
Ovvero delle Famiglie Nobili e titolate del Napolitano,
ascritte ai Sedili di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano,
appartenenti alle Piazze delle città del Napolitano
dichiarate chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Famiglia del Balzo |
Armi:
la più antica: di rosso alla cometa
di sedici raggi d'argento.
successivamente: inquartato,
nel 1° e 4° di rosso alla stella a 16 raggi d’argento; nel 2° e
3° d’oro alla cornetta d’azzurro(1) legata e guarnita di rosso. |

© Capua - Stemma Famiglia del Balzo |
Alcuni autori, senza alcuna prova e
forse solo per cortigianeria, hanno individuato in Balbassare,
re degli Arabi, uno dei tre
Re Magi che portò a Gesù Bambino in dono dell'oro, capostipite
dei del Balzo o de Baux, giustificando così la presenza della
cometa, quale unico segno distintivo nell’antica arma del
casato.
La famiglia del Balzo o de Baux, originaria della Provenza, si
trasferì nel Regno di Napoli ai tempi di re
Carlo I d’Angiò
con Barral
(~†
1270),
signore dello stato di Balzo ( Baux ), e il figlio
Bertrando (~†
1305), il quale nel 1272 fu insignito col titolo di
conte di Avellino, quale
ricompensa per essere stato uno dei più valorosi cavalieri nella
battaglia di Benevento. |
Ricoprì la carica di camerlengo del Regno nel 1274; nel 1278 fu
Signore di Lauro, Conza, Calvi (nel 1292 il feudo di Calvi fu
acquistato dal nobile Benedetto
Gaetani), Padula
e Teano. Fu il progenitore
del ramo principale del casato che si estinse nel 1426.
Altro BERTRANDO
(~† 1309),
signore di Arces, con i suoi figli si trasferì nel Napoletano
sempre al seguito di Carlo I d’Angiò; fu il capostipite
dei
conti di Montescaglioso e
duchi d’Andria e,
successivamente, conti di Bisceglie
e di Copertino,
duchi di Venosa,
principi di Altamura ed altri
svariati titoli.
Signori di immensi territori, potendo viaggiare da Salerno sino
a Taranto senza lasciare le proprie terre, proprietari di ben
trecento castelli, fu annoverata tra le Serenissime
Sette Grandi Case del Regno(2). Suo
figlio BERTRANDO I († Napoli, 1351), Signore di Berre,
nel 1308 sposò, in prime nozze, la principessa Beatrice
(vedova di Azzo VIII marchese d’Este, signore di Ferrara, Modena
e Reggio), figlia ultimogenita del re Carlo II d’Angiò.
Questi, in occasione del matrimonio acquistò il feudo di
Acquaviva e di Andria e i castelli di Monte Sellicola e Casale
Aspero in Basilicata per farne «il dotario della principessa»
(2 bis). |

© Acquaviva -
L'arma più antica dei del Balzo
Foto del Prof. Francesco Liuzzi |

© Acquaviva -
Antico portale ala nord
Foto del Prof. Francesco Liuzzi |
I del Balzo, che esercitano il loro
dominio su Acquaviva per oltre un sessantennio nel corso del Trecento e
poi dal 1450 circa al 1496, lasciano visibile traccia della loro
presenza nello stemma araldico scolpito sulla chiave di volta della
antica porta di accesso al palazzo feudale di Acquaviva; in ormai
dispersi arredi (un altare ligneo presente nella vecchia chiesa di
Acquaviva prima della suo rifacimento cinquecentesco, stando a una
dichiarazione giurata del 12 ottobre 1787); nello stemma del casato
ancor oggi visibile all’interno del campanile della cattedrale. |

