
Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Famiglia Arcuri |
A cura del dr. Giuseppe Pizzuti |
Arma:
d'azzurro, all'arco e faretra posti in decusse, accompagnati da
una stella (6) nel cantone destro del capo, il tutto d'oro.
Titolo:
Nobile di Scigliano.
Patroni: Beata Vergine del Carmelo, Santi Apostoli
Filippo e Giacomo. |

Stemma famiglia Arcuri |
La Famiglia
Arcuri godette la nobiltà nella
Città Regia di
Scigliano in
Calabria Citra,
dall'Archivio di Famiglia si hanno notizie certe di Sir
Tedesco, il quale venne insignito di
diploma nobiliare
da
Re Ferdinando I
d'Aragona detto Ferrante (regnò dal 1458 al
1493) e confermato da
Re Alfonso II
d'Aragona (regnò nell'anno 1494).
In un atto notarile del 26 agosto 1509 nel quale si
stipulò una convenzione tra le Città di Cosenza e di
Scigliano, dal mandato per atto pubblico stipulato nella
chiesa della SS. Annunziata di Scigliano il 20 agosto
1509 dal notaio Vincenzo
Donato, in esso
mandato intervennero come costituenti, tra gli altri
cittadini: Alfonso, Berardino e
Giovanni Arcuri in qualità di Mastrogiurati.
Berardino fu Sindaco di Scigliano nel 1531.
A Scigliano vi fu la presenza degli Agostiniani, il
Convento fu costruito a spese dell'Università, l'atto
notarile di fondazione fu stipulato il 17 settembre
1531, rogato dal notaio apostolico Ambrosio Torquasi,
tra i fondatori vi furono Gialusio e Consalvo
Arcuri, nella chiesa avevano la Cappella Gentilizia.
Si rileva inoltre, da un atto del 24 gennaio 1584,
stipulato dal notaio Paolo d'Elia, che
Giantommaso Valentino abbia avuto nella stessa chiesa
una Cappella della sua famiglia, perciò Cornelia
Arcuri, vedova dello stesso Valentino, in virtù
dell'indicato strumento, assegnò ai Padri del Convento
alcuni beni per servizio di messe, da celebrarsi nella
Cappella del suo defunto marito.
Il Convento fu soppresso da Papa Innocenzo X verso la
metà del Seicento, la struttura venne abbandonata ed
oggi non rimane traccia, era ubicato tra i Quartieri di
Calvisi e Diano.
L'Imperatore
Carlo V
d'Asburgo-Spagna
(1516-1553)
ritornando vittorioso dall'Africa, nel mese di
novembre del 1535 passò per le montagne di
Scigliano, il suo esercito alloggiò a Scigliano
dove fu accolto con segni di particolare stima,
l'anno successivo l'imperatore confermò i
privilegi della Città di Scigliano, con altro
privilegio dato nel Castello nuovo di Napoli il
26 novembre del 1536, molti cittadini furono
decorati col titolo di
Nobiles
et egregii viri,
in Casa Arcuri lo furono: Sirus Ambrosius,
Pellegrino, Gianfrancesco,
Venceslao, Antonio, Sigismondo,
Bernardino, Nicolangelo, Pietro,
Giacomo, Paolo, Francesco,
Pacifico, frate Tedesco. |
Manilio o
Manlio,
sposato ad Aurelia Gentile, di nobile famiglia di
Scigliano, hanno avuto come figlio Francesco,
giureconsulto, Agente Generale e Consultore del Principe
di Castiglione [il titolo di
Principe di Castiglione fu concesso il 13 febbraio 1606
a Carlo
d'Aquino,
13° Barone di Castiglione (oggi frazione del comune di
Falerna, in provincia di Catanzaro) gli successe, il 16
dicembre 1631 suo figlio Cesare III d'Aquino, 2°
Principe di Castiglione al quale successe sua figlia
Cornelia, 3^ Principessa di Castiglione, ebbe
significatoria di relevio il 25 maggio 1639].
