
Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia. |
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Famiglia de
Majo |
Arma:
d'oro al pino di verde piantato sulla cima di un monte a
tre colli dello stesso, moventi dalla punta, e tre uccellini d'argento
annidati sulla cima.
Verso la metà del secolo XV, a seguito
di unione familiare con la Casa Reale dei
d'Angiò Durazzo, nella
parte superiore dello stemma fu aggiunta l'insegna dei Durazzo,
costituita da un lambello rosso su sfondo azzurro seminato di gigli
d'oro(1).
Titoli:
duchi di S.
Pietro (1718),
marchesi di
Tramonti, marchesi sul cognome,
conti di Annone (1565),
conti di Decio,
baroni di
Otranto,
baroni di Pago
(1813).
Dimora: Napoli, Cosenza. |

© Napoli - Stemma famiglia de Majo,
duchi di San Pietro
|
La famiglia de Majo, in antiguo Maggio o Madio, originaria di
Tramonti, fu
aggregata al Patriziato Napoletano del
Seggio di Montagna e,
dopo l'abolizione dei Sedili (1800) fu iscritta nel Libro d'Oro
napoletano.
Nel 1272 Matteo
de Majo ottenne il cingolo militare da re
Carlo I d'Angiò,
onorificenza indispensabile per accedere
alla cavalleria, e nel 1294 fu
Tesoriere degli Abruzzi.
A seguito di matrimonio tra Francesco,
figlio di Bartolomeo e di Maria
Filangieri, e
Ippolita di Durazzo, figlia Rinaldo figlio naturale di re
Ladislao di Durazzo,
il Casato ottenne l'autorizzazione ad aggiungere al proprio
cognome quello dei Durazzo e di inserire nel capo del proprio
stemma l'insegna dei Durazzo.
Nel 1402 Giovanni fu Presidente della Regia
Camera della Sommaria.
Nel 1565 il Casato ottenne la
contea di
Annone.
Nel 1584 donna Silvia di Majo,
figlia di Cesare, patrizio napoletano del Sedile di Montagna,
sposò don Natolo
Lombardo.
Nel 1596 vestì l'abito di Malta (vedi
lapidario).
Il ramo de
Majo Durazzo nell'Ottocento era rappresentato dal marchese
Gennaro,
sposato a Giuseppina
Gaetani
dell'Aquila d'Aragona di Laurenzana, ebbero per figlio il
marchese
Francesco Onorato,
ascritto al
Libro d'Oro,
sposò Bianca
Giannuzzi
ed
ebbero per figli:
Maria,
ed
Arturo
(n. 1879). |

© Napoli - Stemma della Famiglia de Majo
su volta ingresso dell'omonimo palazzo fatto costruire da Achille de Majo, generale delle
Reali Guardie del Corpo dell'ultimo esercito del Regno delle Due Sicilie |
Detto palazzo fu poi adibito ad
albergo ed infine a civile abitazione. Vi abitarono personaggi
di rilievo, tra cui l'avv. Gennaro Marciano che raccolse ed
esaltò la grande
tradizione forense
napoletana |
Nel 1718 la
famiglia fu
decorata col titolo di
duca
di S. Pietro, feudo in
Principato Citra; nel 1754 col titolo di
marchese sul cognome e nel 1813
la
baronia di Pago.
Nicola,
duca di San Pietro, ebbe per figlio
Giulio
(n. 9 febbraio 1809 † 1893), patrizio napoletano, duca di San
Pietro, ascritto al
Libro d'Oro, sposato il 21 giugno 1830 a Maddalena
di
Sangro dei principi di Fondi, ebbero per figlie:
Maria,
sposata il 5 aprile 1875 a don Camillo
Imperiali (1847 † 1882) di Latiano;
Ernestina,
sposata il 14 febbraio 1857 al conte Francesco Maria de la Tour
en Voivre;
Beatrice, sposata il 2 settembre 1863 a nobile
Giovanni
de Costanzo, duca
di Paganica,
Cavaliere Gerosolimitano;
e la primogenita
Costanza
de Majo († 1911), duchessa di S. Pietro e baronessa di Pago,
come erede per la morte di suo padre, sposata il 31 gennaio 1876
a Giulio
de Vito Piscicelli, alla sua morte i titoli passarono alla
sorella
Ernesta, poi alla figlia di quest'ultima Maria
de la Tour en Voivre, moglie di Domenico Avati e, infine nel
1925, a Pio Avati. |

Cosenza, Chiesa di San
Domenico, dipinto nel quale
è presente lo stemma partito de Majo e
Martucci |

Cosenza, Chiesa di San
Domenico, lastra tombale con
stemma partito de Majo e
Martucci. |
La famiglia si diramò anche nel
cosentino, Flavio de Majo fu il primo che si trasferì in
Cosenza da Cerisano, paese che fa da corona alla città, sposò
Cornelia
Cavalcanti, nobile del sedile, con la quale ebbe
Francesco Maria, che fu dottore in legge, esercitò la
professione nella Regia Udienza; sposò donna di casa Tosto,
nobile del sedile, con la quale ebbe Giuseppe che seguì
la professione del padre.
Il citato Francesco Maria rimasto vedovo si risposò con Laura
Castiglione Morelli, nobile del sedile, procreando:
Ciccio (vesti l'abito di Malta), Giuseppe (vestì
l'abito di Malta), Ignazio e due figlie femmine le quali
si fecero monache nella chiesa di Santa Chiara di Montalto (oggi
Montalto Uffugo vicino Cosenza).
Figli del citato Ignazio furono: Pierluigi, fu canonico a
Roma, fu vescovo d'Isola (oggi Isola Capo Rizzuto in provincia
di Crotone), per volere del cosentino cardinale
Salerno, dal 23
settembre 1722 al 2 aprile del 1749 a seguito delle sue
dimissioni; Antonio, fu canonico della cattedrale di
Cosenza; Domenico, sposò Annuzza Castiglione Morelli,
figlia di Nirco ed Ursula
Mangone, dalla loro unione nacque
Ignazio Maria juniore, dopo il parto Annuzza morì. Ignazio
Maria sposò Carlotta Castiglione Morelli di Fabrizio. |

Cosenza, Chiesa di San Domenico,
particolare dipinto, stemma partito de Majo e
Martucci. |
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1)
- Libro d'Oro Napoletano - Archivio di Stato di Napoli -
Sezione Diplomatica.
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Fonti bibliografiche:
- Luigi Palmieri, "Cosenza e le sue
famiglie attraverso testi atti e manoscritti", Tomo II,
pagg.400-401, Pellegrini Editore, 1999.
- Luca Irwin Fragale, Microstoria e araldica di Calabria
Citeriore e di Cosenza. Da fonti documentarie inedite,
Milano, Banca CARIME, 2016. |
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