
Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
|
 |
Famiglia Stocco |
A cura del dr. Giuseppe Pizzuti |
Arma:
d'azzurro, ai due stocchi al naturale all'elsa d'oro
decussati con le punte in basso, accompagnati da tre gigli
d'oro: due uno per lato ed il terzo in punta; il tutto abbassato
sotto il capo d'oro all'aquila bicipite di nero.
Altra:
d'azzurro, ai due stocchi d'oro decussati con le punte in alto,
accompagnati da quattro gigli dello stesso, uno per lato;
all'aquila bicipite di nero nel capo
(1).
Altra:
d'azzurro, ai due stocchi al naturale manicati d'oro decussati
con le punte in basso e cantonate da quattro gigli d'oro.
Altra: di verde, ai due stocchi al naturale manicati d'oro
decussati con le punte in basso e cantonate da quattro gigli
d'oro; col capo d'oro all'aquila bicipite di nero. |
Titoli:
patrizi di Cosenza, baroni.
Motto:
UNA FIDES
Dimore:
Cosenza, Scigliano (oggi Adami di Decollatura), Nicastro,
Taverna, Sant'Agnello, Portici, Maiolino di Gizzeria.
Patrono:
San Simone Stock, Sant'Antonio abate e San Francesco di
Paola. |

Cosenza, Chiesa di S. Francesco di Paola, stemma Stocco
sopra l'Altare Maggiore |
Un'antica
tradizione orale la vuole di origine inglese, la
famiglia venera nella sua cappella San Simone Stock (Aylesford,
1165
† Bordeaux, 15 maggio 1265), entrò nell'Ordine
Carmelitano e ne favorì la diffusione sia in Inghilterra
che nel resto d'Europa, fu il VI Priore Generale
dell'Ordine.
Giunsero a Cosenza nel medioevo dove godette il
patriziato. Si diramarono a: Scigliano
(2), e da quì
a Taverna e Nicastro
(3).

La Madonna dona
lo scapolare a San Simone |
A seguire Palazzo Stocco in Adami di Decollatura |

Stemma famiglia Stocco |

Adami, Cappella
Famiglia Stocco,
esterno. |

Adami, Cappella
Famiglia Stocco,
interno |

Lastra tombale
. |

Stemma Stocco con
le famiglie imparentate sulla tela dell'Altare
raffigurante Sant'Antonio abate |
Ugolino Stocco nel 1302 fu
investito di un feudo.
Ugo,
familiare di re
Roberto d'Angiò, barone di vari feudi, tra di
essi:
Accadia,
Acquaterio,
Montedoro,
Flumeri,
Paragiato.
Giovanni, fu erede dei citati feudi ed
alcuni li alienò, ebbe per figli:
Giovan
Battista, fu Sindaco dei Nobili di
Cosenza nel 1449;
Pietro
Francesco, vivente nel 1459.
Nicola,
nel 1470 fu gratificato da re
Ferdinando I d'Aragona per i servigi militari
resigli, concedendogli il
feudo di Ciambra
ossia della Porta della città di
Nicastro
Paolo,
figlio primogenito di Nicola successe a suo padre nel
feudo di Ciambra, concessione confermata da re
Federico I d'Aragona nel 1497 e dal vicerè
don Giovanni d'Aragona nel 1508; nel 1489 ebbe in feudo
la
Bagliva e
la Mastrodattia della Città di
Scigliano
(il suo ramo verrà descritto nel paragrafo successivo).
Pietro
Giovanni, fratello di Paolo,
fu il capostipite del ramo
tuttora fiorente in Adami di Decollatura, ebbe per
figlio
Pietro
Francesco che sposò Caterina
Sersale e
generarono
Giovan Battista che sposò in prime nozze
Geronima
Carafa dei duchi
di Nocera, ebbero per
figlia
Chiara,
battezzata nella chiesa parrocchiale di Diano (quartiere
di Scigliano) il 2 febbraio 1596,
sposò Pietro
Cavalcanti
di Filippo, barone di Regina; ed in seconde nozze
Cornelia Cavalcanti
ed ebbero per figli:
Lucrezia,
sposò Salvatore Cavalcanti, e
Pietro
Francesco († 1676), sposando Giulia del
Preite ebbero per figli:
Antonio, sposato a Maria
della Monaca
(rimasta vedova si risposò in casa
Dattilo
ed ebbero per figli Pietro Francesco e Paolo che sposò
Teresa
Guzzolino
dalla quale non ebbe figli);
Domenico,
morì improle; e
Pietro
Giovanni, testò il 23 gennaio 1715,
aveva sposato Caterina Fanosa ed ebbero per figli:
Beatrice,
Giulia,
Maria,
Gregorio,
non ebbe prole, e
Domenico,
sposato a Caterina de Riso ebbero per figli:
Gregorio;
Angela;
Agostino;
Filippo, sposato
ad Anna Blasco,
nobile di Taverna, si trasferì in questa città, ha avuto
come figlia Eleonora (n. Taverna † Amantea, 15
gennaio 1853 all'età di 86 anni), sposata ad Antonio
Procida di Nocera, si trasferirono in Amantea;
Giuseppe;
Francesco, sposato a Caterina Dardano,
nobile di Taverna, si trasferì in questa città;
Ferdinando;
e
Giovanni, sposato a Diana
Rossi
generarono:
Saveria,
sposata nel 1772 a Francesco
Valignano;
Giulia;
Eleonora;
Faustina, sposata a Domenico
Parisio, ebbero
per figlia Rosa che andò in sposa a Giuseppe Maria
Cosentino di
Aprigliano;
Paolo,
morì in giovane età;
Odoardo (1758), fu tenente colonnello;
Paolo Antonio, per la fedeltà dimostrata
a
Ferdinando IV, contro il francese invasore,
nel 1804 fu nominato Cavaliere dell'Ordine
Costantiniano,
nel 1776 sposò Maria Isabella Catalano Gonzaga
dei duchi di Majerà; ed