Il 2 agosto 1633, in virtù delle lettere regali che permettevano di
vendere i corpi demaniali dell'Università di Scigliano,
per reperire ducati 40.000 da versare per evitare di
essere infeudata, tra gli altri, si adoperò il Dottor
Francesco Arcuri acquistando il fondo le Rote
per ducati 905; la vendita fu fatta all'incanto ad
estinto candela avanti il Convento di San Francesco
d'Assisi, e con l'intervento del Conte di Picerno,
Preside della Provincia, e di Francesco
Passalacqua
Segretario. Amministrò il denaro raccolto per
l'ultimo riscatto di Scigliano, recandosi a Napoli per
versarlo nel Banco dell'Annunziata. Sposato in casa de
Chiara, famiglia nobile di San Giovanni in Fiore, ebbero
come figlio Paolo seniore, sposato a
Francesca
Parisio,
patrizia di Cosenza, discendente dal ramo detto
del Cardinale, il cui capostipite fu il
Cardinale Pietro Paolo Parisio
(Figline, 1473 † Roma, 1545),
hanno avuto come figli, tra gli altri:
Vittoria, Vitaliano, sacerdote, Giuseppe
seniore, sacerdote, uomo dottissimo privilegiato
(laureato) nel Collegio della Sapienza di Roma, e
Girolamo seniore (Scigliano 1714
† ivi, 25 febbraio
1782), fu Sindaco di Scigliano. Sposato a Rosa Talarico,
figlia di Don Sertorio e della Signora Jole, dama
crotonese, la cui sorella fu moglie di Don Giacinto
de Lauro,
Cavaliere della Città di Amantea. Il citato Vitaliano
fece testamento l'11 febbraio 1708, nel quale istituì
suoi eredi universali e particolari suo fratello
Girolamo e sua madre Francesca Parise, e dei denari a
sua sorella Vittoria, testimoni furono il Magnifico
Antonio
Pallone,
U.J.D, Reverendo Mutio Gualtieri, Don Didaco Mesoraca,
Don Alessio Pallone,
Clerico Carmine Pallone e Domenico Pallone, notaio
Nicola Caligiuri di Scigliano. (ASCS, fogli 96-97-98).
Il citato
Sertorio Talarico, il 28 ottobre 1701 venne nominato
erede della Cappella di juspatronato della famiglia De
Onofrio sotto il titolo di Santa Maria ad Nives, o la
Madonna Greca, nella cattedrale d'Isola (oggi Isola Capo
Rizzuto), dal Canonico Francesco d'Onofrio suo zio,
donandogli la Cappella con tutti i suoi privilegi e
prerogative. Andrea Pesavento La Cappella di S. Maria
ad Nives nella cattedrale di Santa Maria ad Nives o
Madonna Greca a Capo Rizzuto, in Archivio Storico di
Crotone, sito web. |

Scigliano, Quartiere
Calvisi, portale del Palazzo Arcuri |

In questo stemma, che ipotizziamo possa
essere stato una variante personale, troncato da una
trangla, nel 1° presenta i carichi araldici
della Famiglia, nel 2° un mare ondoso dal quale esce un
delfino natante mirante una stella (5).
Il delfino in araldica è il pesce più nobile,
rappresenta, tra gli altri, la fedeltà, in questo caso
la fedeltà verso la propria fede religiosa,
dove la fede è rappresentata dalla stella. Si noti che
lo stemma non è timbrato da una corona, al suo posto
sono presenti le insegne ecclesiastiche per ricordare la
parentela contratta con Francesca Parisio del ramo
del Cardinale, il cui capostipite fu il
Cardinale Pietro Paolo Parisio |
Dal catasto
onciario del 1753-1754, è descritta la Famiglia composta
dai figli del citato Girolamo seniore: Magnifico
Don Paolo juniore Arcuri,
U.J.D., dottorato nel 1742,
Nobile vivente di anni
39, Maria
Veraldi
sua moglie, di anni 29, Francesco, figlio, di
anni 2, Giacinto, figlio, di anni 1; Don Biasi,
fratello sacerdote di Paolo, di anni 30, Giovan
Battista, fratello di Paolo, di anni 37. Paolo
juniore era avvocato, con Maria ebbero un altro figlio
al quale venne imposto il nome di Giuseppe
juniore (Scigliano, 1754 †
ivi, 1814),
riportiamo
un passo di Luigi
Accattattis
della sua descrizione del sacerdote Giuseppe: “I
sentimenti religiosi e morali, che erano tradizionali
della famiglia Arcuri, non disgiunti dai fasti letterari
meritatamente raccolti dai precedenti dottori in legge
sigg: Francesco, Tommaso e Giuseppe
seniore Arcuri, fecero avere al fanciullo la prima
educazione conforme ai cennati principi”.
