel 1802 sposò Maria Fulvia
di Gaeta, figlia
di Cesare, marchese di Montepagano, patrizio Napoletano. |
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© Il
Conte Capasso Torre delle Pastene con S.A.I.R Simeone d’Asburgo
e S.A.I.R. Maria Palma Borbone Due Sicilie
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Giovanni Maria (1883 † 1973), figlio di
Vincenzo e di Carolina Torre, per refuta dei cugini
Giuseppe,
Bartolomeo, Vittorio e Fabio, fu il 14°
conte delle Pàstene, patrizio napolitano e patrizio di
Benevento, di diritto conte palatino
per successione Torre, aggiunse il cognome Torre con Regio
Decreto del 1893, Balì Gran Croce di Giustizia dell’Ordine
Costantiniano di San Giorgio. |
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1)
- Libro d'Oro Napoletano - Archivio di Stato di Napoli -
Sezione Diplomatica. |
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