Decreto emesso il
13/11/1804 di nomina a Cavaliere di Grazia del
Sacro
Militare Ordine Costantiniano di San
Giorgio a Paolo Antonio Stocco |
Antonio
Tommaso (1753 † 1833), sposato a Maria
Giuseppa
Caputo
dei duchi di Torano ed ebbero per figlie:
Saveria,
sposata in casa d'Ippolito;
Faustina, sposò Carlo Calvello;
Diana,
sposò in casa De Piro;
Anna Maria;
Maria
Teresa, sposò Francesco
Cavallo
di Amantea ed
Angela Antonia,
sposata al marchese Felice
d'Ippolito; tre i maschi:
Giuseppe
(celibe),
Giovanni
e
Francesco (Adami, 1806 † Nicastro, 1880)
fu battezzato dal principe ereditario Francesco, duca di
Calabria
(4)
in quanto al momento della nascita era ospitato in Adami
dal barone Antonio Tommaso, proveniente da Cosenza
(accolto tra gli altri dal marchese Antonio
Ferrari d'Epaminonda
in qualità di Sindaco dei nobili) in fuga verso la
Sicilia a causa dell'occupazione dei francesi; gli fu
imposto il nome dell'erede al trono.
Conseguì i primi studi a Cosenza nel Real Collegio (già
Collegio dei Gesuiti fondato nel Cinquecento per
l'educazione dei giovani nobili). Dal 1825 risiedette in
Napoli per volere del padre; suo padrino, Francesco I re
delle Due Sicilie, lo nominò cavaliere di corte; la
corruzione che vide in essa ed i soprusi che venivano
perpetrati nei confronti dei meno abbienti lo indussero
a maturare un sentimento anti monarchico; verso la fine
degli anni trenta aderì alla Giovine Italia il cui
esponente di spicco in Calabria era Benedetto Musolino.

Francesco Stocco,
generale, stampa del 1860 |

Adami, Cappella
Famiglia Stocco, lapide in memoria
del generale Francesco Stocco |
Nel 1847 a Napoli, fu arrestato per avversione al
regime, stessa sorte toccò al barone Francesco
Guzzolino
e al barone
Marsico. Fu liberato nei primi mesi del
1848; fece ritorno in Calabria, prese parte
nell'organizzare la rivolta che si consumò nel mese di
giugno con la repressione del generale Ferdinando
Nunziante. Fu costretto all'esilio a Malta e,
successivamente, tra Nizza e Genova; incontrò Garibaldi
e Mazzini. Partecipò alla “Spedizione dei Mille”,
comandò una delle sette compagnie. Successivamente, a
Palermo, Garibaldi lo nominò colonnello, e
successivamente maggior generale con decreto
dittatoriale del 27 agosto 1860 dal quartier generale di
Mileto; in seguito, Governatore di Catanzaro, ma
preferì raggiungere Napoli, per cui emanò un decreto nel
quale nominò Governatore il nipote Vincenzo. |

