
Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
|
 |
Famiglia Vela |
A cura del dr. Giuseppe Pizzuti |

© Stemma famiglia Vela |
La famiglia
Vela giunse in
Calabria Ultra
con Diego (†
1502 c.a), capitano ed uomo di fiducia del duca di
Calabria Alfonso
(2),
si stabilì a Squillace intorno al 1484, e fu
investito del feudo di Caria
o La Caria, Turchisi, e
Sant'Andrea, in territorio dello stato di
Squillace intorno al 1484.
Jacopo
Antonio
(† 3 settembre 1538),
figlio secondogenito di Diego ebbe confermato il feudo
di La Caria e Turchisi con privilegio di
re Ferdinando il Cattolico
in data 1° settembre 1508, che venne registrato
in Privilegiorum Locumtenentiae III, f. 173. Sposato a
Geronima Esfanoller (o Finogliar) di Napoli, figlia di
Perotto e di Diana
Monaco.
Pietro
Jacopo,
il 2 settembre 1539 ebbe significatoria di relevio per
il feudo di La Caria e Turchisi come erede per la morte
di suo padre Jacopo Antonio.
Geronima
Vela, il 9 agosto 1550 ebbe significatoria di relevio
per il feudo di La Caria e Turchisi come erede per la
morte di suo padre Pietro Jacopo, altra significatoria
di relevio contro la medesima e per la stessa causa fu
spedita il 20 settembre 1555 per il feudo di Sant'Andrea
in Squillace.
Successivamente il feudo passo ad Emilia Ventimiglia,
seconda moglie di Ettore II
Pignatelli, duca di Monteleone, sua figlia
Isabella Pignatelli sposò Pietro
Borgia, principe di
Squillace.
Il 5 giugno
1584, Emilia Borgia ebbe significatoria di relevio per
il feudo di La Caria come erede per la morte di Emilia
Ventimiglia, duchessa di Monteleone, sua ava, deceduta
nel mese di dicembre del 1574. Non essendovi rinvenute
altre significatorie né intestazioni, si suppone che il
feudo sia stato reintegrato alla stato di Squillace
(3).
La famiglia
si diramò nella Città
Regia Cosenza, dove godette
l'onore della prima piazza,
aggregata nel 1574
(4).
Fabrizio
Castiglione Morelli
nella sua opera “De
Patricia Consentina Nobilitate Monimentorum Epitome”,
Venezia 1713, a pagina 81, inserisce i Vela nell'elenco
delle famiglie estinte. |
_________________
Note:
(1)
- Blasonatura è riportata da: Luigi
Palmieri,“Cosenza
e le sue famiglie attraverso testi atti e manoscritti”,
tomo II, Pellegrini Editore, Cosenza 1999, p. 533.
Umberto
Ferrari,“Armerista
Calabrese”, La Remondiana, Bassano del Grappa 1971, p.
66.
(2)
- Alfonso d'Aragona fu il 12° duca di Calabria, nominato
da suo padre
re Ferdinanado I
d'Aragona, detto Ferrante I, già 1° duca
d'Aragona ed 11° duca di Calabria. Alfonso eccelleva
talmente per il suo valore militare che il re Ferdinando
lo mise a capo dell'esercito in qualunque battaglia ed
egli ottenne sempre la palma della vittoria.
Alfonso II d'Aragona,
dopo la morte di suo padre (25 gennaio 1494), fu
investito re del regno di Napoli in quella stessa
giornata con generale e grandissima letizia del popolo,
ma dopo, quando seppe dell'ascesa di Carlo VIII re di
Francia e fu informato che quello era a Roma, abdicò al
regno di Napoli in favore del suo primogenito
re
Ferdinando II
d'Aragona, detto Ferrante II o Ferrantino,
dopo aver raccolto quanto più beni possibile, si spostò
in Sicilia dove si ritirò in un cenobio su un monte con
alcuni monaci, in penitenza; Alfonso visse appena due
anni dopo aver ceduto il regno a suo figlio.
Domenico Puntillo, Cinzia Citraro,
“Historia Brutiorum - Bernardino
Bombini”,
Edizioni Prometeo, Castrovillari 2015, pp. 545-549.
(3)
- Mario
Pellicano Castagna, “La Storia dei Feudi e dei Titoli
Nobiliari della Calabria”, Vol.I, Frama Sud 1984, pp.
383-384.
(4)
- Umberto Ferrari, opera citata, p. 79.
|
|