
Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Famiglia d'Elia |
A cura del dott.
Giuseppe Pizzuti |
Arma:
inquartato in decusse; nel 1° e nel 4° d' azzurro al giglio
d'argento, nel 2° e nel 3° di rosso al giglio d'argento, il
tutto in cuore una corona d'oro.
Titolo:
Nobile di Scigliano. |

Scigliano, Quartiere Diano,
Palazzo d'Elia, stemma (1) |
La Città Regia
di Scigliano, in
Calabria Citra, oggi comune in provincia di
Cosenza, comprendeva i territori degli attuali comuni
di: Bianchi, Carpanzano, Colosimi, Panettieri,
Pedivigliano, Soveria Mannelli, e Castagna frazione di
Carlopoli; era composta da più Quartieri: Diano, Calvisi,
Cupani, Lupia, Serra, Petrisi, e Pedivigliano, ebbe un
notevole sviluppo sociale, culturale, religioso ed
economico, si pensi all'installazione della tipografia,
ai conventi, al ginnasio, questo portò alla fioritura di
molte famiglie nobili, tra di esse: Accattatis,
Ajello,
Arcuri,
Ariano,
Barone, Belsito, Biamonte, Bruno, Cerminara,
Costanzo, Fabiano, Folino,
Franchino,
Gagliano, Gauderini, Lupia, Mancuso,
Mascaro,
Mazza, Mesuraca, Micciullo,
Misarti,
Milano,
Mirabelli,
Pallone,
Palmieri, Pettinato, La Pira,
Ricci,
Rizzuti, Scarpino,
Stocco,
Strangis, Talarico. |
Luca
e Paolo d'Elia, vissuti nel Cinquecento, furono
notai, di Paolo, citiamo, tra gli altri, l'atto del 29
maggio 1548 ai fogli 18 e 19, nel quale Salvatore
Franchini assicura la dote di Giustina Frontera sua
prima moglie, figlia di Padovano, sopra le sue terre del
feudo nel fiume di Corazzo,
che dice di averle in comune con suo fratello
Francesco assente.
Pietro
Giovanni,
negli anni Settanta del Cinquecento sposò Porzia
Pascale,
patrizia di Cosenza, sorella di Pietro e Giacomo.
Nell'anno
1575, si tenne un consiglio in casa di Cesare Franchini,
alla presenza, tra gli altri, del Regio Governatore don
Emanuele di Vedoya, nel quale si decise di restaurare la
chiesa matrice di Diano, per le spese che occorrevano
l'Università promise i ricavi della gabella imposta
sopra la carne, con Regio Assenso, ed inoltre annui
ducati quaranta, da pagarsi sino al compimento
dell'opera. Il Vescovo di Martirano (diocesi nella quale
ricadeva Scigliano, oggi soppressa) Mariano
Pierbenedetti, fece venire da Roma due disegni del
frontespizio di una Basilica Romana, con l'idea di
adattarli alla chiesa che si voleva nuovamente erigere,
egli volle intervenire personalmente nell'istrumento
redatto dal notaio Ottavio Fabiano il 12 luglio 1579,
nel quale si costituirono: da una parte Gian Pietro
Foco, con due altri architetti di Scigliano, e
dall'altra Gian Berardino Giuliano, Diomede Folino,
Salvatore Gerimonte, Conciano Biamaco, Persio
d'Elia, e Scipione Mirabelli, tutti in qualità di
deputati della rispettiva Università per la nuova
fabbrica.
Il 2 agosto 1633, in virtù delle lettere regali che
permettevano di vendere i corpi demaniali
dell'Università di Scigliano, per reperire ducati 40.000
da versare per evitare di essere infeudata da Cesare III
d'Aquino,
2° principe di Castiglione, conte di Martirano etc.;
Gian Leonardo Pallone acquistò la Bagliva, la
Mastrodattia, e la Camera per ducati 8.000 col patto di
retrovendita, ed immunità di pagamenti fiscali, la
vendita fu fatta all'incanto ad estinto candela avanti
il Convento di S. Francesco d'Assisi, e con l'intervento
del conte di Picerno, Preside della Provincia, e di
Francesco
Passalacqua Segretario. I capitoli della
Bagliva erano registrati presso il notaio Francesco
d'Elia in data 27 agosto 1559, e quelli della Camera
presso il notaio Sallustio Pallone in data 23 ottobre
1597.
Oltre ai corpi giurisdizionali furono alienati
dall'Università di Scigliano alcuni fondi: Carano e
Castagna furono comprati da Carlo, Tommaso
Antonio, e Cesare d'Elia, rispettivamente
per ducati 700, e ducati 130.
Il giorno 13 settembre giunse da Napoli il Commissario
Francesco Lopez il quale diede pubblicamente il possesso
del Regio Demanio alla Città, e per essa a Tommaso
Antonio d'Elia, Tommaso Pallone, e Marco Antonio
Costanzo Sindaci, come anche al dottor Lucino Valentino,
Gian Berardino Grandinetti, e Vincenzo Palmieri eletti.
Fece pubblicare il bando che nessuno avesse riconosciuto
il principe di Castiglione per barone di questa Città,
suoi Quartieri e Casali, e che più non si fosse ubbidito
ai suoi Uffiziali.
Dal Catasto Onciario della Città di Scigliano del
1753-1754 risultavano viventi: il magnifico don
Pietro Paolo d'Elia, nobile vivente, di anni 33;
Anna Maria di Chiara moglie, di anni 33; Rosanna,
figlia di anni 1; Pietro Giuseppe, figlio,
nelle fasce; Gregorio, fratello di anni 23;
Chiara Maria, nipote di anni 15; Francesco
Antonio, nipote di anni 13.
Il parroco don Giuseppe Talarico nelle sue Memorie di
Scigliano del 1782, descrivendo l'ubicazione dei
palazzi delle famiglie nobili, riporta: in Diano, sotto
le falde del monte dove era il castello, possedevano i
loro palazzi don Pietro Paolo e suo figlio
Pietro Giuseppe d'Elia, acquistato dalla
famiglia Talarico, fu costruito dopo il terremoto del
1638; nella sommità di Diano alle falde del monte a
dirittura del castello, nella metà del tratto fra la
Chiesa Matrice ed il Convento dei Cappuccini il palazzo
degli eredi di don Francesco Antonio
d'Elia.
Il citato Pietro Giuseppe fu Sindaco di Scigliano
nel 1793. |
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Note:
(1)
- Immagine tratta da “Gli stemmi araldici
nel contesto urbano di Cosenza e dei suoi casali” a cura
di Ivan Pucci, pag. 84.
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Bibliografia:
- Francesco Antonio Accattatis, “Storia di Scigliano”
1749 Voll. I-II, manoscritto stampato a cura di Isidoro
Pallone, Editrice Casa del Libro, Cosenza 1965.
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