Arma personale, si possono notare all'interno
dello scudo pezze, figure e smalti dello stemma di famiglia; in
alto, la timbratura è costituita dalla corona di patrizio
accompagnata dall'elmo; ai lati dello scudo bandiere rosse usate
dai
garibaldini, il nastro azzurro in punta all'asta in onore
dell'azzurro sabauda; tamburo e un cannone rappresentano le
battaglie |
Dopo l'unità d'Italia, nel
1862, fu integrato con lo stesso grado di maggior
generale nel corpo volontari italiani e nello stesso
anno nell'esercito regolare italiano; ebbe il comando
della Brigata Aosta che lasciò poco dopo per motivi di
salute. Collocato a riposo nel 1863, si ritirò a
Nicastro; amava soggiornare a lungo nella sua villa di
campagna in contrada Maiolino, ricadente nel comune di
Gizzeria, rimase celibe.
,%20sullo%20sfondo%20villa%20di%20Maiolino.gif)
Barone Antonio
(1930-2017), sullo sfondo villa di Maiolino |

Villa di Maiolino,
stemma |

Medaglia del
Regio Torpediniere Francesco Stocco |
Il citato
Giovanni
(Nicastro, 1800 † 1841) fratello del generale Francesco,
sposando Letterina Tavano di Feroleto diede prosieguo
alla fioritura del ramo ed ebbero numerosa prole:
Giulia,
sposata in casa Procida;
Giuseppa,
sposata al barone Nicotera;
Maria;
Giuseppe;
il citato
Vincenzo
(Feroleto, 1822 † Villa Sisina in Portici, 1893)
garibaldino, patriota, Governatore di Catanzaro,
nominato senatore del Regno d'Italia nel dicembre del
1890;

Adami, Cappella
Famiglia Stocco,
lapide in memoria di Vincenzo Stocco
|

Portici, Villa
Sisina, qui visse
il senatore Vincenzo Stocco.
Di lato: Adami, Cappella
Famiglia Stocco,
lapide in ricordo di Donna Letterina
Stocco |
|
 |

Don Vincenzo
Stocco, patrizio cosentino |
Paolo,
garibaldino e patriota, si distinse nei moti del 1848,
morì del 1908 a Napoli; Edoardo, garibaldino e
patriota, capitano nei Cacciatori della Sila,
successivamente ebbe i gradi di maggiore, morì nel 1863.

Edoardo Stocco,
garibaldino e maggiore dell'esercito |
Antonio (1833
† 1910),
garibaldino e patriota, nel 1860 fu comandante il 2°
Reggimento Cacciatori della Sila col grado di
colonnello; quest'ultimo, fu erede universale del
generale Francesco compreso il titolo.

Lapide in
memoria di Antonio Stocco
(1833 † 1910),
patrizio di Cosenza |
Di lato:
ritratto di Antonio Stocco
(1833 † 1910) |
|
 |
Sposò l'inglese Luisa
Tounshend Smith ed ebbero per figlie femmine:
Paola
(Decollatura, 1866), sposata a Maurizio Mariani, fu
Segretario Generale del comune di Napoli;
Eleonora
(Sant'Agnello, 1871), sposata ad Enrico
Padiglione,
Senatore del Regno;
Beatrice
(Sant'Agnello, 1872), sposata al cav.
Carpi, Colonnello;
Maria
Giuseppa (Decollatura, 1873), nubile.
Per figli maschi ebbero:
Giovanni
(1864), primogenito, il quale ereditò il
titolo, fu cavaliere dell'Ordine dei SS. Maurizio e
Lazzaro, cavaliere della Corona d'Italia, sposò Elena
Caldwell ed ebbero per figlio
Antonio
(1894), che morì prematuramente nel terremoto di
Messina;
Antonio
(1875) celibe;
Francesco
(1876), sposò Maria Foitik (figlia di Carlo, Ispettore
di Campo di Battaglia dell'Imperatore Francesco
Giuseppe) con la quale ebbe per figli:
Francesco
Carlo, rimase celibe, e
Maria Luisa;
Vincenzo (1873), sposato a Maria Bonacci
ebbero per figli:
Eluisa
(1913);
Maria
Pasqualina (1919), sposata a Francesco
Strani;
Beatrice (1936) sposata a Domenico
Milano, notaio;
Edoardo
(1922);
Innocenzo
(1924), sposò Maria Teresa Aprea e generarono
Eleonora
e Pier
Francesco (1973 † 2019), celibe;
Giovanni
(1926)
ed
Antonio
(1930 † 2017) futuro barone.
Il titolo passò a Francesco Carlo, primo nipote di
Giovanni (1864).
Antonio (figlio di Vincenzo e di Maria Bonacci) ereditò
il titolo da suo cugino Francesco Carlo, sposando sua
cugina Maria Luisa, hanno avuto per figli:
Paolo
(1959 † 2015) celibe; ed il primogenito barone
Giovanni (1958), patrizio di Cosenza,
attuale rappresentante della casata. |
.gif) |
,%20morirà%20nel%20terremoto%20di%20Messina.gif) |
Paola (1866). A destra:
Antonio (1894), morirà nel terremoto di Messina |
Carlo Foitik, Ispettore di Campo di
Battaglia dell'Imperatore Francesco Giuseppe e sua
figlia Maria |
Il Barone Giovanni Stocco
e sua zia Donna Beatrice Stocco |

