
Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Famiglia Accattatis |
A cura del dr. Giuseppe Pizzuti |
Arma:
d'azzurro, al leone al naturale tenente con le branche anteriori
un martello di nero accompagnato da un incudine posta su un
ceppo, il tutto al naturale, e nel contone destro del capo da un
sole d'oro figurato.
Titolo:
Nobile di Scigliano.
Patrona:
Santa Filomena. |

Stemma
Accattatis inquartato con le famiglie imparentate (1) |
La Famiglia Accattatis di origine spagnola approdò in
Italia nel Quattrocento, così come riporta Michele
Chiodo, Accademico Cosentino, godette la nobiltà nella Città Regia di Scigliano in Calabria
Citra (oggi in provincia di Cosenza) con le
famiglie: Ajello,
Arcuri,
Ariano, Barone, Belsito, Biamonte, Bruno, Cerminara, Costanzo, d'Elia,
de
Marco, Fabiano, Folino, Franchino, Gagliano,
Gualtieri,
Lupia, Mancuso, Mascaro,
Mazza, Mesuraca, Micciullo, Misarti, Milano, Mirabelli, Pallone, Palmieri,
Pettinato, La Pira, Ricci,
Rizzuti, Scarpino, Stocco,
Strangis, Talarico.
Francesco Antonio Accattatis (1° settembre
1686 † 10 aprile 1766), nobile di Scigliano, Arciprete,
asceso al sacerdozio nel 1710, Protonotaro Apostolico,
aspirante alla Curia Romana, giureconsulto, letterato,
Socio dell'Accademia dei Sturnini di Scigliano
dove nel 1715 vi lesse l'elogio funebre di Giovanni
Talarico, letterato, il quale era stato suo maestro.
Riporta Rosario Gualtieri nelle sue aggiunte e note
all'opera di Francesco Antonio Accattatis Memorie
della città di Scigliano, che il Vescovo di
Martirano Nicola
Richetti
(diocesi oggi soppressa, nella quale ricade Scigliano),
lo creò Uditore Generale della diocesi, il Vescovo
Pietro Antonio Pietrasanta dei signori di Cantù, lo
nominò suo Vicario Generale, ed il Vescovo Bernardino
de Bernardis come suo Pro Vicario e Luogotenente, gli fu
proposto di essere nominato Vescovo ma la sua umiltà lo
fece rinunciare; specializzato in diritto canonico
scrisse La Pratica della presentazione ai Benefici di
Patronato, tra le altre opere, quella in dodici
volumi col titolo di Mono-panthon legale practicum
utriusque juris, l'opera più importante sono le Memorie
della città di Scigliano che non pubblicò, suo
nipote Giuseppe le fece pubblicare nel 1790, in
Napoli da Migliaccio, ma solo una parte a causa degli eventi
politici del 1799, poi
ripubblicata nella sua
interezza nel 1965 a cura di Isidoro Pallone. Ancora
Rosario Gualtieri ci tramanda l'episodio in cui:
trascorsi diciassette anni dalla sua sepoltura nella
Chiesa Matrice di Diano (Quartiere di Scigliano), in
occasione dell'esumazione dei suoi resti mortali
trovarono il suo cadavere integro, con le vesti di
Protonotaro Apostolico.
Dal Catasto Onciario del
1753-1754, custodito presso l'Archivio di Stato di
Cosenza, risultavano viventi: il Magnifico Don Carlo Accattatis
di anni 34, il quale viveva nobilmente; Teodora,
sua zia, di anni 37; Angela, sua sorella, di anni
30; Gerolama, sua sorella, di anni 35; Angela,
sua sorella, di anni 43; Don Felice, suo fratello
sacerdote, di anni 32; Don Giuseppe, suo
fratello, di anni 28, sposato a Fulvia Stocco, con la
loro figlia Cesara, in fascie, successivamente
nacquero Francesco Antonio, Domenico (1763
† 1833), conseguiti i primi studi a Scigliano fu mandato
a Napoli ed affidato alle cure degli zii, a seguito
della loro morte prematura, interrotti gli studi
giuridici, tornò a Scigliano dedicandosi alla cura dei
beni di famiglia, fu Sindaco di Scigliano,
Amministratore dell'Ospedale. A seguito delle
persecuzioni brigantesche subì la morte del padre,
decidendo nel 1804 di lasciare il paese per trasferirsi
a Cosenza. Consigliere d'Intendenza, Sottintendente e
Segretario Generale a Rossano, nel 1833 fu nominato
Sottointendente a Castrovillari, non poté raggiungere la
sede a causa della sua morte, ed Alberico (1790 †
1840), sposato a Caterinella
de Mauro
(n. 1795), figlia di Francesco e d'Isabelluccia Barattucci,
ha avuto come figli: Enrico Maria Francesco Giuseppe
(n. Cosenza, 15 settembre 1815), sposato a Caserta
nel 1851 con Anna Maria
Tocco, Anna
Maria (n. Cosenza,
1° marzo 1817), e Giuseppe Maria Nicola Serafino (n.
Cosenza, 25 settembre 1819). |

Stemma Accattatis tratto dalle
Memorie di Scigliano del sacerdote Don Giuseppe Talarico
custodito nell'archivio del Convento dei Cappuccini di Scigliano |