Nel 1769 entrò nell'Oratorio dei Filippini
in Mesoraca, fondato dal suo concittadino Padre Matteo
Lamanna,
nel seminario di Martirano veniva consacrato Sacerdote
dal Vescovo Giacomo Maria
de Tarsia.
Rientrato a Scigliano aprì una gratuita scuola
ginnasiale; a sue spese, nella chiesa di Santa Maria
della Pietà (meglio nota come chiesa di Santa Croce)
fece costruire due altari, uno dedicato a San Luigi
Gonzaga, e l'altro a San Filippo Neri, del quale vestiva
l'abito, e per il quale nutriva una speciale devozione;
in occasione del terremoto del 1783 si mostrò generoso
con tutti. Con pari generosità, il 28 febbraio 1790 dava
avvio concreto alla Casa di educazione, sostenuto da suo
fratello Francesco, in qualità di Sindaco di Scigliano,
ed il Governatore Don Antonio Giglio dei Casali di
Taverna, in quella data vi fu riunita l'Università in
pubblico parlamento che deliberò la costruzione della
Casa di educazione nel Quartiere Calvisi, accanto la
chiesa di Santa Croce, seguì il Regio Assenso ottenuto
in data 18 agosto 1790. Successivamente fu stipulato
l'atto di assegnazione dei terreni demaniali in data 11
maggio 1792 per mano del notaio Francesco
Gualtieri
tra il Sindaco Don Agostino
Lamanna ed il Reverendo Sacerdote Don Giuseppe
Arcuri, la costruzione non si realizzò per il timore che
essendo vicino alla parrocchia di Calvisi, nella
gestione i parroci avrebbero potuto interferire. Non si
perse d'animo e propose di costruire la Casa di
educazione accanto la chiesa di Santa Maria di
Monserrato, lontana dal clero di Calvisi, essendo un
luogo isolato, per cui fu necessario richiede un secondo
Regio Assenso, il quale fu seguito da una bolla del
Vescovo di Martirano, Frà Francesco Antonio Grillo. Il
primo piano dell'edificio fu realizzato nel 1795, il
secondo l'anno successivo.
Il citato Francesco, oltre ad essere stato Sindaco di
Scigliano, fu Consigliere Provinciale, nel
1799
prese parte all'impresa del Cardinale
Ruffo per liberare Napoli dai giacobini e far
ritornare sul trono di Napoli
Re Ferdinando IV.
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Raccolta di Composizioni
scritte da Don Giacinto Arcuri |

Scigliano, il Ginnasio |
Francesco
aveva redatto una platea in data 1° gennaio 1815, per
tramandare ai posteri i beni posseduti dalla Famiglia,
vogliamo riportare alcuni fondi: “Lo Staglio delle
Carigliette metà della casa e metà della Cappella de
jure patronatus della mia propria famiglia; giusta li
suoi fini e confini nelle circonferenze di Panettieri
Comune de' Colosimi di vasta estensione ed alberato di
cerri, che prima si fittava ducati ventiquattro in
contante e dieci forme di cacio, poi si fittò tomoli
vent'otto germano alla rasa, e finalmente si tiene in
fitto da Giuseppe Talarico di Muzio in erbaggio per
ducati dodici; ed alcune terre s'inviano a terraggio a
ragion di tre mezzarole a tomolata, di talchè di questo
corrente anno se ne sono ritratte tomolate nove di
germano. Vi è nello stesso una Chiusa sott'acqua, la
quale rimpiazzata di mura di pietre secche vuole dare
una rendita di grano, granone e fieno, oltre il comodo
delle minestre verdi, che darebbe in tempo di estate,
tempo in cui colà si soggiorna. Detto Staglio è
necessarissimo per il soggiorno in Panettieri perchè dà
il comodo della legna cotanto necessaria in tal luogo di
clima rigido”.