Stemma Stocco ingollato
alle insegne dell'Imperatore Carlo V |
Gli Stocco e il Feudo di Archis e Petritiis |
Nicola
Stocco di Scigliano,
notaio in Nicastro, sposato con Imperata Mazza, nel 1472
comprò da Giovanni Andrea Mazza una sezione del
feudo
di Archis e Petritiis (o Roberto de Archis e Petritiis,
più precisamente de Petrusiis come scrisse Francesco
Antonio Accattatis nella sua
Storia di Scigliano
Vol.I pag. 195)
situato in
Calabria Citra (ricadente negli attuali comuni di
Scigliano in provincia di Cosenza e Martirano in
provincia di Catanzaro).
Paolo
(† 14 novembre
1542) figlio del barone
Nicola, fu erede del feudo, gli venne rinnovata
l'investitura da re Ferdinando
I d'Aragona nel 1489, nel 1499 re Federico gli
concesse il
privilegio di familiarità perpetua
e di perpetua esenzione dal pagamento delle fiscali. Nel
1512 venne aggregato con la sua discendenza al
patriziato di Cosenza, sposò Covella
Cavalcanti.
L'imperatore
CarloV
ritornando vittorioso
dall'Africa nel mese di novembre del 1535 passò per le
montagne di Scigliano, il suo esercito alloggiò a
Scigliano dove fu accolto con segni di particolare
stima, l'anno successivo l'imperatore confermò i
privilegi della Città di Scigliano, con altro privilegio
dato nel Castello nuovo di Napoli il 26 novembre del
1536, molti cittadini furono decorati col titolo
di
Nobiles
et egregii viri,
per la Famiglia Stocco lo
furono:
Paolo,
Sansonetto,
Antonio,
e
Giulio.
Ferrante
o
Ferdinando
Stocco († 1562), figlio
del barone Paolo, gli successe nel feudo, l'imperatore
Carlo V gli concesse il privilegio di aggiungere
l'aquila imperiale nello stemma con il ditterio
UNA
FIDES;
restaurò la cappella in San Francesco di Paola di
Cosenza, fu Sindaco dei Nobili di Cosenza; sposò
Isabella Malena da Rossano.
Giulio
Cesare
(† 1587), nel 1564 ebbe
significatoria di rilevio per il feudo come erede per la
morte del padre, barone Ferrante, acquistò il feudo di
Campitelli o Capitelli in territorio di Altilia; suo
fratello
Nicola Maria
sposò
Diana
Beccuti
ed ebbero per figlio
Giulio
che sposò Cornelia
Scaglione ed ebbero per
figli:
Francesco
(battezzato il 3 agosto 1577),
e
Paolo
(battezzato il 2 febbraio
1581), sposato ad Eleonora Monizia generarono
Ferrante o
Ferdinando
(Taverna, 1611 †
Cosenza, 1662), conseguiti i primi studi in patria, li
proseguì a Napoli, Roma e Bologna per poi stabilirsi a
Cosenza; fu poeta, filosofo e matematico. Presidente
dell'Accademia Cosentina alla quale, nel 1591, aveva
dato nuovo slancio l'arcivescovo di Cosenza Giambattista
Costanzo e denominata in suo onore “Accademia dei
Costanti”, tra i sodali di questo rinnovamento
ricordiamo: Pirro
Schettini,
Carlo
d'Aquino, Diego
Barracco, Marzio
Cavalcanti,
Ignazio
Sambiase e Daniele
de Matera. Fu oggetto di calunnia in materia di
religione, inquisito, fu tenuto in carcere a Napoli per
tre anni; ne uscì indenne anche se provato, ritornò a
Cosenza, pubblicò diverse opere fatte stampare dalla
tipografia
di Majo e Russo nel 1657 in anonimato per evitare
d'essere nuovamente indagato. Fu di spirito liberale e
patriottico, gran parte del suo patrimonio lo donò in
beneficenza.
|

