
Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Famiglia Arditi |
Arma: di azzurro alla fenice sulla sua immortalità,
fissante un sole a destra, il tutto d’oro.
Dimore: Presicce, Lecce, Casarano, Roma e Napoli. |

© Napoli - Stemma della Famiglia
Arditi |
Dopo le sanguinose battaglie di Pavia del 1299 e 1300
gli esponenti delle famiglie Beccaria e Conti dovettero
abbandonare le loro terre; i Conti si rifugiarono a
Napoli cambiando il cognome in Arditi e innalzarono per
arma la fenice in segno di rinascita, il cognome fu
cambiato in
Arditi ai tempi dell'Imperatore
Federico II per il gran numero di ostaggi che
riuscirono a portare in occasione della guerra
combattuta contro le città Lombarde.
Il feudo di Valentini, in
Principato Citra, apparteneva alla famiglia
Arditi già ai tempi di re
Alfonso d’Aragona, infatti risulta che nel
1444
Pietro Arditi,
barone di Valentini,
pagava la somma di once sei e tarì ventisei per
contribuzione imposta al baronaggio del Regno
(1).
Giuseppe Leonardo, Regio Squadrerio,
partecipò alla
battaglia d’Otranto.
Troilo
Arditi, valoroso milite, fu nominato cavaliere dell'Ordine
dell’Ermellino dal
re Federico
d’Aragona.
Geromino Arditi, degli antichi signori
di Valentino, fu nominato
cavaliere aurato
dall’Imperatore
Carlo V il 18 marzo 1554, e gli riconosceva
l'antico stemma, con la facoltà di cimarlo con corona
reale. |

© Napoli - Altare famiglia Arditi |
Il 20 settembre 1682 il casato fu decorato da
Carlo II d’Asburgo-Spagna col titolo di
marchese sul cognome
nella persona di
Benedetto;
al quale per l'intermedia persona di
Giacomo,
Gaspare
e
Melchiorre,
gli successe
Donato
che ne ottenne il 22 dicembre 1796 l'intestazione al
foglio 890 t. del
Cedolario.
Il titolo fu
incardinato, con privilegio del 5 luglio 1797, sul
feudo
di Castelvetere,
acquistato da
Michele
senior
Arditi (1746 † 1838)
con Regio Assenso 20 febbraio 1797.
La famiglia si era da tempo trasferita a Precicce,
splendida cittadina in
Terra d’Otranto, senza mai spezzare i legami
con Napoli.
Il personaggio che diede più lustro al casato fu il
citato
marchese di Castelvetere Michele
senior
(Presicce, 13 settembre 1746 †
Napoli, 23 aprile 1838), antiquario ed
archeologo italiano, zio del celebre storico Giacomo
(1815 † 1891).
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Michele fu direttore degli scavi del Regno di Napoli,
ampliò gli scavi di Ercolano e di Pompei. Portò alla
luce l'Anfiteatro Campano, le rovine del quarto tempio
di Pesto e salvò dalla rovina il tempio di Venere
in Baia. Per le sue opere ricevette, oltre ai titoli
ereditari della sua famiglia, di marchese di
Castelvetere e degli antichi baroni di Valentino, un
altro titolo personale di Marchese, una commenda di
Napoli e un'altra dell'Aquila Rossa di Prussia, nonché
sei decorazioni cavalleresche italiane e straniere. Fu
uno dei benefattori dell’Augustissima
Arciconfraternita ed Ospedali della SS. Trinità dei
Pellegrini e convalescenti. |
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Giuseppe
(n. 26 luglio 1813), al quale con Regio Rescritto del 3
agosto 1855 venne riconosciuto il titolo di marchese di
Castelvetere, professore, sposato il 17 novembre 1832 a
Nicoletta Sossi-Sergio.
Giacomo
(21 marzo 1815 † 1891),
marchese di Castelvetere per successione a suo fratello
Giuseppe privo di discendenza, storico, sposato il 12
gennaio 1830 a Giovanna Sossi-Sergio (n. 6 luglio 1814),
ebbero per figli:
Adolfo
(n. 14 dicembre 1842);
Francesco
(n. 20 febbraio 1845), sposato il 12 agosto 1872 a Rosa
de Donatis da Casarano generarono
Benedetto (20 dicembre 1873
† 1939), il quale ebbe
per figlio
Luigi
(1910 † 1980), marchese
di Castelvetere, cavaliere del
S. M.O. di Malta, sposò nel 1924 Eugenia Galati,
Giovanni (n. 15 ottobre 1876), e
Celestina
(n. 6 marzo 1882);
Luigi Carlo (n. 2 settembre 1852),
sposato il 23 novembre 1881 a Giulia de Donatis da
Casarano generarono
Michele (n. 6 gennaio 1883), ed
Amelina (n. 28 febbraio 1885). |
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Note:
(1)
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Così
racconta Don Michele Arditi
cavaliere gerosolimitano.
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Bibliografia:
- L'Araldo “Almanacco Nobiliare del Napoletano 1891”,
Enrico Detken, libraio editore, Napoli 1890. |
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