© Acquaviva -
Antico portale ala nord - particolare stemma
Foto del Prof. Francesco Liuzzi |
Nel 1309 Bertrando I fu nominato
conte di Andria,
conte di Montescaglioso e
conte di Squillace; nel 1331
sposò, in seconde nozze, Margherita d’Aulnay, figlia di Roberto, Signore
di Teano. |
Nel 1343 coprì l’incarico di
Gran Giustiziere
del Regno; nel 1346 fu Signore di Sorrento e Castellamare di
Stabia.
FRANCESCO, figlio di
Bertrando I e Margherita d’Aulnay, Signore di Sessa, Caramanico
e Noja, conte di Andria e Montescaglioso, nel 1350 fu
governatore di Napoli e sposò, in prime nozze, Luisa
Sanseverino dei
conti di Marsico. In seconde nozze sposò Margherita d’Angiò dei
principi di Taranto; nel 1351 fu insignito del titolo di
duca di Andria e nel 1381
sposò Sveva
Orsini, figlia di
Nicola, conte di Nola.
Nel
1353
Guglielmo
del Balzo
conte di Noja fu cavaliere dell'Ordine
del Nodo. |

© Lauro (AV) - Il castello che appartenne ai
del Balzo, conti di Avellino |
GIACOMO († 1384),
figlio di Francesco e Margherita d’Angiò, nel 1373 divenne
principe di Taranto, per
successione dello zio Filippo II d’Angiò. principe di Taranto,
nel 1382 sposò Agnese d’Angiò, figlia di Carlo, duca di Durazzo.
PIETRO († 1491),
detto PIRRO, figlio di Francesco (1410 † 1482)
conte di Bisceglie e Tricase e
Gran Conestabile del Regno, fu insignito dei titoli di
duca di Venosa nel 1454,
principe di d’Altamura nel
1462, conte di Acerra nel
1481. Ricopri l’alta carica di Gran Connestabile del Regno di
Napoli nel 1481; partecipò alla
congiura dei Baroni contro re
Ferdinando I d’Aragona, fu imprigionato e ucciso in Castel
Nuovo. Stessa sorte toccò al fratello ANGILIBERTO,
conte
di Noja, nominato duca di Nardò
nel 1483; sposò in seconde nozze Maria Orsini del Balzo,
contessa di Ugento, figlia di
Giovanni Antonio, principe di Taranto.
La figlia di detto Pietro o Pirro, ISABELLA (1468 † 1533)
nel 1486 sposò Federico, principe di Napoli e figlio di
Ferrante II
d’Aragona e di Isabella di Chiaromonte. |

© Napoli - Sepolcro di Isabella
del Balzo |
Durante
il viaggio nuziale, che da Canosa di Puglia la conduceva a Napoli,
Isabella soggiornò nel castello di Acerra, oggi Museo di Pulcinella, che
il poeta Rogeri de Pacienza così descriveva: “Avea il
castello stancie sì belle, che alloggiare ben ce poria omne re
pomposo. Stance ben acconze e adubate che a starce dentro era
deitate! “
Nell’ottobre del 1496 il sovrano di Napoli morì, Federico fu
incoronato nuovo re e Isabella del Balzo divenne regina di
Napoli. |

© Acerra (NA) - Il castello ove ha
soggiornato Isabella del Balzo, futura regina di Napoli
Per visitare il castello, oggi Museo di
Pulcinella, e info:
http://www.pulcinellamuseo.it/
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Nella chiesa di Santa Chiara di Napoli vi è la
cappella gentilizia, tuttora di proprietà e nella piena
disponibilità della Famiglia, ove, tra gli altri, insieme
all'ultima moglie, riposa in pace RAIMONDO (~1303 † Napoli,1375),
Signore di numerose terre tra cui Campagna, Vico, Flumeri,
Casaluce e Castrignano, insignito dei titoli di
conte di Ascoli nel 1332,
conte di Soleto nel 1352; ricoprì
le più alte cariche tra cui Giustiziere e Capitano Generale di
Principato Citra, di
Principato Ultra, Capitanata e Terra di Lavoro, Governatore di
Brindisi e Barletta,
Siniscalco
del Regno di Napoli. |