Stemma Beccuti |
Agostino
(† 1638), figlio del barone Giulio Cesare, ereditò i
feudi, cedette il feudo di Campitelli a Francesco
Mantuani.
Ferrante juniore , nel 1642, ebbe
significatoria di rilevio del feudo come erede per la
morte di suo padre, barone Agostino.
Cecilia Stocco († 5 novembre 1695),
successe nel possesso del feudo come erede di suo
fratello Ferrante juniore morto improle; aveva sposato,
nel 1652 a Scigliano, Francesco Maria Mirabelli,
patrizio di Amantea.
Daniele Mirabelli Stocco (1655 † 1736)
successe nel possesso del feudo come erede per la morte
di sua madre, baronessa Cecilia; sposò Ippolita
Grimaldi. di Catanzaro.
Ferdinando Mirabelli Stocco (1709),
figlio di Daniele, ereditò il feudo; sposò Chiara
Marincola dei baroni di San Floro ed ebbero per
figlia
Ippolita.
Vendette la sezione del feudo Archis e Petritiis ad
Antonio Mascaro con Regio Assenso del 1749. |
Gli Stocco e il Feudo Riccio (sezione Cutura) |
Feudo appartenuto anticamente alla famiglia Morano
(ricadente nell'attuale comune di Taverna in provincia
di Catanzaro), ad un certo punto fu diviso tra due eredi
creando due sezioni: di Pàntane e di Cutura.
Francesco Stocco († 1769) figlio di
Domenico e di Eleonora de Riso dei
baroni di Botricello, sposò Caterina Dardano di Filippo,
la quale ereditò il feudo di Cutura.
Filippo († Taverna, 1784), patrizio di
Cosenza, ereditò il feudo da sua madre Caterina, sposò
la nobile Anna Blasco.
Gaetano (Taverna, 1768 † ivi, 1796) di
Filippo, gli successe nel feudo, sposò Saveria de
Nobili.
Filippo juniore (1790 † 1820) di
Gaetano, ereditò il feudo, morì celibe.
Salvatore (o Ferdinando) (1793 † 1832),
fu erede di suo fratello Filippo nei titoli, sposò
Delfina Marincola Cattaneo con la quale ebbero per
figli:
Filippo
(1833 † 1893), celibe, e la primogenita
Saveria
la quale sposò il nobile di Taverna Francesco Blasco,
casata nella quale si estinse questo ramo degli Stocco. |
Altri esponenti di famiglia:
Anselmo, prese parte alla Congiura di Tommaso Campanella; riuscì a
salvarsi dalla repressione di Carlo Spinelli,
inviato del vicerè, trovando protezione in Roberto Dattilo,
marchese di Santa Caterina e Maestro di Campo del duca
d'Alba(5).
Lucrezia, sposò Salvatore Cavalcanti,
barone di Torano.
Alessandro da Cosenza, fu U.J.D., ebbe
per figlia Margherita,
la quale il 20 gennaio 1570 stipulò i capitoli
matrimoniali con Girolamo Mascaro,
figlio di Sigismondo, notaio Petrone de Petroni.
Marcello, nel 1581 fu Sindaco di Diano
(quartiere di Scigliano).
Simone,
è citato nell'atto di fondazione della chiesa di San
Rocco di Scigliano del 23 agosto 1578, notaio Camillo
Gualtieri.
Cesare,
di Scigliano, nel 1607 sposò donna Angela Castelletto.
Giulio,
nella prima metà del Seicento fu chierico in Scigliano.
Clarice, sposò Angelo Merenda.
Fulvia,
figlia di Domenico,
patrizio di Cosenza, sposò Giuseppe Accattatis di
Scigliano.
Dal Catasto Onciario della Città di Scigliano del
1753-1754 risultavano viventi: magnifico don Diego nobile
vivente di anni 55, Margherita Pallone moglie
di anni 45, Domenico,
figlio di anni 20, Felicia,
figlia di anni 16, Gaetano,
figlio di anni 13; magnifico don Francesco
Antonio nobile vivente di anni 42, Pasquale,
figlio di anni 11, Rosario,
figlio di anni 9, Tommaso,
fratello di anni 37, Agnese,
sorella di anni 46, Clarice,
