
Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Arma:
di Firenze:
d'argento, al leone d'azzurro, linguato e armato di
rosso;
di Napoli (ascritta al Seggio di Capuana): di
rosso, al leone d'azzurro, linguato e armato del primo,
tenente una banderuola d'azzurro, caricata di tre gigli
d'oro. Alias: d’argento, al leone d’azzurro,
linguato e armato di rosso, tenente una banderuola con
le insegne degli angioini (disseminata di gigli d’oro
con un lambello di rosso a tre punte). |

Stemma famiglia Acciaioli |
Titoli:
principi di Corinto (1440)
duchi di: Atene (1440), Bari (1346)
conti Palatini
conti di: Ascoli (1348), Ariano (1409), Campagna
(1360), Cisterna (1360), Gerace (1348), Malta (1360),
Melfi (1348), Rapolla (1360), Satriano (1348), Seminara
(1360), Terlizzi (1348), Tropea (1360).
baroni di: Arta, Calamata, Cancellara, Candela,
Canosa, Casalupo, Casalaspro, Chiaromonte, Civitella,
Corato, Corneto, Beozia, Binetto, Buccino, Gifoni,
Gioia, Ginosa, Gragnano, Lettere, Maiori, Matera, Nocera,
Nola, Oppido, Orta, Palo, Pietragalla, Pimonte,
Triggiano, Valle, Venosa. |
La famiglia
Acciaioli (anche Acciaiuoli, Acciajuoli, Accioli, Acioli o Accioly)
nel 1160 passò da Brescia in Firenze con Guglianello
Acciaiuolo per fuggire alle persecuzioni di Federico Barbarossa,
essendo guelfo; in detta città la famiglia, avendo esercitato il
commercio dell’acciaio da questo prese il nome.
Ha goduto di nobiltà nelle città di Firenze, Napoli, al
Seggio di Capuana,
e Melfi.
La famiglia fu ricevuta nell’Ordine
di Malta sin dal 1447 con Galliano,
commendatore di Montesarchio, nel 1526 con Donato,
commendatore dell’Imprunetta, nel 1560 con Onofrio, nel
1565 con Zenobio, nel 1574 con Berardo, nel 1581
con Antonio, nel 1592 con Leone, nel 1666 con
Filippo, nel 1702 con Angelo che nel 1755 fu
colonnello delle Guardie del Corpo del Re di Napoli
Il ramo di Firenze, dove primeggiò prima della casa
dè
Medici, ebbe 11 senatori, 16 gonfalonieri e 65
Priori. |

Napoli, stemma Acciaoli e
sepolcro un tempo ubicati nella cappella di famiglia |
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Angelo,
Siniscalco del Regno di Napoli, portò la sua famiglia in
Napoli.
Acciaiuolo (†
1349), figlio di Guidalotto e di Pera di Pier
Manzuoli, venuto a Napoli nel 1326, con altri, per
offrire a re
Roberto II d'Angiò la signoria di Firenze, fu il capo
della succursale di Napoli della compagnia Acciaiuoli,
ne fondò altre a Barletta e in Acaia;
fu Ciamberlano di re Roberto II d’Angiò.
Nicolò o Niccolò (1310 †
1365), cavaliere dell’Ordine del Nodo, fu
duca di Bari e
conte di Melfi e Gerace,
Gran siniscalco del Regno di
Napoli, consigliere di Giovanna I d’Angiò. Governatore
di Gerusalemme nel 1348, capitano generale nella guerra
di Sicilia; senatore di Roma e capitano generale della
Santa Chiesa contro i Visconti; presidente delle Romagne.
Per le vittorie riportate, ebbe dal papa Innocenzo VI la
Rosa d’Oro, segno di grande onore e distinzione in quei
tempi. Armò due galere a sue spese in servizio della
Repubblica Fiorentina contro i Pisani nel 1362. A Napoli
fu ferito in duello da un Caracciolo. Nicolò fu uno
degli amanti di Caterina di Valois (Siena, 1301 †
Napoli, 1346), imperatrice titolare di Costantinopoli,
divenuta molto influente alla Corte di Napoli.
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Napoli, Certosa
di San Martino costruita anche grazie alle
numerose elargizioni di Niccolò Acciaiolo
(1) |
Giovanni Boccaccio fu
ospite a Nocera Inferiore nel Castello di Nicolò
Acciaiuoli e dedicò la sua
opera "De claris mulieribus” ad Andreina o
Andriana Acciaiuoli, donna bellissima, sorella di
detto Nicolò, che sposò Carlo II d’Artus († 1345), conte
di Monteodorisio; rimasta vedova, sposò Bartolomeo
di Capua, conte d’Altavilla.
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Riccia (Campobasso), sepolcro di
Luigi I di
Capua e Andreina Acciaiuoli (in fondo) |

