
Ovvero delle Famiglie Nobili e titolate del Napolitano,
ascritte ai Sedili di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano,
appartenenti alle Piazze delle città del Napolitano
dichiarate chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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AUGUSTISSIMA ARCICONFRATERNITA ED OSPEDALI DELLA
SS. TRINITA'
DEI PELLEGRINI E CONVALESCENTI. |
Nel 1578 sei artigiani
napoletani, tra cui Bernardo Giovino, decisero di costituire una
congregazione religiosa con lo scopo
dare accoglienza
e assistenza
ai numerosi fedeli di passaggio nella città di Napoli
per recarsi in pellegrinaggio ai Santuari sparsi per l'Italia.
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© Napoli - Chiesa SS. Trinità dei
Pellegrini |

© Il saio rosso dei Confratelli |
Nel 1579 papa Gregorio XIII (1502 † 1585), al secolo Ugo
Boncompagni, autorizzava la costituzione della
confraternita napoletana della SS. Trinità dei Pellegrini, con gli
stessi privilegi e titolo dei Confratelli di Roma; fu adottato come
veste un sacco di colore rosso con un cappuccio per coprire il volto
in quanto gli atti di generosità dovevano restare anonimi. |

© Statuto Arciconfraternita |

© Lettera di aggregazione alla
Confraternita di Roma |
Il 15 agosto 1579 furono accolti i primi pellegrini nella prima casa
ospitale (ospedale) allestita in alcuni locali del Monastero di S.
Arcangelo a Baiano.
Il numero degli ospiti salì vertiginosamente in quanto i fedeli,
spesso privi di risorse economiche, si sottoponevano a lunghi e
massacranti viaggi
a piedi e molti di essi si ammalavano durante il percorso;
occorrevano, quindi, locali più grandi, e nel 1581 l'Ospedale si
trasferì nel monastero di S. Pietro ad Arem.
Alcuni anni prima, intorno al 1570, Don
Fabrizio Pignatelli dei duchi di Monteleone aveva già progettato
la costruzione di una casa per i pellegrini su un suolo di sua
proprietà alla Pignasecca, nei pressi di Portamedina. Vide solo la
costruzione della chiesa che volle fosse intitolata a S. Maria di
Materdomini, morì nel 1577 prima dell'inizio dei lavori per
realizzare la casa d'accoglienza; per testamento lasciò la chiesa,
il suolo e un'ingente somma di denaro. |

©
Napoli - Chiesa S. Maria di Materdomini |

© Napoli -
particolare chiesa SS. Trinità |
Gli esecutori testamentari solo nel 1582 decisero di affidare il
lascito alla Confraternita dei Pellegrini che, nel frattempo, già
aveva ottenuto il titolo di Arciconfraternita per aver operato con
dedizione ed amore verso il prossimo. Nello stesso anno si dava
inizio ai lavori per la costruzione dell'Ospedale per i pellegrini e
i convalescenti, terminato nel 1591, al cui interno si realizzò
anche la chiesa intitolata alla SS. Trinità.
Nel 1600 furono accolti ben 80.000 pellegrini, lo stesso dicasi per
gli anni successivi.
Quando il pellegrinaggio si affievolì, l'Arciconfraternita continuò
la sua opera di carità trasformando la casa ospitale dei pellegrini
in ospedale sanitario.
Le donazioni arrivavano sia dal popolo minuto (artigiani, medici,
letterati, ecc.) e sia dagli aristocratici, tra cui
Ferrante Carafa marchese di S.
Lucido, Fulvio di Costanzo marchese di Corleto, Andrea
Giovene duca di Girasole,
Girolamo de Ponte marchese di Collenise,
Rodolfo
Acquaviva duca d'Atri,
Marcantonio Doria principe di Angri,
Vincenzo di Somma principe di Colle,
marchese Giovanni
Sanfelice, Filippo
Albertini principe di Cimitile, conte
Emmanuele Gaetani d'Aragona dei duchi di
Laurenzana e tanti altri; papa
Innocenzo XI volle iscriversi come Confratello Onorario, così fecero
i suoi successori sino al Pontefice Giovanni Paolo II. |

