
Ovvero delle Famiglie Nobili e titolate del Napolitano,
ascritte ai Sedili di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano,
appartenenti alle Piazze delle città del Napolitano
dichiarate chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Famiglia
Ciccarelli |
Arma:
d'argento ai due orsi al naturale
affrontati e sostenente una bomba fiammeggiante in atto di esplodere.
Residenza: Napoli |

© Napoli - piazza Santa Maria degli
Angeli |
Le origini della
famiglia Ciccarrelli (in antiguo Chicarel ?) non sono certe;
alcuni affermano che sia originaria della Francia perchè nei
Registri ricostituiti angioini, dal vol. XXX p. 31, compare lo
scudiero Pietro de Ciccarello. Nell'elenco delle famiglie
francesi calate in Italia con Carlo I d'Angiò (Paul Durrieu, Les
Archives Angevines de Naples, Paris 1887), il cognome Chicarel o
Ciccarelli non risulta. Il 'de' indica in genere un
toponimo di provenienza e all'epoca non è attestato in Francia o in
Provenza una località Chicarel oppure Checarel. In Italia
esiste una località Ciccarello a Reggio di Calabria e una
frazione Ciccarelli del comune di Monte San Giovanni Campano in
provincia di Frosinone.
La famiglia Ciccarelli nel 1815 ottenne il titolo personale di
barone e nel 1857 fu decorata col
titolo di
marchese di Cesavolpe.
Ricoprì prestigiosi uffici e nel 1785 fu investita del grado di
Cadetto militare, mentre nel 1833 fu riconosciuta ammissibile
nelle Regie Guardie del Corpo.
Don Ferdinando Ciccarelli sposò a Napoli il 13.3.1723
donna Alessandra Rosa d'Ulloa Severino
(nata a Napoli il 12.12.1684 † 31.7.1765). |
Nel 1780 fu istituito a Napoli, per la prima volta nel Mondo,
il
primo Albo degli Avvocati elaborato dal legislatore del Regno di
Napoli, il cui originale è conservato all’Archivio di Stato di
Napoli; tra gli iscritti figurano, tra gli altri, Bellissario de
Bellis e Michelangelo Cianciulli (Avvocati censori), Alessio del
Pozzo, Carlo Mastellone, Cesare Coppola, Cesare della Ratta,
Domenico Ciccarelli, Ermenegildo Albani, Filippo Sabatini
d’Anfora, Francesco d’Alitto, Francesco e Nicola Carrano,
Francesco Daniele, Giuseppe Cavallo, Giuseppe e Leonzio Ferri,
Giuseppe e Nicandro Riccardi, Giuseppe Domenico Longo, Matteo
Caravita, Michele Basile, Nicola Cito, Nicola Luigi e Vincenzo
Mancini, Pasquale d’Auria, Trojano Petra, ed altri. |

© Napoli - Albo degli Avvocati del 1780. |
Francesco Ciccarelli († 1881), marchese di Cesavolpe dal 1857,
acquistò per dimora della propria famiglia il monumentale
palazzo appartenuto alle sorelle Giovanna Raimonda Zufia, moglie
di Giambattista
Pescara duca di Saracena, e Isabella Zufia.
Il 30 maggio 1843 fu ammesso
come cavaliere di grazia, poi come cavaliere di giustizia il 26
ottobre 1856, del S. M.
Ordine Costantiniano di S. Giorgio.
Il figlio Giovan Battista fu ammesso come cavaliere di
giustizia, nello stesso Ordine, il 31 marzo 1859. |

© Napoli - ingresso Palazzo
Ciccarelli |

© Napoli - Arma dei
Ciccarelli |
L'edificio in
Napoli risalente al XVI secolo è appartenuto ai
seguenti illustri personaggi: dal principe del Carretto Doria al
marchese di Torriglia, dal marchese di San Marcellino al duca di
Saracena.
Nel
1882 Elvira Ciccarelli sposò a S.
Maria Capua Vetere don Alfonso
Gagliani.
Nel 1883 Enrichetta
Ciccarelli, marchesa di Cesavolpe, figlia del barone Giovanni e
di Maria Assunta
del Pezzo
dei duchi di Caianiello, sposò Nicola
del Balzo (Napoli, 1857
†
ivi, 1844), duca di Presenzano dal 1877.
Nel 1865 detto Francesco Ciccarelli,
marchese di Cesavolpe, ex
casale di Aversa appartenuto ai
Maresca, era proprietario di un
immobile ad Aversa. Il palazzo
il cui giardino confinava con il centro amministrativo delle
cospicue proprietà dei Certosini napoletani, nel 1620 fu
acquistato dai Certosini per 1.100 ducati da Fabrizio e Pompeo
Lanza;
successivamente passò a Scipione
della Marra
e quindi ai Ciccarelli. |

© Aversa - l'ingresso del palazzo
appartenuto ai Cicarelli |
La casa passò al barone Giovanni Ciccarelli, figlio di
Francesco, e nel settembre del 1886 alle nipoti.
Nel 1908 Enrichetta Ciccarelli, moglie del duca di Presenzano,
Matilde e Beatrice
Lante della Rovere alienarono l'immobile, di
piani due e trentotto vani, a Vincenzo Luciano
(2). |
© Napoli - Cappella
gentilizia dei Ciccarelli |
L'epitaffio
sulla lastra tombale del barone Francesco Ciccarelli, tradotta
in italiano, così recita: |
Sacello e sepolcro di juspatronato della famiglia Ciccarelli
Barone Francesco Ciccarelli
Cavaliere
del
Reale Ordine di Francesco I
Presidente della mensa(1)
pubblica dell’una e dell’altra Sicilia
Con eleganza restaurata
Anno 1836
Suoi e sue ceneri qui riposano in pace
Madre e moglie di queste ossa, da Caserta curarono la
traslazione.
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Nota:
1) - Mensa può stare anche
per collegio di avvocati, in quanto Francesco fu Uditore
presso il consiglio di Stato.
(2) - Giuseppe Fiengo e Luigi
Guerriero, "Il centro storico di Aversa - Analisi del
patrimonio edilizio", Arte Tipografica Editrice.
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Casato inserito nel 4° Volume
di "LA STORIA DIETRO
GLI SCUDI"
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