“La Difesa del Nigro, giusta i suoi fini e confini, sita
in territorio di Taverna, ossia Fossato e Pentone, è
redditizia ducati cento cinquanta di germano, che oggi
si tiene in affitto da Nicola Guzzo di Carlopoli; oltre
il giornale intiero e la regalia di un agnello e di
dieci ricotte fresche”.
“Lo Staglio del Nigrello redditizio a poveri, redditizio
ducati cinquanta in contanti, quandocchè prima si
fittava sopra tomoli cinquanta di germano, contiguo alla
Difesa del Nigro, che oggi anche si tiene in affitto dal
f.o di Guzzo per ducati cinquanta. L'estensione dell'uno
e dell'altro immobile ascendeva a circa tomoli mille di
terreno, di talchè cominciano dai Covoni di Piscitello e
vanno a terminare nel luogo detto Santa Barbara”.
“La Difesa del Pomo giusta i suoi fini e confini, sita
nella Sila, è redditizia ducati trentatrè e mezzo, e
tomoli venticinque di germano, ed il giornale, prima
redditizia di tomoli sessantasette e mezzo di germano,
che oggi si tiene in fitto da Felice, Gennaro, e Santo
Arcuriello della Castagna.
Tal difesa è pervenuta in mia Casa porzione per dote di
mia madre D.a Maria Veraldi, e porzione comprata da mio
padre da D. Giacinto
Poerio di
Taverna. La sua estensione ascende a tomolate duecento
cinquanta circa di ottimi terreni.”
“La Difesa delle Travi, ossia Camarda ossia Valle degli
Uccelli è pervenuta in mia Casa per porzione ereditaria
della Famiglia del Cardinal Parisio, spettata a mia
Bisava D. Francesca Parise è redditizia al presente
ducati cento novanta; quandocchè prima si fittava ducati
trecento ottantacinque, fuori di giornale e la regalia
di un agnello e dieci ricotte fresche. La estensione
secondo l'ultima perizia fatta dal Sig. Giudice Zurlo è
di tomolate settecento con due Comuni a latere, cioè uno
chiamato Piazza e uno Comune di Camarda. Oggi si tiene
in affitto da Marco e Giuseppe Trocino delli Marzi e da
Arcangelo Calabrese di Molevuono. Detta Difesa si divide
in tre terzi, cioè uno chiamato Milillo, l'altro
chiamato Poverella, l'altro chiamato le Manche. E'
benanco sita in Regia Sila. Confina con Milillo della
S.ra Romano di Aprigliano con la Difesa della Sig.ra
Filosa di detto Aprigliano con la Difesa del Sig. Barone
Nicola Cavalcanti di
Cosenza con la Difesa di Campo Rotondo e con altri fini
e confini.”
A margine della platea, Francesco ricorda che il 10
marzo 1806, nel loro Palazzo signorile di
Scigliano-Calvisi (poi denominato la “reggia”), in
quanto durante il viaggio da Napoli a Palermo, vi
alloggiarono le loro Altezze reali il Principe
ereditario Francesco di Borbone (poi
Re Francesco I
dal 1825 al 1830),
ed il Principe Leopoldo, figli di
Sua Real Maestà Ferdinando
(Ferdinando IV Re di Napoli, I Re delle due Sicilie dal
1759 al 1824) e di Maria Carolina d'Austria,
colle stesse vi alloggiarono il Duca di Gesso, Grande di
Spagna, ed ajo di detto Principe ereditario, il Duca
Avos, il Marchese Zeiglè, il Cavalier
Medici,
ed il Direttore di Guerra e Mariana Colajanne.
Più tardi, con l'avvento del francesi, nello stesso
Palazzo vi alloggiarono i Generali Regnier, Marmè, e
Degonè.”
All'interno del Palazzo vi è la Cappella, il Pontefice
Pio VII il 28 agosto 1801 concesse il privilegio
dell'Oratorio, riconoscendo la nobiltà del casato.