sorella di anni 44.
Paolo fu Cavaliere
Gerosolimitano di devozione, ammesso il 5-VI-1790.
Francesco, del quale venne redatto nel
giugno 1788, dal notaio Francesco Rossi
di Cosenza, l'inventario dei suoi beni, tra
di essi 75 quadri.
Giuseppe Maria (†
1854), del ramo di Cosenza, patriota, vedeva nel governo
di Giuseppe Bonaparte e poi di Gioacchino
Murat la realizzazione dei
valori liberali; aiutò le popolazioni di Zumpano,
Rovella e Castiglione Cosentino colpite dal terremoto
del 1837, e successivamente coloro che furono colpiti da
colera nel 1844. Socio onorario della Reale Società
Agraria della provincia istituita per iniziativa del
barone Vincenzo Maria Mollo;
le sue doti in campo agricolo e nel commercio fecero
prosperare la famiglia, oggi vi è la contrada Concio
Stocchi ricadente nel comune di Rende dove sono
ancora visibili i ruderi del concio. Sposato a Cosenza
il 21 luglio 1814 con Rachele
Accattatis,
ha avuto come figli: Luigi Maria (n. Cosenza, 22
ottobre 1817); Luigi Maria Serafino (n. Cosenza,
24 agosto 1816); e Pasquale Nicola Maria (n.
Cosenza, 17 maggio 1815), sposato a Campana il 15 agosto
1841 con Gabriella Serafini, figlia di Luigi e di
Luigia Puglise, ha avuto come figli: Maria Anna
Amalia (n. Cosenza, 15 marzo 1844); Giuseppe
Maria (n. Cosenza il 28 ottobre 1845); Giuseppe
Maria Salvatore (n. Cosenza, 14 maggio 1848); Luigi
Pilerio Gabriele (n. Cosenza, 4 settembre 1849),
Matilde Maria Grazia (n. Cosenza, 3 luglio 1857),
Francesca Maria Filomena (n. Campana, 18 settembre
1861). |
Famiglie imparentate:
Beccuti, Blasco,
Caputo, Cavalcanti, de Riso, Furgiuele, Grandinetti,
Grimaldi, Le Piane, Marincola, Merenda,
Migliarese, Mirabelli, Monizia, Serafini,
Sersale, Scaglione, Tavano.
La famiglia è iscritta nell'Elenco Ufficiale della
Nobiltà Italiana del 1922 col titolo di patrizio di
Cosenza (m.).
Ricevuta, per giustizia, nel Sovrano Militare Ordine di
Malta nel 1798 come quarto
(6)
della famiglia Mirabelli
(Arch. Ord. Malta, Processo 4510); e nel 1662 come
quarto della famiglia Cavalcante (R. Arch. di Stato
Napoli, vol. 4, Priorato di Capua).
La famiglia è iscritta nel Registro dei Cavalieri di
Malta “per Giustizia”. |
______________
Note:
(1) -
Questo stemma è collocato sull'Altare Maggiore della
chiesa di San Francesco Paola in Cosenza, ancorchè
inusuale è ragionevole pensare che la famiglia abbia
dato un notevole contribuito per la costruzione della
chiesa o si siano fatti carico dell'intera realizzazione
dell'Altare, più probabile ipotizzare che sia stato
apposto in occasione del restauro della cappella ad
opera del barone Ferdinando Stocco (†
1562). A confermare che la famiglia ne avesse il diritto
di patronato è Davide Andreotti a pag.187 vol. II
nell'opera “Storia dei Cosentini” nella quale è scritto
che l'Altare Maggiore “...appartiene a Sertorio Duni del
Casale di Rossano, cessionario di Ciro Battista Stocco”.
(2) - Scigliano,
oggi comune in provincia di Cosenza, nei secoli riuscì a
non farsi infeudare; prima del 1811 il suo territorio
era molto più esteso e comprendeva gli odierni comuni
di: Bianchi, Carpanzano, Colosimi, Decollatura,
Panettieri, Pedivigliano, Soveria Mannelli, e Castagna
frazione di Carlopoli.
(3) - Oggi
parte integrante della città di Lamezia Terme.
(4) - Futuro
Francesco I; il titolo dell'erede al trono venne