Sepolcro di
Andrea di
Capua e della moglie Costanza Chiaromonte |

Stemma partito di Capua e
Acciaoli |
Raniero o Neri (†
1394) nel 1364 acquistò da Maria di Borbone imperatrice
latina di Costantinopoli, le signorie di Vostiz,
Corinto, Tebe, Atene ed altre città. Prese il titolo di
duca di Atene, la quale
città si conserverò per circa cento anni sotto il
dominio della sua famiglia, essendone poi spogliata da
Maometto II nel 1456, rilegando l’ultimo duca
Francesco Acciaiuoli (1430 †
1458) a Tebe, dove, dopo due anni, lo fece strangolare.
Angelo fu Gran Siniscalco e capitano generale
della Sicilia per Ludovico d’Angiò; altro Angelo
fu Giustiziere in Calabria e ciamberlano di re Ladislao
di Durazzo; ancora altro Angelo (Firenze, 1340 †
Pisa, 1408) fu Cardinale e coronò
re Ladislao di
Durazzo; trattò la conciliazione tra
Bonifacio IX e gli
Orsini.
Fu vicerè di Napoli.
Benedetto (†
1415),
conte d’Ascoli, fu
Giustiziere di Bari, Otranto e delle
province di
Capitanata e Basilicata. Fu governatore del
regno di re Ladislao di Durazzo, insieme a Leonardo
d’Afflitto
(† 1416), Presidente del
Tribunale della Gran
Corte Vicaria, Francesco
Dentice e
Gurello
Origlia. |
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Note:
(1) -
Dal testo di Giovanni Leoncini “La
Certosa di Firenze: considerazioni sulla genesi e sulla
strutturazione del primo impianto architettonico”:
“Se innegabile è, dunque, il rapporto tra la
fondazione della certosa fiorentina e l’incremento
dell’ordine certosino in Toscana, ciò nondimeno va
sottolineato lo stretto legame che, almeno idealmente,
intercorse tra essa e la certosa di Napoli. Fu infatti a
Napoli che il giovane mercante fiorentino Niccolò
Acciaioli conobbe i certosini e potè osservare il
grande impegno che i sovrani angioini ponevano nella
creazione della certosa di S. Martino, fondata in quella
città nel 1325 dal giovane Carlo d’Angiò, duca di
Calabria. L’Acciaioli stesso volle del resto
beneficiare a piu’ riprese la certosa napoletana, cui si
sentì sempre particolarmente legato. Nel testamento che
egli redasse a Napoli nel 1338, prima della partenza per
una rischiosa missione in Morea, per la prima volta
viene menzionata la fondazione di una certosa presso la
città di Firenze e, fin da questo primo documento,
risulta ben evidente quanto la cosa stesse a cuore
all’imprenditore fiorentino. Come infatti la costruzione
di S. Martino dava lustro e prestigio alla casa
angioina, così dalla costruzione di una certosa presso
Firenze Niccolò Acciaioli si prometteva di acquistare
gloria e prestigio presso la città natale.”

Certosa di
Firenze, in basso a destra si noti lo stemma
Acciaioli |
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Bibliografia:
-
Berardo Candida Gonzaga, “Memorie delle famiglie nobili
delle Province Meridionali d’Italia”, Napoli, 1875.
- Erasmo Ricca, “La nobiltà del Regno delle Due Sicilie”,
Napoli, 1839.
- G.B. di Crollalanza, “Dizionario storico-blasonico
delle famiglie nobili e notabili italiane estinte e
fiorenti”, Pisa 1896.
- Francesco Bonazzi di Sannicandro, “Elenco dei
Cavalieri del S.M. Ordine di S. Giovanni di
Gerusalemme”, Napoli 1897.
- Ferrante della Marra, “Discorsi delle Famiglie
estinte, forestiere, e non comprese nei Seggi di
Napoli…”, Napoli 1641.
- Biblioteca Universitaria di Napoli, “Imprese ovvero
stemme delle famiglie italiane” di Gaetano Montefuscoli.
- V. Palizzolo Gravina, “Il blasone in Sicilia”,
Edizioni Clio, 2000.
- Giuseppe Lumaga, “Teatro della nobiltà dell'Europa
ovvero Notizie delle famiglie nobili, che in Europa
vivono di presente, e che in lei vissero prima ...”,
Napoli 1725.
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