
Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
|
A cura del dr. Giuseppe Pizzuti |
Arma:
d'azzurro, a tre cotisse accompagnate nel capo da un
crescente rovesciato ed in punta da un crescente
montante, il tutto d'oro
(1).
Di Napoli:
d'azzurro, a tre cotisse abbassate in punta sormontate
da un crescente montante e da una stella caudata, il
tutto d'oro.
Di
Scigliano:
d'azzurro, a tre traverse accompagnate nel capo da un
crescente rovesciato sormontato da due rose, ed in punta
da un crescente montante, il tutto d'oro.
Di Crotone:
d'azzurro, al crescente in abisso d'oro, accompagnato in
punta da tre burelle del medesimo.
Di Cosenza e di Sicilia:
fasciato d'oro e d'azzurro.
Titoli:
Nobile di Crotone,
Nobile di Scigliano,
Barone di Jacciarello. |

Scigliano, Palazzo Gualtieri,
stemma (2) |
La Famiglia Gualtieri
(Galterii/o, Galterini/o, Gauderini/o)
originaria della
Terra d'Otranto,
passò in Sicilia; Calabria, dove godette la nobiltà a
Cosenza, Crotone, ascritta al Seggio di San Dionigi
Areopagita nel 1735, e Scigliano; Benevento; e Napoli,
in quest'ultima città, nella prima metà del Novecento
era rappresentata da:
Federico,
e da suo figlio
Giulio;
Giacinto,
con i figli
Roberto,
Emilio,
Caterina,
ed
Amalia;
Luigi,
con i figli
Francesco Maria,
Maria
Amalia,
ed
Emilia.
|
La
Città Regia di
Scigliano, in
Calabria Citra,
oggi comune in provincia di Cosenza, comprendeva i
territori degli attuali comuni di: Bianchi, Carpanzano,
Colosimi, Panettieri, Pedivigliano, Soveria Mannelli, e
Castagna frazione di Carlopoli; era composta da più
Quartieri: Diano, Calvisi, Cupani, Lupia, Serra, Petrisi,
e Pedivigliano, ebbe un notevole sviluppo sociale,
culturale, religioso ed economico, si pensi
all'installazione della tipografia, ai conventi, al
ginnasio, questo portò alla fioritura di molte famiglie
nobili, tra di esse:
Accattatis,
Ajello,
Arcuri,
Ariano, Barone, Belsito, Biamonte, Bruno,
Cerminara,
Costanzo,
d'Elia,
de Marco, Fabiano,
Folino,
Franchino,
Gagliano,
Lamanna, Lupia,
Mancuso,
Mascaro, Mazza, Mesuraca, Micciullo,
Milano,
Mirabelli,
Pallone,
Palmieri, Pettinato, La Pira,
Ricci,
Rizzuti, Scarpino,
Stocco,
Strangis, Talarico.
Nicola,
fu pubblico Regio Notaio per tutto il Giustizierato
della Valle del Crati e Terra Giordana, come risulta da
un atto rogato a Scigliano il 10 ottobre 1329 al tempo
di
re Roberto d'Angiò.
Nicola Pallone fu Regio Notaio, il 22 gennaio
1478 redasse il pubblico istrumento di fondazione del
Convento degli Osservanti di San Francesco, eretto sulla
cima del monte Sturnorum che sovrasta il Quartiere
Cupani, intervennero nel medesimo: da una parte molti
Padri dell'Ordine, che riconobbero ed accettarono il
luogo, dall'altra parte Nicola Lupia, Bartolo Giuliano,
Antonio Pettinato, il notaio Giuliano Gualtieri,
Paolo
Serra,
Sansonetto
Ajello,
Giovanni Calfa, ed altri. |
Francesco
Gualtieri,
è citato in un atto del 9 febbraio 1505 in Pietramala
(oggi comune di Cleto) del notaio Giovanni
dé Medici
come testimone assieme ad Ettore Pallone, in
