
Ovvero delle Famiglie Nobili e titolate del Napolitano,
ascritte ai Sedili di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano,
appartenenti alle Piazze delle città del Napolitano
dichiarate chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Armi:
la più antica:
d'azzurro a sei cicale d'argento poste in palo 1,2,2,1;
e poi:
di rosso all'aquila spiegata d'argento con la bordura unita
d'azzurro caricata da sette cicale d'oro
(1).
Cicala di Cosenza: d'azzurro alla banda d'oro caricata
da tre cicale di nero. |

© Napoli -
Stemma Famiglia Cigala, duchi di Gimigliano, principi di Tiriolo e Marsicovetere - anno 1833 |
L’illustre e nobilissima famiglia Cigala o Cicala, originaria di
Genova, si diramò in molte città d’Italia tra cui Lentini, Messina,
Lecce, Cosenza e Napoli ove fu aggregata al Patriziato napoletano
del
Seggio di Portanova.
Vari sono stati i
titoli concessi a questa famiglia, fra questi:
Patrizi di:
Genova, Napoli e Cosenza.
Nobili di: Messina
Baroni di: Gimigliano
Conti del: Sacro Romano
Impero (1597)
Marchesi:
sul cognome
Duchi di:
Castrofilippi (1625), Gimigliano (1713)
Principi di: Tiriolo (1630), Marsicovetere (per successione Casa Caracciolo
Pisquizi –
anzianità 1629) |
Visconte Cicala (Genova, 1504
†
Costantinopoli, 1564), uomo d'armi, corsaro (attività che lo fece
molto arricchire), partecipò a diverse imprese belliche accanto al
principe Andrea
Doria; si stabilì a Messina nella prima metà del Cinquecento,
nel 1561 fu catturato dal corsaro Dragut(2)
con suo figlio Scipione e inviati come dono al sultano a
Costantinopoli; Visconte morì in carcere anche a causa del dolore
per suo figlio in quanto si convertì all'Islam e fu ammiraglio della
flotta ottomana; gli altri tre figli maschi, avuti da Lucrezia
furono: Giulio, il quale fece ritorno definitivamente a
Genova, Filippo rimase stabilmente a Messina dando origine a
uno dei rami siciliani, sposato con la nobile Caterina Zappada con
la quale ebbe: Visconte, il quale, per concessione di re
Filippo III, fu creato, nel 1625,
duca di Castrofilippo,
e Francesco; ed infine Carlo, che generò il ramo di
Calabria Ultra e di Napoli. |

Messina e il suo
porto. |
Il citato Carlo Cicala (morto nel 1631),
patrizio di Genova e nobile di Messina; fu uomo d'armi come il
padre; capostipite del ramo napoletano, fu ascritto al
Seggio di Portanova; dal 1592 al 1596 fu console della
Repubblica di Genova in Messina nel 1598 e nell'anno 1600, fu
ambasciatore dell'Imperatore Rodolfo II presso il sultano per
trattare la pace, ambascerie che gli valsero i titoli di
conte del Sacro Romano Impero;
nel 1610 aveva acquistato i feudi di: Gimigliano, Roccafallucca,
Marcellinara e di Miglierina(3)
dalla famiglia
Carafa
e il 31 luglio dello stesso anno ne ebbe l'approvazione regia che si
aggiungevano ai feudi di Arenuso e Caraffa (CZ) acquisiti nel 1681;
nel 1630 fu investito del principato di
Tiriolo (CZ) da re
Filippo IV d'Asburgo-Spagna, titolo trasmissibile per maschi
primogeniti; fondò Carlopoli (CZ) e impose il proprio cognome,
Cicala (CZ), al paese già fondato da Giovanna
Castriota,
moglie del 3° duca di Nocera don Alfonso
Carafa
della Stadera. |
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Marcellinara (CZ) |
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Miglierina (CZ) |
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Carlopoli (CZ) |
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Cicala (CZ) |
Nel 1587
aveva sposato la nobile messinese donna Beatrice
del Giudice
con la quale ebbero Eleonora e Giovan Battista I, 2°
principe di Tiriolo, il quale sposò, nel 1618, la nobile messinese
Giovanna de Gregorio, ebbero come figli: Carlo nato nel 1620
e morto senza discendenza, Cesare nato nel 1621, Scipione
nato nel 1623 e successivamente ricevuto nell'Ordine
dei Cavalieri di Malta, Giacinto, nato nel 1639 e Luca
Francesco nato nel 1642.
Il citato Cesare fu il 3° principe di Tiriolo, sposò la nobile
messinese e sua cugina di terzo grado Cornelia de Gregorio, i quali
ebbero come figli: Giovan Battista II (n. 1658
† 1741),
Carlo, nato nel 1659 e Scipione, nato nel 1661, il quale
nel 1674 fu ricevuto nei Cavalieri di Malta, e Cesare nato
nel 1664; il citato Giovan Battista II, patrizio napoletano,
patrizio di Genova, 4° principe di Tiriolo, conte del S.R.I.,
marchese,
e barone
di Gimigliano;
nel 1713 fu insignito dall'imperatore Carlo VI d' Asburgo-Austria
del titolo di duca
di Gimigliano;
risiedette tra Tiriolo e Napoli presso il fratello, frà Scipione;
nel 1682 sposò donna Caterina
Caracciolo Pisquizi figlia del principe di Marsicovetere e di
donna Violante Pignatelli;
Giovan Battista e Caterina ebbero numerosa prole, ma in molti
morirono in giovane età, solo in tre riuscirono a vivere a lungo
ovvero: Cesare Antonio nato a Tiriolo nel 1686, 5° principe
di Tiriolo e 2° duca di Gimigliano; Carlo Francesco nato nel
1696 e Scipione Clemente nato a Napoli nel 1703 e destinato
dal padre a vestire l'abito di Cavaliere di Malta. |