© Parte di una targa posta in memoria
dei benefattori |

© Napoli -
particolare chiesa SS. Trinità |
Nel 1809
i francesi decisero la soppressione dell'ospedale; il
malcontento popolare e le vibranti proteste, fecero sì che
l'ospedale riaprisse. Nel 1816 fu aperto il primo reparto di
chirurgia per far fronte ai numerosi feriti di guerra.
Nel 1968 l'attività venne interrotta perchè per legge l'attività
sanitaria passava alla sfera pubblica; l'Arciconfraternita dovette
staccarsi dall'ospedale ma, non recedendo dall'impegno di assistere
i sofferenti assunto quattro secoli prima, costituì il Centro
Assistenziale - Poliambulatorio Specialistico - alla cui Direzione
Sanitaria si sono alternati illustri primari ospedalieri,
confratelli dei Pellegrini. |

Napoli, il luogo dove si celebra
il rito di ammissione dei nuovi membri |
Durante il rito
di ammissione dei nuovi confratelli dell'Arciconfraternita, i nuovi
aspiranti, a domanda del celebrante, rispondono:
"Chiediamo di essere accolti tra i confratelli di questa antica e
gloriosa Arciconfraternita per vivere e testimoniare il comandamento
dell'amore fraterno e imparare dal vostro esempio a seguire Cristo
crocifisso, modello di carità per tutta l'umanità e, scorgere nel
volto sofferente e radioso del Signore morto e risorto. Aiutateci a
testimoniare il Vangelo e pregate perchè il Signore confermi con la
sua grazia il nostro proposito".
Alla fine del rito, si procede alla benedizione e consegna del saio
e, infine, all'abbraccio di pace tra i nuovi confratelli, il
celebrante, il Primicerio e tutti i confratelli presenti. |
Elenco di alcuni
Primiceri e benefattori: |
- Albertini di Cimitile Cav. Filippo, benefattore nel 1873;
- Amore (d') Maria Luisa, Contessa, benefattrice nel
1914;
- Azzia, Marchese della Terza, Primicerio dal 1591 al 1591;
- Battaglini Don Pompeo, Primicerio dal 1614 al 1616, dal
1619 al 1621, dal 1624 al 1625 e dal 1628 al 1629;
- Belmusto Don Ottavio, Primicerio dal 1679 al 1681;
- Bologna Don Carlo, Primicerio dal 1647 al 1648 e dal 1651
al 1653;
- Bonazzi di Sannicandro Francesco, Conte, benefattore nel
1918;
- Campione Don Vincenzo Maria, Primicerio dal 1718 al 1720,
dal 1722 al 1724, dal 1730 al 1732 e dal 1734 al 1736;