rappresentanza della Città di Scigliano, nel quale si
rende pubblico un privilegio del 6 dicembre 1496 di
re Federico
d'Aragona,
su istanza di donna Vincenza Siscara, contessa di
Martirano
(3).
L'imperatore Carlo V ritornando
vittorioso dall'Africa, nel mese di novembre del 1535
passò per le montagne di Scigliano, il suo esercito
alloggiò a Scigliano dove fu accolto con segni di
particolare stima, l'anno successivo l'imperatore
confermò i privilegi della Città di Scigliano, con altro
privilegio dato nel Castello nuovo di Napoli il 26
novembre del 1536, molti cittadini furono decorati col
titolo di Nobiles
et egregii viri,
tra di essi:
Antonio, Tommaso, Riccardo, Antonio,
Delfino, e Bernardino Gualtieri.
Il notaio Adriano de' Gualtieri da Scigliano, è
citato, tra gli altri, in un atto notarile del 28 aprile
1509 stipulato a Cosenza, rogato tra l'Università di
Cosenza e Casali da una parte, ed il conte di Martirano
dall'altra.
Adriano,
ha avuto come figli: Gloria, Alfonso,
Paolo, Lorenzo (nato intorno al 1480 a
Scigliano), fatti i primi studi letterari a Cosenza,
andò a perfezionarli a Napoli e Bologna, dove a 30 anni
d'età insegnò Belle Lettere, tra le altre opere,
pubblicò le Epistole Latine, in dieci libri, ed
Aurelio († 1523), umanista come suo fratello, è da
condividere l'ipotesi avanzata da Luca Irwing Fragale,
dell'utilizzo dello pseudonimo umanistico in voga
all'epoca di Gauderini, fu professore di
filosofia a Bologna, pubblicò Duae orationes
luculentissimae, una de Philosophia, altera de virtute
ab Aurelio Gauderino, calabro viro eruditissimo Bononiae
summo cum honore habitae in scholis magnis
peripateticorum, Bologna 1523, e dei postumi,
De laudibus Calabriae in Laelium & Angelum aliosque
Calabriae maledicentes. Oratio Bononiae in scholis
magnis peripateticorum apud multos homine sapientes
habitas, Bologna 1524, ed Aurelii
Gauderini Calabri Epistolarum familiarum libri X
luculentissimi atque suavissimi, Bologna 1525
(3bis).
Il notaio Alfonso, Bartolo ed Antonio
sono citati, tra gli altri, in un atto notarile del
26 agosto 1509 nel quale si stipulò una convenzione tra
le Città di Cosenza e di Scigliano.
Lucrezia,
è citata in un atto notarile del 27 novembre 1584,
sposata a Defendino Talarico, regio notaio.
Nella bolla del 1° aprile del 1606 emanata dal Vescovo
di Martirano monsignor Francesco
Monaco
con la quale conferma l'erezione del Monte di Pietà del
Quartiere Diano, si rileva che nel 1592 Virginia
Gualtieri, figlia di Aurelio, nel suo testamento
lasciò al Monte di Pietà terre libere nel luogo detto
Cerminara, dell'annua rendita di circa ducati trenta con
la condizione che fossero ammessi al beneficio del Monte
i naturali ancora degli altri Quartieri di Scigliano.
Altri due notai di famiglia furono: Scipione,
rogante in Strongoli tra il 1579 e il 1580, e Marco
Antonio, rogante tra il 1600 e il 1633
(3ter).
Riportiamo
di seguito i “signa tabellionum” dei notai di
casa Gualtieri, nei quali sono raffigurati i
carichi araldici di famiglia
(3quater). |