© Napoli - cappella gentilizia
Famiglia del Balzo |

© Napoli - cappella gentilizia
Famiglia del Balzo
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Detto Raimondo
ebbe tre mogli: Caterina
della Leonessa dei Signori di Montemarano, Margherita
d’Aquino,
contessa d’Ascoli, e Isabella Apìa.
Nominò suo erede universale il cugino
Nicola Orsini.
Sveva del
Balzo (~1300
†
1336), sorella
di detto Raimondo sepolto nella chiesa di Santa Chiara, sposò
nel 1330 Roberto Orsini, conte di Nola. I loro discendenti
ereditarono i numerosi feudi e titoli dal fratello di Sveva:
Raimondo del Balzo, conte di Soleto, e adottarono il doppio
cognome del BALZO ORSINI.
Uno dei più illustri personaggi fu RAIMONDO (†
1406),
detto Raimondello, Orsini del Balzo, principe di Taranto,
nominato dalla regina Giovanna I d’Angiò capitano della
provincia di Terra di Lavoro, con il compito di debellare il
brigandaggio. |
Egli emanò un’amnistia per i malviventi che
avrebbero chiesto perdono entro una settimana e, con altro
editto, obbligò tutti a non portare armi e viaggiare a piedi;
gli animali dovevano essere tenuti per le briglie. Fece
impiccare senza esitazione un rampollo della famiglia nobile
degli Arnone che, incurante degli ordini impartiti, fu sorpreso
nelle campagne in groppa al suo cavallo. |

© Napoli -
Sepolcro di Raimondo del Balzo - 1375 |

© Napoli -
Monumento di Beatrice del Balzo |
Raimondo, al comando di numerosi
cavalieri, fu inviato in Puglia da re
Carlo III di Durazzo
per conquistare la città di Barletta, i cui abitanti
appoggiavano Luigi d’Angiò che era giunto in Italia per
riconquistare il Regno. Sottomessa la città, non ebbe pietà dei
ribelli e condannò a morte nobili e militi, in numero elevato
tanto che si sollevò l’intera
Provincia di Bari
e Carlo III, per fermarlo dai suoi propositi, fu costretto a
ordinare la sua carcerazione.
Raimondo passò quindi dalla parte dell’Angioino e, al comando
di settemila militi, con l’aiuto del principe
Sanseverino, nel
1385 liberò papa Urbano VI, al secolo Bartolomeo
Prignano
(Napoli, 1318
† 1389),
tenuto sotto assedio nella città di Nocera dai soldati di Carlo
III. |
Il Pontefice fu condotto a Bari ove fu imbarcato alla volta di
Genova; in alto mare, furono chiusi nei sacchi e gettati nelle
acque cinque vescovi, precedentemente fatti prigionieri a Nocera
sospettati di aver ordito trame contro Urbano VI; in uno dei
sacchi vi era il nobile
Marino del Giudice.
Raimondello sposò Maria d’Enghien,
contessa di Lecce, che gli portò in dote la contea ed
immense ricchezze diventando, quindi, uno dei più potenti baroni
del Regno. Morì nel 1406 mentre era intento a difendere Taranto
dall’assalto delle truppe di re Ladislao di Durazzo.
GIROLAMO del Balzo (1583
†
1657),
nobile di Capua, ottenne la riammissione in possesso dell’antica
cappella dei del Balzo sita nella chiesa di S. Chiara in Napoli.
Nel 1605 sposò Isabella, figlia di Vespasiano del Balzo,
barone di Schiavi e di Laura
della Ratta.
Un suo discendente GIACINTO (Napoli,
1693
†
1778),
barone di Presenzano e
gentiluomo di Corte dell’Imperatore
Carlo VI nel
1724 sposò in Napoli, in prime nozze, Ippolita figlia di
Domenico
de Liguoro e di Andreana
Mastrilli; nel 1734 fu insignito del titolo di
duca di Presenzano.
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© Napoli - stemma famiglia del Balzo |
La famiglia diede
molti uomini alla Chiesa; don G. Battista del Balzo dei
duchi di Presenzano sposò donna Laura del Balzo di
Schiavi, patrizia del
Seggio di Nido, e dall'unione nacquero dieci figli di cui ben otto si
consacrano a Dio: due suore, tre Teatini, uno abate Olivetano e
un Canonico Vicario dell'Arcidiocesi di Capua e, infine,
Gaetano (nato S. Maria di Capua il 9.12.1654) che divenne il
venerabile francescano col nome di Fra Ludovico del SS.
Sacramento. |