© Napoli -
Cappella gentilizia della Famiglia Cigala |

© Napoli - Arma della famiglia Cigala
o Cicala |

© Napoli -
lastra tombale di Aloisio Cigala, duca di Gimigliano, principe di
Tiriolo e Marsicovetere,
conte del Sacro Romano Impero. |
Figlio ed erede del citato Cesare Antonio fu
Giovan Battista III (morto nel 1787), 6° principe di Tiriolo
e 3° duca di Gimigliano ecc... ; nel 1778, per successione della
nonna ereditò i titoli dei Caracciolo Pisquizi
principi di Marsicovetere;
sposò Chiara Ottoboni Boncompagni Ludovisi dei duchi di Fiano, i
quali ebbero Luigi Maria (1767
†
1836), 7° principe di Tiriolo con i casali si
San Pietro, Miglierina e Settingiano, 3° duca di Gimigliano
Carlopoli e Cicala, signore di Roccafallucca Arenuso e Caraffa;
marchese, conte del S.R.I., patrizio genovese e napoletano; fu
l'ultimo intestatario dei feudi sino all'eversione della feudalità
(abolizione) nel 1806. Sposò Teresa
Capece
Minutolo di Canosa, figlia del 3° principe di Canosa.
Gli successe Carlo, 8° principe di Tirolo e 4° duca di
Gimigliano; morto senza prole, gli subentrò nei titoli suo fratello
Fabrizio (1789
†
1858), 9° principe di Tiriolo e 5° duca di
Gimigliano ecc... .
Suo figlio Emanuele (1833
†
1902), fu il 10° principe di Tiriolo e 6° duca di Gimigliano ecc...
; gli successe Fabrizio (1868
†
1954), 11° principe di Tiriolo e 7° duca di Gimigliano, marchese,
conte del S.R.I., nobile col predicato di Roccafallucca Arenuso e
Caraffa, patrizio genovese, patrizio napoletano; iscritto, nel
1934, nell'elenco ufficiale della nobiltà italiana.
Emanuele (1895
†
1971) fu il 12° principe di Tiriolo e il 8° duca di Gimigliano
ecc... .
Oscar (n. nel 1924) 13° principe di Tiriolo e 9° duca di
Gimigliano ecc... . |
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Tiriolo (Catanzaro) |
Tiriolo (Catanzaro), Cappella Famiglia Cicala: esterno e stemma in
primo piano; si notino quattro cicale.
Un particolare ringraziamento alla
Signora Anna Veraldi per aver gentilmente inviato le foto. |
Il capostipite che adottò il cognome di Cicala
fu Pompeo, capitano della Repubblica di Genova, al quale in
una battaglia contro i pisani delle cicale gli si posarono sul capo
e poi ripresero il volo, la battaglia fu vinta e si ritenne siano
state di buon auspicio; di conseguenza all'interno dello stemma
furono inserite un certo numero di cicale (il Mugnòs ne rappresenta
otto, stemma riproposto in una cromolitografia ottocentesca) le
quali, come scrisse Giacomo Giscardi nel 1774, diminuirono sino a
sette ma in altri rami se ne contano sei o cinque, non solo, col
tempo, in altri rami, si sono aggiunti altri elementi nello stemma
come il caso di quello di Cosenza, capoluogo della
Calabria Citra. |