Notaio Giuliano |

Notaio Marco
Antonio |

Notaio Scipione |
Chiesa
parrocchiale di Diano. Il Monte di Pietà era
ubicato nella parte inferiore del campanile
della chiesa parrocchiale
di Diano, si noti l'iscrizione sopra la finestra |
Patrizio
(† 14 agosto 1601), acquistò metà del
feudo di Jacciarello
(Galianello, Gaggiano, o Gaggianella) in territorio di
Scigliano e Martirano, consistente nella metà
dell'antico feudo detto Roberto de Archis, o de Archis e
de Petritiis per vendita fattagli dal barone Lucio Mazza
erede del fratello Antonino, con Regio Assenso del 20
maggio 1586, registrato nel Quinternione 2, f. 118.
Sposato a Teodora Bianco ebbero per figlie: Auria,
sposata a Scipione
Giannuzzi
di Ajello, e la primogenita Isabella, l'8 ottobre
del 1602, ebbe significatoria di relevio per il feudo di
Gaggianella di Scigliano, come erede per la morte di suo
padre
(4).
Vendette il feudo a suo cognato Scipione Giannuzzi, con
Regio Assenso del 16 dicembre 1603, registrato nel
Quinternione 29, f. 221., il quale tenne il feudo fino
al 1618 quando lo vendette a Giovan Battista
Mascaro.
Ottavio,
notaio, il quale rammenta in data 12 settembre 1626 al
foglio 296, il testamento di Nunzio Ajello, avvocato in
Napoli ma di origine sciglianese, redatto a Napoli dal
notaio
Jordano,
in esso lasciò erede dei suoi beni l'Oratorio del SS.
Crocifisso eretto nella chiesa di San Paolo Maggiore di
Napoli, ma le impose espressamente il peso, che ogni
giovane studente della sua famiglia di Scigliano, che
fosse andato a studiare a Napoli, avrebbe dovuto
somministrare ducati cinque al mese per cinque anni, e
dovuto pagare ducati sessanta per le spese del suo
dottorato.
Maurizio,
nel 1639 era stato eletto nel parlamento di Cupani, tra
gli altri eletti vi erano: Giuseppe Calfa, Tiberio
Pallone, Maurizio Ariani, Carlo Pallone, Sindaco Diego
delle Pera.
Pompeo,
dottore, della Serra, dalla numerazione dei fuochi
iniziata nel 1661 ed ultimata nel 1669, si rileva che
era sposato a Beatrice Scoglio, nobile di Catanzaro.
Pierfrancesco,
fu Regio Uditore in varie Provincie del Regno.
Dal Catasto Onciario della Città di Scigliano del
1753-1754 risultavano viventi: il magnifico Tommaso
Gualtieri; e Teresa, di anni 64, sposata al
magnifico Cesare Pallone, nobile vivente di anni 60.
Alessio,
sposato a Maria Angotti di Pedivigliano, ebbero
per figli: Luigi, fu avvocato ed esercitò nel
foro di Napoli; Virgilio, si monacò nei Filippini
di Misuraca e prese il nome di Raffaele Maria, divenne
missionario; e Rosario (Scigliano, parrocchia di
Serra, 14 novembre 1744, † ivi, ottobre 1821), ebbe i
primi insegnamenti da suo zio paterno Felice
Antonio, dal dottor fisico Pasquale
del Giudice,
suo precettore per le lettere e matematica, e di
filosofia da Giuseppe Talarico, parroco di Diano;
successivamente studiò a Cosenza presso i Padri
Domenicani, per poi continuarli a Martirano (Scigliano
ricadeva in questa diocesi oggi soppressa), nel 1769 fu
consacrato sacerdote nel mentre era Vescovo monsignor
Nicolò Spedalieri di
Badolato,
lo stesso anno si recò a Napoli dove consegnì gli studi
di giurisprudenza civile e canonica, fu vicario generale
di monsignor Giuseppe Maria de Leon quando fu nominato
Vescovo di Atri e Civita di Penne nel 1762, alla sua
morte, avvenuta nel 1779, fece ritorno a Napoli. Il 9
maggio 1786 ritorna a Scigliano, dove fu nominato
parroco del Quartiere Diano. Molte sue opere rimasero
manoscritte, fece delle aggiunte e note all'opera di
Francesco Antonio Accattatis del 1749 La Storia di
Scigliano. |

Scigliano, Quartiere
Serra, Palazzo di Luigi Gualtieri, lato nord |

Palazzo di Luigi
Gualtieri, lato sud |

Palazzo di Luigi
Gualtieri, lato est |
Palazzo di Luigi
Gualtieri, lato est, portale, lo stemma che lo sovrasta
non è stato identificato |

Palazzo di Pietro Paolo |
Palazzo di Pietro Paolo,
portali e lato est |

Pedivigliano, Palazzo
Angotti |

Stemma Angotti |
Don
Giuseppe Talarico nelle sue Memorie di Scigliano
del 1782 scrisse: “Nella Serra immediatamente sotto la
Parrocchiale di S. Lucia vi è il Palazzo di D.
Francescantonio Pallone figlio di D. Benedetto. Vi sono
altri tre Palazzotti nuovi, uno del Dottor D. Luigi
Gualtieri, l'altro di Pietro Paolo Gualtieri,
ed il terzo che si sta fabbricando di Francesco
Mancuso”.
Francesco,
fu notaio, come risulta da un atto da lui redatto in
data 11 maggio 1792 .
Vincenzo,
figlio di Luigi, di anni 38, e Felice,
figlio di Bartolomeo, di anni 42, repubblicani di
antica data, furono tra gli sciglianesi che presero
parte ai
rivolgimenti del
1799.
Arcangela,
nella seconda metà del Settecento sposò Annibale De
Gotti di Altilia.
Nel 1861 fu richiesta una perizia giudiziaria per la
valutazione della vigna denominata Cupani sita in
territorio di Scigliano; causa tra Giacinto
Gualtieri di Scigliano, e Raffaele, Luigi, e Caterina
Pallone dello stesso comune.
Archivio di Stato di Cosenza, anno 1861, B. 30, perizia
34.
Filiberto,
vissuto nel Novecento, ebbe per figlio Ugo,
veterinario, esercitò la sua professione a Cropalati
dove si è trasferito. |
Pietro
Gualtiero o Gualtieri
fu aggregato al secondo
ceto di Cosenza nel 1576.
Nel 1575, i
pellegrini accorsi da tutta Europa in Roma per la
celebrazione l'Anno Santo, portarono una violenta
infezione di peste che si diffuse per tutta la penisola,
passata in Calabria fece strage di genti di ogni età,
nelle città e nelle campagne dove fu anche notevole la
moria di bestiame. A Cosenza, dove i morti furono
duemila e cinquecento, gli episodi di abnegazione,
soprattutto delle gentildonne, si ripeterono in
continuazione, impiantato un lazzaretto nella Cappella
di Loreto e nei caseggiati attigui, ad un miglio,
allora, dalla città, venne affidato alle nobili dame:
Carlotta
Zurlo, Vincenzina Jordani, Camilla
Ciaccio, Carmela
Sambiase, Adelaide Furgiuele, Beatrice
Beltrami, Maria Gualtieri, Elisabetta Cossinelli,
Vittoria
Rende,
Raffaella Sicoli, Orizia
Mauro, Laura
di Tarsia. |