Fra Ludovico del SS. Sacramento |

Napoli, targa in memoria di Fra Ludovico |
Il titolo di
duca di Schiavi passò per successione in casa
Muscettola.
RAIMONDO (1745
†
1815), duca di Presenzano e barone di
Licignano, sposò in Napoli nel 1764 Agnese, figlia di
Gennaro Antonio
Brancaccio.
FRANCESCO (Napoli, 1805
†
1882), nominato conte nel 1838,
fu nel 1840 Balì dell’Ordine Costantiniano di San Giorgio e nel
1860 Generale comandante della Brigata Ussari della Guardia
Reale di re Ferdinando di Borbone. Sposò, in prime nozze a
Napoli nel 1848, Maria Isabella di Borbone, figlia di re Carlo
IV di Spagna e di Maria Luisa di Borbone, principessa di Parma e
Piacenza, vedova di
re Francesco I di
Borbone; in seconde nozze a Napoli nel 1857, Giulia
Carignani, figlia
del Giovan Battista, duca di Novoli, e di Livia
Doria dei
principi di Angri.
NICOLA (Napoli,1857
†
ivi,1844), duca di Presenzano alla morte del padre PASQUALE
(Napoli,1822
† ivi,1877),
nel 1883 sposò Enrichetta
Ciccarelli,
marchesa di Cesavolpe, figlia del barone Giovanni e di Maria
Assunta
del Pezzo dei
duchi di Caianiello. |

© Napoli - Palazzo Ciccarelli,
ereditato da Nicola del Balzo, duca di Presenzano, marito di
Errichetta Ciccarelli, marchesa di Cesavolpe. |

Napoli - stampa antica della villa
acquistata dal conte Francesco del Balzo marito di Maria
Isabella di Borbone, vedova di re Francesco I di Borbone. |

©
Napoli - ingresso villa dei coniugi Ernesto del
Balzo(Napoli,11/4/1845†
ivi 15/7/1930), duca di Caprigliano,
e Donna Dorotea Walpole (†
Napoli 19/1/ 1921) |

© Villa Walpole fu donata al S.O.M.
di Malta |
I de Balzo
erano amanti della musica e donarono al Regio Conservatorio di
Musica a San Pietro a Maiella in Napoli numerosi strumenti
musicali provenienti da tutto il Mondo, tra i quali vi era uno
caratteristico cinese che veniva utilizzato in particolar modo
durante le processioni. |

© Napoli -
Ritratto della Duchessa del Balzo |

© Napoli -
Strumento musicale proveniente dalla Cina -XVII sec. |
Don Francesco
Pironti
(Napoli,1918
†
Roma,1999), duca di
Campagna, sposò nel 1954 Donna
Carlina del Balzo dei
duchi di Presenzano. |

© Napoli - particolare interno palazzo
abitato agli inizi del 1300 dai coniugi Bertrando del Balzo,
conte di Andria, e Beatrice d'Angiò, figlia di re Carlo II.
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© Napoli - particolare palazzo dei
coniugi Don
Francesco
Pironti di Campagna e
Donna
Carolina del Balzo di Presenzano. |
ANTONIA del Balzo (1460
ca.
†
1538),
figlia di Pirro,
principe di Altamura, duca di Andria e di Venosa, sposò il 17
luglio 1479, portando una dote di 8000 ducati,
Gianfrancesco Gonzaga I Conte di Sabbioneta.
La sorella di Antonia, Isabella, sposò, come già precedentemente
detto, Federico d’Aragona, che fu l’ultimo re aragonese di
Napoli dal 1496 al 1501.
Antonia del Balzo e Gianfrancesco Gonzaga
ebbero undici figli di cui ben cinque gemelli.
Grazie al prestigio del nome dei Gonzaga e di
quello della propria famiglia, Antonia riuscì, assieme al
marito, a mettere in atto un’accorta politica matrimoniale
che consentì alla propria prole di imparentarsi con alcune
tra le più potenti famiglie del tempo (Fieschi, Orsini,
Bentivoglio, Sanseverino, ecc).
Visse gran parte della vita e della sua vedovanza a
Gazzuolo, circondandosi di una
piccola ma qualificata corte formata da artisti e letterati,
e vi morì il 13 giugno 1538.
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© Napoli - Palazzo Gonzaga-di Capua del Balzo |