Vincenzo Campione |
- Capece Galeota, Marchese di Corleto (Capece Galeota), Primicerio dal 1602 al 1604;
- Caracciolo di Brienza, Marchese di Diano, Primicerio dal 1595 al 1596;
-
Caracciolo Don Decio, Primicerio dal 1584 al 1585 e dal 1593
al 1595;
- Carafa Don Marcello, Primicerio dal 1655 al 1657;
- Caravita di Sirignano Clementina, Marchesa, benefattrice
nel 1929;
- Carelli Luigi, Marchese, Primicerio dal 1924 al 1927;
- Carignani Francesco, Marchese, benefattore nel 1924;
- Cedronio Don Francesco, Primicerio dal 1799 al 1801;
- Ceva Grimaldi, Duca di Telese, Primicerio dal 1641 al 1643;
e dal 1645 al 1647;
- Cito Baldassarre, Marchese, Primicerio dal 1778 al 1780;
- Colonna di Paliano Stefano, Principe, sovventore della
ricostruzione post sismica del 1980;
- Compagna Piero, Barone, sovventore della ricostruzione post
sismica del 1980;
- Costagnola Giovanni, Marchese, Primicerio dal 1741 al 1743;
- Dentice Don Michele, Primicerio dal 1805 al 1807;
- Doria Marcantonio, Principe di Angri, Primicerio dal 1794
al 1796;
- Dura (di) Don Fabio, Primicerio dal 1631 al 1632 e
dal 1638 al 1640;
- Gaetani d'Aragona Emanuele, Conte, benefattore nel 1908;
- Galdo Gennaro, Avvocato, Commendatore, Primicerio dal 1939
al 1943;
- Gambacorta Don Pietro, Primicerio dal 1589 al 1591;
- Gesualdo Don Cesare, Primicerio dal 1621 al 1623;
- Giovino Don Berbardino, Primicerio dal 1579 al 1580;
- Girrazello Don Nicola Antonio, Primicerio dal 1604 al 1604;
- Grimaldi Don Meravaldo, Primicerio dal 1608 al 1609;
- Gurgo Flavio, Conte, Primicerio dal 1710 al 1712;
- Imperiale Michele, Marchese, Primicerio dal 1845 al 1849;
- Lagni Don Fabrizio, Primicerio dal 1581 al 1582 e dal 1583
al 1584;
- Leonessa (della) Don Francesco, Primicerio dal 1625
al 1626;
- Luca (de) Roxane, Principessa di Comitini,
benefattrice nel 1926;
- Mariconda Don Vincenzo, Primicerio dal 1580 al 1581;
- Mascambruno Don Francesco, Primicerio dal 1712 al 1714;
- Pagliano Salvatore, Conte, Primicerio dal 1927 al 1930;
- Pappacoda Don Francesco, Primicerio dal 1631 al 1632 e dal
1640 al 1641;
- Pascale Don Bartolomeo, Primicerio dal 1661 al 1663;
- Pignatelli Don Francesco, Primicerio dal 1634 al 1636;
- Pizzuti Don Francesco, Primicerio dal 1918 al 1921;
- Prato Don Francesco Maria, Primicerio dal 1630 al 1631;
- Rocco Orazio, Marchese, Primicerio dal 1736 al 1737;
- Saggese Don Giovanni Battista, Primicerio dal 1612 al 1614,
dal 1623 al 1624 e dal 1626 al 1628;
- Sanfelice Giovanni, Marchese, sovventore della
ricostruzione post sismica del 1980;
- Scondito Don G. Battista, Primicerio dal 1581 al 1581;
- Sanges Don Giovanni, Primicerio dal 1591 al 1593;
- Sangro (di), Principe di Chiusano, Primicerio dal
1648 al 1649;
- Seripandi Don Carlo, Primicerio dal 1617 al 1619;
- Sessa Gennaro, Marchese, benefattore nel 1860;
- Somma (di) Vincenzo, Principe di Colle, Primicerio
dal 1786 al 1788 e al 1792 al 1794;
- Sorrentino Don Fabrizio, Primicerio dal 1609 al 1610;
- Spadafori Don Antonio, Primicerio dal 1611 al 1612;
- Statella Giovanni, Conte, sovventore della ricostruzione
post sismica del 1980; |

Ritratto del Cardinale Carlo
Rezzonico |
- Tocco Don Giovan Battista, Primicerio dal 1655 al 1657;
- Torre Gioacchino, Marchese, Primicerio dal 1930 al 1938;
- Tracagni Augusto, Conte, sovventore della ricostruzione
post sismica del 1980;
- Trombatori Don Giovangeronimo, Primicerio dal 1610 al 1611;
- Vandeinden Ferdinando, Marchese, Primicerio dal 1665 al
1667 e dal 1671 al 1673;
- Vargas Don Alfonso, Primicerio dal 1616 al 1617. |
Nell'ipogeo
dell'Arciconfraternita riposano in pace i confratelli ivi
seppelliti. |
Elenco parziale
degli attuali confratelli: |
Abbamonte Giuseppe (n. Napoli, 17-3-1923), professore;
Aceto di Capriglia Salvatore (n. Napoli, 12-12-1960), avvocato e
giornalista; Benincasa Giulio (n. Napoli, 25-11-1971), medico
chirurgo; Buonocore di Arcelia Francesco (n. Napoli
5-10-1926), Conte, capitano di vascello; Capece Galeota
Giovanni, Conte; Castiglione Morelli Francesco (n.
Catanzaro,10-11-1932), magistrato, presidente di sezione
della Corte dei Conti); Cimino di Santamaria Federico
(n. Torre del Greco, 1-1-1932), Marchese; De Bellis Mario;
De Conciliis Ugo (n. Napoli, 19-11-1927), primario oculista;
De Gregorio Guido (n. Pietramelara, 29-5-1920); Del Barone
Giuseppe (n. Padova 12-3-1926), medico; Foglia Manzillo
Fabio, avvocato; Maffei Renato, magistrato; Mazzone
Ettore, Monsignore; Perrone Donnorso Raffaele (n. Napoli,
13-3-1939), primario, Duca; Putaturo Donati Viscido di Nocera
Federico Maria (Napoli, 3-4-1970), avvocato; Rocco di Torrepadula
Marco (n. Napoli, 30-6-1923), avvocato; Talamo Gennaro (n.
Napoli 20-4-1955), tenente colonnello CC. |

Stemma famiglia Positano |
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