ripristinato in duca di Calabria sostituendolo con
quello di principe di Salerno.
(5) - Congiura ordita nel
1599 da coloro che mal sopportavano gli spagnoli ed
ebbero come riferimento ideologico frà Tommaso,
domenicano e filosofo, autore della “Città del Sole”, lo
scopo era quello di realizzare sulla terra ciò aveva
teorizzato nella sua opera, veniva propagandato anche
con prediche ammonitrici dallo stesso frate Tommaso e
dal suo confratello Dionisio; tra gli altri congiurati
vi erano Paolo Ponzio e Maurizio de Rinaldis di Stilo i
quali alimentavano il malcontento facendo leva sul
carico fiscale imposto dagli occupatori. Nell'agosto del
1599 il nuovo vicerè Fernando Luiz De Castro, conte di
Lemos, inviava una lettera al re contenente le
confessioni rese all'avvocato della Regia Udienza di
Calabria Ultra di: Fabio di Lauro e di Giovanni Battista
Biblia, nelle quali si dissociavano dal disegno
criminoso portato avanti dai frati e da alcuni nobili. A
questo punto il vicerè inviò Carlo Spinelli, il quale
accertò che in diverse zone della Calabria vi erano
malumori e si stavano organizzando delle rivolte. I
rivoltosi furono arrestati e trasferiti nelle carceri di
Napoli, frà Tommaso scontò ventotto anni di carcere.
(6) - La
parentela di 1/4 della famiglia Stocco è collegabile
alla regola dei 4/4 per dimostrare l'appartenenza
nobiliare e il riconoscimento di taluni ordini. Il
matrimonio con i Mirabelli e i Cavalcanti sono stati
importanti sodalizi nella famiglia Stocco con famiglie
riconosciute nella loro qualità nobiliare.
_______________
Bibliografia:
- Luigi Amabile, “Frà Tommaso Campanella: la sua
congiura, i suoi processi, la sua pazzia”, Napoli, 1882.
- Archivio Famiglia Stocco, Adami di Decollatura (CZ).
- Marchese Vittorio Spreti “ Enciclopedia Storico
Nobiliare Italiana”, Vol. VI, pag.483.
- Carmelo Calci, “Le navi della regia marina Pepe,
Stocco, Nicotera e Bianchi”, in Storicittà XVIII, n.
178, dicembre 2009; Storicittà XIX, n. 179,
gennaio 2010.
- Luigi Palmieri, “Cosenza e le sue famiglie attraverso
testi atti manoscritti”; Tomo II Pellegrini Editore,
1999.
- Eugenio
Arnoni “La Calabria Illustrata, vol. III,
Cosenza”; Edizioni Orizzonti - Meridionali, ristampa del
1992.
- Berardo Candida Gonzaga, “Memorie delle famiglie
nobili delle province meridionali d’Italia”, Napoli
1875.
- Fabrizio
Castiglione Morelli "De Patricia Consentina
Nobilitate Monimentorum Epitome”, Venezia 1713.
- Mario Pellicano Castagna “La Storia dei
Feudi e dei Titoli Nobiliari della Calabria” Vol.I
pagg.126-128, Vol.IV pagg.215-216; Editrici Frama Sud e
C.B.C. 1984 -2002.
- Luca Irwin Fragale, Microstoria e araldica di Calabria
Citeriore e di Cosenza. Da fonti documentarie inedite,
Milano, Banca CARIME, 2016.
- Amedeo
Miceli di
Serradileo in "Collezionismo e politica culturale nella
Calabria vicereale borbonica e postunitaria"; a cura di
Alessandra Anselmi - Gangemi Editore.
- Francesco Antonio Accattatis "Storia di
Scigliano" 1749 Voll. I-II, manoscritto stampato a cura
di Isidoro Pallone,
Editrice Casa del Libro, Cosenza 1965.
- Giuseppe Talarico "Memorie di Scigliano" 1782.
-https://www.storiadigitale.it/portale-della-storia-degli-italiani/#:~:text=realizza%20la%20duplice%20finalit%C3%A0%20di,%2C%20
Archivi%20parrocchiali%2C%20Archivi%20diocesani. |
|