Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Famiglia Salerno |
Arma:
bandato d’azzurro e d’oro. |
© Arma Famiglia Salerno |
La famiglia Salerno è il ramo primogenito della famiglia
Mansella (arma dei Mansella: bandato azzurro e d’oro con
rastrello di rosso posto in capo) che godeva di nobiltà in
Salerno e in Napoli nel
seggio di Capuana.
Carlo I d’Angiò, salito sul trono di Napoli, confiscò
tutti i beni e i feudi dei Mansella perché si erano schierati in
favore di
re Manfredi di Svevia. Pietro Mansella,
rimasto privo dei feudi, si trasferì nella città di Lettere.
Da allora i Mansella iniziarono ad abbandonare l’atavico cognome
per assumere quello della città natale e dall’arma fu tolto il
lambello rosso a tre pendenti.
Il milite Matteo Salerno (in alcuni atti chiamato Matteo
Mansella di Salerno) sposò la nobile Romana
della Marra;
insieme a suo fratello Giacomo, capitano di fanteria, fu
al servizio di re Alfonso I d’Aragona. |
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Don Giacomo Salerno, Giureconsulto, Giudice della
Gran Corte della Vicaria, Commissario Generale di
Campagna del Regno di Napoli,
Signore della terra di
Gricignano, uno dei 43 casali di Aversa; impalmò
donna Antonia
di
Liguoro del Seggio di Portanova; sposò in
seconde nozze donna Anna Maria Caterina
d’Oria,
figlia di Pellegrino e di Silvia Maria Fieschi.
Stemma Fieschi di
Genova con le insegne ecclesiastiche |
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Napoli - Cappella Famiglia Salerno. A destra: busto di
Giacomo Salerno, barone di Lucignano |
Don Nicolò Salerno, fratello di Giacomo, cavaliere
e capitano dei Cavalli di Corazza, morì senza prole.
La madre di detti fratelli apparteneva alla nobile famiglia Prignano.
Nel 1717 Giacomo Salerno era del Consiglio di S. Chiara.
I Salerno furono anche possessori di
Licignano o
Castello di Licignano, feudo in Terra
di Lavoro, in diocesi di Acerra (oggi parte integrante del comune di
Casalnuovo di Napoli), il 25 giugno 1765 prese intestazione
Gennaro Maria figlio di Nicola, feudo passato in casa
del
Balzo con Raimondo che prese intestazione il 10 marzo 1806, il quale il
10 giugno dello stesso anno vendette tutte le giurisdizioni di
Licignano al nobile Gaetano
Anfora, patrizio di Sorrento, alla cui discendenza fu poi nella persona
di Giuseppe Anfora (26 settembre 1828 † 18 dicembre 1894),
riconosciuto, con Regio Decreto del 21 giugno 1891, il
titolo di duca di Licignano; Gaetano fu
l'unico fratello del duca Giuseppe che non ha avuto
discendenti. L’araldo, Almanacco Nobiliare del Napoletano,
anno 1910, Enrico Detken, Libraio editore 1909. |
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