© Napoli- Stemma Gonzaga-di Capua del Balzo |
Adelaide del Balzo (Napoli, 1843
† ivi, 1932), figlia di Francesco dei duchi di Caprigliano e
di Paolina
Capece Minutolo, sposò nel 1867 Francesco
Pignatelli (1837
†
1906), principe di Strongoli e conte di Melissa.
La principessa Adelaide, dotata di cultura elevatissima e di
grande umanità, fu dama di Palazzo della Regina Margherita e
socia dell’Accademia Pontaniana;
nel 1884 accolse 600 orfani in un asilo
dell'infanzia da lei creato, nel 1896 grazie alla sua caparbietà
venne istituita la prima scuola per infermiere professionali in
Italia: la Croce azzurra, due anni dopo creò la scuola di
educazione domestica e nel 1900 promosse la Pro-infantia,
istituzione per aiutare i minori abbandonati.
Nel 1891, nominata ispettrice del Ritiro di Suor Orsola Benincasa(3), la cui cittadella
monastica fu fondata in Napoli, al Poggio delle Mortelle
alle pendici del colle di Sant'Elmo, dalla mistica
Orsola Benincasa (1550-1618), grazie alle donazioni del Prelato
Gregorio Navarro e nel 1587 di Cornelia Pignatelli
(4), duchessa di
S. Agata, fondò il “Suor Orsola”. La principessa ideò una
scuola fatta dalle donne, per le donne: “Io ci tengo a
questa scuola, ci tengo nell'interesse della pubblica cultura,
ci tengo perché è iniziativa italiana, ci tengo perché Napoli si
mette così alla testa di una cosa bella e nuova, ci tengo per
orgoglio di casta, un nome storico come il nostro si adorna di
nuova aureola mettendosi alla testa del progresso”. |

© Napoli -
Ritratto della principessa
Adelaide Pignatelli del Balzo |

© Napoli - Uno
dei tanti viali dell'Università
Suor Orsola Benincasa |

© Napoli - Uno
dei tanti chiostri dell'Università Suor Orsola Benincasa |
Nel 1895
con le istituzioni dei nuovi corsi formativi: lingua francese,
computisteria, canto corale, l'ente ottenne il riconoscimento come Istituto
universitario di magistero pareggiato
femminile.
Con la trasformazione delle facoltà di Magistero in facoltà di Scienze
della formazione, avvenuta nel 1995,
l'istituto divenne un istituto universitario a ordinamento speciale,
assumendo la denominazione di Istituto
universitario Suor Orsola Benincasa, cessando di essere solo femminile.
Dal 1999 ha assunto l'attuale
denominazione; retta da un ente morale laico, l'Università Suor Orsola
Benincasa risulta oggi essere la più antica università non statale
d'Italia.
Per info:
http://www.unisob.na.it/
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© Napoli - Stemma Famiglia del
Balzo |
Per
la genealogia si consiglia di consultare le
tavole genealogiche redatte da Serra di Gerace
e per eventuali approfondimenti si segnala il libro di
Antonello del Balzo di Presenzano, "A l'asar Bautezar -
I del Balzo ed il loro tempo". |
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Note:
1) - In alcuni testi, come ad
esempio: Famiglie nobili e titolate del Napoletano" di Francesco
Bonazzi di Sannicandro, la cornetta è verde. Vedasi il Codice
miniato di Santa Marta - Archivio di Stato di Napoli.
2) - Le famiglie d’Aquino,
Acquaviva, del Balzo, Celano, de Moliso, Sanseverino e Ruffo
sono annoverate tra le Serenissime Sette Grandi Case del Regno.
2 bis)
-
A. Lucarelli, Notizie e documenti riguardanti la
storia di Acquaviva delle Fonti in Terra di Bari. Dalle origini
al 1799, Bari 1980, rist. anastatica ediz. del 1904, p. 49
3) - In realtà la mistica Orsola
Benincasa, figlia dell’ingegnere
Francesco, non
fu mai suora.
4) -
Cornelia Pignatelli († 1609), figlia di Scipione
Pignatelli, marchese di Lauro (1525
† 1581) e di Isabella Caracciolo, sposa Giovanni
Camillo
Coscia, duca di S. Agata dei Goti. |
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