Tra le pregiate razze di Cavalli di Calabria Citra, vi
era quella denominata
Muraca, Colosimi, Arcuri, del Passaggio: Magre,
non molto numerose, forti, di giusta taglia. E di gran
senzo, generalmente però mal conformate. Giuseppe
Giannuzzi Savelli in Aspetti storici della Calabria
Citra dal feudalesimo al Risorgimento, dall'esame dei
documenti d'archivio e dalla storia della famiglia
Giannuzzi Savelli, p. 330. Archivio di Stato di
Napoli - Ministero Interno Inv Fascio 2202.
Francesco era sposato a Giovanna
Nicotera,
figlia di Giovanni (1693 †
1778) e di Margherita Sacco, fra le famiglie
nobili più antiche della città di Nicastro, hanno avuto
per figli Tommasino, Girolamo Maria juniore,
e Paolo, il primo e l'ultimo deceduti
prematuramente. |
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Don Francesco Arcuri, di
Paolo juniore |
Platea redatta da Don
Francesco Arcuri |
Scigliano, Quartiere
Calvisi, Cappella Arcuri dedicata alla Beata Vergine del
Carmelo ed ai Santi Apostoli Filippo e Giacomo,
sono inoltre rappresentati, San Giuseppe e San Giorgio |

Particolare dello stemma
dipinto |

Particolare dello stemma
in stucco, si noti in punta l'aquila bicipite, insegna
dell'Imperatore Carlo V,
in ricordo della concessione del titolo di Nobile |
Girolamo Maria juniore († Scigliano,
3 maggio 1860 all'età di 80 anni), sposato
in prime nozze a Maria Grimaldi di
Crotone, figlia di Diego e di Lucrezia, nobile dei
marchesi Berlingieri, discendente
dai Principi della Città di Monaco, come si rileva dal
legal documento che conserva il Marchese d'Ippolito,
marito di Sigismonda Grimaldi, sorella di Maria, ha
avuto come figlio Giovan Battista Filippo juniore (n.
1802), sposato il 7 maggio 1830 a Mariangela Piccolo (n.
Scigliano, 20 dicembre 1812), figlia del medico Nicola e
di Giuditta Berardelli, ha avuto come figli: Maria
Carmela Filomena (n. Scigliano, 12 settembre 1855);
Maria Rosa Antonietta (n. Scigliano, 7 febbraio
1848); Letizia Filomena (n. Scigliano, 25 luglio
1844); Teresa Filomena Maria (n. Scigliano, 17
novembre 1841), sposata il 25 gennaio 1872 a Giovanni
Maria Pantaleone Arcuri (n. Scigliano, 7
gennaio 1844), figlio di Giuseppe e di Maddalena
Gualtieri, del ramo di Arcuri (Casale di Scigliano), ha
avuto per figlio Giuseppe (n. Arcuri, 1876); Luigi
Maria Antonio (n. Scigliano, 4 luglio 1837); Michele
Maria (n. Scigliano, 31 luglio 1836); Teresina
Carolina Maria (n. Scigliano, 8 novembre 1832); Filippo
Maria Antonio (n. Scigliano, 5 aprile 1831); e Luigi (n. Scigliano, 12 marzo 1839), sposato a Teresa Micciulli, ha avuto
come figli: Filomena, Chiara, Angela,
sposata al Barone Luigi Micciulli di San Tommaso,
frazione di Soveria Mannelli, Michele, e Giovan
Battista, sposato a Maria Carmela de
Marco (detta Antonietta), ha avuto come figli: Luigi (n.
1911), professore, celibe; Deodato (n. 1920),
celibe; Antonio, sposato a Battistina Antonucci,
ha avuto come figli Giovan Battista, sposato, ha
avuto come figli Antonio, Simone e
Luigi, Maria (n. 1948), sposata a Salvatore Arcuri
di Ricadi, Filippo (n. 1951), sposato, non ebbe
prole, Giuseppe (n. 1953), sposato, ha per figli Giovanna, Vanessa,
ed Antonio, Franco (n. 1955), sposato a
Soveria Mannelli, ha per figli Antonio e Danilo, Leonardo (n.
1957), celibe, Eleonora (n. 1961), Michele (n.
1962), sposato a Bolzano, ha per figli Diego e Giulia;
e Roberto (14 ottobre 1927 † 16 marzo 2003),
sposato a Maria Olivito di Motta Santa Lucia (n. 12
luglio 1931), ostetrica, ha avuto come figli: Luigi (n.
