Le origini della famiglia Schinosi non si conoscono con
certezza, si è sostenuto che giunsero nel Regno di
Napoli dalla Normandia
(1)
al tempo di
Carlo d'Angiò.
Guglielmo
fu familiare di Carlo I, mentre
Nicola
ne fu il suo tesoriere,
suo nipote
Odoardo
fu feudatario. La famiglia era detta anticamente
de Mitio.
Ludovico,
fu maniscalco del re Ladislao;
lo stesso re nell'anno 1397 investì il casato della
Regia Familiarità e del grado di
Regio Ciambellano
nella persona
nobili viri
Antonii de Mitio dicti Schinosi de Cusentia militis,
il quale fu Sindaco del Collegio dei Nobili di Cosenza.
Antonio passò a Molfetta dove si stabilì, e nel 1401
ottenne da re Ladislao, per i servizi resi allo Stato,
per sè, suoi eredi e successori una provvisione di
cinquanta once annue sui redditi fiscali della provincia
di Bari
(1bis).
Pietro,
Enrico e
Bartolomeo
nella prima metà del Quattrocento furono feudatari in
Calabria Citra.
Nel mentre governava
Alfonso I d'Aragona la famiglia risultava divisa in
due rami: quello di
Pietro,
Signore di
Civita,
feudo in Calabria Citra (poi parte integrante dello
stato di Bisignano sotto i principi
Sanseverino i quali lo concessero in suffeudo
a Giorgio
Paleologo Assan,
oggi comune omonimo alle falde del Pollino in provincia
di Cosenza) il quale giunse a Cosenza per aver sposato
Caterina Sanseverino
(2);
l'altro ramo, quello di
Giovanni,
figlio del citato Antonio e di Bisanzia
di Tarsia,
il quale ottenne nuovi favori dalla
regina Giovanna II
nell'anno 1427.
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Civita
(Cosenza) |
I discendenti di Giovanni si trapiantarono nella vicina
Bisceglie dove la famiglia possedette diversi feudi,
prese parte alla vita pubblica della stessa città nel
così detto braccio feudale,
nell'anno 1640 fu aggregata al Patriziato di
Trani
nel Seggio di San Marco
(2bis).
Antonio juniore
sposò Giulia
Capecelatro figlia di Scipione con la quale
ebbero per figlio
Saverio
(3).
Giuseppe
Schinosi (n. Bisceglie, 1653), nipote di Antonio juniore
e Giulia, fu Vescovo di Caserta dal 21 gennaio 1696 al
17 settembre 1734, fece costruire all'interno della
cattedrale la cappella del Rosario in stile barocco, al
centro si trova la sua tomba che si fece costruire ed è
ancora oggi visibile con la scritta: “A
Dio Ottimo massimo Giuseppe Schinosi il più umile dei
vescovi, il più grande dei peccatori, cosciente che gli
sarebbe rimasto soltanto il sepolcro, mentre era ancora
in vita ha preparato questo ai suoi resti mortali nel
1716 dal parto della vergine.”

Altare con lo
stemma Schinosi |
Filippo,
fu arcidiacono di Bisceglie, amministrò le Vicarìe
generali di Bitonto, fu amico del cardinale Pier Luigi
Carafa
(4).

Bisceglie
(Barletta), Palazzo Schinosi, portale.
Si ringrazia la Pro Loco per aver inviato la
foto. |

Bisceglie
(Barletta), Palazzo Schinosi, stemma.
Si ringrazia la Pro Loco per aver inviato la
foto. |
.gif)
Bisceglie
(Barletta) |
Francesco,
gesuita, coautore della “Istoria
della Compagnia di Gesù di Napoli”, II,
Muzio, Napoli, 1711, 16-18.
Filippo
(Secondigliano, 1775 †
Bisceglie, 1829) figlio del nobile
Saverio
e di Cecilia dei duchi
Villani, appartenne
alla massoneria di Trani, sposò Isabella Curtopassi (†
19 bicembre 1849)
(5),
ebbero per figli:
Maria Vittoria
(n. 19 novembre 1813), sposata il 17 luglio 1851 a
Giuseppe
Tortora Brayda
(† 5 marzo 1885), nobile dei baroni di Belvedere;
Almerinda (n. 24 marzo 1815), sposata il
6 ottobre 1835 con il marchese Ottavio Tupputi di
Bisceglie († 7 gennaio 1865), Luogotenente Generale e
Comandante in capo della Guardia Nazionale di Napoli,
ebbero per figlio
Giuseppe
Tupputi il quale fu adottato da suo zio
Giuseppe Schinosi, creando la casata
Tupputi Schinosi
(5bis).
Giuseppe Tupputi Schinosi sposò Giulia dei marchesi
Colangelo ed ebbero per figli:
Isabella,
sposata con Pietro de Luca marchese di Roseto;
Teresa,
sposata con il conte Giudo
Tosti
di Valminuta;
Ottavio
e
Tommaso.
La famiglia si diramò a Benevento; iscritta nell'Elenco
Ufficiale Nobiliare Italiano del 1922 col titolo di
patrizio di Benevento
(6).
Paolo
Schinosi, fu Arcivescovo titolare di Marcianopoli dall'8
aprile 1901 al 18 luglio 1921 (antica città della
provincia della Mesia Seconda fondata dall'imperatore
Traiano in onore di sua sorella Ulpia Marciana le cui
rovine si trovano nell'attuale Bulgaria) e Vescovo
ausiliare di Benevento, il 10 agosto del 1910 nella
cappella dei Canonici della Cattedrale ordinò sacerdote
San Pio da Pietralcina.

Stemma Schinosi
tratto dall'opera di
Fabrizio
Castiglione Morelli |

Stemma Schinosi
tratto dall'opera del Padre Lettore
Gaetano Maria Genovese |
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