Stemma Cicala -
Ferrarotto di Catania |

Stemma Famiglia
Cicala |
In Cosenza
giunse per primo Pietro Cicala alla fine del Trecento
(4);
nel 1450 i suoi nipoti Pietro juniore e Berardino
furono inviati dalla loro patria come ambasciatori presso re
Alfonso.
Giovanni Sforza Cicala, figlio di
Pietro juniore,
fu governatore di Reggio e Capua; possedeva il feudo di
Chiusa nei pressi di
Castelfranco (oggi Castrolibero, comune limitrofo a Cosenza già
feudo di Castelfranco e Cerisano); sposò la nobile Polistena
Sersale.
Giovan Pietro e
Giovan Nicola
figli di Giovanni Sforza e Polistena il 15 aprile del 1550 ebbero
significatoria di rilevio per il feudo di Chiusa per la morte del
padre.
Alfonso, sotto re Carlo VIII di Francia, fu eletto capo e
duce della nobiltà cosentina.
Aulo Pirro Cicala giovane poeta cosentino, allievo del
Parrasio e membro dell'Accademia di Napoli; nel 1502 stampò le sue
poesie a Napoli col titolo “ Auli Pirri Cicadae adolescentis
patricii Cosentini Poemata”.
Godelberto Cicala con Maurizio
Barracco
respinsero a Portapiana (ingresso a est della città) una spedizione
punitiva dei saraceni comandati da Abulabba, figlio del califfo
Ibrahim di Cairoan. |

Cosenza, rione
Portapiana |

Cosenza, Palazzo
Cicala, oggi Arcivescovile
(5) |
_____________
Note:
(1)
- Concessa da Sigismondo di Lussemburgo (1368-1437), Imperatore del
Sacro Romano Impero.
(2)
- Turghud Alì o Dragut (1485-1465), corsaro e ammiraglio ottomano.
(3) - Feudi in provincia di Catanzaro e
oggi altrettanti comuni tranne Rocca Falluca, borgo medioevale dell'XI
secolo fondato dalla famiglia normanna dei Falloc o Falluch,
abbandonato alla fine del XVI secolo e ricadente tra gli attuali
comuni di Tiriolo e Settingiano.
(4)
- E' ragionevole supporre che approdò in Calabria dalla Sicilia in
quanto i Cicala li trovimo in essa a più riprese in quanto oltre
ad essere valorosi uomini d'armi erano anche armatori e mercanti
primo fra tutti di grano; a Messina approdarono ancor prima di
Visconte come sopra citato e diramatisi poi a Lentini, ma anche a
Palermo nel mentre governava Federico II; non solo, vi furono
diramazioni che fiorirono nelle Fiandre, in Spagna e nelle Canarie.
(5)
- Acquistato nel 1523 dal vescovo Giovanni Ruffo de Theodoli
(vescovo di Cosenza dal 1511 al 1527) e destinato a sede della Curia
vescovile; sul cantone destro per chi osserva, fu apposto il suo
stemma "di rosso alla ruota d'oro", ormai poco leggibile a causa
dell'usura del tempo.
L’equivoco storiografico
sull’erronea attribuzione dello stemma Theodoli è stato messo in
luce da Luca Irwin Fragale (vedi Microstoria e araldica di Calabria
Citeriore e di Cosenza. Da fonti documentarie inedite, Milano, Banca
CARIME, 2016, pp. 174 e 298)
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Fonti bibliografiche:
- Archivio
di Stato di Venezia “Senato, dispacci Cipro, filza 1, lettera del 29
nov., 5 – 6 dic. 1557.
- Modesta
de Lorenzis in Rivista Araldica, “I Principi Cigala di Tiriolo”
ottobre/novembre 1974.
- Andrea Lercari "I Cicala: un'antica e nobile famiglia genovese in
Sicilia".
- Luigi Palmieri "Cosenza e le sue famiglie attraverso testi atti e
manoscritti", Tomo II, Pellegrini Editore 1999.
- Padre Lettore Gaetano Maria Genovese “Imprese delle più cospicue
famiglie del Regno di Napoli...” , 1719 .
- Filadelfo
Mugnòs “Teatro genologico delle famiglie nobili, titolate,
feudatarie di Sicilia”- Palermo MDCLV.
- Riccardo
Gilardi “ Il popolo cosentino e il suo territorio”, Pellegrini
Editore 2003.
-
Luca Irwin Fragale, "Microstoria e araldica di
Calabria Citeriore e di Cosenza. Da fonti documentarie inedite,
Milano, Banca CARIME, 2016".
- Mario
Pellicano Castagna " La Storia dei Feudi e dei Titoli nobiliari
della Calabria" Vol.II pag.103; Editrice C.B.C. 1996. |
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