17 agosto 1953), celibe, laureato all'Accademia di Belle
Arti di Firenze in pittura e scultura, nel 2019 nominato
Accademico d'Onore nella famosa Accademia delle Arti del
Disegno, che vide iscritti, tra gli altri, Donatello,
Leonardo da Vinci, e Michelangelo Buonarroti, risiede a
Firenze, Antonietta (n. 25 gennaio 1955), medico,
risiede a Firenze, Giampiero (n. 23 gennaio
1959), professore, ha per figlio Roberto, e Pierpaolo (n.
23 agosto 1966), sposato il 14 giugno 1994 ad Elvira
Beltrano, ha per figli Francesca (n. 31 ottobre
1995), e Federico (n. 27 maggio 1998). |
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Donna Angela, consorte
del Barone Luigi Micciulli, sullo sfondo il Palazzo
Micciulli di Soveria Mannelli.
A destra: Donna Maria Carmela de Marco, consorte di Don Giovan
Battista |

Don Roberto e consorte Maria Olivito, con
suo fratello Don Luigi Arcuri |
Palazzo Arcuri, ala sud
dimora del ramo di Giovan Battista juniore, lato
nord-ovest. A destra: Palazzo Arcuri, ala sud, lato
nord-ovest |
Girolamo Maria juniore
(† Scigliano, 3 maggio
1860 all'età di 80 anni), in seconde nozze sposò
Carlotta Accattatis,
figlia di Cesare, i capitoli matrimoniali furono
stipulati il 18 dicembre 1809; l'atto fu stipulato “nel
quarto superiore del palazzo del costituito Signor Don
Cesare Accattatis sito in Diano, luogo detto li Grilli,
e proprio nella terza camera verso ponente, ove sono tre
aperture ed in presenza del Signor Giuseppe Gabriele
figlio di Bartolomeo e gentiluomo, e Signor Carmine
Cerminara figlio del fu Bartolomeo, civile, domiciliati
in questa suddetta città”. Si sposarono il 27 febbraio
1810.
Girolamo Maria juniore con Carlotta ha avuto come
figli: Maria Aloise Rachele (n. Scigliano,
7 gennaio 1811); Giacinto Maria Luigi Alberto (n.
Scigliano, 11 novembre 1812); Maria Francesca
Clementina (n. Scigliano, 14 settembre 1814); Maria
Giuseppa Domenica Elisabetta (n. Scigliano,
17 marzo 1816); Paolo Mario Giuseppe Felice (n.
Scigliano, 28 gennaio 1818); Maria Rosa
Gesualda (n. Scigliano, 28 maggio 1819); Giuseppe
Maria Stanislao (n. Scigliano, 2 febbraio 1821); Tommasina
Maria Michelina Angela (n. Scigliano, 28 settembre
1822); Marianna Gesualda (n. Scigliano, 25
dicembre 1823); Giovanna Maria Teresa (n.
Scigliano, 26 aprile 1825); Maria Clementina Vittoria
Aurelia (n. Scigliano, 5 ottobre 1826); Francesco
Valentino Bernardo (n. Scigliano, 14 febbraio
1828); Luigi Maria Tommasino (n. Scigliano,
15 ottobre 1829); Giacinto, celibe;
Gregorio Maria Tommasino (n. Scigliano, 4 maggio
1833); e Tommasino Nicola Maria (n. Scigliano, 6
dicembre 1834), sposato a Franceschina de Marco, ha
avuto come figli: Luisa, sposata a Giuseppe Arcuri; Adelaide,
sposata a Deodato Arcuri (il suo ramo si
descriverà di seguito); Elvira, sposata a
Filippo Micciulli; Carlotta, sposata a Nicola
Micciulli; Ernestina; e Girolamo, sposato
ad Emma Montemurro di Mangone, ha avuto come figli: Franceschina,
sposata ad Antonio Gentile; Ugo; Dora; Giuseppe; Tommaso,
sposato ad Ida de Marco, ha avuto per figlie Fiorella,
sposata ad Augusto De Bove, ed Anna Maria; Mario,
sposato a Giuseppina de Marco, ha avuto per figli, Mirella, Maria
Luisa, Daniela, e Gianluca (n. 1968),
sposato a Simona Pongetti (n. 1972) ha per figli Alessandro (n.