Cosenza, la Cappella di
Loreto |
Questo ramo figura nell'elenco del 1886 delle famiglie
riconosciute nobili dalla Reale Commissione dei Titoli
di Nobiltà nelle prove di ammissione nelle Regie Guardie
del Corpo nella persona di
Giacinto
Gualtieri, già riconosciuta dalla Real Camera di Santa
Chiara, come appartenente alla Nobiltà di Crotone, prova
della guardia del corpo di
Francesco Gualtieri aspirante al grado
di Sottobrigadiere
(5). |
_________________
Note:
(1) -
Biblioteca Universitaria di Napoli, “Imprese ovvero
stemme delle famiglie italiane” di Gaetano Montefuscoli.
(2) - L'immagine dello
stemma è riportata in bianco e nero in “Gli stemmi
araldici nel contesto urbano di Cosenza e dei suoi
casali” a cura di Ivan Pucci, pag. 89.
(3) - Antica Città di
Calabria Citra, Martorano o Martirano, oggi comuni
omonimi di Martirano e Martirano Lombardo in provincia
di Catanzaro, come riporta Mario Pellicano Castagna nel
III Volume della Storia dei feudi e dei titoli
nobiliari della Calabria, pagg. 106-107, nel 1269
Martorano compariva in un elenco di castelli che,
necessitando di riparazioni, venivano affidati dal re a
Guglielmo di Logoteta, Secreto di Calabria. Il 7 agosto
1453 Francesco
Caracciolo
di Napoli risultava essere custode del castello di
Martorano. Martino Giovanni Escarrer o Scarrera, già
Castellano di Roccabernarda e di Policastro, con
privilegio di
re Ferrante I
d'Aragona dato in Troia il 20 dicembre 1464,
in permuta della predetta Castellania ottenne quella di
Martorano e di Motta Santa Lucia con le prime cause
civili, criminali, e miste. Andrea
de Gennaro,
patrizio napoletano, come marito di Caterinella Escarrer,
figlia di Martino Giovanni, ebbe conferma per sé e per i
suoi eredi la castellania di Martorano e Motta Santa
Lucia con tutti i diritti con cui era stata concessa al
suocero, con privilegio di re Ferrante dato in Barletta
il 16 luglio 1481 e registrato nel Registro
Privilegiorum VIII. In seguito, con privilegio di
re Federico d'Aragona
dato in Gaeta il 6 dicembre 1496, Registro
Privilegiorum X, ebbe in feudo per sé e per i
suoi successori Martorano, con i dipendenti casali di
Motta Santa Lucia, Conflenti, Scigliano, Altilia, e
Grimaldi, con le giurisdizioni e le prime e seconde
cause, col titolo di conte di Martorano. Tale dominio si
restrinse quando Altilia, Grimaldi e Scigliano
invocarono il Regio demanio, le prime due lo ottennero
come casali di Cosenza, e per la terza in forza di
antichi privilegi. Andrea e Caterinella ebbero per
figli: Cecilia, sposata ad Alfonso Beltrani, conte di
Mesagne; Isabella, sposata a Camillo
Cantelmo;
e Scipione, 2° conte di Martorano a seguito della morte
di suo padre, con privilegio di
re Ferdinando III
detto il Cattolico del 25 maggio 1507; l'8 aprile del
1509 ebbe il giuramento di fedeltà e ligio omaggio dai
vassalli di Motta Santa Lucia con atto del notaio
Bellino
Parisio
di Cosenza, il 28 aprile 1509, si accordò con la Città
di Scigliano cedendo ogni suo diritto su tale terra alla
Città di Cosenza per ducati 2.500, con atto del notaio
Vincenzo
di Donato
di Cosenza. Scipione sposò Vincenza Siscar o Siscara,
figlia di Paolo, conte di Ajello, ed ebbero per figli
Giovanni Andrea, 3° conte di Martorano, ed Isabella,
sposata a Bartolomeo Siscar, barone di Savuto.
(3bis)