Stemma Telarico o
Talarico di Scigliano |
Vincenzo
Accattatis, sposò Teresa, nobile dei baroni Amantea,
ebbero per figlio Luigi (Cosenza, 2 novembre 1838
† Censo di Bianchi, 8 giugno 1916), studiò a Cosenza,
proseguì gli studi nel Ginnasio di Scigliano, nel 1879
ne fu Direttore, a vent'anni fu Socio dell'Accademia
Cosentina, nel 1860 fece parte del Comitato
Insurrezionale che sotto la guida di Ferdinando
Bianchi
portò a Soveria Mannelli un centinaio di volontari, fu
Sindaco di Bianchi a più riprese, entrò nella redazione
del Crati, che si pubblicava a Cosenza, impiantò
in Scigliano una tipografia, fondò il periodico L'Eco
del Savuto, nel 1886 fu eletto Presidente dell'Accademia
Cosentina, sempre a Cosenza diresse Il Calabrese,
la sua opera più importante è Le biografie degli
Uomini illustri delle Calabrie, pubblicata nel 1867.
Nel 1877 fu richiesta una perizia giudiziaria per una
causa tra i coniugi Beatrice Accattatis e Giovan
Battista
Basile,
contro Antonio e Luigi Accattatis da
Scigliano, nonchè contro Rachele Accattatis
residente in Moraca (sposata a Giacinto
Muraca) per procedere alla valutazione dei beni
ereditari (fondi rustici e beni urbani siti nei
territori di Scigliano, Bianchi, Serrastretta, e Soveria
Mannelli) del fu Vincenzo Accattatis. Archivio
di stato di Cosenza, anno 1877, B. 40, perizia 42.
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Luigi Elvio,
nipote di Luigi, mecenate, lasciò al comune di Bianchi
la collezione di pergamene antiche appartenente alla
Famiglia.
Aldo
(Palinudo di Bianchi, 1913 † Roma, 1983), fu poeta e
scrittore.
Da una perizia giudiziaria del 1923, per l'accertamento
dei danni al fondo Partorio in territorio di
Bianchi, sappiamo che era di proprietà dei signori
Ettore Accattatis e di Maria Calvosa fu Raffaele,
per inadempienza e violazione del contratto di fitto da
parte del fittavolo Carmine Mancuso.
Archivio di stato di Cosenza, anno 1923, B. 90, perizia
13.
Vincenzo
(Cosenza, 29 aprile 1930 † Pisa, 2016), nel 1959 entrò
in magistratura fino a raggiungere l'incarico di Giudice
di Cassazione, ha avuto per figli Livio e
Marco. Per fratello e sorelle ebbe: Raffaele,
Giuliana, e Vittoria.
Nel
Seicento, a causa delle continue vessazioni di Cesare
III
d'Aquino,
2° principe di Castiglione, conte di Martirano etc., gli
Accattatis con altre famiglie Sciglianesi si spostarono
a nord del paese e fondarono il Casale di Bianchi, il
primo Palazzo lo costruirono nell'odierna contrada
Accattato, munito di recinzione in legno a difesa dei
briganti, oggi si possono vedere i ruderi. |
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Bianchi (Cosenza), prima
residenza della Famiglia Accattatis in Contrada
Accattato, oggi proprietà Elia |
Verso la
fine del Settecento costruirono un nuovo Palazzo a
Censo, frazione di Bianchi, dove costruirono la
Cappella Gentilizia intitolata alla Madonna
dell'Addolorata. |

Censo, frazione di
Bianchi, Palazzo Accattatis |

Censo, Cappella
Gentilizia della Famiglia Accattatis |
Censo, Cappella della Famiglia Accattatis, effigi di
Santa Filomena, nel 1802 nelle Catacombe di Priscilla in
Roma vennero ritrovati i resti mortali della Santa dando
inizio alla diffusione del culto. A seguire presentiamo
altre due statue della Santa che si venerano in San
Pietro in Guarano e Lappano, nella Presila Cosentina |
Scigliano, Palazzo
Accattatis |
Gli
Accattatis, tra le altre famiglie, si imparentarono con
gli Shalon D'Oranges (famiglia
che fiorì ad Aprigliano, nella Presila Cosentina),
Spina,
Abruzzini. |

Stemma Schalon D'Oranges |
Carmela
Accattatis Shalon D'Oranges († Cosenza, 24 febbraio 1904), sua
figlia Amelia Spina Accattatis Shalon D'Oranges (†
Cosenza, 27 luglio 1940).
Teresa
Abruzzini Accattatis
(Cosenza, 8 agosto 1860 † ivi, 17 agosto 1930). |
_________________
Note:
(1)
- Lo Stemma appartiene a Linda Accattatis,
discendente della Famiglia, pubblicato da Maria Luisa
Amoroso nel saggio Pagine Illustri di Bianchi, in
Bianchi, raccolta di saggi nel bicentenario
dell'autonomia amministrativa, a cura di Mario
Gallo, Bianchi, Amministrazione Comunale 2020.
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Bibliografia:
- Francesco Antonio
Accattatis, “Storia di Scigliano” 1749 Voll. I-II,
manoscritto stampato a cura di Isidoro Pallone, Editrice
Casa del Libro, Cosenza 1965.
- Gustavo Valente, “Compendium, dizionario
storico,geografico, biografico ragionato della Calabria”
Vol. I, Frama Sud 1988.
- Giuseppe Cersosimo, “Un presidio di civiltà - Dimore
storiche vincolate in Calabria”, a cura di Giorgio
Ceraudo, Rubbettino editore 1998.
- Mario Gallo, “Pedivigliano
Fonti Storiche e Stato delle anime del 1790”,
con il Patrocinio del Comune di Pedivigliano e dell'Associazione
Culturale
Pedivigliano 200.
Amministrazione Comunale Pedivigliano 2020.
- https://www.storiadigitale.it/portale-della-storia-degli-italiani.
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Si
ringraziano per la preziosa collaborazione la Signora
Anna
Veraldi
ed il Professore Rino Pascuzzo. |
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