2003) e Diego (n. 2010), emigrati a Senigallia a
metà degli anni cinquanta del Novecento; e Guido (n.
1927), sposato a Lucia Pallone (n.
1925), ha avuto come figli, Paolo (n. 1968),
sposato a Patrizia Beraldi di San Pietro in Guarano, ha
avuto come figli Lucia (n. 2005), Guido (n.
2007) e Rosa (n. 2012), ed il primogenito Girolamo (n.
10 aprile 1966), sposato ad Adriana Mariagrazia Cortese
di Crotone, ha per figlie Beatrice Rita Carol (n.
2006), e Giorgia Maria Lucia (n. 2012). |

Palazzo Arcuri, ala
nord-ovest, dimora del ramo di Tommaso |
Il citato Deodato Arcuri, appartenente ad altro
ramo della famiglia, sposato ad Adelaide Arcuri,
ha avuto come figli: Emilia; Bianca; Francesco (n.
Scigliano, 9 febbraio 1914), insegnante nell'Istituto
Magistrale Lucrezia della Valle di Cosenza, dove
risiedette, sposato con Teresa Notti di Carpanzano, non
ha avuto prole; ed Oscar (n. Scigliano, 2 ottobre
1918), laureato in scienze naturali, ha insegnato
all'Istituto Magistrale Lucrezia della Valle di
Cosenza, dove risiedette, sposato a Teresa Ceraudo, ha
avuto come figli: Deodato (n. 29 giugno 1959),
medico, sposato a Francesca Paola Capocasale (n. 26
marzo 1965), avvocato, ha avuto per figli Alessia (n.
8 ottobre 1996), Oscar (n. 4 ottobre 1998); Adelaide (n.
8 luglio 1961), avvocato; e Gabriella (n.
24 luglio 1963), avvocato, sposata a Roberto Stella,
farmacista. |

Palazzo Arcuri
appartenuto al ramo di Deodato |

Palazzo Arcuri, portale |

Scigliano, Quartiere
Calvisi, chiesa di San Nicola, Cappella dedicata alla
Madonna del Rosario, juspatronato
di un altro ramo della Famiglia Arcuri |

Chiesa di San Nicola,
Cappella dedicata alla Madonna del Rosario, variante
dello stemma Arcuri, timbrato da una corona
assimilabile a quella di patrizio, con una stella a
sette punte nel cantone sinistro del capo |
_________________
Bibliografia:
- Archivio
privato del N.H. Girolamo Arcuri.
- Archivio privato del N.H. Pierpaolo Arcuri.
- Gaetano Montefuscoli, “Imprese ovvero stemme delle
famiglie italiane”, Vol. III.
- Francesco Antonio Accattatis, “Storia di Scigliano”
1749 Voll. I-II, manoscritto stampato a cura di Isidoro
Pallone, Editrice Casa del Libro, Cosenza 1965.
- Luigi Accattatis, “Le biografie degli uomini illustri
delle Calabrie”,Vol. III.
- Gustavo Valente “Dizionario bibliografico biografico
geografico storico della Calabria” Vol. I, Frama Sud
1989.
- Mario Gallo, “Pedivigliano Fonti Storiche e Stato
delle anime del 1790”,
con il Patrocinio del Comune di Pedivigliano e dell’Associazione
Culturale
Pedivigliano 200.
Amministrazione Comunale Pedivigliano 2020.
- Ivan Pucci, “Gli stemmi araldici nel contesto urbano
di Cosenza e dei suoi casali”, Edizioni Orizzonti
Meridionali, 2011.
- Ezio Arcuri, “Notizie della Città di
Scigliano e dei suoi Casali del Parroco D. Giuseppe
Talarico”, prefazione di Leonardo Falbo, Falco
Editore.
- Mario Pellicano Castagna “La Storia dei
Feudi e dei Titoli Nobiliari della Calabria” Vol.II,
Editrice C.B.C. 1996.
- https://www.storiadigitale.it/portale-della-storia-degli-italiani.
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