- Luca Irwin Fragale in “Microstoria e
Araldica di Calabria Citeriore e di Cosenza”, Parte II,
Capitolo IV, “ Tra stemmi e tabellionati araldici. Il
nom de plume del filosofo calabrese Aurelio
Gauderino”, The Writer Edizioni Ass.-2016, pagg.
263-265.
(3ter)
- Luca Irwin Fragale, opera citata.
(3quater) -
“ Il “signum” manoscritto, particolare e
di elezione personale di ciascun notaio, ha certamente
origine molto lontana nei tempi, contemporanea forse
alla stessa origine della professione notarile, e
garantiva l'identità del notaio rogante e l'autenticità
del rogito, come oggi il sigillo ufficiale dei notai.
Nel Regno di Napoli il “segno” manoscritto venne
abolito e sostituito da un'impronta in metallo recante
il nome, il luogo e la provincia di appartenenza del
notaio, in forza del Decreto 3 gennaio 1809, n° 268, di
Re Gioacchino Napoleone, che stabiliva il
nuovo Regolamento notarile. Altro Decreto del 3
settembre 1810, n° 729, stabiliva al 15 settembre 1810
l'entrata in pieno vigore del Regolamento notarile di
cui al precedente decreto”. Vincenzo Maria Egidi “SIGNA
TABELLIONUM EX ARCHIVIO PUBLICO COSENTINO,
TESTO-TAVOLE-INDICI, FONTI E STUDI DEL Corpus
membranarum italicarum”, vol.V, Direttore Antonino Lombardo,
Il Centro di Ricerca Editore, Roma-1970, pp. 12, 65-66,
tavv. LXXIV-LXXVI-LXXIX.
(4) - Come scrisse Mario
Falanga, il Relevio consisteva in una somma uguale al
valore della metà dei frutti percepiti dal feudo
nell'anno della morte del feudatario, dedotte le spese;
se in quell'anno non si erano raccolti frutti si aveva
riguardo ai tre anni precedenti ed era dovuto alla Regia
Corte di Napoli. Per la liquidazione del Relevio il
successore del feudatario morto presentava alla Regia
Camera il conto dei frutti dell'anno in cui era morto il
feudatario, e la Regia Camera, fattane la verifica dopo
aver citato l'interessato per prendere ricognizione
della liquidazione, spediva la Significatoria e dava
incarico al Percettore della provincia di esigere.
(5) -
L'Araldo “Almanacco Nobiliare del Napoletano 1887”,
Enrico Detken, libraio editore, Napoli 1886, pag. 264.
_________________
Bibliografia:
- Gustavo Valente, “Storia della Calabria
nell'età moderna”, Voll.I-II, Frama Sud 1980.
- Mario Pellicano Castagna, “La Storia dei Feudi e dei
Titoli Nobiliari della Calabria” Voll. II, Editrice
C.B.C. 1996.
- Luigi Palmieri, “Cosenza e le sue famiglie attraverso
testi atti e manoscritti” Tomo II, Pellegrini Editore
1999.
- Gustavo Valente, “Compendium, dizionario
storico,geografico, biografico ragionato della Calabria”
Vol. I, Frama Sud 1988.
- Eugenio
Arnoni,
“La Calabria illustrata Vol. IV Il Circondario di
Cosenza”, Edizioni Orizzonti Meridionali, Cosenza 1995.
- Ivan Pucci, “Gli stemmi araldici nel contesto urbano
di Cosenza e dei suoi casali”, Edizioni Orizzonti
Meridionali, 2011.
- Vittorio Spreti, “Enciclopedia storico-nobiliare
Italiana” 1928-1932, Arnaldo Forni Editore.
- G.B. di Crollalanza, “Dizionario storico-blasonico
delle famiglie nobili e notabili italiane estinte e
fiorenti”, Pisa 1896.
- Francesco Antonio Accattatis, “Storia di Scigliano”
1749 Voll. I-II, manoscritto stampato a cura di Isidoro
Pallone, Editrice Casa del Libro, Cosenza 1965.
- Umberto
Ferrari
in “Armerista Calabrese”, La Remondiana, Bassano del
Grappa 1971
|
|